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Autore: Erica K Lovett    24/12/2018    1 recensioni
Non sempre a Natale chi ha fatto il cattivo riceve carbone...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pranzo è servito
Joey era un bravo bambino, educato e gentile, la sua unica sfortuna era di essere nato povero. I suoi genitori gli davano tutto ciò che potevano permettersi, ma un giorno la sorte se li portò via per sempre.
Dopo il tragico incidente, Joey venne affidato allo zio materno, un uomo algido, senza figli e molto ricco.
In realtà non era l’unico membro della famiglia parecchio facoltoso, poiché il nonno di Joey, insieme al figlio, dirigeva un’importante azienda dolciaria.
Ogni anno, a Natale, a tavola erano molti più i dipendenti, i capi reparto, gli imprenditori rispetto ai famigliari...e tutti gli sguardi erano rivolti al bambino mal vestito in fondo al tavolo. In mezzo a quelle altezzose occhiate però, un sorriso si illuminava sempre, Selly, la responsabile dei controlli, era l’unica che trattasse il bambino come un essere umano. Il piccolo, in quanto unico erede che potesse portare avanti anni di lavoro, veniva trascinato ogni giorno in azienda dall'impettito zio materno. Joey odiava anche solo respirare l'aria di quel posto, non veniva pagato, non poteva mangiare nemmeno un dolcetto e gli unici momenti di tranquillità erano quelli in cui poteva stare con Selly. Nemmeno lei era soddisfatta del proprio impiego, ma doveva accontentarsi di quella posizione. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, Joey divenne un bellissimo ragazzo e giunse il suo diciottesimo compleanno. Naturalmente nessuno se ne ricordò, se non Selly; ma il ragazzo era abituato a non ricevere attenzioni e, così come per il suo compleanno, anche a Natale veniva ignorato. “Caro Babbo Natale, come ogni 24 Dicembre mi ritrovo qui, a scriverti, ma so che non cambierà nulla, quindi quest’anno non ti chiederò niente...” -Davvero sono così scemo da scrivere a Babbo Natale a 18 anni?- Joey stracciò la lettera e la gettò nel cestino, insieme ai mille spartiti musicali, sogni che non avevano mai ricevuto il soffio della vita per divenire opere d'arte nella realtà. I colpi sulla porta destarono l’attenzione di Joey -Buongiorno nipote, stai svolgendo un discreto, ma non ancora impeccabile, lavoro in azienda; nonostante ciò, io e mia moglie vorremmo comunque contribuire alle tue finanze quest’anno con un piccolo dono di Natale, oltre alla tua solita paga, naturalmente- gli occhi di Joey si illuminarono non appena lo zio sfoderò dalla costosa giacca una busta bianca. -Grazie mille, zio!- l’uomo folgorò con lo sguardo il ragazzo -Volevo dire...signore- -Bene. Spero proprio che non li spenderai in...sciocchezze- Joey fece un inchino e l’uomo uscì veloce dalla stanza. Il sorriso del ragazzo scemò non appena scoprì il contenuto della busta -30 Euro? Sono anche meno dello scorso mese, brutto figlio di puttana...- Joey si buttò sul letto, mentre dei grossi lacrimoni rigavano il suo viso -Non ce la farò mai così...-. Una grossa folata di vento spalancò la finestra ed un panciuto omone si precipitò con una capriola davanti al letto del ragazzo -Sembra proprio che tu abbia proprio bisogno di una mano, figliolo- Joey strabuzzò gli occhi -E tu chi sei? Come hai fatto ad entrare siamo al sesto piano!- -Oh, caro ragazzo, ci sono molte cose che non sai, per esempio che io sono Babbo Natale- -Sai non si direbbe proprio...- l’uomo indossava degli occhiali da sole, dei pantaloni di pelle nera e borchie ovunque...per non parlare di quella cresta bianca e rossa -Sembri uscito da un concerto punk, e comunque Babbo Natale non esiste, altrimenti avrebbe risposto a tutte le mie lettere!