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Autore: _Trixie_    25/12/2018    5 recensioni
Calendario Swanqueen dell'Avvento 2018 (sì, di nuovo, mi dispiace).
Sempre Emma e Regina alle prese con il Natale e la sua magia.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EPILOGO
5 anni dopo
 
 
 
 
 
Dicembre 2030
 
A letto, Regina aprì gli occhi e sospirò, godendosi il silenzio che regnava in casa e che era diventato sempre più raro al numero 108 di Mifflin Street. Intrecciò le dita a quelle di Emma, il braccio sinistro dello sceriffo steso sotto il suo collo, quello destro stretto intorno alla vita, Regina sorrise notando le fedi d’argento e si portò la mano di Emma alle labbra, baciandole il palmo.
Lo sceriffo mugugnò nel sonno, agitandosi appena e stringendosi ancora di più al sindaco. Con attenzione, Regina si voltò tra le braccia di Emma, provocando altre e ben poco articolate proteste da parte dello sceriffo.
«Emma?» bisbigliò Regina.
«Mmh?» fece Emma. «Cinque minuti».
«Non sono mai cinque minuti».
«Pe’ favore».
Regina scosse la testa. «Emma, è Natale» le ricordò, sistemandole i capelli dietro l’orecchio.
«Natale» ripeté lo sceriffo e questo dovette riattivare i neuroni addormentati di Emma, che subito aprì gli occhi e sorrise a Regina. «Natale! Buon Natale, Regina» disse lo sceriffo, prima di attirare il sindaco ancora più vicino a sé e nascondere il viso nell’incavo del suo collo, che baciò ripetutamente, respirando il profumo della sua pelle. Sembrava, a Emma, che ogni attimo trascorso con Regina fosse quanto più felice sarebbe mai stata nella propria vita, ma l’attimo successivo era sempre lì a smentirla. Non c’erano limiti a quanto felicità Regina riuscisse a regalarle solo esistendo.  
Il sindaco sorrise sommessamente, affondando le mani tra lunghi capelli biondi e intrecciando le gambe a quelle dello sceriffo. «Buon Natale anche a te, Emma».
 
 
***
 
 
«Buon Natale, Robyn» disse Emma, lasciandosi cadere sul divano accanto alla ragazza.
«Buon Natale, zia Emma» rispose Robyn, mettendo da parte il cellulare, dove stava leggendo qualcosa con espressione concentrata, solo il tempo necessario per abbracciare lo sceriffo.
Emma sbadigliò, poi fece battere tra loro le pantofole di peluche a forma di renna, i cui campanellini tintinnarono tra lo scoppiettare del fuoco e le voci sommesse di Regina e Zelena che discutevano in cucina.
«A chi scrivi, di tanto interessante?» domandò Emma, punzecchiandole il fianco.
Robyn arrossì violentemente. «A nessuno!»
Emma sghignazzò. «Nessuno? Nome curioso da dare a qualcuno».
Robyn alzò gli occhi al cielo. «È solo… Solo questa ragazza, è di Seattle, cliente abituale del Roni’s-»
«Si chiama Alice» intervenne Zelena, entrando in salotto in quel momento con un vassoio di pancake per poi posarlo sul basso tavolino davanti al divano. «Bionda, occhi azzurri, un pessimo gusto nel vestire, ma altrimenti una brava ragazza».
«Mamma!» esclamò Robyn, indignata.
Regina entrò in salotto, portando un secondo vassoio con piatti, tovaglioli, forchette, creme, panna montata. «Lasciate in pace Robyn» intervenne, abbracciando la nipote una volta posato il vassoio e dandole un bacio tra i capelli. «E, Emma, non pensarci nemmeno a toccare quei pancake prima che arrivi il resto della famiglia».
«Ma-»
«No».
 
 
***
 
 
Dopo Snow, David e Neal, infine arrivarono anche Henry e Violet, con la piccola Aine, sette anni da poco compiuti, che si gettò tra le braccia di Regina non appena la vide.
«Non capisco perché preferisca te, quando io sono chiaramente la nonna più divertente» bofonchiò, in piedi accanto alla moglie, le braccia incrociate sulla onesie rossa con stampe di piccoli pupazzi di neve bianchi.
«Ciao, nonna» fece poi Aine, abbracciando anche Emma, che si abbassò per stringerla più forte a sé e darle un bacio tra i capelli. Aveva le guance e il nasino rossi a causa dell’aria fredda di dicembre e Emma rabbrividì.
Dopo l’abbraccio, Aine corse in salotto con il resto della famiglia e a nulla valsero le raccomandazioni di prestare attenzione e non rompere nulla da parte di sua madre, che sospirò.
«Anche Henry era un terremoto a quell’età» fece Regina, sorridendo.
Aine era entrata nelle loro vite circa quattro anni prima, qualche mese dopo il matrimonio di Henry e Violet. Si erano affidati alla stessa agenzia d’adozione attraverso la quale Henry era stato adottato e non avevano esitato ad accogliere Aine, orfana di entrambi i genitori, nelle loro vite.
Felicità, avevano scoperto poi, era il significato del nome della bambina.  
 
