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Autore: sissi149    23/12/2018    2 recensioni
E' l'ultimo giorno di lezioni per un gruppo di amici. Tutti e cinque si preparano a lasciare il campus universitario per raggiungere le famiglie e trascorrere le vacanze natalizie come programmato da tempo. Ma sarà davvero così o quest'anno le feste riserveranno sorprese inaspettate?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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22 Dicembre
 
Narita era parecchio affollato, per fortuna Yayoi era stata previdente ed era giunta all’aeroporto con un discreto anticipo e nonostante la coda ai controlli era perfettamente in orario per imbarcarsi. Non le restava che attendere che sul display luminoso venisse indicato il gate. Aveva tempo per bere qualcosa di caldo e mandare un messaggio ai genitori per rassicurarli, dato che non aveva voluto farsi accompagnare rischiando di lasciare il negozio sguarnito di personale.
Trascinò dietro di sé il trolley, in cui aveva cercato di infilare più abiti possibile che fossero adatti al castello, fino al primo bar, cercando la lista delle bevande.
“Aoba! Ti credevo al lavoro!” la voce possente di Genzo la raggiunse alle spalle.
“Wakabayashi! E io ti credevo a Nankatsu!”
“Cambio di programma dell’ultimo minuto. Posso offrirti qualcosa?”
Entrambi presero una cioccolata da asporto e si sedettero sulle prime sedie libere che trovarono.
“Fammi indovinare – esordì Wakabayashi – hai ricevuto anche tu un misterioso invito dai Conti di Yamamori?”
Yayoi annuì sorpresa, non si aspettava che Genzo avrebbe fatto il viaggio con lei.
Il ragazzo accavallò le gambe.
“Ti dirò di più: dovrebbero arrivare anche Yoshiko ed Hikaru, sempre che Matsuyama sia riuscito a scendere dal letto! Appena iniziano le vacanze si trasforma in un ritardatario cronico!”
Aoba scoppiò a ridere alla constatazione sul solitamente puntuale Matsuyama.
“Parli del diavolo…” Annunciò Genzo, alzandosi per accogliere i due nuovi arrivati.
Yoshiko lanciò un urletto di gioia e corse ad abbracciare Yayoi.
“Che bello! Ci sei anche tu!”
Yayoi contraccambiò con gioia.
“Sono felice di non dover affrontare questo viaggio da sola. Voi avete un’idea del perché questi Conti ci abbiano invitato?”
Tutti scossero la testa.
“Inizialmente – spiegò Wakabayashi – pensavamo che l’invito potesse venire da Jun, ma non ha molto senso che non ci abbia invitato di persona, dato che eravamo insieme fino all’altro ieri.”
Fujisawa proseguì convinta.
“Jun non avrebbe mai mandato quel tizio strano a consegnarci delle buste. Poi lo sapremmo se fosse un Conte, insomma, Hikaru divide la stanza con lui, se ne sarebbe accorto!”
“È quello che dico anch’io!” Confermò Yayoi.
Il ragazzo di Hokkaido incrociò le braccia:
“È vero che Jun è molto riservato e non parla mai della sua famiglia e di quello che fanno in Cambiria, ma una cosa così grande non avrebbe potuto tenerla nascosta. In ogni caso ho fatto delle ricerche su questi Conti di Yamamori: sono una delle famiglie più antiche ed importanti della Cambiria. Dovrebbero avere un figlio più o meno della nostra età, ma in questi giorni ogni ricerca su di loro conduce alla notizia del fidanzamento della nipote della Contessa col Principe ereditario, ufficializzato settimana scorsa.”
“Accidenti, Matsuyama -  lo prese bonariamente in giro Genzo – sei un vero segugio! Le lezioni di Gamo fanno bene dopo tutto.”
“A proposito, Hikaru, come farai con la tua analisi?” Domandò preoccupata Yayoi.
“Ho portato qualcosa in valigia, ma questo mistero è troppo allettante.”
“Hikaru! – Yoshiko mollò una gomitata nello stomaco al ragazzo – È apparso il numero del gate, meglio andare.”
 
