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Autore: Claire087    27/12/2018    3 recensioni
Nonostante i tragici eventi accaduti nel 1995, il nuovo e ambizioso Capo dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici è determinato a organizzare una nuova competizione che coinvolgerà ancora una volta le Scuole di Magia di Beauxbatons, Durmstrang e Hogwarts. Tre campioni si affronteranno in una nuova sfida e per una giovane strega sarà l'occasione per mettersi alla prova.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Lucy Weasley, Molly Weasley Jr, Nuova generazione di streghe e maghi, Roxanne Weasley | Coppie: Angelina/George, Arthur/Molly, Audrey/Percy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nuova generazione
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Prima di cominciare, la signorina Claire vorrebbe dirvi alcune parole...

1) La maggior parte dei personaggi qui presente non appartiene a me, bensì alla signora Rowling, ma li sto utilizzando senza alcuno scopo di lucro. A dire la verità, di alcuni lei ha messo solo i nomi e io ho dato loro una personalità, quindi io e la signora dovremmo fare fifty-fifty...
2) Conosco bene l'albero genealogico dei Weasley, so benissimo che non esiste nessun Artie e che Percy e Audrey non hanno un terzo figlio. Ho voluto lo stesso prendermi questa libertà, perdonatemela. In fondo, ammettiamolo, pure la zia Rowling si è presa qualche libertà di troppo nei suoi ultimi lavori.
3) Ammetto di aver preso l'idea del lavoro di Audrey da un'altra fanfiction, così come una parte del suo background. Mi sembrava una bella idea visto che non si è mai sentito parlare di quest'aspetto nel mondo magico. Mi sembrava giusto dirvelo, perdonatemi anche questo.
4) Questa storia tiene in considerazione la saga letteraria, ma non The Cursed Child. Mi dispiace, ma proprio non riesco a considerarlo canon. Tuttavia, ho comunque mantenuto le personalità e le Case di Albus, Rose e Scorpius. Inoltre, userò i nomi e i termini della prima traduzione, l'unica eccezione sarà se dovrò far riferimento ai Mezzosangue e Sanguemarcio.
5) "Ma perchè non hai scelto Rose/Lily Luna/Victoire come protagonista?" Beh, ragazzi, semplicemente perchè tutti scrivono di Rose, Lily Luna e Victoire, ormai quei personaggi sono nell'immaginario comune di tutti i fan, le fanfiction su di loro sono scritte e riscritte. Nella maggior parte delle storie Molly ha pari importanza della cameriera con cui flirta Harry nel sesto film, oppure è descritta come la solita secchiona antipatica. E' un personaggio che si può modellare in ogni modo (visto che non conosciamo la personalità della madre) e non ha precedenti nè nella saga principale nè in The Cursed Child.
6) E' la mia prima storia di Harry Potter che scrivo. Vi prego, siate garbati ("Via, ragazzi, più garbati...").

Per il resto... Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre!

 
Molly Weasley e il Torneo Tremaghi

Capitolo uno: Una normale famiglia magica
 
Chiunque incontrava per la prima volta la famiglia Weasley, che viveva in una grande casa poco lontano da Ottery St Catchpole, si complimentava con Percy e Audrey per aver cresciuto "dei ragazzi così tranquilli, educati e a modo, che vanno d'amore e d'accordo". Proprio come in qualunque altra famiglia magica che si rispetti. I signori Weasley si limitavano a sorridere imbarazzati a quelle affermazioni, senza rivelare che in realtà era quasi impossibile avere un momento di pace se i loro figli si trovavano insieme nella stessa stanza.

Una delle tante discussioni si creò durante gli ultimi giorni di agosto. Le vacanze erano quasi giunte al termine e mancava poco all'inizio del nuovo anno scolastico alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Molly, la maggiore dei tre fratelli, era in camera sua a prepararsi per andare a cena dai nonni paterni, quando all'improvviso sua sorella Lucy entrò senza bussare.

"L'hai presa tu la mia maglietta del Puddlemere?"

Molly, senza distogliere gli occhi dallo specchio, fece le spallucce. "Non so proprio di che cosa tu stia parlando".

"Bugiarda!" Lucy cominciò ad urlare. "Sei sempre tu quella che prende le mie cose senza chiedere!"

Molly, scocciata, si girò verso di lei e le gridò a sua volta:" Spiegami il motivo per cui avrei dovuto prendere una delle tue magliette orrende!"

