Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    27/12/2018    5 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 60 - IL PIANETA NEO NAMEK



We can beat them, just for one day
We can be heroes, just for one day
‘Cause we’re lovers, and that is a fact
Yes we’re lovers, and that is that
We can be heroes, for ever and ever
What d’you say?


Heroeshttps://www.youtube.com/watch?v=lXgkuM2NhYI
 

 

Gohan provò a gridare, ma la voce gli morì in gola come se qualcuno gli avesse strappato via le corde vocali. Aveva perso sua madre, sua figlia. Non poteva essere successo per davvero, non poteva aver perso anche il suo adorato fratello.
Tutto si fermò per un lungo, lunghissimo istante, l'istante prima che un ragazzo dai capelli lilla e gli occhi azzurri come il cielo d'estate esplose in mille scariche elettriche con un urlo straziante.
«NOOOOOOOO!» si infuriò Trunks alla vista del suo migliore amico che, con un rantolo, cadde riverso nella neve con un buco nel petto e gli occhi spalancati in uno sguardo di terrore. «NON AVRESTI DOVUTO! NON AVRESTI DOVUTO FARLO!»
Trunks perse ogni contatto con la realtà, gettandosi a capofitto contro il nemico dai lunghi capelli color indaco con il solo obiettivo di distruggerlo in mille pezzi. Come aveva potuto permettere che ciò accadesse? Se solo fosse stato meno testardo, meno ostinato e si fosse lasciato andare per compiere la fusione, forse Goten sarebbe ancora stato tra loro.
Trunks colpì il nemico sotto al mento con un pugno, poi sullo zigomo, poi allo stomaco, ed egli fece fatica ad opporsi nonostante la forza combattiva di quell'uomo fosse di gran lunga inferiore alla sua. Rabbia, pura rabbia alimentava il Ki di Trunks, ma la sola furia non sarebbe servita per continuare a combattere da solo. Quel picco di ardore si sarebbe spento presto, la collera avrebbe lasciato posto alla frustrazione, la frustrazione alla tristezza e Loraymo avrebbe avuto la sua vendetta. Ed ecco che così, dopo i secondi durante i quali Trunks riuscì a opporsi all'incredibile forza di Loraymo, le difficoltà vennero immediatamente a galla. Il nemico iniziò a colpirlo a sua volta, facendogli male, male per davvero. E fu sul punto di piangere Trunks, al solo pensiero di non essere riuscito a vendicare il suo amico oltre alla sua adorata moglie, fu sul punto di lasciarsi andare e lasciarsi scivolare sconfitto sulla neve quando, dietro di lui, una forza combattiva conosciuta e fuori dal normale si sprigionò con una ventata di calore. Non riuscì a crederci.
«Pensavi davvero che ti avrei lasciato solo?»
Trunks sbarrò gli occhi, e così fece anche il suo nemico. Com'era possibile? Com'era pensabile che fosse lui? Che fosse ancora... vivo? Il figlio del principe si girò di scatto, venendo colto completamente di sorpresa da quel sorriso, da quello sguardo fiero e complice che conosceva alla perfezione.
«G-Goten... s-sei... pensavo fossi...» balbettò lui lasciando scivolare una lacrima sul bel viso ambrato. Dietro di loro, Gohan si rimise in tasca il sacchetto di Senzu che Vegeta gli aveva affidato, sorridendo a sua volta. C'era mancato poco, pochissimo, il cuore di Goten aveva già smesso di battere quando, a forza, Gohan gli aveva sbriciolato ben due Senzu in gola. Non ne rimaneva più neanche uno. 
«C'è mancato poco» asserì Goten mostrando la cicatrice al centro del petto e il sangue secco sui suoi vestiti, emanando poi un'altra scarica di energia guardando minaccioso il suo aguzzino.
Bra, Eva, Mirai Trunks e Gohan, con il cuore ricolmo di gioia, tirarono un sospiro di sollievo solo nel momento in cui Trunks, finalmente, si lasciò andare a un sorriso di commozione.
«Allora... sei pronto a perdonarmi?» domandò Goten arrossendo, abbassando poi il capo per spiare la reazione del suo amico da sotto un ciuffo di capelli neri.
E in quel momento non ebbe dubbi, Trunks: la paura di perderlo per sempre era stata troppa, la paura di non poter più avere l'occasione di chiarire, il terrore di non potergli più parlare erano stati sufficienti per fargli comprendere quanto in realtà loro fossero destinati a essere amici, fratelli. E tra fratelli, nonostante le avversità e le incomprensioni, si è sempre pronti a perdonare, a ricominciare da capo.
Era giunto il momento di mettere la parola fine a quei due anni di silenzi e riprendere in mano le loro vite da dove le avevano lasciate. Insieme.
«Prontissimo» annuì Trunks stringendo i pugni, balzando poi al suo fianco. Calciò Loraymo prendendolo alla sprovvista, facendolo atterrare lontano.
«Mirai Trunks, Gohan! Tenetelo a bada!» ordinò Goten indicando con un gesto repentino del mento il guerriero dalla pelle argentata, frapponendo tra lui e il suo amico la distanza sufficiente per dare inizio quella danza che da tanto tempo non mettevano in atto.
E funzionò, eccome se funzionò perché, con una bolla di luce e un'esplosione dello stesso colore dell'oro, un guerriero che da tempo mancava all'appello nella squadra Z tornò in auge più forte di prima: Gotenks Super Saiyan di terzo livello.

