Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: RedelNord    24/12/2018    2 recensioni
E se Robb Stark si fosse alleato con Daenerys durante la sua guerra? E se i Karstark non lo avessero abbandonato? E se Arya avesse preso parte alla riconquista del Nord? The North Remembers è un'avventura di calibro epico che vi trascinerà in una delle storie più amate di tutti i tempi e ve la farà vivere come nessun altro potrà fare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Robb Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~ -Non mangerete, ne berrete. Occupatevi solo di sparare al primo sospetto- (Per un pugno di dollari)

 

 


 Con l'approssimarsi delle Torri Gemelle, Robb si mise in testa la corona e convocò Catelyn e Mik perché cavalcassero al suo fianco. Mentre il vessillo reale veniva innalzato da Ser Raynald Westerling, il meta-lupo di casa Stark: grigio in campo bianco.
Le Torri emersero dalla pioggia simili a spettri, apparizioni di un grigio sfumato che si facevano sempre più solide ad ogni passo. Il maniero dei Frey era formato da due fortezze identiche fatte di pietra bagnata, che si ergevano sulle rive opposte del Tridente, collegate da un unico grande ponte ad arcata singola. Al di là della bruma Mik scorse svariate migliaia di uomini accampati all'esterno del castello orientale, i loro vessilli pendevano flosci appesi alle lance davanti alle tende, simili a stracci bagnati messi ad asciugare all'aria.

“Sii cauto Robb” lady  Catelyn mise in guardia il figlio. “Lord Walder ha il guscio fragile e la lingua avvelenata. Non devi accettare le sue provocazioni.”

“So chi sono i Frey, madre. Sono consapevole del torto che ho fatto loro, e anche di quanto ho bisogno di loro. Sarò soave come un septon.”Replicò il re del nord.


“ Non dovevate cacciare i Karstark signore. Erano troppo importanti per voi.” Mik non poté e nemmeno volle trattenersi, se si trovavano in quella situazione, a dir poco imbarazzante era solo colpa di Robb. E ora Mik aveva più che mai paura della morte, perché non aveva mai avuto così tanto da perdere.
Il re girò la testa lentamente verso Mik, ma lui non incrociò lo sguardo.
Catelyn proseguì fingendo di ignorare l'intervento di Mik: “Se al nostro arrivo ci verranno offerti dei rinfreschi, non rifiutare a nessun costo...” “No!” Si intromise Mik. Catelyn gli scoccò un'occhiata di rimprovero, e così Robb ma lui proseguì: “dovete fare forza della vostra autorità signore. Non dovete essere docile, altrimenti i Frey potranno ritenervi un debole e quindi essere più propensi a dettare strette condizioni e ,magari, essere più pretenziosi e arroganti in futuro.” Robb rivolse lo sguardo avanti e disse: “continuate madre.” Mik si irritò a tal punto da serrare i denti prima, e sputare a terra poi. “Prendi quello che ti viene presentato, mangia e bevi e che tutti ti vedano. Se invece nulla ti verrà offerto, chiedi che tu pane, formaggio e vino.”

“Sono più fradicio che affamato”.
“ Robb, dammi ascolto. Una volta che avrai mangiato il suo pane e il suo sale, sarai un ospite di diritto, e sotto il suo tetto avrai la legge dell'ospitalità a proteggerti.”  Mik scosse la testa e si insinuò di nuovo nella conversazione: “ospitalità? Mia lady siamo in guerra, non ci possiamo fidare di nessuno ci vuole la guardia reale, e Vento Grigio!” Robb stavolta parlò, forse stanco degli interventi di Mik o forse concordava con lui: “Mik, il dono della parola lo possiedo anch'io. Inoltre non ricordo di aver istituito una guardia reale.” Disse questo, e poi si voltò a guardare Mik con un'espressione tra il compatimento e la stizza.

Si rivolse di nuovo a lady Catelyn: “Ho un intero esercito a proteggermi, madre, non ho bisogno ne del pane, ne del sale. Ma se lord Walder mi farà servire stufato di corvo in salsa di vermi, non solo lo mangerò di gusto ma chiederò anche una seconda porzione.”