"Specialmente quando il Puddlemere ha perso l'anno scorso" s'intromise Artie, il minore dei fratelli. Attirato dalle urla delle sorelle, era entrato anche lui in camera di Molly per godersi lo spettacolo o, peggio, per infierire.

Lucy si girò verso di lui. "Stanne fuori tu! Chi ti ha chiesto nulla?"

"E' la verità!" rispose Artie, ansioso come sempre di dire la sua opinione su qualsiasi argomento. "Papà ha detto che il Puddlemere ha giocato male quasi quanto i Cannoni di Chudley!"

"Cosa ne sai tu di Quidditch!" gli urlò dietro Lucy.

"Uscite da camera mia!"

"Prima restituiscimi la maglietta!"

Molly si arrese e indicò una valigia ai piedi del suo letto. "Prova a dare un'occhiata lì dentro. Forse è finita tra le mie cose". 

Erano appena tornati dal loro ultimo viaggio. Ogni estate i signori Weasley sceglievano una località da visitare assieme ai loro figli. Quest'anno Percy aveva proposto di andare in Egitto: l'aveva apprezzato molto quando l'aveva visitato da ragazzo e ci teneva a ritornarci. Tutti erano rimasti entusiasti dalla scelta: sua moglie aveva apprezzato sopratutto i rilievi all'interno delle piramidi; Artie si era improvvisato esperto della cultura egizia, grazie a una piccola guida trovata chissà dove nello studio del padre; Lucy trascinava letteralmente i genitori per andare a vedere prima quella e poi quest'altra cosa; Molly era rimasta affascinata dall'esoticità del posto e l'aveva aggiunto alla lista dei luoghi che avrebbe rivisitato non appena avrebbe avuto dei soldi suoi. 

Lucy borbottò qualcosa e si mise a frugare nella valigia, mentre una terza persona entrò nella stanza ed esclamò, con voce stanca e rassegnata:" Si può sapere, in nome di Merlino, cosa avete da urlare?"

Artie sgattaiolò subito via, senza farsi notare. Lucy si girò, mostrando una maglietta con uno stemma blu e giallo. "Niente, papà," gli rispose lei con un tono ironico, "forse la mia maglietta ha camminato fuori dalla mia valigia ed è entrata in quella di Molly!"

"Sei tu che sei una disordinata!"

Percy sospirò, irritato dalla futilità del litigio. Era un uomo alto e magro, con i capelli rossi che stavano sempre più diradandosi man mano che gli anni passavano. Quando era stanco, stressato o semplicemente irritato aveva l'abitudine di spingersi indietro gli occhiali sul naso. Quando Molly lo vedeva fare questo gesto, capiva subito che aveva avuto una giornata pesante al Ministero e che era meglio non infastidirlo. Sapevano che il mestiere di suo padre era impegnativo e comportava una grande responsabilità: come Capo del Dipartimento dei Trasporti Magici aveva il compito di assicurarsi che tutti i sistemi di trasporto magici funzionassero con regolarità, garantire sicurezza ai viaggiatori e bloccare tutti i mezzi illegali (come i tappeti volanti e le Passaporte non autorizzate). Nonostante lavorasse molto, riusciva comunque a trascorrere del tempo con la sua famiglia e a godersi dei piacevoli momenti insieme a loro. S'intende, quei momenti quando i suoi figli non litigavano. 

Questo non era uno di quei momenti.

"Possibile che dobbiate sempre discutere su qualsiasi sciocchezza?" le rimproverò, "I vostri cugini non litigano quasi mai!"

Ci mancò poco che Molly scoppiasse a ridergli in faccia. Evidentemente suo padre aveva la memoria corta e non si ricordava affatto di tutte le volte che Roxanne aveva urlato a suo fratello Fred (quando andava a casa dello zio George e della zia Angelina era solita assistere a delle battaglie epiche), oppure di quella volta in cui la piccola Lily aveva scagliato un coltello verso Albus di fronte a tutta la tavolata dei parenti. In quelle occasioni non faceva mai commenti, ma aveva sempre da ridire quando era uno dei suoi figli a fare qualcosa o ad aprire la bocca.

"Piuttosto, perché non siete ancora pronte? Fra dieci minuti vi voglio in macchina".

"Colpa di Molly che mi ha preso la maglietta."