- -Hai ragione, ma se ti dicessi che ogni notte di Natale tuo zio bruciava le tue richieste? Guarda tu stesso...-l’uomo aprì un grosso libro rosso e mostrò la triste realtà a Joey. -Chi mi assicura che non stai raccontando una diceria?- -Beh, a quanto pare non mi credi, ma ti ricrederai entro domani, te lo prometto! Oh, oh, oh!- l’uomo sparì in un turbinio di fiocchi di neve e proprio in quel momento Joey si risvegliò, nel cuore della notte, per poter ammirare la neve che scendeva candida dal cielo -Non nevica da quando...i miei genitori...se ne sono andati..-. La mattina del 25 Dicembre Joey aprì gli occhi e si trovò faccia a faccia con Selly -Buongiorno dormiglione- il ragazzo le sorrise e le diede un veloce bacio sulle labbra, sapeva che l’avrebbe fatta arrossire -Ma!- la ragazza divenne rossa ma cambiò subito argomento -Tuo zio mi ha detto che tra poche ore arriveranno gli invitati e dunque suggerisce di vestirsi- - Bastardo... come se tutti dovessero decidere cosa indossare e avessero il guardaroba degno di un re-. Il pranzo di Natale, certo...sembrava più una riunione per decidere le sorti dell’azienda. Erano tutti imbellettati, ben vestiti, con facce di cera, sarebbero stati pronti persino ad un colpo di stato, ma mai senza il giusto vestiario. Joey e Selly erano seduti fianco a fianco e potevano scorgere l’ampia gettata alle spalle dello zio, seduto, come al solito, a capotavola. -Colgo l’occasione per dire che i profitti dell’azienda non sono mai stati così floridi, un brindisi dunque- gli invitati alzarono I pregiati calici verso l’alto. “Saranno anche floridi, ma a me spetta sempre una paga da fame” pensò Joey. -...in secondo luogo, auguro un Buon Natale a tutti e un bene-stante proseguimento della giornata- una fragorosa risata spezzò il silenzio -Era una battuta quella?- -Sì...di certo non ha guadagnato fama facendo il barzellettiere-. Improvvisamente ricomparve l’uomo panciuto a cavallo di una renna, dietro l’ampia vetrata, proprio alle spalle dello zio. -Ehi, ragazzo- bussò freneticamente l’uomo -Ho qui una cosa per te!- Joey si preoccupò che qualcuno potesse vedere quel panzone volante -Vai via di lì!- -Hai detto qualcosa, ragazzo?- esordì lo zio -No,signore- Joey abbassò lo sguardo. Uno degli invitati schernì il ragazzo -Forse ha visto i suoi sogni volare via e li ha salutati!- una risata generale fece esplodere la rabbia di Joey -Non vi vedete? Siete solo dei palloni gonfiati, vi nascondete dietro al denaro ma siete dei contenitori vuoti e senz’anima!- dietro la vetrata l’uomo panciuto incitava Joey -Vai così, ragazzo! Fagli una 619!-. Lo zio si alzò,sconcertato dall'insolenza del nipote -Inutile ragazzino! Io ti ho accudito, ti ho tirato su dalla fogna in cui i tuoi genitori ti avevano lasciato!- gli invitati guardavano quella scena come se fossero a teatro. -Hai il fegato di dire certe fandonie? Lo avevo capito da subito che eri un buono a nulla...- L’uomo panciuto dall’altra parte del vetro sorrise maliziosamente -Adesso viene il bello-. Tutti gli invitati, ad eccezione di Joey e Selly, scomparvero all’interno di turbinii di neve, accompagnati da un festoso scampanellare. Pochi secondi dopo tutti gli invitati si erano tramutati in pandori ed al centro del tavolo c’erano una chitarra elettrica per Joey ed un cucciolo di gatto per Selly, insieme a due biglietti; il primo era la lettera stropicciata di Joey, mentre il secondo biglietto recitava: “ Fate buon uso di questi regali, Babbo Natale ascolta sempre le richieste di chi ha bisogno, per quanto riguarda i parenti, Joey, spero che ora siano più buoni!Oh, oh, oh Buon Natale! FIRMATO: B. F. Xmas p.s: sta per BIG FATHER XMAS!” Fine
   
 
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