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Autore: paige95    24/12/2018    8 recensioni
Un pensiero per coloro che nel giorno più magico dell'anno non ci sono più, ma che restano nel cuore di chi li ama e grazie all'amore dei propri cari il dolore per le loro perdite può essere alleviato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La nostra famiglia sotto l’Albero



23 dicembre 8:00 a.m
 
Cominciava già a farsi sentire un freddo pungente, l’inverno era appena iniziato, ma ad Hermione non importava, perché insieme al gelo anche una certa aria di festa invadeva l’atmosfera e i cuori. La più grande magia del Natale era la sua famiglia e anche quell'anno avrebbe solo voluto trascorrere le festività con suo marito e i loro bambini.
Si stava impegnando quella mattina a stilare una lista dei preparativi, affinché tutto fosse perfetto. Un pensiero però le fece posare all’improvviso la penna, erano anni ormai che suo marito non trascorreva il giorno di Natale in loro compagnia, per un motivo o per un altro rimaneva bloccato al Ministero per lavoro. Non le sembrava di chiedere troppo al buon caro Babbo, solo godere della sua presenza nel giorno che sarebbe dovuto essere il più gioioso e spensierato dell'anno. Ci sperò poco in quel miracolo, tutto faceva presagire che per l'ennesima volta consecutiva lui sarebbe stato assente.
Mancavano solo un paio di giorni a Natale e voleva regalare ai piccoli di casa, Rose ed Hugo, un risveglio con i fiocchi … ecco, sì, la neve! Come aveva fatto a non pensarci?! Che Natale sarebbe stato senza il manto candido sotto la finestra della loro cameretta. Si appuntò a margine del foglio di far vivere quell'emozione ai suoi bambini, che, anche se creata dalla magia, avrebbe sortito in loro sicuramente un certo effetto. Aggiunse la preparazione di qualche dolce per colazione, tanto per far respirare alla sua famiglia un'atmosfera natalizia, ma quello sarebbe stato niente rispetto ai grandi preparativi che Molly avrebbe allestito alla Tana.
Posò la penna più soddisfatta, alzò gli occhi verso le scale che portavano al piano superiore e si decise a raggiungere Ron, quasi certa che avesse iniziato a prepararsi per raggiungere il Ministero. Arrivò alla porta aperta e lo sorprese intento ad imprecare, mentre impazientemente finiva di allacciare ogni singolo bottone della sua divisa da Auror. Si fermò sorridente a guardarlo sulla porta, era concentrato e, anche se quel lavoro lo impegnava più di quanto lei avrebbe voluto, lui lo svolgeva con passione e a lei piaceva vederlo soddisfatto.
 
“Amore, vuoi una mano?”
 
Doveva essere anche immerso nei suoi pensieri, perché impiegò qualche istante prima di rendersi conto che fosse lei a richiamare la sua attenzione. Hermione gli sorrise gioiosa quando gli occhi di suo marito si posarono su di lei. Aveva imparato a godersi quei piccoli momenti di vita insieme che non avrebbe mai e poi mai sostituito con altro, specialmente al pensiero dei numerosi momenti di cui avrebbero dovuto privare la loro famiglia. Chissà se anche i pensieri di Ron si erano soffermati su quell’argomento ed anche lui era triste per quell'ennesimo Natale lontano dai suoi cari.
 
“Ce la faccio, grazie. Come mai sei così contenta stamattina? Hai ricevuto qualche buona notizia?”
 
“Nulla in particolare, ma tra qualche giorno è Natale, a te non entusiasma? Le luci, la musica, i regali”
 
Si avvicinò al letto ed iniziò a riordinare distrattamente dei vestiti sparpagliati sul copriletto, ignorando totalmente, per fortuna di Ron, che fossero del marito. Solo in quel momento Ron si rese conto della velata tristezza che copriva i grandi occhi nocciola di Hermione. Non aveva affatto pronunciato quelle parole con la gioia sincera che pensava lei provasse non appena la vide sulla porta.
 