Mik scosse piano la testa ma nessuno lo notò. Continuava a pensare a sua moglie: là a Karhold, tutta sola. Sola, con quel pazzo di suo cugino Harrion e suo padre Arthor. Non passava giorno senza che Mik pensasse a lei, sola e circondata da pericoli in quella grigia fortezza... Quella dannata guerra, stava distruggendo lui e tutto ciò che amava. E poi quei latrati... Quei terrificanti latrati, avevano un significato; lui lo sapeva ma non riusciva a capire quale fosse. Inoltre quei latrati erano sempre seguiti da grida: le grida di un bimbo.

“Mik!” Sentendosi chiamare, l'uomo ritornò alla realtà. Era stato Robb a chiamarlo, il re ora lo stava guardando con sguardo interlocutorio. “Sto bene, non è niente.” Disse Mik, ancora arrabbiato per le reazioni del re ai suoi interventi.


Quattro Frey, avviluppati in pesanti mantelli di spessa lana grigia, uscirono a cavallo dal torrione occidentale. Si fermarono, lasciarono che i loro ospiti si avvicinassero. Il vessillo di Robb, completamente inzuppato, penzolava inerte in cima all'asta. Lo scroscio costante della pioggia si fondeva con il fragore del rigonfio Forca Verde alla loro destra. Vento Grigio avanzò un po', la coda ritta, gli occhi dorati ridotti a due fessure,intenti a scrutare. Quando i Frey furono a una ventina di passi di distanza, Mik udì il meta-lupo ringhiare, un ringhio basso che pareva fondersi al fragore del fiume.
Robb fu di colpo sul chi vive. “Vento Grigio, da me. Da me!”
L'animale parve udire a stento quei richiami e tenne snudati i denti.
'Ha capito che qualcosa che non va'. Pensò Mik, che istintivamente portò la mano destra al fianco sinistro, a toccare il manico della spada: infilata nel fodero della sella. I Frey li raggiunsero. “Ebbene, è così che gli Stark fanno ammenda? Aizzandoci contro bestie mitologiche? Dunque è questa la ragione che vi porta qui?” Disse Walder il nero, che era a capo di quella combriccola.

“Mi porta il desiderio di scusarmi per il torto fatto alla vostra Casa e per presenziare alle nozze di mio zio.”

  La conversazione continuò, indirizzata sulla questione alloggi. Quando fu risolta suddetta questione, Mik si mise in marcia con gli altri verso la fortezza.

Si tenne in disparte, Walder il nero stava parlando con Robb; indicandogli dove si sarebbero sistemati i soldati, e le torri di difesa che erano state erette intorno all'accampamento. Lady Catelyn affiancò Mik: “sembri più teso del solito lord Karstark.” Mik la guardò, la sua espressione era un misto tra apprensione e interrogazione. “Non ho mai avuto così tanto da perdere mia signora.” Mik guardò in basso, non voleva parlare oltre ma solo dopo pochi istanti si accorse che lo sguardo di lady Stark era ancora su di lui. “Ho un brutto presentimento, riguardo a questa faccenda.” Respirò a fondo e poi aggiunse: “mia moglie. Sento la sua mancanza, e vorrei vedere mio figlio, anche solo per un istante. Non chiedo molto, solo di vedere la mia famiglia... Un'ultima volta.”

Lo sguardo di lady Catelyn si fece perplesso, “che vuoi dire?” Mik guardò il cielo grigio: aveva smesso di piovere ma ciò non toglieva che la giornata fosse comunque fredda e malinconica. “Robb ha perso la guerra quando ha sposato quella donna.”

 Lady Catelyn lo fisso sconvolta, ma lui continuò: “e uccidere mio zio è stato un altro grande errore. Bastava tenerlo in ostaggio, prigioniero. E i Karstark avrebbero continuato a combattere, quantomeno per riaverlo; e ora non saremo qui a chiedere l'elemosina ad un vecchio balordo e vile!”
Lady Strak non replicò, e il silenzio si protrasse fino all'arrivo alla fortezza.

