Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Francy_remus    24/12/2018    1 recensioni
Dramione senza troppe pretese. Anzi, probabilmente la cancellerò a breve, sto facendo ordine sul PC e nella mia vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Com’è andato il compito di Pozioni?» chiese Ron alla sua migliore amica.

«Da schifo» sbuffò la riccia, torturando il suo pranzo con la forchetta.

«Io Troll, pensa un po’» tentò l’amico.

«Oltre ogni previsione! Ti rendi conto?» sibilò irritata lei.

«Solo ‘Oltre ogni previsione’? Deludente, Mezzosangue, dico davvero» la schernì Draco.

«Malfoy» ringhiò ancora più nervosa.

«Mezzosangue. Andata maluccio a Pozioni, eh?» la sfidò nuovamente.

«Fottiti Malfoy» si girò prima che questo potesse risponderle. Tuttavia, lui si avvicinò abbastanza perché lei potesse sentire: «Ho preso ‘Eccellente’»

«Spero che inciampi andando a sedersi» augurò al Serpeverde, rivolta a Ron.

«Harry, dov’eri?» domandò allora il rosso, per sviare il discorso.

«Silente. Parliamo dopo» si limitò a sillabare, mentre quantità enormi di cibo entravano nella sua bocca.

«Noi invece scontro con il Furetto» spiegò rapidamente all’amico, tra un boccone e l’altro.

«Ciao a tutti» li salutò allegramente la piccola Weasley.

«Ciao Ginny» mugugnò Ron.

«Hey» si limitò Hermione, mentre Harry le fece posto sulla panca.

«Che è successo?» domandò furba la rossa.

«Malfoy ed Hermione. Come al solito» la informò Ron, mentre non smetteva di mangiare.

«Hermione … come va?» chiese apprensiva.

«Bene, non ti preoccupare» sillabò, per poi iniziare a mangiare, anche se controvoglia.

«Tesoro, devo fare un tema di Trasfigurazione, non è che mi daresti un aiutino?» la implorò l’amica.

«Sì, non ti preoccupare. Ti aiuto nel tardo pomeriggio»

«No, ehm... il tema lo devo consegnare questo pomeriggio. E non penso che la McGranitt aspetterà oltre»

«Okay, di corsa in biblioteca» cambiò repentinamente idea Hermione, ben felice di abbandonare la Sala Grande.

«A dopo» salutò rapidamente Ron e Harry, prima di spingere l’amica quasi di peso in biblioteca.

«Donne. Ci faranno impazzire» sbuffò Ron, prima di ricominciare a ingozzarsi.

 

«Su cos’è il tema?»

«Su quanto veleno serve per uccidere un certo Serpeverde ossigenato del sesto che fa soffrire la mia migliore amica» mise il tipico cipiglio da 'io la so lunga'.

«Non soffro per lui, ma per il mio ‘O’» si limitò a sillabare Hermione, rossa come i capelli di un Weasley.

«E io sono la più bella del reame» la canzonò Ginny.

«E poi lo sai che a me piace Ron» le sibilò a denti stretti, per non farsi sentire da nessuno.

«Credi che ti piaccia. Ma non è così» si limitò a ricordarle i suoi pensieri.

«E con Harry? Come va?» le chiese allora la riccia, contenta di girare il dito nella piaga.

«Siamo fermi all’amicizia. Ho provato a farlo ingelosire con tutti, Dean, Seamus, persino McLaggen, ma niente. Come se fossi invisibile» le spiegò sconsolata.

«Lo sai che lui ti vede come la sorella di Ron, e quindi intoccabile. Non ti dare per vinta. Non te lo permetterò. Chiaro?»

«Grazie Tesoro. Io però continuerò a pensare che Ron non fa al caso tuo, e che ami Malfoy» ghignò con malizia la piccola Weasley.

«Il tema di Trasfigurazione ci aspetta» commentò la riccia, alzando gli occhi al cielo.

«Quale tema?» chiese Ginny, già dimentica della balla che aveva raccontato all’amica.

 

«Hermione … ho scoperto una cosa sensazionale …» esultò Ginny, mentre trascinava l’amica nella sua stanza.

«Come fare per sedurre Harry?» tentò, ghignando.

