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Autore: Giuf8    24/12/2018    4 recensioni
Perdersi è fin troppo semplice. Ritrovarsi è la parte difficile. Spesso da soli nemmeno ci si riesce.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Respirazione bocca a bocca

Alec si stava dirigendo verso casa non capendo come potesse sentirsi così, di solito dopo un tatuaggio si sentiva un po' più su, invece in quel momento se qualcuno fosse riuscito a toccare la sua anima avrebbe ritratto una mano intrisa di nero tanto quanto l'inchiostro che ora rivestiva il suo avambraccio.
Mise le mani in tasca chinando il capo mentre una leggera pioggerella cadeva su di lui.
Senza nemmeno deciderlo davvero le sue gambe si diressero verso il quartiere gay di Brooklyn. Avvertiva quella sensazione di nausea ormai famigliare e la bocca gli parve riempirsi di acida bile.
Entrò nel primo negozio di alcolici che trovò e prese una bottiglia di rum. Il liquido gli scivolò in gola bruciando quando raggiunse lo stomaco vuoto e facendogli percepire un piacevole quanto irreale calore. Fece una smorfia. Non beveva mai per piacere, la maggior parte delle volte era solo per soffocare i sentimenti, ma quella sera nulla sembrava funzionare. Non l'ago che gli aveva inciso la pelle, non l'alcool che gli annebbiava i sensi, nulla. Fu per quello che, con passo incerto si diresse alla discoteca più vicina.
Alec non ballava, mai. Se ne stava seduto in un cantuccio a fare tappezzeria finché non beccava qualcuno che fosse lì per il suo stesso identico motivo, a quel punto bastava un cenno del capo e che fosse il vicolo esterno o uno dei bagni non importava. Aveva ottenuto quello che voleva.
Anche quella sera era iniziata così, Alec seduto in un angolo ignorato dalla gran parte delle persone. Ogni tanto vedeva qualche ragazzo che si soffermava su di lui un po' più a lungo e allora distoglieva lo sguardo facendo capire che non fosse interessato.
Sapeva di essere bello, o meglio, gli avevano detto che fosse bello, lui ancora stentava a crederci. Quelle occhiate gli dicevano che era vero, ma lui non gli dava ascolto. Che fosse bello o meno poco importava, lui non si sentiva... Bello. Proprio no.
Il suo aspetto esteriore era un arma a doppio taglio. Attirava sia quelli a cui era interessato sia gli sguardi di quelli che "volevano qualcosa in più". Alec li avrebbe saputi riconoscere fra mille, forse merito dello spirito di osservazione maturato durante l'esercito, forse per una dote naturale, chissà. Lo osservavano con una maggiore intensità magari chiedendosi che cosa ci fosse sotto quell'aspetto. Ed Alec era esattamente l'ultima cosa che volesse rivelare. Così declinava senza una parola e si buttava tra le braccia di chi voleva solo spogliarlo dai vestiti e non dalla sua corazza.
Era facile come respirare, niente complicazioni, niente bugie, niente...
"Posso offrirti da bere?"
Alec si voltò sorpreso, non si era minimamente accorto dell'uomo che si era seduto poco più in là sul divanetto. Una piccola parte di sé si chiese come fosse dannatamente possibile che non si fosse accorto di nulla mentre l'uomo più bello che avesse mai visto si fosse seduto accanto a lui.
"No ti ringrazio, il ragazzo con cui sono venuto non approverebbe" rispose maledicendosi perché prendere un drink con quella meraviglia che gli stava seduto accanto era circa l'unica cosa che volesse davvero fare da molto molto tempo. Tuttavia il suo radar sembrava non funzionare con il tipo che riduceva sempre di più la loro distanza sul divanetto e lui non voleva avere niente a che fare con le persone che non riusciva a leggere. Era ironico come lui non lasciasse trapelare nulla di sé, ma volesse capire tutto degli altri. Ma quel tipo… Era in cerca solo di una nottata? O di un qualcosa di più? Era esattamente l’opposto di Alec. Lui era il silenzio, anonimità, quel tipo era tutto troppo, in un modo così esagerato da renderlo indecifrabile.