Mik non fu ammesso all'incontro con lord Walder, forse perché tutti sospettavano che non si sarebbe trattenuto dal prenderlo a pugni. Fu invece scortato subito nella sua stanza dove trovò un bagno caldo e dei vestiti puliti ad attenderlo. Quando si immerse nell'acqua bollente, chiuse piano gli occhi e si addormentò: sognò Karhold: con lui ad aggirarsi per i corridoi c'era anche Robb, Mik percorse la fortezza in lungo e in largo ma più girava più tutto attorno si scuriva. Allora si girò verso Robb per chiedergli dove dovessero andare ma sussultò non appena vide che sulle spalle del re del nord non si trovava la sua testa, bensì quella di un lupo! Mik corse via, tutto si rabbuiò, poi i latrati! Poi le grida di un bambino!

Mik si svegliò di soprassalto, si accorse di essere ancora nella vasca. Guardò fuori: il cielo era già nero come la pece, allora si asciugò e si vesti in fretta e furia: stivali corti marroni, brache di stoffa grigia scuro, farsetto di cuoio nero con sul petto il sole bianco dei Karstark e mantello, bordato di pelliccia, nero.

Uscì dalla sua stanza con la spada al fianco. Nei corridoi trovò una ragazza: bassa, capelli castano chiaro che le ricadevano morbidi sulle spalle, occhi grandi e marroni, pelle bianca e graziosa, naso piccolo e leggermente all'insù. Mik ebbe un moto di stupore misto ad attrazione. Lei gli chiese: “sei tu Mikarion Karstark?” Mik non ci pensò su troppo: “si. Tu sei Roslin?” Lei annuì piano poi aggiunse: “ti aspettano negli alloggi del re.” E  detto questo indicò una stanza in fondo al corridoio in cui si trovavano. Mik fece per andare ma si accorse che la ragazza piangeva, allora le si avvicinò; non poteva avere più di diciotto anni. “Perché piangi?” le chiese. “ Piango di gioia” disse lei. Mik scosse la testa e le si avvicinò ancora un po', assomigliava incredibilmente a sua moglie Anne. “ Queste non sono lacrime di gioia.” Disse Mikarion asciugandole il viso con le mani. Lei lo guardò negli occhi, come desiderosa di perdersi nella loro profondità e abbandonare ogni pensiero. “Il tuo tocco è leggero mio lord.” Disse lei avvicinandoglisi ancora di più. Il viso di Mik era ad appena un dito di distanza da quello di Roslin, le si avvicinò ancora abbassando un poco la schiena. Aveva pronunciato quelle parole in modo così caldo e appassionato che Mik si accorse di quanto assomigliasse alla moglie, anche nel parlare.

“Spero che tu sia felice con lord Tully.” Detto questo le diede un bacio sulle labbra, e si rese conto di quanto fossero calde e morbide. Lei allora ricambiò e lo baciò a sua volta. Mik le prese le spalle e la spinse piano verso un muro dove iniziò ,con lei, a far danzare le labbra l'una sull'altra. Mentre la baciava provò un moto di invidia nei confronti di lord Edmure. Le abbasso piano il vestito fino a scoprirle le spalle, allora iniziò a baciarla anche al collo e dietro le orecchie, mentre le sue mani toccavano quelle lisce e rosee spalle. Le abbassò ancora il vestito fino alla vita e appoggiò le sue mani intorno ad essa. Roslin continuava a piangere, Mik allora si fermò di colpo,si allontanò di qualche spanna e sgranò gli occhi.