Molly alzò gli occhi al cielo. Va bene, lo ammetteva. Era stata lei a prendere la maglietta. Le piaceva il colore. C'era bisogno di farne una questione di stato?

Lucy domandò a suo padre:" Come mai non viaggiamo con la Metropolvere? Ci mettiamo dieci secondi."

"Perchè dopo aver viaggiato su quei trabiccoli infernali," disse Audrey mentre passava per il corridoio e si affacciava alla camera da letto, "l'ultima cosa che mi va di fare oggi è di essere di nuovo sbattuta di qua e di là". Si riferiva alla Passaporta e al Nottetempo che avevano dovuto prendere per ritornare a casa.

In quel momento il suo tono lasciava trasparire stanchezza e sfinimento, ma di solito Audrey era la persona più allegra e rilassata della famiglia (caratteristiche che solo la sua figlia maggiore sembrava aver ereditato). Tutto il suo aspetto dava l'impressione di una persona serena: era bella, bionda e sorridente. Tuttavia, non mancavano le volte in cui lei faceva uscire il lato più sarcastico del suo carattere; ciò accadeva quando era particolarmente stanca o frustrata. Arrivava anche a perdere le staffe quando venivano messe a repentaglio le cose che le stavano più a cuore. Come Percy, era una persona piuttosto rinomata nel mondo magico, anche se svolgeva un lavoro totalmente diverso: era un'artista. Possedeva un negozio di quadri a Diagon Alley, ritraeva streghe e maghi importanti su commissione e ogni tanto teneva una mostra d'arte magica. In apparenza era l'opposto di suo marito, ma chiunque li conoscesse bene sapeva quanto i due fossero innamorati e uniti. In un certo senso costituivano una squadra: nel dare contro ai figli non li batteva nessuno.

"Io pure," replicò Percy, "quindi sbrigatevi".

I genitori ritornarono nella propria stanza. Quando finalmente anche Lucy uscì dalla camera con la sua preziosa maglietta del Puddlemere, Molly finì di vestirsi, pettinarsi e truccarsi. Ci teneva ad essere in ordine ed apparire al meglio. Sapeva di essere una bella ragazza e di piacere alla gente: i capelli lisci e rossi li aveva ereditati dal padre, ma gli occhi e i lineamenti erano della madre.

A volte i suoi fratelli e cugini la prendevano un po' in giro per le sue "manie femminili", senza offenderla più di tanto, anche perché sua cugina Dominique era peggio di lei. Tuttavia, alcuni suoi compagni di scuola sembravano associare i suoi modi a comportamenti frivoli e poco seri. Lei l'aveva capito da alcuni dei loro atteggiamenti; per esempio dal modo in cui Gertrude Gray, una ragazza del suo dormitorio, alzava gli occhi al cielo ogni volta che Molly faceva una battuta sciocca per far ridere le altre. Peggio ancora, da come il suo ex fidanzato di Corvonero, Mark Williams, evitava di coinvolgerla nella conversazione quando parlava con i suoi amici: quando lei dimostrava anche solo l'intenzione di voler dire la sua, lui cambiava argomento o la distraeva con qualcos'altro. Lei se ne era resa conto solo dopo la loro rottura. Tutto questo lo riteneva ingiusto, poiché sapeva benissimo di non essere una stupida: leggeva molti libri su argomenti diversi, non era male come studentessa e ascoltava sul serio (anche se non lo dava a vedere) suo padre quando raccontava qualcosa di importante accaduto al Ministero. Inoltre era riuscita a dimostrare a sé stessa di essere perfettamente in grado di superare i momenti tosti.

L'anno precedente, il quinto, era stato il più duro della sua carriera scolastica: era stata nominata prefetto di Grifondoro. Il fatto aveva sorpreso tutti in famiglia, lei compresa (si aspettava che l'onore fosse toccato a Gertrude Gray). Sua sorella e suo fratello, che aspiravano entrambi a quella carica, avevano spalancato la bocca come se lei si fosse trasformata in un troll. All'inizio Molly era contenta: era la prima volta che qualcuno le riconosceva delle capacità e non le dispiacevano affatto le lodi e i regali di suo padre. Per non parlare di tutti i privilegi che avrebbe avuto (come usare quella grande vasca nel bagno dei Prefetti). Tuttavia, le responsabilità che questa nomina comportava si erano rivelate più pesanti di quello che lei avesse previsto. Inoltre, in quel periodo doveva studiare il doppio del solito per via dei G.U.F.O. che sembravano sempre più vicini. A tutto questo si era aggiunta la sua storia con Mark, il suo primo fidanzato, che l'aveva conquistata alla fine del quarto anno e lasciata nove mesi dopo.

