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Autore: anilasnoches    28/12/2018    0 recensioni
Il più grande svantaggio di vivere in un seminterrato è che la mattina quando ci si sveglia,e fuori c’è una bella giornata,non si può ammirare nessun panorama attraverso le finestre.Probabilmente era per questo che,nella mente autolesionista di Massimo,ogni mattina le prime parole a cui pensava fossero quelle che suo padre soleva dire quando le cose si mettevano male..
Ora non si trovava più nella sua vecchia camera a casa dei suoi,dove si apriva un balcone affacciato su un terreno alberato.Osservando l’unica miserevole finestrella della stanza,di circa mezzo metro per dieci centimetri,quelle parole per lui erano una beffa più che mai.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate ormai tre notti da quando sono arrivato in questo campeggio prossimo a Sabaudia.in questa notte senza luna l’unica luce proviene dalla lampada portatile che illumina la pagina sulla quale sto scrivendo. Questa lampada di plastica rossa era la stessa che usavamo in famiglia quando andava via la corrente,fino ai tempi in cui io ero ancora un ragazzino. Allora non avevamo né cellulari,né tablet,né nessun altro aggeggio elettronico,quindi l’unica fonte di luce artificiale proveniva proprio da quella lampada.il ricordo di quei momenti di raccoglimento attorno alla sua luce la rendono più calda di quello che in realtà sia.e mi da l’illusione che l’immensa oscurità che ora mi circonda non vada oltre le quattro mura di casa mia.
Ormai non credo manchi molto all’alba.voglio approfittare delle ore di buio che restano per raccontare la mia giornata.
Ieri il tempo è stato un po’ uggioso,con un cielo nuvoloso che ha nascosto il sole per tutto il giorno.in spiaggia non c’erano molte persone,e il mare era un po’ agitato.avrò perlustrato il lungo lungomare di sabaudia per un paio d’ore prima di trovare anna. Si trovava ai piedi di una roccia circondata dalla vegetazione dunale,in un punto in cui lei era invisibile ai passanti.
Vedendomi sembrava imbarazzata,intuendo evidentemente il mio stupore di fronte alla sua eleganza. Indossava un lungo abito da sera di colore nero - nulla a che vedere con il vestito grigio che aveva la prima volta che l’ho vista – che era calato quasi perfettamente sulle sue forme delicate per arrivarle fino alle caviglie.al collo portava una collana con ciondolo a forma di piramide,ma non c’era nessuna traccia del fazzoletto.Sul suo viso risaltavano gli occhi cerchiati di nero e le labbra colorate di un grigio molto scuro.Sembrava pronta per celebrare un rito di stregoneria.
-- Cavolo,ti eri nascosta per bene – le dico,con un po’ di affanno nella voce.lei mi sorride forzatamente e sale in cima alla roccia ai piedi della quale era seduta e che collegava direttamente la spiaggia con il lungomare.la seguo senza discutere,quasi per inerzia - conciata in quella maniera era ancora più magnetica.da quella posizione si aveva una vista più panoramica e suggestiva.in mare c’era soltanto una persona a sfidare le sue acque,avanzando con una postura fiera.
Senza poter attendere oltre racconto subito ad anna il sogno che avevo avuto quella notte,con dovizia di particolari.Lei mi ascoltava con attenzione,distogliendo ogni tanto lo sguardo da me in direzione del mare.Alla fine del racconto sembrava molto turbata.
- Ha un significato per te – le chiedo molto delicatamente.
Lei non risponde,lasciando che il silenzio parlasse per lei.dopo aver lasciato passare qualche istante,comincia a parlarmi della persona che le aveva regalato il fazzoletto al braccio.
Quindi parte a raccontarmi la storia della sua vita da quando lo aveva incontrato per la prima volta in un centro sociale. Di come abbiano cominciato a frequentarsi. E di come, nel momento in cui il loro amore stava per sbocciare, lei abbia cominciato a sentire un po’ strette le ideologie che all’inizio li avevano fatti conoscere.
-- Col tempo ho cominciato a frequentare sempre di meno le attività e le manifestazioni del centro sociale, fino a che ho finito con l’emarginarmi e col chiudermi in me stessa. L’antifascismo ormai lo vedevo come qualcosa di anacronistico, e il progressismo come una linea inesorabile la cui direzione per me non aveva più alcun interesse. Lui non riusciva assolutamente ad accettarlo, e quando si avvicinò ad un gruppo anarco-insurrezionalista - come a voler lanciare una sfida a me e al sistema che secondo lui io stavo tacitamente avallando - finimmo per perdere i contatti. Io non credevo più in niente ed ero così stanca di nuotare in questo mare… --.