“Perdonami, Anne” disse piano. Si sentirono dei passi in lontananza, Roslin si tirò su il vestito e si ricoprì. Un uomo spuntò da dietro l'angolo del corridoio: “Roslin. Dobbiamo andare.” Questa si rivolse verso Mik: “vattene.” Bisbigliò. “Vattene ora.” “Andiamo, muoviti!” Gridò l'uomo, poi se ne andarono. Mik era ancora sconvolto. Si diresse lentamente verso gli alloggi di sua maestà, ma quando vi entrò si accorse che erano vuoti. “Abbiamo già finito.” Mik si girò, era stato Roose Bolton a parlare: il suo sguardo era sprezzante. “Non ti biasimo ragazzo. La vita bisogna godersela, finché la si possiede.” Detto questo se ne andò. Mik si guardò intorno e vide che dal corridoio da cui se ne era andato Rosse Bolton stava arrivando Robb. “Mik, entra dobbiamo parlare.” Disse, quando lo raggiunse, senza pensare troppo. Entrarono e si sedettero l'uno d'avanti all'altro proprio come quella sera a Delta delle Acque. “Tieni.” Disse Robb passando a Mik una pergamena non ancora firmata e senza sigillo. Mik la lesse e quando ebbe finito alzo gli occhi da essa e li rivolse verso il re: “e se non dovesse accettare?” azzardò. “Lo farà.” Rispose il re, “lo farà. Non abbandonerà la sua famiglia, non in mano al nemico.” Mik fece per rispondere ma Robb lo precedette: “non posso agire diversamente. Jon dovrà succedermi come re del nord, o tutto ciò per cui abbiamo lottato e sanguinato morirà con me.”
“Dunque se tutto dovesse finire male, toccherà a me fargli avere questa lettera? E dopo che lui avrà recuperato il controllo contatterò anche la regina dei draghi?”
Robb abbassò lo sguardo: “tu sei l'unico di cui io mi fidi. Senza di te, la guerra è persa.” Mik sentì la rabbia ribollire e non fu capace di placarla: “voi, avete perso questa guerra quando sposato quella donna!” Disse piano ma con la voce carica d'ira: “uccidendo mio zio, avete distrutto tutto ciò per cui la famiglia Karstasrk, e il nord, avevano combattuto. Esponendoci maggiormente al nemico. Voi, avete mentito ai Frey, avete mentito a tutti!” “Avete illuso il nord con false speranze! Avente anteposto i vostri capricci al bene di tutto il paese!”
“E che ricompensa ne hanno tenuto le mogli? Dei soldati che sono morti. Che ricompensa?”
“Nulla.” “Solo la morte.” “La schiavitù, l'oppressione.” “Io credo a ciò per cui combatto. Ma la domanda è... Voi ci credete?”

Mik ridiede la pergamena al re che: subito la guardò, poi cadde sulle sue ginocchia e scoppiò in lacrime: “io, non volevo tutto questo.” Disse singhiozzando, “non l'ho mai voluto. Hai ragione: sono un pessimo re.” Mik fu colto da un moto di compassione. “Vi ho deluso tutti.”  “Non sono pronto. Non sono pronto.” Mik provò pena per il suo re: quel re che in battaglia era tanto forte e temuto, ora era lì in ginocchio in lacrime a flagellarsi. Mikarion prese la pergamena, che era caduta, e la porse al re: “non può essere valida se non viene firmata.” Disse con un sorriso poi porse una mano al re, che si tirò su. Robb rimase a guardarlo con gli occhi umidi poi lo abbracciò. Mik ricambiò quel gesto stringendo il suo re... Il suo amico. “Aiutami a riparare ai miei errori amico.” Disse Robb. Dopo prese la penna, la intinse nell'inchiostro e firmò la pergamena. Le impose il sigillo bianco degli Stark e la consegnò a Mik che uscì dalla stanza.

 


I tamburi martellavano, martellavano. Anche la testa di Mikarion Karstark martellava. Pifferi e flauti suonavano dalla galleria dei musicanti sul fondo della sala. Archi stridevano, corni soffiavano, cornamuse intonavano un ritmo intenso, ma erano i tamburi a guidare la cadenza. La musica rimbalzava contro le pareti, echeggiando verso il basso, nella sala della fortezza, dove gli ospiti mangiavano, bevevano e gridavano gli uni agli altri. Mik era seduto su una delle tante panche intorno ai due grandi tavoli rettangolari. Teneva la spada sulle ginocchia, pronto a sguainarla in caso di pericolo. Lui stesso aveva detto ai suoi uomini: “vi sarà offerto cibo e vino. Ma ricordate, siamo in guerra e per sopravvivere in guerra bisogna sempre restare all'erta. Perciò voi siederete con loro e parlerete con loro, ma non siete dei loro. Non mangerete, ne berrete.
Occupatevi solo di sguainare le spade al primo sospetto.”

E così pensava anche per lui. Non era stato ammesso alla piattaforma dei nobili, lui era in mezzo ai cavalieri ed ai parenti dei lord. Lui, un Karstark; legittimo erede di Karhold. Alla morte di suo cugino e di suo padre, certo ma un Karstark ciò non di meno. 