 

Dende attese il colpo, attese il verdetto, la condanna con gli occhi chiusi. Attese che la falce della dama nera segnasse la fine della sua vita terrena concedendogli l'eterna pace, ma quella pace non arrivò. Nessuna mano aveva fatto smettere il suo cuore di battere, nessun colpo, nessuna ghigliottina. Delle urla acute lo fecero destare alla sua attesa, costringendolo ad aprire gli occhi di scatto.
Due bambini, uno più piccolo e l'altra più grande, avevano parato il grande fascio di luce emanato dai palmi del nemico dalla pelle giallo ocra, deviandolo verso l'alto, sfondando così il tetto del tempio.
Il nemico grugnì e perse bava dai denti aguzzi e rossi.
«N-no!» soffiò Dende con le labbra tremanti, guardando le spalle di qui due guerrieri troppo piccoli per rischiare la vita per salvare la sua. «Vi avevo detto di andarvene! Vi avevo detto di scappare!»
Il namecciano protese le braccia in avanti, come per scuotere le spalle dei due bambini per convincerli ad andarsene, ma il piccolo saiyan dai capelli neri a forma di fiamma si voltò all'indietro per squadrare il Supremo; con i grandi occhi azzurri da sotto il ciuffo ribelle sulla fronte, impavido e serio nell'espressione, esattamente come il principe.
«Nonno Vegeta ci ha dato un compito. Quello di poteggele tutti voi» annunciò solenne il piccolo, spalleggiato poi dalla sua nuova amica e alleata in quella che sarebbe stata la prima vera battaglia della loro vita.
«E noi non ci tireremo certo indietro, come fanno i veri saiyan. Dobbiamo portare a termine il nostro compito, non disobbediremo certo al principe» aggiunse Martha illuminandosi di luce bianca e, insieme a Goku Jr, si lanciarono entrambi addosso al nemico, pronti a difendere e proteggere il Kami della Terra con il solo uso delle loro forze.

 