“Mi entusiasmerebbe di più se non dovessi lavorare quel giorno e potessi stare con la mia famiglia”
 
Lo disse con naturalezza, ma era evidente che quella notizia sconvolse sua moglie, a tal punto da non riuscire più a proseguire nel suo compito. Infondo cosa c'era di strano dall'anno precedente e da quello ancora prima? Perché si sentiva ancora così intensamente ferita, abbandonata e tradita? Era forse la leggerezza di suo marito ad infastidirla? Quasi sicuramente sì, non aveva mai la decenza di mostrarsi sensibile davanti alle emozioni altrui.
 
“Cosa???”
 
Ma anche per Ron la reazione di Hermione fu strana, era per lui normale routine, nulla a cui si dovesse riservare un'attenzione particolare, avrebbe semplicemente dovuto intuirlo, rassegnandosi alla solita idea del Natale senza di lui.
 
“Non dirmi che non te l’ho detto. Hermione, l’ho dato per scontato”
 
“E tu ti dimentichi di dirmi una cosa simile?! Ronald, sei un disgraziato!”
 
Gli tirò addosso senza alcun preavviso e con tutta la forza che aveva in corpo la camicia che stava piegando poco prima, che lo colpì dritto in faccia. La afferrò velocemente e la posò nuovamente sul letto per poter proseguire a prepararsi, ma non era per nulla offeso, anzi era abituato alle reazioni isteriche di sua moglie.
 
“Mi dispiace, devo essermi perso via, può succedere con tutto il lavoro che ho al Ministero”
 
“Può succedere?? Com’è allora che l’appetito non ti passa con tutto il lavoro che hai al Ministero?!”
 
Ci pensò seriamente, alzando persino lo sguardo su di lei, credeva davvero di doverle dare una risposta, ma a causa della sua titubanza gli arrivò addosso anche un cuscino. Stavolta però la calma minacciò di abbandonarlo. Prese con stizza il cuscino da terra e lo lanciò sul letto.
 
“Hermione, che vuoi?!”
 
“Che passi il Natale con noi, è ovvio!”
 
“Mi dispiace, ma non dipende da me, prenditela con i miei superiori”
 
Riprese ad allacciarsi la divisa da dove si era interrotto, ma ovviamente i cuscini a disposizione sul letto matrimoniale erano due ed anche il secondo gli finì dritto addosso. Iniziava a fare una certa fatica a finire di prepararsi e non solo perché Hermione continuava ad impedirglielo, perché anche il nervoso che stava facendo salire in lui non gli consentiva di evitare alle mani di tremare. Stavolta non si disturbò nemmeno a raccogliere il cuscino, dovette impiegare il doppio della concentrazione per allacciare gli ultimi bottoni e ignorarla.
 
“Sono io il tuo capo, razza di idiota!”
 
“Ministro, ha per caso intenzione di farmi arrivare in ritardo al Ministero stamattina? Perché se sono queste le tue intenzioni, ti consiglio di avere almeno la decenza di non lamentarti poi”
 
Non gli rispose, ma la domanda di suo marito contribuì solo ad irritarla maggiormente. Gli puntò il dito contro con severità.
 
“Senti un po’, ti ordino di passare il Natale con la tua famiglia, visto che sono il tuo capo. Mi hai capita? Sono stufa della tua assenza, ti sostituisce qualcun altro, non mi importa, ma tu resti con me e i bambini, non chiuso da solo tra le quattro mura del Ministero e noi alla Tana senza di te, a festeggiare cosa poi se non ci sei tu?!”
 
Ron la guardò intenerito dalla dolcezza con cui sua moglie aveva avanzato quella richiesta. Gli occhi di Hermione erano diventati nuovamente lucidi dalla rabbia e dalla tristezza. Quella notizia, alla quale sarebbe dovuta essere preparata, aveva rovinato il suo spirito natalizio. Hermione si sforzava di rendere il Natale una ricorrenza importante per i suoi figli, ma senza il padre tutti i suoi sforzi sarebbero stati vanificati.
 