Mik non rivolgeva molte occhiate al tavolo dei nobili, se non per fissare per interminabili secondi la futura lady Tully. Lui la guardava, e lei cercava di ricambiarlo ogni qual volta, lord Edmure non fosse rivolto verso di lei. Erano pochi istanti ma erano istanti intensi, Mik sorrideva nel guardarla ma ogni volta che le rivolgeva un sorriso lei abbassava lo sguardo e socchiudeva gli occhi.

Mik cercava di capire cosa le passava per la testa, e perché gli aveva detto di andarsene. Apparentemente non sembrava esserci nulla di anomalo in quella situazione. Almeno fino ad allora.
Rivolgendo il suo sguardo sulla piattaforma, Mik ebbe modo di incrociare lo sguardo anche con il re. Gli ritornò in mente la loro discussione negli alloggi reali  e di come il re era sembrato così piccolo e fragile mentre stava inginocchiato per terra a singhiozzare.  In tutta quella appena percepibile aria festosa Mik si guardò intorno per vedere dove fosse Vento  Grigio. Solo dopo si ricordò che Walder Frey aveva insistito che non fosse ammesso alle nozze. Diceva che non ci si poteva fidare di bestie simili. A detta di Mik far restar fuori il meta-lupo era stato un altro mastodontico errore, ma ormai l'atto era compiuto.
Mik stava ancora lì ad osservare lo scorrimento degli eventi, forse si era preoccupato troppo. Si chiese come stessero passando la serata Harry e Ross. La fuori all'accampamento. Molto probabilmente Harry era intento ad organizzare incontri di braccio di ferro, ubriaco come sempre, mentre Ross forse stavo vivendo la serata esattamente come Mik. Rivolgendo un altro sguardo verso la piattaforma, si accorse che qualcuno lo stava fissando: Roose Bolton! Mik, aveva sempre avuto poco a che fare con quell'uomo ma non gli piaceva, e tutta la crudeltà, smorzata  ed attenuata in Roose, sembrava scatenarsi a pieno in Ramsay.  Mik rabbrividì a pensare alle pratiche adottate da Ramsay contro i suoi nemici: scorticamento da vivi, letteralmente caccia all'uomo e pasto ai cani. Mik sentì di nuovo quei latrati nella testa e fu preso dal panico. L'attenzione di Mik fu però richiamata dal battere l'una sull'altra delle raggrinzite mani del lord del Guado.

“Maestà.” Esordì lord Walder rivolto a Robb. “Rituali precisi sono stati seguiti, preghiere sono state recitate ma non sono ancora marito e moglie. Ogni matrimonio ha la sua messa a letto. Che dice il mio sovrano? Giunto, è il momento di metterli a letto?”

L'orda di figli e nipoti Frey cominciarono a picchiare le coppe sui tavoli: “a letto! A letto!” Mik guardò Roslin ma lei era rivolta verso suo marito. Mik ri ricordò della sua cerimonia di messa letto: le dame e le ragazze di Karhold non avevano fatto che scambiargli vivaci sorrisini durante il banchetto, per poi avventarsi su di lui e lasciarlo completamente nudo. Anne era tremante quando lui la raggiunse nel letto, solo dopo ,quando lui prima di compiere l'atto le parlò in modo caldo e cortese, smise di tremare e si lasciò andare. Nonostante la sua condizione, e il fatto che lui amava Anne, sentiva l'invidia montargli addosso mentre guardava lord Edmure e Roslin uscire dalla sala, pronti a raggiungersi in camera da letto.

Erano rimasti in pochi. Il re, Mik, lady Catelyn, lord Walder e altri uomini: alcuni Frey altri del nord. Mik su guardò intorno: c'era del movimento nelle stanze sopra di loro, e si poteva vedere un girare informe, di uomini per i balconcini che circondavano la sala. La musica cambiò, Mik riconobbe il ritmo de: Le piogge di Castamere. Era strano: la canzone dei Lannister, suonata davanti al re del nord. Un uomo si alzò dal tavolo e si diresse verso le porte e una dopo l'altra le chiuse ermeticamente. Mik sentì l'ansia crescere, il via vai sui balconcini, la chiusura delle porte, Le piogge di Castamere. Qualcosa non andava. Tutto a un tratto lady Catelyn si alzò dal tavolo, si erse su Roose Bolton
e lo schiaffeggiò. Robb si alzò ma un dardo lo colpì al fianco appena sotto la spalla. Mik si alzò e sguainò la spada, tre uomini armati gli corsero addosso, Mik cercò di ignorarli e di correre verso Robb, ma mentre gli si avvicinava sentì un dolore lancinante alla coscia destra: guardò e vide che un dardo l'aveva colpito dal fianco. Si girò uno degli uomini si fece avanti menò un fendente rivolto alla testa, Mik si abbassò e colpì a sua volta, ma il soldato blocco il colpo: parando con la spada. Mik allora gli si avvicinò, allontanò la sua spada e si portò sotto la guardia. L'uomo era sbilanciato, Mik gli rifilò un calcio sulle costole e l'uomo cadde a terra. Un altro arrivò da dietro, Mik schivò la sua carica, si abbassò e cominciò a menare colpi in successione, tutti parati.