Se la ricordava molto bene, Vegeta, l'ultima volta che era stato su Neo Namek. L'odore di umido, il cielo verde, strani alberi dalla forma tondeggiante e immense spianate di erba morbida e fresca ricordarono lui quel maledettissimo giorno, uno dei giorni peggiori della sua vita. Il giorno in cui, tra le sue braccia, era spirata l'unica donna che avesse mai amato.
Rabbrividì non appena i suoi piedi si posarono su quel prato, in quel villaggio. Rabbrividì e non poté fare a meno di farsi travolgere dai ricordi per qualche secondo, giusto il tempo di tornare alla realtà circostante. Da quel giorno erano passati quasi sei anni e, al suo fianco, vi era un'altra persona. Un'altra missione, un altro obiettivo, il cuore che batteva forte per qualcun altro. La vita.
I due saiyan atterrarono nel villaggio principale del pianeta Neo Namek con una folata di vento, staccandosi l'un l'altro non appena furono certi di essere ben ancorati al terreno dopo il teletrasporto. Ma quel villaggio non godeva più della serenità di una volta, quel villaggio fatto di casette bianche era stato quasi completamente distrutto, tranne una dimora: la più antica, la più preziosa, quella del capo dei saggi.
E, tutti intorno radunati a quell'abitazione, una schiera folta e tremante di namecciani sostava con gli occhi spalancati e i volti rigidi di terrore. Due energumeni alti più della porta d'ingresso tenevano per le braccia l'anziano namecciano mentre, spavaldo e perfido come suo solito, Freezer sostava in piedi sul tetto bombato della casa con il dito puntato verso la folla. Non appena vide comparire dal nulla i due avversari oramai ben conosciuti, ci mise ben poco a scoppiare nella sua fragorosa e melliflua risata. Ma non si limitò a ridere, a minacciare, a godere della sua presa di potere. No, non perse nemmeno tempo a dare spiegazioni perché, malvagio come mai nessuno lo era stato, lanciò dal suo dito indice un fascio di luce viola verso la folla, trapassando il volto di un anziano namecciano il quale, senza vita, cadde a terra tra le urla dei presenti.
«State indietro, scimmioni, oppure farò fuori ogni singolo muso verde su questo pianeta. Ah! Questo mi ricorda qualcosa...» esordì Freezer aggrottando poi le sopracciglia e accarezzandosi il mento come per pensare «... ah sì! Ora ricordo, lo avevo già fatto una quarantina di anni fa, o sbaglio? Consideriamola una rimpatriata» aggiunse la perfida lucertola bianca mirando poi ad un altro dei namecciani, uno molto giovane, il quale non ebbe nemmeno il tempo di scansare il colpo, di scappare.
Erano deboli, troppo deboli per poter fronteggiare quella minaccia. Tutti i loro combattenti erano in quel momento sulla Terra ad aiutare la squadra Z. Goku digrignò i denti, poi voltò per un attimo la testa dall'altra parte, schifato da cotanta arroganza e malvagità.
«Vegeta...» ringhiò Goku, trattenendo a malapena la trasformazione in Super Saiyan.
«Che c'è?» rispose lui piatto, faticando a resistere dall'attaccare immediatamente quel vile traditore.
«Lascialo a me. Tocca a me prendermi la rivincita adesso, lo voglio ammazzare nel peggiore dei modi» propose Goku percependo ogni cellula del suo corpo accendersi per l'ira. Non ne poteva più di veder morire persone innocenti, soprattutto se quelle persone stavano combattendo una battaglia che era la sua.
«Kaarot! Non è da te parlare in questo modo» si stupì il principe. Strabuzzò gli occhi, però comprese pienamente il bisogno impellente di versare il sangue di quella lucertola perversa sul terreno scempiato di Neo Namek «... ma va bene. Se ci tieni tanto fa' pure, consideralo un regalo».
Goku sogghignò, voltandosi lentamente per poter guardare negli occhi quel principe dei saiyan che, nonostante tutto, sapeva sempre come riportarlo con i piedi per terra.
«Aaaw» commentò Goku sforzando un mezzo sorriso tra gli spasmi della rabbia, quasi intenerito da quel gesto altruista da parte di Vegeta. Un regalo.
«Muoviti e fallo fuori, prima che cambi idea e lo faccia io per t-» lo spronò sua maestà senza avere nemmeno il tempo di concludere la frase, perché Kaarot era oramai già partito all'attacco per porre fine alla vita di quel mostro, per l'ennesima volta.