“Tesoro, mi dispiace, ma non posso proprio stare a casa il giorno di Natale, lo sai meglio di me che gli Auror attualmente al Ministero non sono molti e che ci dobbiamo alternare”
 
“E devi lavorare proprio tu quel giorno? Ron, non so quanti anni sono che non passiamo insieme il Natale, ero convinta che almeno quest’anno sarebbe stata la volta buona. Hugo ha appena compiuto un anno, è il suo primo vero Natale, quello scorso era appena nato e Rose è piccola, ma a tre anni ha qualche possibilità di ricordarsi un Natale con il suo papà” lo fissava supplichevole come se la decisione fosse tutta nelle sue mani “Se vuoi davvero farmi un regalo quest’anno, resta con noi”
 
Si avvicinò a lui di qualche passo, ma non poteva permettersi di farsi trattenere dai baci di sua moglie che sicuramente a breve sarebbero arrivati, altrimenti avrebbe davvero fatto tardi. Cercando di non farsi incantare nuovamente dallo sguardo amorevole di Hermione, imboccò con risolutezza la via della porta. Solo grazie a suoi riflessi riuscì ad evitare suo figlio, che con le braccine alzate verso di lui chiedeva di essere preso in braccio.
 
“Hugo, non ho tempo, devo andare al lavoro”
 
“Eh dai, Ron, che ti costa fermarti qualche minuto”
 
Hermione, delusa per il comportamento del marito, tentò almeno di ricordargli in quell’occasione i suoi doveri di padre. Assecondò così le richieste di sua moglie e sollevò il bambino, che gli sorrise contento.
 
“Ecco. Ora che facciamo? Non possiamo giocare”
 
Il bambino però sapeva già come divertirsi, fissò la sua divisa ed iniziò a giocare con i bottoni che poco prima lui aveva sistemato. Ron, irritato, cercò in tutti i modi di fermarlo.
 
“Hugo, basta! Non si gioca con i miei bottoni”
 
Non gradì affatto la risata divertita di Hermione alle sue spalle. Si avvicinò a loro e allungò le braccia per allontanare il figlio dalla divisa del marito. Per quanto non trovasse grave che un bambino di appena un anno desiderasse giocare, non gli era affatto sfuggito il fastidio di Ron, accentuato sicuramente dalla loro discussione.
 
“È un bambino, Ronald, che ti aspettavi?”
 
“Tu sei strana stamattina, lo sai, vero?”
 
“Lo sei anche tu, perché non fai nulla per passare con noi le feste … è come se non ti importasse”
 
Si era incupita nel pronunciare quelle accuse e persino il suo tono si era tristemente affievolito.
 
“Come, scusa?? Secondo te a me non importerebbe di voi? E questa dove l’hai sentita?!”
 
“Non mi dai modo di pensare il contrario”
 
Si avvicinò a lei e gli lasciò un freddo bacio sulle labbra, lasciandola delusa. Per nulla soddisfatta di quel saluto, lo raggiunse velocemente all’imbocco delle scale che lui stava già scendendo.
 
“Ron!”
 
Si bloccò e si voltò verso di lei. Aveva capito da solo di essersi mostrato infastidito, ma aveva preferito andarsene e lasciare a metà la loro conversazione. Non riusciva nemmeno colpevole a guardarla negli occhi.
 
“Hermione, faccio tardi sul serio”
 
“Sei arrabbiato e non mi piace farti uscire di casa così, specie se vai al Ministero e hai qualche sopralluogo”
 
Le parole di Hermione gli fecero fare un semplice collegamento e sarebbe potuto facilmente arrivare prima a quella conclusione, lei era il Ministro e sapeva perfettamente tutto ciò che riguardava il suo lavoro.
 
“Quindi eri a conoscenza dei miei turni e sai perfettamente che a Natale lavoro”
 
Gli sorrise amaramente, lo sapeva, ma sperava che lui le dicesse il contrario.
 
“Volevo che me lo dicessi tu e non lo hai fatto. Anzi, per la verità, desideravo facessi di tutto per stare a casa a Natale, ma come ogni anno non ti dispiace affatto saltarlo”
 
Lo stava nuovamente accusando, ma stavolta non accolse le provocazioni di Hermione.
 