 
***
 
 
Si sedettero tutti quanti intorno all’albero di Natale per scambiarsi i regali, mentre mangiavo i pancake che Regina e Zelena avevano preparato insieme quella stessa mattina. Le sorelle Mills stavano discutendo ancora, come ogni mattina di Natale, sulla quantità di farina necessaria per prepararli.
Robyn e Neal stavano invece confabulando in un angolo, guadando ora il cellulare dell’una, ora dell’altro, probabilmente aggiornandosi a vicenda circa gli ultimi sviluppi delle loro vite sentimentali. A poca distanza, Snow stava sistemando il colletto della camicia di Henry, parlando senza sosta, mentre David e Violet li osservavano, ridacchiando.
Emma, seduta a terra con Aine sulle gambe, stava invece disegnando faccine sorridenti dei pancake della bambina, come da tradizione.  
«No, non ci mettere lo sciroppo d’acero, nonna!» gridò Aine. «Lo sai che non mi piace!» protestò.
«L’hai mai provato?» domandò Emma, scettica, mentre Regina si avvicinava alle due, attirata dall’animosità della bambina.
«No, ma-»
«Non puoi dire che qualcosa non ti piace se non l’hai mai assaggiato prima, tesoro» disse il sindaco, accarezzando i capelli della nipote.
«Anni. Ho aspettato anni per questo momento, Regina!» esclamò Emma, entusiasta. «Avevi torto. Avevi torto e sapevi di avere torto! Oh, grazie, grazie per questo meraviglio, fantastico giorno».
Regina la guardò, confusa. «Di cosa stai parlando?»
«La cioccolata» sibilò lo sceriffo.
«Oh, Emma, è una vecchia storia-»
«Una storia!» strillò Aine, saltellando sulle gambe di Emma.
«Me la racconti, nonna? Dai, dai, dai».
«Tesoro, è solo un fatto accaduto molti anni fa e che tua nonn-»
«Aine, tua nonna ha passato un secolo intero senza aver mai, mai mangiato la cioccolata. Sai quanto è lungo un secolo? Cento anni!» intervenne Emma.
«Emma! Non ho un secolo di vita!»
Il putiferio aveva attirato l’attenzione del resto dei presenti, con l’eccezione di Robyn e Neal, che dopo uno sguardo annoiato erano tornati a parlottare concitati tra loro.
«Nostra figlia è l’unica a sopportare di buona grazia i loro battibecchi» sospirò Henry, mettendosi accanto a Violet e cingendole le spalle con un braccio. La ragazza si appoggiò a lui, sorridendo, il cuore invaso dalla felicità.
Zelena, invece, decise che era ormai ora di versarsi il primo bicchiere di vino della giornata, perché era l’unico modo di sostenere la compagnia di sua sorella e di sua moglie senza perdere la pazienza. E tanta era stata la sua illusione quando, dopo tutta la fatica che aveva speso, che l’intera famiglia aveva speso per spingere l’una tra le braccia dell’altra, aveva scoperto che questo non era bastato per sedare i loro inutili battibecchi e che, anzi, non aveva fatto altro che fornire loro maggiori occasioni.
 
 
***
 
 
«Credo che la nonna stia esagerando con i biscotti».
«Cosa? Perché?» domandò Emma, incuriosita dall’affermazione di Aine.
«Siamo già alla quinta teglia!» esclamò la bambina, con gli occhi spalancati dallo stupore. Aveva imparato a contare bene solo negli ultimi tempi ed era sicura, sì, di aver contato proprio cinque teglie nella cucina della nonna.
«Fidati, ragazzina, quei biscotti basteranno a mala pena per me, tua nonna mi conosce fin troppo bene» sghignazzò lo sceriffo, mentre sistemava l’ennesimo bicchiere, perfettamente allineato con tutti gli altri, sul tavolo da pranzo che stava apparecchiando con l’aiuto di sua nipote e di David.
«E poi i biscotti di Regina sono i più buoni che abbia mai mangiato» bisbigliò l’uomo. «Ma non dire a Snow che lo penso o mi tormenterà per la fine dei miei giorni».
«Cosa non deve dire a Snow?» si intromise Mary Margaret, sbucata di soppiatto alle spalle del marito, che, spaventato, lasciò cadere le forchette che aveva il compito di mettere in tavola. Il fracasso dovette giungere fino in cucina, dove Regina era impegnata a infornare l’ennesimo vassoio di biscotti.
«Emma! Fa’ attenzione!» urlò il sindaco, con una punta di esasperazione nella voce che lasciava intuire come quella fosse una frase ricorrente, al numero 108 di Mifflin Street.
«Non sono stata io! Perché dai per scontato che sia stata io?!» iniziò Emma, marciando verso la cucina.
Zelena fece cadere un’oliva nel suo secondo Martini e sospirò.
 