"Oh, mi spiace... con chi sei qui?" chiese lo sconosciuto con uno sguardo per nulla dispiaciuto.
Alec indicò un ragazzo con una maglietta verde bottiglia che ballava da solo in un angolo.
"Ah sei con quel tipo eh?" chiese l'altro con un sorriso a trentadue denti.
Alec annuì e se possibile il suo sorriso si allargò ancora di più.
"Ah è così è? Se smaschero il tuo gioco mi concederai un ballo?"
Alec fece per parlare ma due dita gli si posarono sulla labbra impedendoglielo.
"Fiorellino non accetto un no come risposta. "
Alec stava per ribattere perché davvero, Fiorellino? Ma come si permetteva quel tipo? Chi si credeva di essere? Quando...
"Ragnor, amico mio, vieni un po' qui."
Maledizione non è possibile.
Quante probabilità c'erano che quello fosse proprio il ragazzo con cui era venuto l'altro? Una su... Quanta gente poteva esserci stipata in quel posto? Due migliaia? Tre? Quattro? Scosse la testa rassegnato.
"Ehi Magnus, che c'è?"
"Niente, hai già fatto il tuo dovere" ribattè l'altro scacciandolo con sufficienza con una mano senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di Alec che si sentiva esposto fin dentro in un posto oltre il cuore, oltre lo stomaco, un posto buio e silenzioso. Com'era possibile che una persona appena conosciuta sappia scuoterti così le fondamenta?
"Allora questo ballo?" chiese Magnus che nel frattempo si era alzato in piedi e gli tendeva una mano come se lo stesse invitando a chissà quale valzer ottocentesco al posto di quel tuonante marasma che era la musica da discoteca.
Alec non seppe dire che cosa scattò in lui, forse decise soltanto per una singola e stupida volta di disconnettere il cervello e godersi la sensazione di pelle contro pelle. Quanto può essere intimo tenersi per mano? Sembra che tutti gli sguardi si focalizzino solo su di voi. Le terminazioni nervose abbandonano il resto del corpo per concentrarsi solo sul palmo e sulle punte delle dita. Le gambe? Puri automi che continuano a svolgere il loro lavoro solo perché se si fermassero si perderebbe la possibilità di quel contatto. E la sicurezza che da? Tenersi per mano e un sussurro dolce che dice:"Sono qui, mi prendo cura io di te. " Altro che gli abbracci, altro che i baci.
Forse per questo Alec si lasciò trascinare a centro pista, forse per questo non pensò a nulla, forse per questo, anche solo per una volta, decise che valeva la pena ballare con qualcuno.
Fu quasi deluso quando l'altro gli lasciò la mano, ma presto si voltò verso di lui e lo guardò con quegli occhi verdi-dorati mentre posava dolcemente le mani sul suo petto facendole scivolare lentamente fino a portarle ad allacciarsi dietro al suo collo. Alec mise le sue mani sui fianchi dell'altro arrossendo appena quando le dita si andarono ad aggrappare ai passanti degli stretti jeans neri di Magnus. Venne subito rassicurato dal suo sorriso che era uno di quelli sinceri che non fanno nemmeno dischiudere le labbra ma che si estendono comunque fino agli occhi.
Solo a quel punto iniziarono a muoversi seriamente. Magnus stinse lievemente la presa sulle braccia costringendo Alec ad avvicinarsi. I loro corpi ora aderivano perfettamente in un modo che Alec si era perfino dimenticato che fosse possibile. Scopare con qualcuno nel vicolo non prevedeva così tanto contatto, mai.