«Ah ah» scandì lentamente «stasera danno una festa»

«Scordatelo. In quanto Prefetto, io non …»

«Daiiii. Non mi puoi lasciare sola» la implorò l’amica.

«Dove?»

«Dormitorio Serpeverde?» sorrise innocente.

«Assolutamente no. Una festa nel dormitorio Serpeverde porta solo guai» si allarmò la ragazza.

«Hermione! Ci saranno anche Harry e Ron»

«Mmmm …? Allora … no»

«Dai, Hermione, ti prego …»

«Poi mi lascerai in pace?» sbuffò la riccia.

«Per stasera sì»

«Allora andiamo a prepar- … come “per stasera sì”?» chiese, profondamente contrariata.

«Domani tornerò a stressarti per un’eventuale festa» le sorrise la rossa, spingendola di peso nella stanza.

 

«Stasera è il grande momento» annunciò Ron.

«Tu sai che io non vengo, vero?» scherzò l’amico.

«Come no?» ribatté stupito Ron «Oh, Harry, non puoi …»

«Scherzavo. E stai tranquillo. Terrò d’occhio Ginny» lo rabbonì quello, prima di alzarsi e darsi un’inutile sistemata ai capelli.

 

La festa procedeva in perfetto stile Serpeverde. Coppiette sbronze che si sbaciucchiavano e si appartavano negli angoli delle stanze. Una Hermione sempre più scandalizzata, ma molto determinata a confessarsi a Ron quella notte stessa. Harry, che sorseggiava annoiato quello che doveva essere il sesto bicchiere di Burrobirra, osservando gli altri oltre il bordo della propria bevanda. Erano le undici, molte persone già sbronze scivolavano nelle stanze dei sotterranei, cercando di mettersi a letto. La pista era ormai quasi sgombra, e qualche rada coppia ballava un chiassoso ritmo. Tutto successe in pochi attimi: Hermione si voltò verso il ragazzo che amava, pronta ad andare a parlargli, quando lo vide con avvinghiata al collo un’oca che corrispondeva al nome di Lavanda Brown. E, peggio ancora, la stava baciando. Sentì i nervi minacciare di esplodere e le guance andare a fuoco. Le veniva da piangere, ma non voleva farlo davanti a tutte quelle persone – che comunque erano più interessate al proprio partner. Scivolò nel primo corridoio e si sedette in una nicchia lasciata vuota da un’armatura, portandosi le ginocchia al petto e osservando il muro di fronte a sé, mentre dava libero sfogo alla sua rabbia.

«Che c’è, Mezzosangue? Il muro ti ha offeso?» la schernì una pallida figura ghignante, che quasi risplendeva in quel buio.

«No, Malfoy, non è quello» sussurrò la Granger, troppo stanca anche per provocarlo.

«Fatti più in là» la intimò poco cortesemente.

La ragazza si tirò più vicina alla parete alla sua destra. Malfoy le scivolò accanto, ponendole un braccio attorno alla vita e lasciando che lei, dapprima diffidente, abbandonasse il suo capo sulla spalla del ragazzo.

«Chi ti ha fatto questo, Mezzosangue?» le chiese agitato.

«Se te lo dico che fai, gli rompi la faccia?» lo attaccò acida.

«No, pensavo ne volessi parlare» si scusò. Un attimo... un Malfoy che si scusa? Con una Nata-Babbana per giunta?

«Ron»

«Weasley cosa?» domandò con uno sguardo vendicatore.

«Ha baciato Lavanda quando io stavo andando a confessargli-» si bloccò di colpo. Gli unici che sapevano di questa cosa erano Ginny e Harry, non poteva di certo dirlo a lui, un Malfoy.

«Che lo ami?» concluse lui.

«Come?» chiese stupita.

«Non sono idiota. Lo vedo che provi qualcosa, ma se lo merita?» la domanda voleva essere un invito ad una riflessione, Hermione lo capì dal tono con cui fu pronunciato. Così lasciò cadere l’argomento.

«Non ho più trovato Ginny …» iniziò.

«È nella mia stanza con Zabini» la avvertì lui.

«Come prego?» chiese, scansandosi di colpo dal petto del Serpeverde, come se l’avesse scottata.

«Credo si stiano consolando vicendevolmente» ghignò Malfoy.