“Amore, l’ho scordato, giuro che non l’ho fatto apposta. Come non … mi piacerebbe tanto trascorrere il Natale con voi”
 
“È un giorno dell’anno importante, non uno qualsiasi”
 
“Lo so bene”
 
Risalì qualche gradino per raggiungerla e stavolta il bacio che le diede ebbe tutt’altro sapore. Si dovette staccare da lei quando si ritrovò la manina di Hugo sulla guancia che lo esortava ad allontanarsi dalla sua mamma. Ron diede un bacino sul palmo del suo bimbo e si rivolse nuovamente a sua moglie con un sorriso.
 
“Non sono arrabbiato. Ci vediamo più tardi”
 
Lo vide preoccupata scendere le scale e dopo che lo ebbe visto scomparire oltre la ringhiera, si affrettò a sporgersi per urlare verso di lui.
 
“Ron!”
 
“Dimmi”
 
Lo vide tornare indietro e guardare in su verso di loro, attendendo che lei parlasse.
 
“Sii prudente”
 
“Come sempre, tesoro. Salutami Rosie”
 
Si diresse velocemente verso la porta, lasciandola al piano superiore con il loro bambino, che si era incupito vedendo il padre scomparire alla sua vista.
 
∞∞∞
 
Come aveva previsto, arrivò al Ministero con qualche minuto di ritardo ed Harry era già pronto a richiamarlo all’ordine. Ron, vedendo il suo diretto superiore irritato, alzò le mani in segno di resa, pensando di incolpare sua moglie.
 
“Non è colpa mia, Hermione mi ha trattenuto”
 
“Strano, si arrabbia sempre quando arrivi tardi al lavoro”
 
“Non se deve convincermi a passare il Natale in famiglia”
 
Harry, dopo quella giustificazione, iniziò a dirigersi insieme a Ron verso l’uscita del Ministero.
 
“È vero, quest’anno lavori. Se è un problema, posso sostituirti”
 
“Per carità, inizierebbe Ginny. Hermione si dovrà rassegnare”
 
Harry bloccò i suoi passi ed iniziò a guardarlo diffidente.
 
“Ron, è come se quest’anno facessi di tutto per evitare il pranzo di Natale dai tuoi”
 
“Perché mai dovrei?”
 
“Non lo so, dimmelo tu”
 
Harry raggiunse il camino in cui si sarebbero dovuti Smaterializzare per iniziare il loro sopralluogo, ma non si mosse.
 
“Dobbiamo per forza parlarne?”
 
“Allora è vero, c’è un motivo”
 
Ron distolse triste lo sguardo dal cognato. Non era un argomento leggero per lui da trattare e non gli parve nemmeno quello il momento più appropriato.
 
“Mio padre ... credo di averlo deluso, o almeno, così dice” si voltò di scatto e arrabbiato verso Harry “E’ arrivato addirittura a dirmi che avrebbe preferito che fosse sopravvissuto Fred alla Guerra e non io”
 
Il suo migliore amico lo guardò sconvolto.
 
“No, non ci credo, non può averti detto una cosa tanto grave. Che cosa gli hai fatto, Ron?”
 
“Quindi dai per scontato che la colpa sia mia?”
 
“Conosco Arthur e non ti direbbe mai nulla di simile”
 
“Lascia perdere, Harry”
 
Si stava per Smaterializzare rassegnato per la sua mancata comprensione, si pentì persino di essersi confidato con lui, avrebbe dovuto immaginare che avrebbe dato per scontato che fosse lui nel torto. Infondo era suo suocero, si trovava in una posizione scomoda ed era molto più semplice incolpare lui. Harry comprese la delusione dell'amico e lo fermò per un braccio.
 
“Parlane almeno con Hermione”
 
“Lei non potrebbe capirmi”
 
“Da quando lei non riesce a capirti?! Quindi rinunci a passare il Natale con la tua famiglia? Ron, fallo almeno per tua moglie e i tuoi figli, il resto si aggiusta. Qualsiasi cosa sia successa con tuo padre, si risolve”
 
“Non voglio che mi sostituisci, tranquillo. Possono sopravvivere anche senza di me per qualche ora”
 
Si sottrasse dalla presa di Harry e si Smaterializzò senza aggiungere altro, lasciando il suo amico sconsolato.
 