Alec non ballava non perché non ne fosse capace, ma perché si imbarazzava tremendamente, tuttavia in quel momento l'imbarazzo era l'ultimo dei suoi pensieri. Per lui contavano solo le mani dell'altro che oscillavano lievemente a ritmo di musica e gli accarezzavano la schiena. I loro bacini che non la volevano sapere di scostarsi e che lo facevano fremere come un liceale alla prima cotta. Sarebbe sembrato inadeguato, se non fosse che avvertiva lo stesso desiderio montare in Magnus ogni volta che gli si strusciava addosso ai pantaloni stretti. Le sue mani scesero a stringere i glutei sodi facendo rantolare l’altro sempre più. Il fiato caldo che gli solleticava la pelle del collo facendolo impazzire di desiderio per avere quelle labbra. Un momento che agognava ma che allo stesso tempo rifuggiva perché pervaso dal terrore che, se le avesse ottenute, quelle labbra, sarebbe scomparso tutto. E sarebbe stato solo un uomo che ballava in modo lascivo con un altro uomo all'interno di una discoteca dalla musica scadente che puzzava di alcol e sudore.
Invece in quel momento non era così, in quell'istante c'erano solo lui e Magnus. Alec non aveva mai rischiato di affogare, non per davvero, si sentiva così solo in senso metaforico, eppure in quel momento si sentiva come il protagonista di un brutto film romantico che viene tratto in salvo dalle onde e si rannicchia sulla spiaggia sputacchiando acqua. L’uomo tra le sue braccia lo faceva sentire così, come il primo respiro di aria fresca mentre hai i polmoni allo stremo delle forze. Ed era bellissimo.
Alec sentiva le labbra di Magnus percorrere in una lenta e languida scia tutto il suo collo, in un gesto automatico reclinò la testa all’indietro esponendo una maggior superficie e chiudendo gli occhi per bearsi di quel momento. Non si esponeva così tanto di fronte a qualcuno da un tempo che nemmeno sapeva dire. Sentì la bocca dell’altro dischiudersi in un sorriso contro la sua pelle calda e trasalì quando avverti il tocco leggero della lingua. Abbassò il capo per ritrovarsi perso i quegli occhi verde-dorati e non ebbe più paura. Lo baciò consapevole che Magnus fosse reale, che non gli si sarebbe sgretolato tra le dita e, per una volta, quel bacio fu solo quello. Non una promessa per un futuro, non un invito ad approfondire la cosa in un angolo buio, fu solo un bacio perché ad Alec andava di farlo.
Aveva mai davvero baciato un ragazzo solo perché gli andava di farlo? Probabilmente no e, se lo aveva fatto, era stato molto molto tempo fa.
Alec si sorprese di quanto gli piacesse.
Magnus all’improvviso si staccò dal bacio per posare il capo sulla sua spalla con un sospiro e avvolgendolo in un abbraccio. Alec da principio fu rigido, come se avesse ricevuto una scossa elettrica, ma, mano a mano che il tempo passava si sciolse tra le braccia dell’altro, tanto che si ritrovò anche lui ad affondare il volto nella spalla dell’altro. Il suo odore di sandalo gli invadeva le narici creando una dipendenza in un modo quasi istantaneo.
In quell’stante, in quel momento, realizzò di aver abbassato tutte le sue barriere, ma si sentiva protetto avvolto nelle braccia di Magnus.
Una singola, stupida lacrima gli rotolò lungo tutta la guancia per andare poi a finire nella maglia dell’altro. Ma fu solo un secondo perché Alec non riusciva a smettere di sorridere.





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Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno speso il loro tempo durante le feste per leggere la mia storia e par farmi sapere che ne pensate. Tornare a scrivere e trovarvi pronte ad accogliermi di nuovo è uno tra i regali di Natale più belli che poteste farmi.
Prima di perdermi in giri infiniti di parole ... vi è piaciuto questo capitolo?
Scappo a finire l'ultimo (eheh sono sempre indietro con gli ultimi capitoli, non voglio mai scriverli)
A domani
Giuf8

 
   
 
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