Le parole gli si strozzarono in gola ed il suo monologo si interruppe, mentre una lacrima nera le rigava il viso. Con quel pianto sporcato dal trucco sembrava come si stesse liberando di tutte le scorie e i sentimenti negativi che aveva interiorizzato intorno a lei fino a quel momento. Come se la cloaca del mondo stesse scaricando tutte le sue luride acque attraverso le sue lacrime. Mi chiedo se il mare di cui ha parlato sia lo stesso che nel mio sogno stagnava morente sotto i suoi occhi.
Dopo averla aiutata ad asciugarsi e pulirsi, lei ricomincia la sua storia:
- Quando in seguito malauguratamente mi capitò di rivederlo, per me fu uno shock. Lui che si contorceva su di un prato blaterando frasi sconnesse ed incomprensibili, una siringa di eroina gettata accanto a lui. I passanti che lo indicavano indignati. Il suo sguardo perso nel vuoto. Avrei voluto aiutarlo, ma non ce la facevo a guardarlo e scappai quasi subito. Mi riesce davvero complicato ricordarne i particolari. Ripensandoci a freddo non riuscivo proprio a capacitarmi di come avesse fatto a ridursi in quella maniera. Quando stavamo insieme eravamo arrivati al massimo a farci qualche spinello, pensavo. Alla fine dovetti arrendermi all’idea che la persona forte e dalla volontà ferrea che credevo fosse alla fine era solo un illusione.
Quando smise di parlare sembrava non soffrire più,ma i suoi occhi scuri sembravano così freddi e vuoti nella grigia luce lagunare di quel pomeriggio. Improvvisamente tutte le persone, le auto e gli animali sembravano essersi dileguati. Lo scenario nel quale eravamo calati in pratica era tenuto in vita soltanto dallo scrosciare cadenzato del mare e dal fruscio dei cespugli agitati da un leggero venticello.
Non so come mi sia venuto in mente,ma decido di rompere quel silenzio mettendomi a parlare di un articolo sulla pornodipendenza che lessi quando all’università studiavo farmacologia. Li si spiegava che l’assuefazione da materiale pornografico dipende dallo squilibrio nei livelli di dopamina - l’ormone che mette in moto il circuito di ricompensa e ci da la motivazione per compiere azioni che ci appaghino – dovuti all’abuso di materiale pornografico che ne stimola una eccessiva produzione,finendo col tempo per aumentare il desiderio a discapito del piacere.Mentre parlavo lei non distoglieva lo sguardo dal mare.pareva ipnotizzata dal moto delle sue onde.
-- lo stesso avviene con la dipendenza da droghe,visto che la loro assunzione induce la produzione di dopamina.Forse come accade per i pornodipendenti,che ad un certo punto per avere un orgasmo devono passare ad immagini e video sempre più trasgressivi,il tuo ex ragazzo ha avuto bisogno di passare dalle droghe pesanti alle droghe leggere per trovare appagamento – concludo alla fine la mia lectio magistralis.
 
- Ma di cosa cazzo stai blaterando – disse lei,con un tono che cresceva come un climax – come fai a paragonare la patetica esperienza degli smanettoni che si segano giornalmente di fronte ad un computer con la tragedia della tossicodipendenza.Nemmeno immagini la storia che si può celare dietro l’abuso di droghe.Non sospetti che un ragazzo che immaginava di cadere come Carlo Giuliani sfidando lo stato sia finito per morire di overdose,da solo e dimenticato da tutti.
-Scusami – dissi io,timidamente – non avevo capito che….
Prima che finissi la frase,mi ha voltato le spalle ed è andata via attraverso il lungomare.avrei voluto fermarla ,ma mi sentivo veramene inopportuno – non solo perché io ero vestito uno straccio rispetto a lei.Tra l’altro mi ero dimenticato di chiederle perché si era vestita in quella maniera,preso così dalla smania di raccontarle del sogno.Credo sia per questo motivo che sono rimasto con la sensazione amara che non mi avesse detto ancora la cosa più importante.
   
 
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