∞∞∞
 
Avevano trascorso il resto delle ore di lavoro senza proferire parola, era stato il turno insieme più lungo e pesante di sempre. Ma Harry non capiva e non avrebbe mai potuto capire cosa provava ogni volta che il gioioso periodo delle feste arrivava e lui non aveva alcuna voglia di festeggiare. Suo cognato aveva ormai imparato a convivere con il dolore. Hermione non poteva comprendere cosa volesse dire ridere e scherzare quando la sua famiglia non era più al completo da anni.
Non appena ebbe aperto la porta di casa, la trovò a braccia conserte, intenta a fissarlo torvo.
 
“C’è per caso altro che non mi hai detto? Perché se così fosse, questo sarebbe il momento più opportuno”
 
Capì subito a cosa si stesse riferendo, ma, come preannunciato ad Harry, non aveva alcuna voglia di parlarne con chi non avrebbe mai potuto comprenderlo.
 
“Chi te lo ha detto?”
 
“Tua madre quando ha scoperto che non saresti stato presente al pranzo di Natale nemmeno quest'anno. E sembra che stavolta ci sia un motivo in più a tenerti lontano dalla Tana”
 
“Hermione, non capisco se tu sia arrabbiata per la lite con mio padre o per il fatto che io non ti abbia informata”
 
“Ronald, da quando non ti fidi di me?”
 
“Io mi fido di te”
 
“Non è vero. Avevi forse paura che fossi d’accordo con mio suocero?”
 
“Esatto”
 
Le passò accanto apatico, non aveva alcuna voglia di litigare nuovamente con lei, così cercò di liquidarla velocemente. Eppure Hermione non sembrava per nulla soddisfatta.
 
“Guarda che io e te non abbiamo finito”
 
“Hermione, ti prego, sono stanco, lasciami stare”
 
Stava iniziando a salire le scale, ignorandola totalmente. Lei era ostinata, ma non si rendeva conto che stava mettendo a dura prova la pazienza di suo marito.
 
“Ronald!”
 
“Hermione, io odio il Natale!”
 
Glielo gridò oltre la ringhiera delle scale, lasciandola sbigottita. Le venne spontaneo gettare un occhio al piano superiore per accertarsi che il tono elevato di Ron non avesse spaventato Rose e Hugo, ma erano le parole che le aveva urlato contro ad averla lasciata sbigottita. Era chiaramente uno sfogo per qualcosa che serbava da tempo nel cuore e non capiva per quale ragione non gliene avesse mai parlato. Per contrastare il dolore di suo marito, modulò il volume della voce, ma tanto il fiato per la sorpresa le era comunque venuto a mancare.
 
“Da quando?”
 
“Mi spieghi per quale ragione dovrei festeggiare? Mio fratello non c’è più da diversi anni ormai e il piccolo Teddy non conoscerà mai i genitori. Mio padre ha ragione, sarebbe dovuto sopravvivere Fred, lui avrebbe avuto senza dubbio un altro spirito natalizio”
 
“Ron …”
 
“No, Hermione, i miei bambini non mi rincuorano. Scusami, ma non ho voglia di festeggiare il Natale, come non ne ho mai avuto voglia, da quando la nostra famiglia non è più al completo”
 
Lo lasciò rassegnata salire le scale. Si sentì inerme davanti a tanta sofferenza, non aveva armi per contrastarla. Era combattuta sul da farsi, non sapeva se fosse più giusto lasciarlo da solo in balìa dei suoi pensieri oppure sostenerlo, anche se l’unico modo che conosceva erano le parole, visto che la presenza della sua famiglia, era stato molto chiaro, non sortiva alcun effetto benefico su di lui. Alla fine decise di raggiungere la loro camera, si sedette prudentemente al suo fianco e si appoggiò con le mani alla sua spalla, mentre lui era concentrato su una foto che rappresentava una delle sue ultime festività felici. Dopo aver esaminato quel ricordo, che provocava ad essa stessa un nodo alla gola, gli sussurrò comprensiva vicino all’orecchio.
 