Fortunatamente non si era lasciata abbattere: dopo aver pianto tutte le sue lacrime e aver ascoltato tutti gli improperi che Roxanne aveva rivolto a quel "cumulo di fango", aveva deciso di dedicare anima e corpo allo studio. Una volta finiti gli studi le sarebbe piaciuto lavorare all'Ufficio Misteri, ma per far ciò le servivano voti alti. Alla fine le sue fatiche erano state ricompensate con risultati migliori di quello che si era aspettata: ben 10 G.U.F.O., con Eccezionale in Incantesimi, Trasfigurazione, Rune Antiche e Aritmanzia; Oltre Ogni Previsione in Divinazione, Difesa contro le arti oscure, Pozioni e Storia della Magia; era pure riuscita a strappare un Accettabile in Erbologia e Astronomia, materie in cui faticava un po'. Non aveva superato Cura delle Creature Magiche, ma d'altronde se l'era aspettata: durante l'esame si era categoricamente rifiutata di avvicinarsi allo Schiopodo Sparacoda. Suo padre ne era rimasto estasiato, almeno fino al momento in cui sua sorella aveva di nuovo attirato l'attenzione su di sé con l'arrivo della lettera che annunciava - questa volta senza sorpresa di nessuno - la sua nomina di prefetto di Corvonero. Pazienza, almeno era riuscita a godersi appieno le vacanze ed era pronta per il ritorno a Hogwarts.

Sperava che il sesto anno sarebbe stato diverso dal precedente. Non più tranquillo, ma più avventuroso ed emozionante. Da sempre desiderava vivere un'avventura a Hogwarts insieme ai suoi amici: dopo passato l'infanzia ad ascoltare racconti su racconti dello zio George riguardo a cosa combinavano lui e Fred quando erano ancora studenti; o quelli dello zio Ron su tutto ciò che aveva fatto assieme allo zio Harry e zia Hermione, Molly aveva sperato di poter essere la protagonista di vicende altrettanto rocambolesche. Tuttavia, l'unica vicenda emozionante che avevano vissuto lei e Roxanne era stata quando avevano provato, durante il loro primo anno, ad uscire dal dormitorio durante la notte. Non avevano avuto il coraggio di andare oltre il corridoio, erano tornate indietro ridacchiando e con il cuore che batteva all'impazzata. A quel tempo l'avevano considerata un'impresa eroica, ma poi si erano rese conto di quanto fosse stato infantile (per non dire imprudente e stupido). Quest'anno, se lo sentiva, avrebbe avuto la sua occasione.

Spero almeno, pensò Molly, che non sia un altro quinto anno.

"Siete pronti? Guardate che vi lascio qui".

Sentì suo padre passare per il corridoio. Molly afferrò il regalo che aveva portato per Roxanne dall'Egitto e si affrettò a raggiungerlo. 

Percy era uno dei pochi membri della sua famiglia, assieme a suo padre e suo fratello Ron, ad avere un'auto e una patente di guida. Lui spiegava che, lavorando al Dipartimento dei Trasporti Magici, doveva avere a disposizione più mezzi di trasporto possibile, compresi quelli babbani se la necessità lo richiedeva. Molly era contenta quando i suoi genitori decidevano di viaggiare in auto piuttosto che con la Metropolvere. Detestava sporcarsi. Era anche una fortuna che casa sua non fosse tanto lontana dalla Tana.