«Ginny non si farebbe mai scopare da un Serpeverde» esclamò cruda.

«Sicura Granger, sicura?» le sussurrò, mentre con una mano le riappoggiava la testa sul suo petto. Lei si lasciò andare a quel calore, a quel senso di sicurezza che le dava Malfoy. E, cullata dalle braccia atletiche allenate dal Quidditch, si sentiva protetta.

«Hermione, miseriaccia, che stai facendo?» le chiese Ron, facendola sobbalzare.

«Non mi va di risponderti, né di parlarti, okay? È trascina via quell’oca da qui» gli ringhiò, osservando Lavanda avvinghiata al Grifondoro.

«Sei arrabbiata?» domandò con un sopracciglio alzato «o hai le tue cose?»

«Io l’ammazzo» strillò Hermione, tentando di scavalcare Malfoy che le bloccava ogni movimento.

«Mezzosangue, sta calma. Per quanto voglia che Lenticchia la smetta di respirare, non posso lasciartelo fare. Quindi, ora, tornatene stesa e tranquilla» la avvertì con un’occhiata. Lei, stranamente docile, si riappoggiò a Malfoy.

«Quanto a te, Weasley, sparisci» e gli indicò la porta.

«Non lascerò Hermione da sola con te» avvisò lui.

«Vattene» trillò la Grifondoro con la voce ovattata dalla pressione sul petto del Serpeverde.

Lavanda trascinò via il suo ragazzo.

Appena seppe di essere sola con Malfoy, ricominciò a singhiozzare. Lui, stringendola al petto, le mormorava di smettere. Quando un’altra coppietta si avvicinò a loro, decisero di spostarsi.

«Dove stiamo andando?» domandò Hermione con le lacrime agli occhi.

«Lontano da questo casino» si limitò lui, trascinandola verso i dormitori.

«Se pensi che verrò a letto con te, scordatelo, Malfoy»

«Taci» la rimbeccò lui «Sono io, posso?» domandò, scostando lentamente la porta.

«Vieni» sussurrò qualcuno da dentro, qualcuno che Hermione riconobbe come Blaise.

«Non voglio né vedere né sentire niente di quello che stanno facendo» si schifò lei.

«Tranquilla» e, tirandole lievemente il polso, la costrinse ad entrare.

«Hermione!» strillò Ginny, uscendo dal bagno con indosso solo la camicia di Zabini.

«Ginevra Molly Weasley! Ma che cosa ci fai qui, nel dormitorio Serpeverde, nuda, nella stessa stanza di un Serpeverde donnaiolo nudo?» chiese, palesemente stupita.

«Tu invece che ci fai qui?» domandò l’amica sospettosa «Non è che ti vuoi fare Malfoy?» la provocò.

«A me non dispiacerebbe» comunicò il giovane.

«Ginny, non per interrompere la vostra importantissima discussione, ma non potremmo tornare a fare quello che stavamo facendo prima che tu andassi in bagno?» chiese Blaise, dal suo letto.

«Certo» e gli lanciò un bacio al volo, prima di raggiungerlo e tirare le tende del baldacchino.

«Vieni» la invitò Malfoy, mentre lei se ne stava a bocca asciutta a guardare il letto in cui era sparita poco prima la sua amica. Siccome non si muoveva, il ragazzo la prese per un polso e la sedette sul suo giaciglio.

«E pensare che ama Harry» sbuffò la riccia, mentre Malfoy lanciava un incantesimo silenziatore sul baldacchino di Blaise e tirava le tende del suo.

«Senti, Mezzosangue, non siamo qui per parlare della Weasley o di San Potter. Parliamo di te?»

«Pensavo volessi solo portarmi a letto» comunicò acida la ragazza.

«Scusa se ti offro il mio appoggio» le sputò lui.

Lei ricominciò a piangere e si strinse al suo petto, mormorando vari “scusa” e singhiozzando sempre più violentemente.

Rimasero così tutta notte, lui che la teneva stretta per paura di svegliarsi da quel sogno, lei che si aggrappava come fosse la sua ultima ancora di salvezza.

 

La mattina dopo, Ginny e Hermione sgusciarono via da quel dormitorio all’alba e si rifugiarono nella loro Sala Comune, con alcuni libri aperti davanti, come a voler provare di aver studiato tutta notte.

