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Autore: EmilyG66    27/12/2018    0 recensioni
Vaiana vive una vita tranquilla nell’isola di Motunui con il suo popolo e i genitori.
I giorni sembrano tutti uguali e il tempo non scorre mai, inoltre le uniche situazioni che paiono arricchire le giornate della figlia del capo sono principalmente: i problemi della tribù e i suoi punzecchiamenti occasionali con Maui, un presuntuoso semidio apparso dal nulla sulla riva della loro isola quand’era ancora molto piccolo.
Inaspettatamente la ragazza potrà finalmente intraprendere un’avventura per restituire il cuore perduto di Te Fiti e trovare la strada per il proprio.
La fanfiction che segue riprende dettagliatamente la storia del film però con qualche sostanziale differenza.
I personaggi non appartengono a me ma alla Disney.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maui, Moana Waialiki/Vaiana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era da poco sorta l’alba, il mare scivolava ripetutamente lungo la battigia umida producendo un seducente fragore.
Una lieve brezza aleggiava per la spiaggia accarezzando le vele delle imbarcazioni abbandonate lì in precedenza e nel cielo non vi erano nuvole.
L’orizzonte era tinto d’arancione e il sole iniziava pigramente il suo giro mentre la volta celeste si riappropriava dell’azzurro.
Oltre la distesa di sabbia una ricca vegetazione forniva le materie prime per tutta la popolazione come: cibo, legna per le imbarcazioni, foglie per gli abiti ecc…
In lontananza sul suolo verde erano state edificate varie abitazioni e nella più imponente di esse, costruita più in alto rispetto alle altre, qualcuno si stava già svegliando.
Dietro le spesse tende, all’interno della capanna, Vaiana riposava distesa su un fianco avvolta scompostamente in una coperta color porpora con le braccia poste sotto il capo e i capelli scuri sparsi sul pavimento.
Respirava lentamente sognando di poter navigare per tutto l’oceano e un sorrisetto le incorniciava il volto rilassato.
Un’audace raggio di sole attraversò la tenda mossa lievemente dal vento posandosi sul viso della figlia del capo dormiente mentre la capanna veniva colpita dalla luce dell’astro appena nato illuminando l’interno dell’abitazione di un caldo arancione.
La ragazza aprì pigramente l’occhio sinistro…poi il destro e sfregò il volto contro le proprie braccia, emise un sospiro e si sedette guardandosi intorno.
La tenda che divideva la propria camera dal resto delle stanze era chiusa, il che voleva dire che i suoi genitori stavano ancora dormendo.
Vaiana allontanò rapidamente e senza fare rumore ciò che la copriva rivelando il proprio abbigliamento composto da: un top di tapa rossa, una cintura dello stesso materiale e colore e una gonna di pandanus a frange.
La figlia del capo si mise in piedi osservando di sfuggita Pua che sonnecchiava placidamente sulla schiena in un angolino della stanza.
Un sorriso le nacque istintivamente sulle labbra carnose a quella vista.
Di ottimo umore la ragazza scostò la tenda esterna rimasta aperta e saltò atterrando con un morbido tonfo sul terreno.
Nell’aria si percepiva una leggera fragranza di fiori e Vaiana si allontanò correndo verso ciò che più amava: il mare.
L’erba le solleticava i piedi nudi e il vento le scompigliava i capelli ricci, ancora pochi passi e avrebbe percepito la consistenza granulosa della sabbia fresca fra le dita dei piedi e l’odore salmastro dell’oceano.

Non appena raggiunse la riva la figlia del capo sorpassò le imbarcazioni per la pesca e si fermò ad osservare ammaliata il mare nonostante non fosse la prima volta che lo vedeva.
Gli occhi marroni le scintillarono come i riflessi del sole brillavano sopra la superficie d’acqua cristallina.
La ragazza abbassò le palpebre per un momento per ascoltare il rumore delle onde e godersi quell’assaggio di libertà che non le era concesso.
Durò relativamente poco poiché un inaspettato fruscio che proveniva da alcuni cespugli lontani, cresciuti attorno ad un grande masso, attirò la sua attenzione.
Perplessa Vaiana prese a camminare lungo la spiaggia in quella stessa direzione finché non si trovò di fronte alla roccia.
La figlia del capo poggiò entrambe le mani sulla dura superficie e si sporse restando seminascosta fra le grandi foglie.
Uno sguardo e il suo interesse diminuì notevolmente mentre la propria espressione mutò in risentimento appena si rese conto di chi si trattava.
A qualche metro da lei c’era uno degli esseri viventi più vanitoso che avesse mai incontrato, anzi il semidio più pieno di sé che avesse mai conosciuto.
L’uomo possedeva un fisico massiccio e muscoloso dalla carnagione scura baciata dal sole e ricoperta da tatuaggi, i capelli erano lunghi, neri e ricci e gli occhi marroni.
La sua figura era abbellita da una gonna di foglie e al collo indossava una collana di denti di squalo.
-Maui…–disse la sedicenne aggrottando le folte sopracciglia e schiacciando maggiormente il proprio corpo contro la roccia.
Non andava affatto matta per lui.
Si conoscevano da sempre, suo padre lo aveva trovato sulla riva di Motunui che stringeva un grade amo da pesca e il piccolo era riuscito a sollevarlo inspiegabilmente come se non pesasse niente.
Tui impressionato lo interpretò come un segno degli dei e il piccolo venne accudito un po’ da tutta la sua gente.
Una volta raggiunta la maggiore età il capo del villaggio gli aveva restituito l’amo e il semidio era partito subito per compiere grandi eroiche imprese, cosa che la giovane Vaiana aveva davvero invidiato.
Maui tirò fuori isole dal mare, catturò il sole, imprigionò i venti, creò le palme dalle noci di cocco e fece tante altre cose impossibili e incredibili.
Una volta tornato era stato acclamato e accolto come un Dio, inutile dire che la cosa gli era piaciuta parecchio.
Si definiva metà Dio e metà umano ma tutto fantastico.
La figlia del capo non lo odiava, non ne era capace ma la irritava parecchio l’atteggiamento che ostentava.
Prima che la gente potesse domandargli delle sue gesta e di come si era procurato quei sorprendenti tatuaggi l’eroe di tutti ripartì e in poco tempo tornò senza l’amo.