Arrivarono di corsa anche Artie e Lucy. Sua sorella teneva in mano il suo manico di scopa, una Starsweeper XXI che suo padre aveva acconsentito a comprare dopo molte richieste. Molly alzò gli occhi al cielo. Una settimana senza il suo amato Quidditch deve averla mandata in astinenza. Lucy giocava come cacciatrice nella squadra di Corvonero. Quelle ore che non passava a leggere e studiare le trascorreva ad imparare nuove tecniche di gioco. Inoltre, come ogni essere umano di cognome Weasley, parlava di Quidditch, guardava le partite di Quidditch e soprattutto amava il Quidditch. Si era pure messa la maglietta del Puddlemere, tutta stropicciata per essere stata in valigia per troppo tempo. I suoi lunghi capelli biondi - ora legati a coda di cavallo - erano una delle poche caratteristiche che aveva ereditato da sua madre. I lineamenti, le lentiggini e gli occhi (che avevano presto avuto bisogno di occhiali) erano del padre. Tuttavia, a differenza di quest'ultimo, era bassina e minuta. Dimostrava meno anni di quelli che aveva in realtà, ciò le causava spesso non poche situazioni imbarazzanti, come quando venivano a cena amici dei genitori o quando aveva fatto il provino per entrare nella squadra di Quidditch. Perfino suo fratello, che aveva un anno in meno di lei, la superava in altezza. 
 
Arthur, chiamato semplicemente Artie dalla famiglia e dagli amici, aveva i capelli e gli occhi della madre. Per il resto, assomigliava sia fisicamente che caratterialmente a suo padre. Era un Tassorosso molto studioso e intelligente, sempre pronto a sorprendere gli altri con le sue conoscenze e a far valere la propria opinione su qualsiasi argomento. Una delle poche volte in cui non aveva niente da dire era quando gli chiedevano quale carriera volesse intraprendere una volta uscito da Hogwarts: i suoi interessi erano innumerevoli e mutavano di continuo. C'era stato un periodo in cui si era interessato alle pozioni, poi era passato all'alchimia e dopo ancora alle creature pericolose... D'altro canto, aveva l'imbarazzo della scelta: i suoi voti scolastici facevano a gara con quelli di Lucy. Entrambi i fratelli condividevano una strana ossessione di voler raggiungere il miglior risultato a ogni costo. Molly, dal canto suo, se ne stava alla larga.

Per ultima arrivò anche sua madre. Sembrava aver ritrovato di nuovo la sua allegria e, come al solito, era molto elegante, ma Molly notò subito qualcosa di strano sulla sua camicetta.

"Mamma, ti sei macchiata di blu".

Audrey si scrutò i vestiti e sorrise imbarazzata, "E' vero. Prima mi sono messa a ritoccare un po' il mio nuovo lavoro. Vado un attimo a cambiarmi".

Percy stava per protestare, ma prima che potesse farlo lei lo baciò sulla guancia. "Ci metto un secondo" disse e filò di sopra. Suo marito rinunciò a discutere e si limitò a borbottare qualcosa sottovoce.

Riuscirono a partire un quarto d'ora dopo. Fu allora che Percy lanciò un'occhiata ai sedili posteriori e si accorse anche lui del manico di scopa. "Lucy, perché te lo sei portato via?" le chiese, anche se conosceva già la risposta.

"Voglio fare qualche tiro con Fred e James".

"Lo zio Harry e la zia Ginny non vengono stasera".

"C'è Hugo?" chiese Artie.

"Nemmeno, la zia Hermione è troppo impegnata in questo periodo". Da quando la loro zia era diventata Ministro della Magia, i ragazzi la vedevano di rado, perlopiù durante le festività. Invece lo zio Ron, che lavorava nel negozio di scherzi assieme allo zio George, lo vedevano spesso a Diagon Alley.

"Stasera ci saranno solo zio George, zia Angelina, Fred e Roxanne".

Lucy alzò le spalle, "Vorrà dire che giocherò con Fred".

"Ora che finiamo di cenare sarà buio" disse sua madre.

Lucy sbuffò spazientita. Artie le disse:" Ma non sai pensare ad altro che al Quidditch?"

"Artie," intervenne Molly, sospirando con aria rassegnata, "dimmi una sola persona che si chiami Weasley e a cui non piaccia il Quidditch".

Sua sorella si girò verso di lei e le rispose sarcasticamente:" Molly Weasley".

"Ma non dire sciocchezze..." rispose Molly evasivamente, passandosi una mano tra i capelli. "Nonna Molly era nella squadra di Grifondoro quando andava a Hogwarts".

"Parlava di te, stupida!" esclamò suo Artie.

"Lo so, genio!" rispose Molly sarcasticamente, frustrata dal fatto che suo fratello non avesse colto la battuta. "Da quel che mi risulta, neanche tu ti interessi così tanto di Quidditch e il tuo cognome è Weasley!"

"Io mi interesso al lato teorico del Quidditch." spiegò Artie, schiarendosi la voce. "Posso fare previsioni sulle probabilità di vittoria di una squadra".