«Buongiorno donzelle … tutta notte a studiare?» salutò amichevolmente Harry.

«Sì, signorino Potter» lo scherzò Hermione, mentre Ginny se ne stava concentrata sul suo libro.

«Ad un certo punto siete sparite … dove eravate?» interrogò ancora.

«Io sono salita in camera mia a prendere i libri» mentì con disinvoltura la riccia.

«C’è chi annega i problemi nell’alcool e chi nei libri, mi sembra ovvio» la scherzò Harry, beccandosi un gestaccio.

«L’hai presa bene» tentò Ginny.

«No, ma è un cretino, quindi… tanto vale lasciar perdere» cercò di convincersi Hermione.

«Andiamo a fare colazione?» chiese Ron dall’alto delle scale, rivolto a Harry.

«Certo. Ci sono anche le ragazze» avvertì.

«Oh, dove hai lasciato Malfoy?» provocò Ron.

«Non sei nella posizione di fare rimproveri. Con la Brown. Ma che schifo» esclamò indignata Hermione.

«Ronron, buongiorno» lo salutò lei con aria civettuola.

«Ecco che arriva la cornacchia» sibilò Ginny, divertita.

«Ecco la sputasentenze» gracchiò quindi quella.

«Mi auguro che camminando tu inciampi e sbatta la tua brutta faccia» le ringhiò Ginny.

«Come mai è scesa dal dormitorio maschile?» chiese invasiva Hermione.

«Dicono che tu sia la strega più brillante della tua età» sussurrò Ron «forse si sbagliano»

«Sei andato a letto con lei?» urlò, per poi avvicinarsi, schiaffeggiare la guancia del ragazzo fino a lasciarci un segno rosso e uscire dal ritratto di corsa.

«Idiota» sibilò Ginny a denti stretti, per poi rincorrere l’amica.

«Circolare. Non c’è nulla da vedere qui» Harry fece sciamare la folla di curiosi oltre il quadro della Signora Grassa e andò a cercare l’amica.

Hermione stava correndo verso il bagno delle ragazze, stringendo al petto alcuni libri e con la tracolla che le picchiettava sulla coscia. Correva controcorrente, guardando in basso, per evitare che tutti vedessero che

piangeva. Improvvisamente urtò qualcuno.

«Stai attento a dove v… Mezzosangue? Che succede?» le chiese Malfoy, dall’alto del suo metro e ottantacinque, aiutandola ad alzarsi e raccattando i libri.

«Niente» sillabò sottovoce.

Il ragazzo la spinse nel bagno femminile con poca grazia.

«Ma sei matto? È il bagno delle ragazze» lo rimproverò Hermione.

«È quello di Mirtilla Malcontenta. Cosa succede?» domandò, sfoderando la bacchetta con uno sguardo che chiedeva “chi devo uccidere?”

«Niente … Ronald si è scopato quella stronza» pianse più forte. Malfoy la abbracciò apprensivo e, per farla sorridere, le disse:

«A che ti serve Weasley, se hai me?»

«Grazie Draco» rispose semplicemente, dopo aver sorriso alla sua precedente affermazione.

«È bello sentire il mio nome detto da te» osservò, guardandola negli occhi.

«Non è carino sentirsi chiamare “Mezzosangue”» lo rimproverò dolcemente.

«Ma sei la mia Mezzosangue» sussurrò «Hermione»

Un brivido piacevole le scese lungo la schiena. L’aveva appena chiamata per nome, e non solo con termini dispregiativi, come era solito fare.

«Herm, ti ho trovato» la piccola Weasley era appena entrata dalla porta.

«Ciao Ginny» la salutò la riccia, scollandosi da Draco.

«Fate pure … me ne stavo andando» e si defilò dall’entrata.

«Ginny… potresti evitare di parlarne con … ehm … chiunque respiri?» domandò la riccia, impacciata.

«Tranquilla. Niente piccoli Malfoy» un rapido occhiolino e poi sparì.

«Simpatica la Weasley» ironizzò il Serpeverde.

«Già … un po’ invasiva …» commentò imbarazzata Hermione.