 
Il volo in aereo era durato qualche ora, durante le quali le congetture sul viaggio erano diventate via via più inverosimili, finché Yayoi non si era addormentata.
Era stata svegliata dal rollio dell’atterraggio. Insieme agli amici si era diretta all’uscita.
“Ora come raggiungiamo Old Castle? - Domandò Wakabayashi – Non credo che potremo semplicemente dire ad un taxista di portarci là.”
“Guardate!” Hikaru indicò un uomo che aveva tutta l’aria di essere il “tizio strano” che aveva consegnato loro gli inviti e che li stava raggiungendo.
“Buongiorno. Vedo che avete accettato tutti gli inviti. I conto di Yamamori mi hanno ordinato di accompagnarvi fino ad Old Castle. Da questa parte.”
Li condusse fino ad un’automobile coi vetri oscurati su cui li fece accomodare dopo aver depositato le valigie nel bagagliaio.
“Quanto dista Old Castle dalla capitale?” Domandò Yoshiko.
“Circa un paio d’ore. Dobbiamo raggiungere quelle montagne.”
Old Castle, la residenza dei conti di Yamamori, era situata nella zona più montuosa della nazione.
Mano a mano che il tragitto veniva percorso, la neve ai lati della strada diventava sempre più abbondante.
Dopo un’ora e mezzo, uscirono da un borgo e cominciarono ad arrampicarsi per una salita.
“Il castello è in montagna?” Domandò stupito Matsuyama.
“Non proprio – rispose il loro autista – è su una collina da cui domina la cittadina sottostante. Ci siamo quasi.”
Non appena Old Castle apparve in tutta la sua magnificenza da dietro la curva, Aoba restò a bocca spalancata.
“Sembra una fiaba.”
La struttura in mattoni a vista con varie torri le ricordava quella dei castelli europei che aveva studiato in uno dei suoi corsi e che aveva visto quando si recava dai parenti materni.
“Si trattano proprio bene questi Conti!” Commentò Genzo scendendo dall’auto.
Hikaru non perse l’occasione per punzecchiare il compagno.
“Villa Wakabayashi ha trovato  una residenza rivale?”
“I Conti di Yamamori vi staranno aspettando.”
Furono condotti nell’ingresso, dove trovarono i Conti sulla scalinata. Erano una coppia sulla cinquantina, molto elegante. A Yayoi ricordarono istintivamente Jun, ma cercò di scacciare il pensiero di Misugi.
Fu la Contessa a prendere la parola:
“Benvenuti a Old Castle! Da tempo desideravamo conoscere i compagni di studi di nostro figlio e abbiamo pensato che non ci fosse occasione migliore del Natale per invitarvi a palazzo.”
“Jun non ci parla quasi mai di voi. – proseguì il Conte – Purtroppo ha il vizio di tenere ermeticamente separato ogni aspetto della propria vita.”
Matsuyama sbottò:
“Ce ne siamo accorti, dato che non ci ha mai detto niente di…” Si interruppe a metà, fulminato da un’occhiata di Yoshiko.
“Dovete scusare Hikaru, vostre Eccellenze, a volte non sa quando è opportuno tacere.” Yoshiko si inchinò.
La Contessa scosse una mano:
“Non preoccupatevi. Ora immagino che sarete stanchi per il viaggio. Masao vi mostrerà le vostre stanze. – indicò un maggiordomo in livrea – Avremo modo di conoscerci più tardi, quando rientrerà anche Jun.”
 
 
Rimasta sola, Yayoi osservò con meraviglia la camera che le era stata assegnata: era grande almeno tre volte rispetto a quello che aveva a casa e si trattava di una stanza per gli ospiti. Non osava immaginare come fossero le camere dei proprietari.
Un grande letto a baldacchino torreggiava al centro della stanza, coperto da un copriletto con preziosi ricami eseguiti a mano e tende in coordinato. L’armadio era gigantesco, i suoi vestiti avrebbero avuto fin troppo spazio a loro disposizione. A fianco era collocato un comodo specchio a figura intera. C’era anche un tavolo con un paio di sedie.
Yayoi scostò una delle tende ed osservò il paesaggio: la finestra dava sul grande cortile posteriore, ora completamente innevato, ma che lasciava intravedere siepi tagliate regolari, statue ed aiuole. Più lontano il bosco e le montagne.
Un cavaliere stava arrivando al galoppo, elegante in sella ad un cavallo grigio. Mano a  mano che si avvicinava, a Yayoi sembrava una figura familiare.
 Subito accorse un cameriere ad accogliere animale e padrone.
Il cavaliere alzò il volto verso il castello e Yayoi poté vederlo negli occhi, incrociando il suo sguardo.
La ragazza si allontanò di scatto dalla finestra, appoggiandosi con la schiena alla parete e inspirando a fondo, cercando di calmare il battito del cuore: aveva appena avuto la conferma che Jun Misugi era veramente il figlio dei Conti di Yamamori.
 
  
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