"Ma scusa, come fai a prevedere quale squadra vince?" chiese Molly, incredula. "Rubi le tazze da tè della Cooman?"

Suo fratello le lanciò un'occhiataccia. "Non faccio quel tipo di previsioni! Le mie sono basate più su calcoli di Aritmanzia: la media dei punti segnati da ciascun giocatore, il numero dei boccini presi dai cercatori, i giocatori che più spesso vengono colpiti dai Bolidi...".

"Tutto molto interessante, magari dopo mandami un gufo..." lo interruppe Molly, fingendo un'aria da snob e uno sbadiglio annoiato. Solitamente interrompeva così i suoi fratelli e cugini quando parlavano di argomenti che non le interessavano, il Quidditch in primis.

Lei era una delle poche persone della sua famiglia a non apprezzare quello sport. Oltre a sua sorella che giocava per i Corvonero, i suoi cugini Roxanne, Rose e James erano nella squadra di Grifondoro; proprio come lo erano stati i suoi zii. Sua zia Ginny aveva addirittura giocato professionalmente per le Holyhead Harpies. Tutti gli altri, anche se non giocavano, amavano comunque assistere alle partite e commentarle. Persino suo padre, il quale a prima vista non sembrava affatto un tipo sportivo, si esaltava per le vittorie delle sue squadre preferite. Anche chi non era ossessionato da quello sport (come sua madre o zia Hermione) assisteva alle partite con piacere. A Molly invece, tutto ciò non suscitava il minimo interesse. Prima di tutto, non era in grado di giocare. Ci aveva provato una volta, nel cortile della Tana, assieme ai suoi cugini: nessuno era mai riuscito a capire come lei fosse riuscita a far finire la Pluffa dentro al pentolone di zuppa che stava bollendo sul fornello. Secondo, non era in grado di seguire una partita senza morire di noia: si stancava spesso di guardare dei tizi - anche se ammetteva che alcuni erano davvero attraenti - che si rincorrevano per acchiappare una palla di cuoio. Era stata convinta dai fratelli, da suo padre e da Roxanne a partecipare alla Coppa del Mondo di Quidditch del 2014. Loro l'avevano definita "un'esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita". Molly aveva dovuto ammettere che la prima mezzora era stata emozionante (la presentazione delle squadre, le varie mascotte...), tuttavia presto si era stufata. Fortunatamente quella volta aveva avuto la premura di portarsi un libro con sé. Le uniche volte in cui lei faceva il suo "dovere di tifosa" - così lo chiamava - era quando erano sua sorella e i suoi cugini a giocare a scuola.

Audrey, per evitare che nascessero altre discussioni tra i suoi figli, si inserì nella conversazione: "La nostra famiglia potrebbe tranquillamente fondare una squadra, riserve comprese".

Percy sorrise. "Vero. Anche i Potter vantano generazioni di giocatori, pensate che persino il padre dello zio Harry giocava per i Grifondoro".

"Davvero?" disse Lucy, "Capisco perché James passa la maggior parte del suo tempo a cavallo di un manico di scopa".

"Invece Albus," intervenne subito Artie, "il manico di scopa ce l'ha infilato in un altro posto".

"Arthur!" urlò Audrey, girandosi per fulminarlo con lo sguardo. Molly e Lucy invece scoppiarono a ridere: erano rare le volte in cui il loro fratellino se ne usciva con una battuta, ma quando succedeva era epico.

Percy si schiarì la voce: era segno che stava per iniziare una lunga ramanzina. "Molly, Lucy e Arthur..." ogni volta che doveva rimproverare tutti e tre i suoi figli, scandiva lentamente i loro nomi con precisione sillabica - nel mentre, le risate si stavano spegnendo, "... vi proibisco nel modo più assoluto di deridere, prendervi gioco o dire anche una sola parola contro vostro cugino Albus Severus".

"Per quel che gli può interessare..." borbottò Artie.

"Interessa a me!" lo interruppe subito suo padre, "Non è così che vi ho educato. Dovete essere gentili con lui, così come lui lo è con voi".

"Gentile con noi? Questa è bella!" esclamò Lucy, "Si rifiuta di parlare con noi da anni. Anzi, si rifiuta di parlare praticamente con tutti!"

"Sciocchezze! Da quel che vedo, è un ragazzo a modo, tranquillo, educato e non ha mai causato problemi a nessuno".