“Perché non mi hai mai detto che ti faceva soffrire così tanto festeggiare? Avremmo organizzato qualcosa solo noi senza grandi preparativi, purché trascorrere insieme il Natale”
 
Non le rispose e continuò a fissare la foto, Hermione fece lo stesso. Riconobbe anche se stessa in quella vecchia foto. Non riusciva a dare torto a Ron, in quella foto erano felici, ma non sapeva come spiegargli che insieme erano riusciti a riscoprire una nuova gioia.
 
“Sono certa che lui non vorrebbe vederti così triste e rassegnato al tuo dolore”
 
I ricordi gli stavano facendo troppo male, posò la foto sul suo comodino e si portò le mani sul volto per nascondere alla moglie le sue lacrime. Lei tentò in tutti i modi di tranquillizzarlo, era chiaro quanto chiedesse di abbandonarsi alla sua solitudine in quel momento, ma lei non voleva permettergli di affogare in quel modo nei ricordi senza riuscire ad uscirne mai veramente.
 
“Ron, non è necessario che quest’anno lavori per stare lontano dai festeggiamenti, lo trascorriamo solo noi e i bambini a casa. Ora che lo so, non ti lascio solo e nemmeno ti costringo a venire alla Tana se non vuoi”
 
Gli accarezzò dolcemente una guancia con le dita nel tentativo di fargli percepire la sua presenza, anche se teneva gli occhi umidi nascosti dai palmi. A quell’amorevole tocco si scoprì la faccia e si decise a rivolgersi a lei.
 
“D-devo comunque lavorare, Hermione, altrimenti Harry è costretto a sostituirmi” si voltò supplichevole verso di lei “Non dire nulla a lui, non voglio si senta il colpa per avermi assegnato quel turno, ne sarebbe capace”
 
“Rappacificati almeno con Arthur”
 
“Lo farò tranquilla”
 
Tentò di sorriderle per non angustiarla oltre, ma era certo di non essere riuscito ad ingannarla, mostrandole una serenità che non provava.

 
∞∞∞
 
 
25 dicembre 4:00 p.m
 
Chiuso in solitudine nel suo ufficio, la spensieratezza del Natale era in forte contrasto con la sua tristezza. Sentiva quella beata gioia lontana risuonare insieme alle campane, anch’esse nella sua mente si trovavano in un luogo remoto, a lui totalmente precluso. Tentava in tutti i modi di affogare i pensieri nel lavoro, in quelle decine di cartacce che aveva sempre odiato, ma che in quel momento sembravano semplicemente essere un’àncora di salvezza. Hermione aveva ragione, per quanto la sua famiglia non riuscisse del tutto a cancellare il dolore, riusciva senza alcun dubbio ad alleviarlo. Forse le risate e l’eccitazione dei suoi bambini al solo pensiero dell’arrivo di Babbo Natale l’avrebbero distratto dai suoi mille pensieri e probabilmente sarebbero arrivati addirittura a contagiare il suo umore cupo.
 
Fece appena in tempo a posare con riprovazione verso se stesso la penna, quando qualcuno bussò alla porta del suo ufficio. Era sicuro di non aspettare nessuno, la maggior parte delle persone in quel giorno e a quell’ora era in compagnia della propria famiglia, lo stesso posto in cui infondo sarebbe dovuto essere lui. Era immensa la sorpresa che attraversò i suoi occhi quando realizzò che l’ospite era proprio colei verso cui si stava sentendo più in colpa in quei minuti. Gli sorrise non appena anche il suo sguardo incrociò quello di suo marito. Teneva tra le braccia Hugo e per mano Rose, così facendo aveva portato da lui tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
“Possiamo? O ti disturbiamo?”
 
“E voi che ci fate qui?”
 
Rose per tutta risposta alla sorpresa del padre gli corse incontro, pretendendo di salire sulle sue gambe. La accontentò ancora sconvolto per la presenza della sua famiglia.
 