«Sai che sei davvero la strega più brillante della tua età?» le domandò avanzando, facendola quindi arretrare fino a trovarsi schiacciata alla parete.

«Draco, che vuoi …» farfugliò.

«Niente di compromettente. Rilassa i muscoli» la avvertì.

«Herm? Dove sei? Herm, ma cos-?» chiese Harry, appena entrato dalla porta.

«Harry» biascicò.

«Malfoy, levati» lo intimò, sfoderando la bacchetta.

«Se sarà lei a chiedermelo» acido e schietto. Tipico dei Malfoy.

«Draco, per favore» sussurrò lei, e subito il ragazzo si scostò.

«Herm, lo sai che è un idiota» le sillabò Harry, mentre l’abbracciava.

«Harry, il mio problema non è più solo quello» singhiozzò la riccia.

«Cosa succede? A me puoi parlarne … lo sai»

«Non riesco più a controllare i miei sentimenti. Temo di essermi innamorata della persona sbagliata» gli comunicò sottovoce, parlando nell’orecchio per non farsi sentire dalla “persona sbagliata”.

Harry indugiò su Malfoy con lo sguardo, e la Grifondoro annuì.

«Herm, non puoi fare sul serio …» mormorò il moro.

«Sei un insensibile» commentò, staccandosi di scatto da lui «Vattene»

«Ma Herm…»

«Non l’hai sentita? Vattene!» sbraitò il biondo che fino ad ora era stato zitto.

«Draco» sussurrò Hermione, prendendolo per un braccio.

Harry se ne uscì indignato, mormorando parolacce, incantesimi e maledicendo Merlino, Morgana, Godric e persino Salazar.

«Un amico in meno … anzi no, due» commentò amaramente la ragazza.

«Vieni qui» la incitò il biondo, aprendo le braccia e stringendola al suo petto.

«Posso farti una domanda?»

«Dimmi, Mezzosangue»

«Perché stai facendo tutto questo?»

«Farti litigare con i tuoi amici?»

«Malfoy… perché mi stai vicino quando tutti mi sono lontani?»

«Perché so cosa si prova. E tu non lo meriti»

Lei lo guardò con gli occhioni da cerbiatta spalancati. Adesso, essendo Malfoy, temeva iniziasse a ridere e dirle che era la sola stupida. Invece qualcuno spuntò dal gabinetto.

«Ciao» salutò il fantasma di Mirtilla Malcontenta.

«Hey» ricambiò tristemente la ragazza.

«Cosa state facendo nel mio bagno?»

«Si parlava. Comunque c’è ne stavamo andando, vero Granger?» la gelò il ragazzo.

«Sì. Arrivederci Mirtilla» e sgusciarono entrambi fuori dal bagno.

Una volta usciti, si sorrisero.

«Cosa ci facevi nel cesso femminile?» chiese una voce fin troppo nota.

«Merda, Blaise, ci mancavi solo tu stamattina» commentò il ragazzo.

«Che è successo?» si fece curioso.

«Sarei occupato. Ti spiace passare dopo?» domandò Malfoy sarcastico, rivolto all’amico e ammiccando nella direzione della ragazza.

«Okay. Granger, Dra» li salutò con un cenno del capo.

«È ora di andare a lezione» notò la ragazza, osservando l’orologio a muro.

«Forse prima dovresti sistemarti il trucco. Non hai dormito per tutta notte e hai pianto un sacco»

«Okay. A dopo, Malfoy» si congedò con un lieve gesto della mano.

Lui sorrise: la Mezzosangue oramai era già ai suoi piedi.

 

«Ciao ragazzi» salutò Hermione, entrata di corsa dalla porta della Sala Grande, gettando un’occhiata al posto vuoto accanto a Harry.

«È con Lavanda» la avvertì dolcemente lui, sapendo già cosa stava per chiedere.

«Non mi interessa» mentì con noncuranza.

«Non sai dire bugie» la redarguì l’amico.

«Herm, senti, scusa per prima … non volevo reagire così, ma mi ha stupito, tutto qui»

«Okay. Tranquillo» lo calmò Hermione.

«Siediti e mangia qualcosa. Sei pallida, e, forse, ci devi dire qualcosina …» azzardò Harry.