 
***
 
 
Nonostante le proteste di Regina, dopo pranzo Emma, David, Henry, Robyn e Neal, a cui si aggiunse la piccola Aine avevano deciso di fare una passeggiata tra i boschi intorno a Storybrooke, che tutti sapevano si sarebbe conclusa in un’improvvisata battaglia di neve.
«Voglio la mia giacca rossa, Regina» protestò Emma, mentre si infilava il pesante cappotto che il sindaco la stava obbligando a indossare.
«Odio quella giacca» rispose Regina.
«Bugiarda» fece lo sceriffo, prendendo la sciarpa dal guardaroba e avvolgendola intorno al proprio collo alla bell’e meglio.
Regina alzò gli occhi al cielo e prese a sistemarle la sciarpa. «E ricordati il cappellino».
«Ma questa giacca ha il cappuccio».
«E tu metterai anche il cappellino».
«Ma-»
«E i guanti» aggiunse Regina.
«Non ho cinque anni» le fece notare Emma, risentita.
«Devi averne di meno perché tua nipote è stata in grado di vestirsi adeguatamente senza il mio aiuto».
Emma sbuffò. «E i guanti non li metto!»
«Emma».
Lo sceriffo avvicinò le labbra all’orecchio di Regina e il suo respiro sul collo del sindaco la fece, nonostante tutto, rabbrividire. «Non posso mettere i guanti, Regina, lo sai. Altrimenti interferiscono con l’aerodinamica delle palle di neve mentre le costruisco».
Regina incrociò le braccia al petto. «Se la serietà che hai per le battaglie di neve l’avessi anche per la gestione burocratica della stazione di polizia, mi renderesti la vita molto più facile, signorina Swan».
«Signora Swan-Mills» la corresse Emma. «E poi ti rendo già la vita felice, non posso fare tutto».
Regina sospirò, si sporse per baciare le labbra della moglie con tenerezza. «Swan-Mills. Ma sono troppo affezionata a signorina Swan per rinunciarci».
Emma ricambiò il bacio, stringendo Regina a sé e sospirando di contentezza.
 
 
***
 
 
«Nonna?»
«Sì, tesoro?»
«Cosa è questo?»
Aveva tra le piccole mani la bottiglia preferita di Regina, quella che teneva sempre in bella vista sul camino, con il tappo a forma di corona. Lo sceriffo sorrise e scosse la testa, lanciando uno sguardo a Emma che tentava di sconfiggere Henry a un qualche videogioco, perdendo certamente a giudicare dalla sua espressione.
Il sole era ormai tramontato e la giornata di Natale stava volgendo al termine, ma il fuoco nel camino scoppiettava ancora allegro e Aine, nonostante la sua giovane età, sembrava essere dotata di un’energia infinita.
Regina prese la bottiglia dalle mani della nipote. «Un regalo. Da parte di un Babbo Natale Segreto».
«Davvero?» domandò la bambina, spalancando gli occhi. «E sai chi è?»
«Ho i miei sospetti, sì» rivelò Regina, continuando ad osservare Emma che, forse percependo il suo sguardo si voltò verso di lei.
Lo sceriffo le sorrise e Regina sorrise in risposta.
«Ti amo» sillabò Emma con le labbra.
Regina arrossì, come se Emma glielo avesse detto per la prima volta. «Ti amo anche io», rispose.
 
 


 
NdA
BUON NATALE!
Grazie per avermi seguita anche questo dicembre durante tutto il calendario dell’Avvento e mi scuso davvero tanto se non c’è stata una premeditazione dei capitoli (e si nota in alcune cose, ma se non l’avete notato, non fa niente ahaha).
 
Alcuni “pezzi” di oggi sono tratti dai primi 4 capitoli della raccolta 😉
-
«Nonna?»
«Sì, tesoro?»
«Cosa è questo?»
Aveva tra le piccole mani la mia bottiglia preferita, quella che tenevo sempre in bella vista, con il tappo a forma di corona. Sorrisi e scossi la testa.
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«Credo che la nonna stia esagerando con i biscotti».
«Cosa? Perché?» domandai, incuriosita.
«Siamo già alla quinta teglia!»
«Fidati, ragazzina, quei biscotti basteranno a mala pena per me, tua nonna mi conosce fin troppo bene» sghignazzai.
-
«Odio quella giacca».
«Bugiarda».
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«Non puoi dire che qualcosa non ti piace se non l’hai mai assaggiato prima, tesoro» dissi, accarezzando i capelli di mia nipote.
«Anni. Ho aspettato anni per questo momento, Regina!» esclamò Emma. «Avevi torto. Avevi torto e sapevi di avere torto! Oh, grazie, grazie per questo meraviglio, fantastico giorno».
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Vedrò anche di rispondere a ciascuna delle vostre recensioni entro la fine dell’anno, perché sono davvero bellissime e mi hanno tenuto compagnia, oltre ad avermi reso felicissima **
 
Ovviamente, vi auguro tanta SwanQueen anche per oggi, perché mi sembra giusto essere coerenti anche a Natale <3
 
A presto, un grande grande abbraccio e biscotti di Regina e cioccolata di Emma per tutti <3
T.
   
 
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