“Papà, possiamo stare qui con te?”
 
Si voltò d’istinto verso sua moglie in cerca di approvazione.
 
“Non sono io il capo”
 
“… e il capo acconsente”
 
“Va bene, allora. Che si fa?”
 
Hermione entrò con Hugo e chiuse la porta alle sue spalle.
 
“Nulla, Ron, volevamo solo trascorrere il Natale con te”
 
“E il pranzo alla Tana?”
 
“Siamo venuti via prima, ma, Ron … questo non toglie che tu debba parlare con Arthur”
 
Si sedette davanti alla scrivania e fece anch’essa accomodare Hugo sulle gambe. Ron rifletté sulle parole di Hermione, gettando gli occhi su Rose, che, accomodata sulle sue gambe, rovistava tra dei documenti, a cui poco prima stava lavorando.
 
“Rose, tesoro, ferma, non sono dei giocattoli”
 
Le allontanò i fogli riponendoli in un cassetto senza smettere di riflettere e dal modo in cui Hermione lo guardava, comprese su cosa suo marito fosse concentrato. A conferma delle sue ipotesi, lo vide alzarsi con uno scatto facendo scendere la bambina, ma portandosi dietro le proteste della piccola.
 
“Papà, dove vai?”
 
“Torno, subito, Rosie, resta con la mamma”
 
Ma la bambina cercò in tutti i modi di seguire i passi rapidi di suo padre verso la porta.
 
“Vengo con te, papà”
 
“Ron, puoi portare anche lei alla Tana”
 
“Hermione, non ho l’auto, non pos …”
 
Ma non aveva fatto in tempo a terminare la frase che sua moglie gli aveva lanciato le chiavi con un sorriso. Non avevano avuto bisogno di scambiarsi alcuna parola per comprendersi.
 
“Vi aspettiamo qui, tornate presto”
 
Ron ricambiò il sorriso di Hermione e uscì velocemente dal Ministero, trascinandosi dietro sua figlia, che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare via senza di lei. Raggiunse l’auto, passando per l’ingresso riservato ai visitatori. Si accertò, per quanto fosse impaziente di raggiungere la Tana, che la bambina in auto non corresse alcun pericolo. Nell’allacciare qualsiasi tipo di cintura per Rose, gettò di sfuggita un'occhiata ai regali da parte di Hermione destinati ai bambini. Si ricordò solo in quel momento di essere stato talmente concentrato su di sé e sul passato in quei giorni, da non avere pensato minimamente al suo presente e ai doni da offrire ai suoi figli e a sua moglie.
 
Arrivati a destinazione, ci pensò Rose con le sue manine a bussare entusiasta alla porta. Arthur le aprì quasi subito e rimase incantato nel vedere suo figlio sul pianerottolo di casa. Fu la vocina della nipotina a riportarlo al presente.
 
“Nonno!”
 
“Cosa ci fai qui, Ron? Non dovevi lavorare?”
 
“Ti devo parlare, papà”
 
Arthur prese in braccio Rose e invitò il figlio ad entrare. Appena ebbero messo piede alla Tana, furono accolti dall’affetto travolgente di Molly.

“Ron! Che bello che tu sia qui!” lo abbracciò e lo riempì di baci “Ma Hermione e Hugo?”
 
“Mi stanno aspettando al Ministero, mi sono assentato un attimo dal lavoro ed è rimasta lei”
 
“Anche questo Natale non lo hai trascorso con noi”
 
La madre era evidentemente triste, molto probabilmente anche lei come sua moglie sperava in un qualche miracolo di Natale, che però non c’era stato ed in parte era stata colpa di Ron.
 
“Lo so, mamma e … papà, mi dispiace, tu hai ragione, dovrei essere più forte, ma …”
 
“È a me che dispiace, figliolo, non avrei dovuto dirti ciò che ti ho detto … non lo penso”
 
Lo abbracciò senza alcun preavviso e Ron, commosso per l’inaspettato gesto d’affetto del padre, si sentì di rinnovargli gli auguri.
 