«Si riferisce a Malfoy» la interruppe Ginny, intercettando la domanda dell’amica.

«Bhe, ieri sera volevo dire a lui1 che lo amo. Però ho visto che stava baciando quell’oca, così ho sviato in un corridoio e mi sono nascosta in una nicchia a piangere. Lui2 è arrivato e mi ha consolato, poi ho passato la notte a piangere nella sua stanza e, stamattina, ho finto di aver studiato tutta notte. Poi ho capito che stanotte l’hanno fatto e mi è venuto nuovamente da piangere, così sono corsa via, volevo andare nel parco, ma ho incontrato ancora lui2 e mi ha fatto sfogare in bagno» riassunse brevemente, sottovoce e fissando il piatto.

«Non ti ha toccato?» chiese stupito Harry.

«No»

«Sicura?»

«Sì»

«Hermione …»

«Dimmi»

«È Malfoy …»

«Lo so come si chiama, grazie»

«È il nostro acerrimo nemico da sei anni. Sei anni, non sono due giorni! E poi, sai cosa penso di lui...»

«Lo so. Non faccio apposta … e sono sicura che quello che provo non è desiderio ma è amore»

«In poche parole siamo fottuti?» chiese serio Harry.

«Harry!» lo sgridò Ginny, tirandogli un calcio sotto il tavolo.

«Ahi! Mi hai fatto male»

«Bene» gli fece una linguaccia la rossa.

«Oh, Herm, forse dovresti provare a parlargli. Per capire dove vuole andare a parare» consigliò Ginny.

«Il suo obiettivo è chiaramente solo uno: possederti. Rimane Malfoy, e scommetto su Merlino che ha un doppio fine» scattò Harry.

«Allora, Potter, scommetti male. Comunque se Hermione non vuole che le ronzi attorno solo – solo – per consolarla, allora non deve fare altro che dirmelo» Draco era comparso dietro il moro, facendolo vergognare molto della sua ultima affermazione.

«Malfoy, Harry non intendeva offenderti» lo corresse Ginny.

«Weasley, anche io ho le orecchie. Voleva sottolineare che io sono un dongiovanni»

«Puoi negarlo?» lo stuzzicò Harry.

«Chiudi la bocca, Sfegiato»

«Non ti rivolgere così a lui»

«Speri che sia più gentile con te solo perché sei il nuovo passatempo del mio migliore amico?»

«Non hai il diritto di parlarmi così»

«Piantatela» urlò improvvisamente Hermione «sembrate tre bambini»

«Herm io …»

«No Ginny. Non ho voglia di sentire niente e nessuno» prese la sua borsa e schizzò fuori dalla Sala Grande.

«Ecco, hai visto cos’hai fatto, Malfoy?» lo attaccò Harry.

«Vuoi sfidarmi, Potter?»

«Harry, non ne vale la pena. Andiamo a parlare con Hermione»

«Ha detto “niente” e “nessuno”» li rimbeccò il Serpeverde.

«Taci, Malferret. Andiamo» e anche loro sparirono dalla Sala Grande.

«Io vado nel dormitorio femminile, tu in giardino, okay?» ordinò Ginny, e, senza attendere risposta, salì le scale.

Malfoy invece decise di andare nel bagno di Mirtilla Malcontenta, nonostante non fosse stato invitato ad aiutare. Sentiva qualcuno singhiozzarvi dall’interno, così decise di dare un’occhiata.

«Mezzosangue, sei qui?» domandò.

«Vattene» rispose la voce, interrotta dai singhiozzi.

«Coraggio, Hermione, voglio solo parlarti»

«Vattene. Hai detto che mi avresti rispettato, ecco, allora vattene»

«D’accordo. Se hai bisogno di me, sono in giardino»

«Io non ho bisogno di nessuno» biascicò, tuttavia Draco la sentì.

«Ma io ho bisogno di te» le rispose sottovoce.

Hermione decise quindi di uscire dal bagno e parlare.

«Cosa intendi con questo?»

«Che siamo due anime dannate, due linee parallele, ma se io mi storto di un millimetro e anche tu lo fai, prima o poi ci incontreremo» detto questo imbucò la porta e sparì nel corridoio, abbandonandola a se stessa con molti più dubbi.