La ragazza sapeva che era stato sconfitto da un demone chiamato Te Kā dopo aver rubato il cuore di Te Fiti, l’isola madre che donava la vita, e il prezioso artefatto andò perduto.
Da allora era stata proibita la navigazione perché troppo pericolosa per colpa dei mostri marini che distruggevano le navi e uccidevano i navigatori.
Sua nonna le aveva raccontato ogni cosa confidatale da Maui e anche se Tui e tutti gli altri non credevano che l’oscurità li avrebbe distrutti, come le loro leggende affermavano, il capo aveva vietato al semidio di varcare il reef poiché era stato esiliato a Motunui e lì secondo lui doveva restare per tutta l’eternità.
Ma Maui era testardo esattamente come Vaiana e lei sapeva che prima o poi avrebbe disubbidito a Tui e ripreso a navigare.
Non poteva stare lontano dal mare, sentiva lo stesso richiamo che inesorabilmente attirava anche lei.
Il semidio ora era intento a trasportare una canoa standard sul palmo della mano destra indisturbato come se stesse sollevando il nulla.
Canticchiava un motivetto a lei sconosciuto muovendo il capo a ritmo prima di avvicinarsi alla riva e posare con naturalezza l’imbarcazione in acqua emettendo un versetto rilassato.
-Non vorrà sul serio…-si disse la figlia del capo a bassa voce.
L’eroe salì a bordo, afferrò un remo rigirandoselo tra le mani con maestria e si diede la spinta.
Tese la vela, fece dei nodi, si sedette e poi voltò il viso verso la spiaggia con un sorrisetto furbo.
Prese aria gonfiando il petto imponente e soffiò con la potenza contenuta nei suoi polmoni usando la raffica che aveva appena generato per allontanarsi dalla spiaggia.
Vaiana ne rimase colpita e attese che la figura del semidio fosse un puntino all’orizzonte prima di tornare da dov’era venuta.

Piano piano il villaggio aveva preso vita e i marinai si erano tutti destati per recarsi in spiaggia a preparare le barche.
La figlia del capo li salutò con dei cenni e dei buongiorno augurando a ciascuno una pesca proficua.
Dopo qualche ora il sole splendeva già e un bel brusio si poteva udire praticamente ovunque.
Una volta che anche i genitori di Vaiana furono in piedi, e che lei ebbe consumato una sostanziosa colazione, la ragazza indossò la corona di fiori e iniziò ad offrire il proprio aiuto al popolo.

Il primo caso del giorno fu un tetto che perdeva acqua, niente di speciale perché si era solo spostato il palo quindi la famiglia uscì dall’abitazione quasi subito.
-Dov’è Maui? –chiese Tui alla figlia cercando l’eroe fra la gente con espressione sostenuta.
La moglie Sina al suo fianco fece altrettanto e la ragazza rivolse lo sguardo ovunque incerta su cosa dire.
-Ecco Maui! –disse un uomo fra i tanti facendo levare tutti gli sguardi sull’interessato.
Il semidio, ben visibile per la propria corporatura, portava sulla spalla tanti pesci di diverse dimensioni e camminava con aria spavalda.
Come vide Vaiana il suo sorriso non vacillò e anzi le regalò uno sguardo che la figlia del capo non comprese.
Gli abitanti si fecero attorno alla divinità e lui affidò a qualcuno il proprio bottino.
La ragazza continuò ad osservarlo domandandosi se avrebbe dovuto fare la spia sull’uscita dell’uomo in mare o meno.
-Andiamo Vaiana, altri hanno bisogno di te. –le ricordò suo padre destando la figlia da quei pensieri.
Lei annuì e si voltò allontanandosi assieme ai genitori per continuare le loro attività quotidiane.

Dopo la questione del tetto Vaiana dovette assistere in uomo un po’ codardo e decisamente sensibile che necessitava di conforto mentre si faceva fare un tatuaggio sulla schiena.
La faccenda andò per le lunghe e quando finalmente la figlia del capo aveva finito era già il momento di insegnare ad alcuni bambini come danzare correttamente.
I quattro promettenti ballerini impararono bene e Vaiana poteva essere soddisfatta che eseguissero i movimenti come da tradizione.  Le bambine in un modo e i maschietti in un altro.
Il più piccolo del gruppo ad un tratto si espresse in un ballo innovativo e tutto suo, poi le fece l’occhiolino molto sciolto sporgendo le labbra con fare che doveva risultare seducente ma che fu decisamente comico e che mise a disagio l’insegnante.
Chissà da chi lo aveva imparato…
-Mi piace parecchio il tuo stile. –disse improvvisamente qualcuno al fianco della figlia del capo.
Quest’ultima sobbalzò smettendo muovere i fianchi e le mani.
Era solo Maui.

  
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