Allora si avvicinò al suo avversario gli avvolse il braccio intorno al suo e gli rifilò una gomitata nelle costole, poi una ginocchiata sulle mani. L'avversario perse la spada e Mik gli conficcò la sua nel cuore. Un altro arrivò da dietro: Mik si inginocchiò e con un colpo secco gli tagliò di netto le gambe dalle ginocchia in giù. L'uomo urlò di dolore e Mik lo finì con un colpo alla gola. Si rialzò ma un dardo lo colpi al fianco da dietro. Mik crollò sulle ginocchia. Si guardò attorno: Walder Frey stava bevendo e sorrideva alla vista di quel massacro, lady Catelyn era nascosta sotto al tavolo Robb era a terra con ben tre dardi nel petto, e si trascinava a terra, i musici stavano ancora suonando la canzone dei Lannister. No. Mik non avrebbe ceduto, non si sarebbe arreso, sarebbe morto piuttosto.

Mik si alzò di nuovo e raggiunse l'altra sponda del tavolo, un uomo gli corse addosso, Mik gli tagliò la testa appena gli passò vicino, un altro soldato Frey
era a terra. Mik lo uccise subito. Ad un tratto, i dardi smisero de sibilare, e la musica di echeggiare. “Ecco il re del nord che si erge su di noi.” Disse Walder Frey con la voce ricca di scherno, mentre Robb cercava in qualche modo di rimettersi in piedi. Mik era ormai a pochi passi dal re, fece per muoversi ma un altro dardo lo colpì alla spalla sinistra, da dietro. Mikarion stramazzò al suolo lungo disteso.

Guardò la scena: lady Catelyn stava trascinando la moglie di lord Frey fuori da sotto il tavolo, e le teneva un coltello alla gola. “Lord Walder!” E tenne più stretta la ragazza: “lasciaci andare! Lasciaci andare e ti giuro che dimenticheremo tutto, non cercheremo alcuna vendetta.” L'espressione di lord Frey era tutto tranne che preoccupata. “Prendi me! Prendi tutti quanti noi! Ma lascia andare Robb.” “Robb!” Disse rivolgendosi al figlio: “esci! Vattene! Ti prego. Ti prego!” Seguitò un'istante di silenzio: “e perché dovrei permetterglielo?” Azzardò lord Frey.  “Sul mio onore di Tully. Sul mio onore di Stark! Se non lo lascerai andare, taglierò la gola di tua moglie!” E detto questo avvicinò ancora di più il coltello alla gola della ragazza. Mikarion sapeva che lord Walder non avrebbe mai lasciato andare Robb così tentò di alzarsi ma il dolore lo tenne bloccato a terra. “Ne troverò un'altra.” Concluse lord Frey.

Roose Bolton si pose davanti a Robb a spada sguainata: “i Lannister ti mandano i loro saluti.” E conficcò la spada nel cuore di Robb. Il corpo del re si accasciò al suolo, Mik sentiva le sue forze e la sua vita abbandonarlo sempre di più. Poi un grido lancinante, poi il mondo di Mikarion Karstark divenne buio.

 

 

 

Buon Natale a tutti voi!! Ogni promessa è debito, e infatti ecco il nuovo capitolo. Un saluto cordiale va a chi non manca mai di farmi sapere cosa ne pensa dei miei capitoli. Amici cari per me “The North Remembers” finisce qui.
Ma per voi non lo so. Perciò fatemi sapere con un commento se volete che la storia prosegui oppure no. Alla prossima!!

   
 
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