Uscendo, incontrò Calì Patil e le chiese:

«Puoi avvisare Potter e la Weasley che l’ho trovata?»

«Cosa avresti trovato?»

«Quello che tutti e tre stiamo cercando. Loro lo sanno»

«D’accordo. Corro» imbucò le scale e sparì oltre il quadro della Signora Grassa.

 

«Dra, una persona ti cerca» lo avvertì Zabini.

«E chi è?»

«Mi ha chiesto solo di mandarti in camera ed evitare che entri qualcuno»

«Una delle ochette del secondo che si vuole far fare?»

«Mira più in alto»

«A cosa ti riferisci?»

«Vai nella nostra camera e lo scopri, testone»

Malfoy si decise ad entrare. Una figura non meglio definita come persona gli dava le spalle seduta sul suo letto.

«Granger? Ma che ci fai qui?»

Lei si alzò dal letto, si voltò e lo guardò diritto negli occhi. Aveva pianto.

«Mi ha fatto entrare Zabini. Volevo parlarti»

Un passo verso di lei.

«Ti sembra il modo?»

Un passo verso di lui.

«Ho capito, me ne vado. Scordati di me, Draco»

Un passo verso di lei.

«No, aspetta … Hermione, è pericoloso per te, lo sai?»

Un passo verso di lui.

«Ginny e Harry mi coprono»

Un passo verso di lei.

«Tu sei tranquilla?»

Un passo verso di lui.

«Quando avrò parlato con te lo sarò»

Un passo verso di lei.

«Dimmi»

Entrambi fecero un passo in avanti.

«Malfoy, mi stai creando una grande confusione. Io credevo di essere innamorata di Ron, che ora non mi parla neanche più, poi Harry e Ginny non approvano la nostra amicizia, un momento sei la persona più dolce del mondo, un attimo dopo invece mi lanceresti un “Avada Kedavra”. Mi stai facendo impazzire, per cui, spiegami cosa mi vuoi fare»

Lui le pose le mani sui fianchi, lei sul petto.

«Devo mantenere la mia dignità. Tuttavia, i miei genitori mi hanno sempre insegnato a seguire i miei sogni» le sussurrò, guardandola negli occhi.

Lei abbassò lo sguardo sulle sue labbra, e lui, di slancio, la abbracciò.

«Ho paura» mormorò la ragazza.

«E di chi? Di me?»

«No, del tuo signore. Di tuo padre, di tua zia, dell’ambiente dove sei cresciuto, delle idee con cui sei cresciuto, dei tuoi amici, del tuo onore, della tua gentilezza, del tuo disprezzo, ho paura di tutto ciò che ti circonda perché so che può cambiarti, ma tu non sei una cattiva persona»

Una, due, tre, sempre più fitte, più intense, lacrime calde, traditrici di sentimenti troppo grandi, sentimenti che spaventano, che fanno crollare.

«Io sono un guerriero. Un guerriero che cammina in parte a te per sconfiggere i tuoi problemi e che ti si parerà davanti per difenderti da quelli futuri»

«Eh, che sono belle parole queste qua»

«Pure tu le puoi fare avverare se vuoi, sai?»

«Trova la soluzione al primo problema: io sono innamorata di una persona che mi considera solo un’amica o anche meno»

«Parlagli. Oppure lo posso togliere di mezzo»

«Avresti il coraggio di suicidarti?»

«Io?»

Annuì.

«Ti sei innamorata dell’unica persona che non potrai mai avere»

«Perché?» gli percosse il petto con dei pugni deboli, mentre le lacrime si facevano più salate, più amare.

«Perché è già stato promesso in sposo dal padre»

«No. Sei l’unica cosa bella di questo periodo. Se non ti avrò io non ti avrà nessun’altra»

«Hermione, stai diventando pazza. Stai tranquilla» la raccolse il un altro abbraccio «Risolverò tutto» le sussurrò, mentre lei, impotente, non riusciva a fare altro che piangere. Le gambe le cedettero, ma lui era lì per tenerla su. Lui era la sua ancora, di nuovo.

La adagiò sul letto, chiamò Blaise e gli disse che, per quella notte, sarebbe rimasta. Lui sigillò la porta e si rintanò nel suo letto.

