something
to be obtained and then to throw away
(Artigli. Bende. Rumori.)
Hermione aspetta. Sente gli ostacoli sulla sua strada, percepisce l’antagonista fuori dalla porta. Hermione è paziente, aspetta, sa farlo meglio di chiunque altro. Le bende attorno al polso di Ron sono meno bianche del lenzuolo in cui è avvolto, registra blandamente la sua mente. Sente la sporcizia; ne prende nota in maniera distratta,come qualcosa che sta ai lati dell’obiettivo e che, quindi, non vi rientra. Stringe i pugni sulla gonna, contrae i muscoli del viso. Vuole fermamente quello che brama: Hermione sa che non accetterà compromessi, non questa volta, non ora che è così vicina. La vittoria ha un sapore così frizzante, così rovente: il peccare, non il peccato. È divertente giocare quando si sa per certo di vincere.
Rumori. Occhiate. Mantelli, parole vuote.
Hermione sente solo il suo momento avvicinarsi, il resto – se mai c’è stato un
resto – scompare. Sfoca. La visuale si restringe sulle bende bianco sporco che
avvolgono il polso rosa di Ronald – potesse lo taglierebbe e se lo porterebbe
via. Perché?, perché ha vinto. Il vociare si alza e poi si spegne, attorno a lei
non c’è più nessuno. Hermione, si gode il suo trofeo, sazia.
Ma mentre Harry va via,
mentre avvicina la sedia al corpo addormentato di Ronald, mentre l’infermeria si
svuota e le sue mani – artigli bende
rumori – si stringono attorno a quel polso, Hermione sente che la vittoria
ha già abbandonato il suo corpo, che si è già sciolta nel pavimento ed è
evaporata, quell’oro frizzante del
momento di gloria, quella sensazione che si prova quando si ottiene qualcosa, un
vestito, un bel voto, una rivincita,
e poi non si sente più niente, niente di
niente.
Qualcosa da ottenere, mormora Hermione nella solitudine placida della stanza, e che poi si butta via.