"Educatissimo, proprio..." replicò Molly con sarcasmo, "Neanche ci saluta. Fino a qualche anno fa non parlava neanche con i suoi stessi genitori. Pure con i suoi fratelli... e con Rose, la sua migliore amica!"

"Beh, sapete... come posso spiegarvelo... lui ha passato una certa fase..." Percy s'interruppe, incapace di trovare le parole.

"Quello che vostro padre intende," intervenne Audrey, in aiuto del marito, "è che Albus ha trascorso un periodo difficile, in cui si sentiva un po' allontanato dalle persone a lui più care per via della Casa in cui è finito. Non giudicatelo, sarebbe potuto capitare anche a voi. Ma piano piano si sta riprendendo e sta tornando ad aprirsi...".

"Ce ne sta mettendo parecchio, di tempo" disse Artie.

Ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno sapeva cosa aggiungere. Infine il loro padre disse, con un tono di voce calmo e fermo:" Ognuno ci mette il tempo che ci mette, Arthur".

Molly sapeva che i suoi genitori in fondo avevano ragione, tuttavia non riusciva lo stesso a comprendere del tutto il comportamento di suo cugino, né a provare simpatia per lui. Durante la cerimonia dello Smistatmento del suo secondo anno a Hogwarths, Molly aveva visto il cappello parlante assegnare Albus a Serpeverde. Aveva sentito i sussurri di molti alunni, soprattutto di Grifondoro, sconvolti dal fatto che il figlio del famoso Harry Potter fosse capitato proprio nella Casa con la peggior reputazione. Anche lei non era riuscita a nascondere la sorpresa, ricordava gli sguardi che lei e Roxanne si erano lanciate. Alla fine però, lei non se ne era fatta un problema: Serpeverde non contava soltanto maghi e streghe malvagi. Il suo insegnante di Pozioni, il professor Lumacorno, era un Serpeverde bonario e simpatico, aveva addirittura combattuto contro i Mangiamorte durante la battaglia di Hogwarts. Era sicura di non aver mai in alcun modo fatto pesare ad Albus di essere un Serpeverde, e lo stesso poteva dire dei suoi fratelli. Tuttavia, lui aveva deciso comunque di non rivolgere più la parola a nessun essere umano che non fosse Scorpious Malfoy. Artie ne era rimasto piuttosto ferito: prima che Albus andasse a Hogwarts, i due giocavano assieme durante le feste alla Tana. Dopo tre anni di silenzio, Albus aveva ripreso a parlare con i suoi fratelli, i suoi genitori e occasionalmente anche con Rose; ma allo stesso tempo aveva deciso che le altre persone non fossero degne di tale onore. 

Audrey, per smorzare la tensione che si era creata, pensò a qualcosa per sviare il discorso. Alla fine chiese al marito: "Tesoro, ti sei ricordato il regalo per i tuoi?"

"Per la barba di Merlino!" esclamò suo marito, colpendosi la fronte con la mano.

Audrey rise. "Tranquillo, l'ho preso io!"

I tre ragazzi Weasley ridacchiarono. Nel mentre, la loro madre posò la sua mano su quella del loro padre. Lui gliela strinse e le sorrise, come per ringraziarla. Fu uno di quei momenti in cui Molly non poté far a meno di ammettere che la sua, in fondo, era davvero una gran bella famiglia. Va bene, ho dei fratelli che rompono le scatole, una mamma che cambia umore in un secondo e un papà che mi fa sorbire le ramanzine più soporifere... ma in fondo, in quale altra normale famiglia magica non succede?
 
Questo capitolo serviva più o meno a introdurre Molly e la sua famiglia. Dal prossimo apparirà anche qualche altro Weasley.
A proposito, dico subito che non è mia intenzione far apparire Albus come un personaggio negativo o antipatico, descrivo solo la percezione che Molly e gli altri hanno nei suoi confronti. In The Cursed Child lui, Rose e Scorpius non mi sono piaciuti come personaggi, anzi, i primi due li ho detestati (e sono pochi i personaggi che detesto). Qui cercherò di addolcirli un po', ma nella prima parte della storia manterrò comunque le caratteristiche con cui si sono presentati.

Spero che vi sia piaciuto come inizio e spero vivamente di riuscire a finire questa storia, prima o poi. :)


 
 
   
 
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