“Buon Natale, papà”
 
“Buon Natale anche a te, ma ora raggiungi Hermione, ti starà aspettando ed è giusto che resti con tua moglie oggi”
 
Seguì volentieri i consigli del padre, ma quando, prima di uscire, intravide il sorriso di Harry, non indugiò a ricambiare, sperando che ciò fosse sufficiente per farsi perdonare anche da lui.
 
∞∞∞
 
Tornò da solo al Ministero, ma stavolta senza Rose aveva accelerato leggermente di più per raggiungere sua moglie più velocemente. Quando arrivò di corsa davanti al suo ufficio aveva il fiato corto, ma lei affievolì subito il suo entusiasmo.
 
“Hermione!”
 
“Sshh, Ronald, tuo figlio si è addormentato”
 
Se la ritrovò davanti appena oltre la soglia della porta, mentre stava passeggiando con il bambino in braccio. Si fermò un istante a guardare Hugo dormire spensierato tra le braccia di sua madre, si incantò sul suo petto che si muoveva con un ritmo regolare e rilassato. Ammirò suo figlio almeno fino a quando ad Hermione non sfuggì ovviamente l’assenza della bambina.
 
“Dov’è Rose?”
 
“È voluta restare con i nonni. Dai, Hermione, porta a casa Hugo, tra qualche ora finisco di lavorare e vi raggiungo”
 
Lei però non voleva andarsene, eppure sentiva che qualcosa era cambiato nell’umore di suo marito, lo sentiva più leggero e spensierato. Forse Babbo Natale infondo aveva concesso un piccolo miracolo ad entrambi per quell’anno.
 
“Hai chiarito con tuo padre?”
 
“Sì, tranquilla. Ma ora vai, portalo nella sua stanza, qui non è comodo”
 
“Prima di tornare, passi a prendere anche Rose?”
 
“Certo, non preoccuparti”
 
Le sorrise, convinto anch’egli di essere più pronto a godersi tutto ciò che la vita gli aveva regalato, come un dono prezioso che doveva solo imparare ad apprezzare.

 
∞∞∞
 
 
“Hermione!”
 
Stava scendendo le scale all’udire la voce squillante di suo marito e gli sorrise, felice di vederlo insieme a Rose. Era stata una giornata piena di regali e doni, che andavano ben oltre dei semplici pacchi, ma loro per colpa sua non se li erano ancora scambiati e non voleva che quel giorno terminasse senza averlo fatto. Hermione lo vide con qualche pacco regalo tra le mani e comprese anche il motivo del ritardo che suo marito e sua figlia avevano fatto.
 
“Ehy, è arrivato Babbo Natale?”
 
Corse loro incontro, contenta semplicemente di leggere quella sincera serenità nelle iridi azzurre di Ron.
 
“Anche se i regali non sono sotto l’Albero, li accettate comunque?”
 
“Ron, il più bel regalo che tu possa farmi è la nostra famiglia e me lo hai già fatto”
 
Ciò che Hermione gli comunicò con lo sguardo fu un grande orgoglio nei suoi confronti per essere riuscito finalmente a riscoprire l’amore della sua famiglia, imparando ad interpretare il ricordo solo come un altro splendido modo di essere accanto a coloro che troppo presto ci hanno lasciato.
 
 

 

Ciao a tutti, cari lettori e care lettrici!
 
Desideravo dedicare una piccola OS a questo magico momento dell’anno, ma in particolare in questa occasione mi piaceva dare valore anche a chi dopo la Guerra non avrebbe più festeggiato il Natale nella grande famiglia Potter-Weasley. Un pensiero a loro, ma soprattutto un pensiero a coloro che invece sono sopravvissuti e insieme hanno reso meno dolorose quelle perdite.
 
Spero di avervi strappato qualche sorriso e non solo lacrime 😊 Vi auguro un sereno Natale e un buon 2019! 😊
 
Dedicata alla mia cara HarryPotter394, che mi aveva chiesto una storia con Rose ed Hugo piccini, spero ti piaccia <3
 
Baci
-Vale
   
 
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