Lo guardò illuminarsi di luce dorata e cangiante, scalfendo il proprio nemico con la sola forza dell'aura. Troppo facile, pensò Vegeta. Andando avanti così lo avrebbe distrutto in pochi minuti, e avrebbero così avuto il tempo di far distruggere le sfere al vecchio saggio perché, da quanto aveva potuto scorgere dall'ingresso aperto di quella casa, erano già state pre-radunate per qualche bizzarro motivo. Beh, almeno qualcosa stava andando per il verso giusto. Sperò con tutto il cuore che anche nei futuri pianeti non avrebbero dovuto perdere tempo a cercare tutte le sfere perché, in quel caso, non sarebbe stato così facile, e di tempo da perdere non ne avevano affatto.
Lanciò un altro sguardo al combattimento imminente e vide quell'imbecille del suo rivale dimostrarsi ben poco imbecille combattendo agguerrito, con le sopracciglia dorate aggrottate, i muscoli contratti ma nonostante tutto una leggiadria e una compostezza quasi regale. Si rese conto di quanto fosse cambiato il suo modo di combattere negli anni, di quanto fosse maturato, di quanto fosse più serio e preciso. Vegeta non si era mai fermato a guardarlo veramente in quei giorni, prima di quel momento, non aveva mai badato a quanto fosse diventato ancor più fenomenale di prima. Terza classe o no, era estremamente elegante. Lo ammirò e si sentì profondamente ammaliato da lui fino a quando, rendendosi conto che quello non era esattamente il momento di farsi venire in mente certi pensieri, scosse la testa dandosi da solo dello stupido.
«Dannato Kaarot, mi stai facendo diventare un rincitrullito come te» sussurrò il principe dei saiyan a sé stesso, gettandosi poi a capofitto tra la folla dei namecciani per arrivare di fronte all'ingresso.
«Un solo passo e gli facciamo saltare il cervello» si difesero prontamente i due nemici sconosciuti tenendo per le braccia il capo dei saggi il quale, deglutendo, chiuse gli occhi per pregare.
Ma Vegeta rise, rise sguaiatamente a tal punto da spaventare la folla. Se la ricordavano bene quella risata, alcuni di loro: era la stessa di quel ragazzo giunto su Namek una quarantina di anni prima alla ricerca delle Sfere del Drago. Non era la risata del principe dei saiyan del presente, quello che tutti loro conoscevano come un uomo d'onore, cambiato, che mai gli avrebbe fatto del male un'altra volta.
«Ma prego, fate pure!» li invitò Vegeta, smettendo finalmente di ridere. «Uccidetelo, così la facciamo subito finita e le sfere si disattiveranno da sole!»
I due nemici si guardarono confusi. Nessuno aveva detto niente a loro, come avrebbero potuto saperlo? Del resto erano solo due sciocchi guerrieri di serie b. E così, compresa l'entità del problema, uno dei due partì subito all'attacco verso il principe dei saiyan, il quale però rispose al fuoco con il fuoco senza alcuna difficoltà, atterrando uno dei due facendogli sputare sangue e budella. Si scagliò verso l'altro con ferocia, ben intento a non lasciare di loro neanche una traccia di vita.
Freezer, nel frattempo, non sembrava aver la minima intenzione di farsi attaccare da Goku e farsi uccidere per l'ennesima volta, continuando a sgusciare via come una saponetta bagnata e scappare dalle sue grinfie, attaccando di tanto in tanto la folla di namecciani per fare terra bruciata intorno a sé.
«Smettila, Freezer! Sono io il tuo avversario!» abbaiò Goku. Lo prese per la coda per farlo roteare e scagliarlo in direzione della montagna, giusto in tempo per voltarsi e vedere Vegeta incenerire con una scarica elettrica proveniente dai palmi delle mani l'ultimo dei due scagnozzi che stavano tenendo in ostaggio il capo dei saggi.
«FORZA, VECCHIO! ORA! DISTRUGGA LE SFERE!» urlò il principe rivolgendosi all'anziano namecciano il quale, troppo frastornato, ebbe un momento di esitazione che però gli costò caro. Freezer, tornando come una saetta dalla montagna contro la quale era stato scagliato, fece fuoco da entrambe le mani nella sua direzione, recidendogli entrambe le braccia prima che potesse compiere il gesto suggerito da Vegeta.
Fortunatamente, però, la caratteristica dei namecciani era proprio quella di poter far ricrescere gli arti mancanti nel giro di poco tempo e questo, Freezer, se l'era dimenticato.
«KAAROT, DANNAZIONE, UCCIDI QUELLA BESTIA IMMONDA!» si alterò Vegeta accompagnando poi all'interno della casa bianca il vecchio capo dei saggi, sorreggendolo per la vita in attesa che recuperasse l'energia per farsi ricrescere le braccia.
Goku ringhiò più forte, e il suo grido rimbombò per tutta la verde vallata. Non c'era più tempo per giocare, per potersi battere con quello che era stato un suo grande nemico del passato. Non era il caso di continuare, nemmeno per farlo soffrire di più: ogni minuto che passava rischiava che egli indirizzasse i suoi attacchi verso altri innocenti e no, non lo avrebbe permesso. Lo scagliò nuovamente contro la montagna, colpendolo con tutta la sua forza. Si portò entrambe le mani al fianco e, emanando scintille dai capelli dorati rivolti verso il cielo, pronunciò quella sentenza che avrebbe dovuto dare molti anni prima, sul pianeta Namek, quando invece aveva avuto pietà di lui.
«Kame-hame...»
Proprio in quel momento, tra le più atroci sofferenze, il vecchio namecciano utilizzò le ultime energie rimaste per ricomporre le cellule dei suoi arti superiori, tendendoli poi entrambi verso le sette grandi sfere posizionate sul terreno. E, con voce tremante e la fronte madida di sudore, enunciò la formula magica per disattivare il potere insito delle Sfere del Drago Polunga.
«HAAAAAAAAAAAAAAA!» ululò Goku. Fece partire un immenso fascio di luce dalle proprie mani e investì in pieno il proprio nemico il quale, con un verso straziato di dolore, si sciolse come neve al sole.