«Se ti serve qualcosa chiedi, Dra»

«Okay»

Si mise a letto con lei, la abbracciò, la coccolò tutta notte, tenendola stretta al suo petto, mentre pensava ad un modo per evitare quel matrimonio troppo scontato.

 

La mattina dopo la ragazza si svegliò di soprassalto.

«Oddio, dove sono?» chiese assonnata «Malfoy, ma che ci fai qui?»

«Questa è la mia stanza. Dovrei porgerti io questa domanda» le rispose sereno.

«Cos’è successo? Ho solo un forte mal di testa …»

«Mi sei venuta a cercare. Abbiamo parlato. Sei svenuta –o quasi- tra le mie braccia e hai dormito tutta notte nel mio letto. Ah, e dì pure a Potter che non ti ho toccato con un dito»

«Grazie Draco» soffiò, stringendosi al petto del Serpeverde.

«Di nulla, Granger. Vado a farmi una doccia. Aspettami qui»

«E dove vuoi che vada?»

«Magari vuoi entrare nel bagno» fece un ghigno malizioso e si alzò.

«Malfoy. Tutti uguali» sbuffò fintamente.

«Io no» biascicò lui, per poi sparire dietro la porta.

Appena sentì lo scroscio dell’acqua avviarsi, Blaise si alzò dal suo comodo letto e si sedette su quello di Draco.

«Granger, possiamo parlare?»

«Okay»

«Cosa stai facendo a Draco? Ha deciso di incontrare suo padre e annullare il matrimonio»

Il matrimonio. Qualcosa scattò nella testa della Grifondoro, un ricordo, tante bugie.

«Annullarlo? Per me?»

«Sì. Ma, se lo farà, non ne uscirà vivo. Suo padre non glielo permetterà mai. I Greengrass sono una famiglia nobile e prestigiosa»

«Grazie dell’informazione. Con Ginny?»

«Cosa? Se la amo? Credo di sì. Non ne sono sicuro, è un qualcosa di strano, ma penso sia amore. Ne parlavo giusto ieri sera con Draco. Anche lui crede di essere innamorato di te» le ultime due parole furono espresse ad una frequenza appena udibile, adatta solo ai pipistrelli.

«Di me?» domandò allibita la Grifondoro.

Tuttavia non ricevette risposta, siccome Draco era appena uscito dal bagno nudo, con indosso unicamente un asciugamano annodato sulla vita. Hermione lo fissò incredula, soffermandosi sui muscoli scolpiti e sugli addominali ben definiti.

«Dra, ti sembra questo il modo di presentarsi in camera con un ospite che ti sta mangiando con gli occhi?»

«Idiota. È che, solitamente, non mi capita spesso che un ragazzo entri nella stanza in cui sono io mezzo nudo»

«Se il ragazzo in questione è anche bello …»

«Sempre modesto Malfoy» cinguettò la ragazza.

«Sempre acida Granger» ribatté Blaise.

«Sempre impiccione Zabini» lo zittì Draco.

Tutti e tre si guardarono e iniziarono a ridere.

«Vado a fare una doccia» salutò Blaise quando si fu ripreso.

«Senti, Zabini mi ha detto che mi ami»

«Ma non riesce a stare zitto?»

«È una cosa carina, invece» cinguettò, e gli si fece più vicino.

«Sai che mi devo sposare?»

«Sì, con una certa Greengrass»

«Quindi che ci fai ancora qui?»

«Sì, bhe, hai ragione. Non possiamo stare insieme, non puoi stare con una Mezzosangue. E poi, Malfoy, non ti sopporto proprio. Un attimo prima mi ami, un attimo dopo ti sposi... tra noi non può funzionare, ho bisogno di certezze»

«Senti, Hermione, ti devo confessare una cosa. Poi ti allontanerai da me e saremo ancora “Granger e Malfoy”, okay?» aspettò che confermasse, poi annunciò «Sono un Mangiamorte»

«Da te c'è da aspettarsi di tutto. Sei un codardo» gli sputò infine, prima di andarsene. Lui la guardò scomparire nel corridoio, consapevole che quella fosse l'ultima volta che lo attraversava. Niente più risate insieme. Niente più pianti. Niente di niente. Per colpa sua. Anche se lui la voleva solo proteggere.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Francy_remus