Era fatta. Polunga era stato distrutto, la terra aveva tremato, le sue ceneri avevano ricoperto il pavimento lucido della Dimora dei Draghi. Sul pianeta Neo Namek, dopo la grande scossa di terremoto, vi era stato un grande momento di silenzio. Tutto lì? Così semplice?
Il capo dei saggi cadde sulle proprie ginocchia come se fosse appena stato privato di un pezzo di sé ma Vegeta, posandogli una mano sulla spalla, lo esortò ad alzarsi.
«Ottimo lavoro, vecchio. È finita» disse con tono fermo e duro, uscendo poi dalla casa bianca per poter scorgere il lontananza il suo rivale il quale, sorridente e fiero, alzò il pollice in segno di vittoria.
Meno uno. Ne mancavano solo cinque. I namecciani si lasciarono andare in sospiri di sollievo, alcuni esultarono, alcuni piansero finalmente i loro morti, mentre i due saiyan si avvicinarono l'un l'altro pronti a ripartire per la successiva avventura. Si squadrarono soddisfatti, sorridenti, rivolgendo un ultimo sguardo di saluto in direzione del capo anziano dei saggi ma egli, appoggiandosi con le mani allo stipite della porta, assunse un'espressione di puro terrore. Vegeta e Goku non capirono, non realizzarono quanto stesse succedendo fino a che, riflessa negli occhi del vecchio namecciano, scorsero una gigantesca sfera dal colore viola acceso.
Si voltarono di scatto verso il cielo e si accorsero finalmente che le cose non erano facili come il previsto, che non avrebbe potuto andare tutto liscio per una volta perché Freezer, dall'alto dell'atmosfera, era appena risorto e stava scagliando una bolla di distruzione sul pianeta Neo Namek.


Continua...
 


ANGOLO AUTRICE:
Ta-daaaan! Come promesso ecco a voi la pubblicazione infra-settimanale! :) Come l'avete passato il Natale? Spero che vi siate divertiti! 
Ecco il mio regalo per voi: niente morti xD ve l'avevo detto di fidarvi di me, santissimo il cielo! Goten e Dende sono SALVIIIII! Contenti? Dai, non sono stata così cattiva come mi avete appellato. 
Insomma, siamo giunti ad un punto chiave della storia. Goku e Vegeta hanno iniziato la loro folle corsa nella distruzione delle sfere del drago, ma poveri illusi! Pensavano che le cose fossero così facili? Freezer sta per distruggere il pianeta Neo Namek per vendicarsi. 
Nel frattempo i piccoli saiyan hanno deciso di essere temerari come i due purosangue, fronteggiando un sicario pericolossissimo e salvando le verdi chiappe di Dende!
E Goten e Trunks, finalmente, hanno sotterrato l'ascia diguerra. Gotenks è tornato, signori e signore. Adesso la squadra Z ha senso e possibilità di tener testa ai nemici. Per quanto tempo? Non è dato sapersi. Chissà come faranno il principe e "consorte" a sbrogliarsi dalla catastrofe che sta accadendo su Namek e sorpatutto... i prossimi pianeti cosa ci riserveranno?
A presto,
Eevaa
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa