Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    29/12/2018    3 recensioni
A seguito di un affare difficile che si è concluso bene, una cliente propone alla nostra coppia di sweeper di ringraziarli con un soggiorno con tutte le spese pagate in uno dei suoi numerosi hotel. Tutti i nostri amici vi si ritrovano e Ryo decide finalmente di far avanzare le cose, ma un evento interromperà tutti i suoi progetti insieme alle parole della sua bella che gli daranno da pensare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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I giorni che seguirono furono simili ai precedenti. I loro amici andavano a trovarli ogni giorno all'ospedale e la situazione tra i due sweeper sembrava ristagnare. Ognuno si stava lentamente riprendendo, ma ogni volta che Ryo e Kaori erano soli nella stessa stanza, c'era un freddo glaciale e un grande silenzio che riempiva l'ambiente. Nessuno sapeva come reagire all'altro. Kaori aveva la mente ancora piena delle accuse e dei rimproveri di Ryo, mentre lui era preso nella morsa della sua coscienza e dei propri rimproveri.
Ciò che faceva soffrire di più Kaori non erano le accuse ricevute da Ryo, a quelle era abituata. Ciò che la feriva davvero fu realizzare che lui non teneva abbastanza a lei per lottare, per continuare a combattere malgrado la loro situazione. Si faceva una grande quantità di domande sul suo attaccamento, sul loro attaccamento reciproco, che a posteriori non sembrava tale dal punto di vista di lui.
Da parte sua, Ryo sapeva di dover fare il primo passo, scusarsi con lei, e tuttavia più i giorni passavano, meno sentiva di avere coraggio. Dopo aver visto la sua schiena mutilata, i buoni propositi si erano sciolti come neve al sole perché il senso di colpa aveva preso il sopravvento sui suoi sentimenti. Era colpa sua, se non l'avesse forzata e costretta a salire sulla barca, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto. Con i 'se' si sarebbe potuto rifare il mondo, ma nella realtà nulla cambiava.
La verità era che lei lo intimidiva. Dopo aver realizzato tutto quello che aveva fatto per lui, non la vedeva più allo stesso modo. Si limitò a un semplice 'Perdonami' una mattina, mormorato come un'eco che il vento avrebbe portato via prima di scomparire dalla stanza della sua partner. Non si sentiva pronto ad arrivare a vere e tranquille spiegazioni con lei. Era ancora troppo presto, le ferite da ogni lato erano ancora troppo vive.
Non era stata solo la loro relazione ad essere colpita. Alla presenza di Mick, Kaori evitava qualsiasi sguardo nella sua direzione nel momento in cui lui si trovava nella stanza con lei e Ryo. La loro relazione non si era deteriorata ma non ci mancava molto. Non osava sostenere il suo sguardo, si sentiva troppo in colpa per averlo trascinato in quella storia e soprattutto per aver messo in pericolo la sua relazione con Kazue. Tutti avevano notato la freddezza che si era installata nel trio, specialmente Ryo che finalmente aveva accettato le parole di Kaori così come le sue bugie. Tuttavia dentro di lui una piccola voce, un dubbio persisteva, rimaneva, non voleva farlo demordere: che fosse davvero accaduto qualcosa?
Era sempre con sguardo sospettoso che osservava le azioni di Mick nei confronti di Kaori e viceversa. Osservava il minimo dei loro gesti, il minimo dei loro sguardi, alla ricerca della falla che li avrebbe screditati entrambi, ma niente. Dal canto suo, Kaori era consapevole del fatto di dover discutere con Mick così come aveva fatto con Ryo, ma aveva bisogno di forza per riprendersi. Mick lo capiva molto bene, non le mise fretta fino al giorno in cui decise che era finalmente il momento. Kazue lo aveva completamente rassicurato sulle condizioni di Kaori, quindi aveva deciso di sistemare la storia una volta per tutte. Si era recato nella sua stanza e aveva spinto la porta senza bussare. Kaori dormiva profondamente nel suo letto, il suo viso sembrava ancora un po' stanco. S'intrufolò e le si avvicinò. Si fermò sul lato del letto, si sedette sul bordo e con la mano spostò una ciocca di capelli dal suo volto, accarezzandole la guancia. Guardandola così, si ritrovò a sorridere. Non era soltanto il sole di Ryo, era anche il suo. Con la sua sola presenza aveva rianimato la luce che era mancata nelle loro vite.
Al semplice tocco della sua mano sulla guancia, lei aprì gli occhi.
"Mick" pronunciò Kaori con voce assonnata ma sorpresa mentre gli sorrideva, una volta superato lo stupore.
"Salve bellezza! Dormito bene?"
"Sì! Cosa ci fai qui?"
Lo sapeva perfettamente cosa faceva lì, voleva solo darsi un po' di tempo per pensare, per sapere cosa dirgli.
"È ora che entrambi parliamo un po'. Penso di avere il diritto ad una spiegazione!" chiese lo sweeper con voce calma e posata.
Kaori non rispose, si raddrizzò e si appoggiò al cuscino. Quando si fu sistemata, lo guardò.
"In effetti!"
"Perché?" fu l'unica domanda di Mick, che non la lasciava con lo sguardo. Uno sguardo privo di animosità e rabbia, quando ne avrebbe avuto perfettamente diritto. Lei aveva messo a rischio la sua relazione con Kazue per un bluff...
Mick immerse il suo sguardo azzurro nel suo per trafiggere i suoi pensieri ma Kaori abbassò la testa per mettere fine a quell'effetto di dominio. Voleva nascondergli il senso di colpa, ma soprattutto da dove doveva iniziare?
Le stava chiedendo perché lo aveva fatto?
Semplicemente perché si trovava in mezzo all'oceano, aggrappata al suo partner. Erano naufragati, alla deriva da soli, nella vasta distesa blu a perdita d'occhio e intorno a loro un banco di squali aveva deciso di fare di loro il pasto. Condotta dalle onde, aveva cercato di mantenere la speranza, la presenza degli squali non era riuscita a indebolirla, ma la rassegnazione di Ryo sì. Aveva avuto la meglio su di lei, in un certo senso. Era stata la paura a governare, poi la sua ragione e soprattutto il suo cuore. Aveva ascoltato solo i battiti del suo cuore sconvolto alla possibilità di perdere per sempre l'amore della sua vita. Aveva agito precipitosamente, ma non aveva avuto scelta. La situazione e soprattutto il suo partner non le avevano lasciato scelta. L'urgenza aveva dettato il suo comportamento. Era impossibile mettere a fuoco, trovare una spiegazione senza evocare quella famosa serata. Allora guardò verso la finestra, gli occhi nel vuoto e lo spirito che ribolliva sperando di evacuare la tensione che aveva accumulato negli ultimi giorni. Il confronto col suo partner era stato estenuante, sperava sinceramente che con Mick andasse meglio. Si sentiva in colpa e in errore nei suoi confronti, non avrebbe mai dovuto trascinarlo in quella storia. Mick rimase a osservare ogni sua espressione.
 
 
FLASHBACK, TRE MESI PRIMA
 
 
Kaori rientrò nell'appartamento con le braccia cariche di buste. Giunta alla porta, ebbe difficoltà ad estrarre le chiavi dalla borsa, quindi si appoggiò al muro, aggrappandovisi strettamente per bloccare le borse della spesa, rovistando nella borsetta per prendere le chiavi. Aprì la porta, entrò, poi la chiuse con il piede. Le sue braccia erano così cariche che non riusciva a vedere di fronte a sé.
"Ryo!" urlò, "potresti almeno venire ad aiutarmi visto che non sei venuto a fare la spesa con me!"
"Lascia che ti aiuti" disse una voce femminile che conosceva fin troppo bene.
Prima che Kaori potesse aprire bocca, si sentì strappare una delle borse.
"Buongiorno Kaori"
"Buongiorno Saeko, grazie"
Ryo non si era mosso, era seduto sul divano e guardava le due donne.
"Tu e la galanteria siete una cosa sola" gli disse Kaori andando da lui, risentita che non si fosse mosso per aiutarla, ma anche e soprattutto perché vedeva Saeko in casa.
"Perché dovrei aiutarti? Con le tue braccia da camionista non hai bisogno di me!" esclamò lui, mettendo le mani dietro la testa.
"Sei fortunato che le mie braccia siano piene altrimenti avresti assaggiato il mio martello" lo sguardo infuocato che gli lanciò fece sorridere il suo partner.
"Dove dovrei mettere questa?" osò chiedere Saeko rompendo il duello di sguardi.
"In cucina, seguimi"
Le due donne andarono in cucina, posarono le buste sul tavolo prima di andare in soggiorno. Kaori guardò Saeko con occhio malvagio. Non le piaceva saperla sola con Ryo, non che temesse che potesse accadere qualcosa tra loro, però...ma oltre a quello, la sua presenza significava una sola cosa, aveva bisogno dell'aiuto di Ryo per una delle sue missioni pericolose e senza la sua presenza quel cretino del suo partner aveva dovuto accettare a occhi chiusi di fronte alla ricompensa che lei gli aveva sventolato davanti.
"Cosa ti porta qui, Saeko?" decise infine di chiedere Kaori, fissandola mentre incrociava le braccia sul petto. Saeko sentì il suo sguardo penetrante posarsi su di sé, scrutandola come se avesse voluto entrare nella sua testa per leggere i suoi pensieri.
"Beh, pensa che..."
"Hai bisogno di City Hunter per un incarico" terminò lei, tranciandola di netto.
"Non di City Hunter, solo di me in realtà" disse Ryo mentre si alzava dal divano, guardando la sua partner. Sapeva già cosa sarebbe successo, ma era costretto a farlo.
"Di te!" ripeté Kaori che cominciava a capire dove voleva arrivare.
"In effetti, Kaori, ho bisogno di un partner per una missione, e ho chiesto a Ryo di aiutarmi" disse Saeko in un sussurro per paura che Kaori la interrompesse prima che potesse spiegarle il caso. "Devo presentarmi a una serata mondana per proteggere l'ambasciatore coreano e la mia scelta è stata naturalmente Ryo. Prendo due piccioni con una fava perché ho un cavaliere per la serata e offro i servizi di un professionista. Se qualcosa dovesse accadere, lui sarà in grado di agire di conseguenza"
"Cos'è questo piano raffazzonato?" chiese Kaori a Saeko senza farsi smontare. "Perché io rimango in disparte?"
"Te l'ho appena detto"
"Cosa mi state nascondendo?" chiese loro, togliendosi le mani dai fianchi e indicandoli, guardandoli con sospetto. Si rivolse a Ryo e lo fissò. "Che io sappia City Hunter siamo tu e io, quindi perché mi metti in disparte?"
"Kaori, tu non c'entri! È una festa elegante, accompagno solamente Saeko. Sento che mi annoierò con tutti quei politici che non faranno che spettegolare. E poi lei non ha bisogno di un transessuale, ma di un uomo, uno vero, altrimenti avrebbe chiesto sicuramente a te"
La frase non durò a lungo. Arrabbiata di fronte a quella meschina affermazione, tirò fuori un martellone e lo incastrò nel pavimento senza che Ryo potesse battere ciglio.
"Un giorno finirai per uccidermi" disse lui uscendo dal pavimento e sistemandosi le vertebre. "Se pensi che mi diverta a soffermarmi con i politici"
"Politici...sì, certo! Sappiamo entrambi che ci sono sempre delle hostess in questo genere di serate. Puoi sempre rifiutare!"
"Troppo tardi, ha già accettato" disse Saeko con una voce molto piccola, temendo l'ira di Kaori che, sentendola, la guardò male e le fece fare un passo indietro.
Saeko voleva farla finita il prima possibile, prima che le cose peggiorassero e soprattutto voleva andarsene prima che la rabbia della sua amica esplodesse davvero. In quei casi, non era bello trovarsi nei paraggi.
"Bene, io vado, Ryo passami a prendere alle 19.00. Arrivederci Kaori"
Saeko se ne andò lasciando i suoi amici nel massimo silenzio.
"Mi dispiace Ryo" fece Saeko una volta chiusa la porta, gettandole un'ultima occhiata.
Kaori la guardò e, quando la porta si chiuse, si girò per guardare Ryo e lo fissò. Si impegnò per rimanere calma e non sfogarsi sul suo partner. Voleva dargli il beneficio del dubbio e soprattutto la possibilità di spiegare.
"Ryo, voglio la verità adesso"
"Kaori, non c'è niente da dire. È una semplice serata. Fidati un po' di me!"
"Fidarmi di te! Uhm...permettimi di ridere! È come chiedere indicazioni stradali a un cieco. Niente da dire...perché ti ha portato un fascicolo?" disse, guardando la cartella aperta sul tavolo. "E poi, cosa ti ha promesso questa volta? Tre colpi in cambio del tuo aiuto?"
"Cinque" rispose frettolosamente Ryo mettendosi subito le mani sulla bocca, volendo cancellare ciò che aveva appena detto ma era troppo tardi, il danno era già stato fatto.
Kaori sentì la rabbia crescere, così fece apparire un martello e lo fece esplodere su Ryo. Lo colpì con tale forza che quella volta Ryo si sbriciolò. Girò intorno al tavolo arrabbiata e andò verso il tavolino da caffè per dare un'occhiata al fascicolo, ma Ryo fu più veloce di lei. Si alzò in fretta come se il martello non avesse avuto effetto su di lui, per affrettarsi a chiuderlo e prenderlo in mano prima che Kaori avesse il tempo di raggiungerlo.
"Non mi trovi all'altezza" disse lei con voce pregna di tristezza, abbassando la testa e voltandogli la schiena. "Pur essendo partner" aggiunse con rassegnazione.
Il fatto che lei avesse le braccia penzoloni lungo il corpo, la testa china e gli occhi non visibili a causa dei capelli che li coprivano fece sentire in colpa Ryo. Ogni volta che era così infelice era per colpa sua.
"Di cosa stai parlando? È solo una missione molto importante che prevede una sola serata di sorveglianza di alti funzionari" le disse osservandola per minimizzare la situazione. La verità era che la missione era pericolosa e lui non voleva che lei si mischiasse. Con lei nelle vicinanze non sarebbe riuscito a portare a termine la missione, sarebbe stato troppo occupato a preoccuparsi per lei. Si sarebbero incontrati all'ambasciata coreana, in terreno nemico. Saeko aveva appreso da una fonte affidabile che vi conservavano delle casse di droga. Per ottenere un mandato di perquisizione, doveva accertarsi che i fatti fossero veri. Meno persone ci fossero state, più probabilità avrebbero avuto di avere successo, e soprattutto di lasciare l'ambasciata in incognito.
Ryo salì al piano di sopra mentre Kaori affondò sul divano, divisa tra rabbia e tristezza. Lo conosceva abbastanza bene per sapere quando la lasciava deliberatamente fuori da una missione ed era quello il caso. Andò a finire di sistemare la spesa e preparò la cena. Poi apparecchiò. Non chiamò il suo partner, era ancora risentita. Verso le 18.30 lui scese con addosso uno smoking. Era divinamente bello. Si era preso cura del suo aspetto. Aveva persino indossato una cravatta per l'occasione, che costantemente rifiutava.
"Allora, come mi trovi?" disse in tono frivolo ma sicuro di sé.
"Seducente" disse lei rivolgendo la sua attenzione al suo piatto.
Ryo fu sorpreso dalla franchezza. Non era da Kaori, anche se a volte parlava prima di riflettere. Deliziato dell'effetto che aveva, le offrì un bel sorriso che quasi riuscì a dissipare la tristezza e la rabbia dal cuore di Kaori.
"Bene, io vado, Saeko mi sarà aspettando" disse Ryo sfregandosi le mani. Aveva pensato che tra le mani di Kaori sarebbe apparso un martello, ma non successe niente.
Si sentiva in colpa di lasciarla così ma era per il suo bene che lo faceva. Preferiva saperla arrabbiata con lui piuttosto che ferita.
"Buona serata" gli disse lei, dandogli un'ultima occhiata prima che uscisse dalla porta.
Dopotutto, forse era davvero una semplice serata di sorveglianza con Saeko e lui avrebbe approfittato dell'occasione per reclamare il pagamento dei suoi debiti. Perché lui non faceva che divertirsi mentre lei lo aspettava saggiamente a casa? Persa nei suoi pensieri, non si rese conto di un colpo alla porta. Andò ad aprire e si trovò di fronte a un Mick pronto a uscire.
"Buonasera Kaori, cerco Ryo, il mio compagno di bevute. Abbiamo programmato di uscire stasera"
"Mi spiace, arrivi troppo tardi. Il tuo cavaliere ti ha lasciato per Saeko" gli disse prendendo la direzione del divano, dove si accasciò.
Mick la raggiunse.
"Che traditore, sporcaccione, pidocchio...avrebbe dovuto schiarirmi le idee e tirarmi su di morale, ne ho bisogno. Che fratello falso!"
Kaori poté solo sorridere di fronte ai soprannomi che Mick usava per descrivere il suo amico.
"È vero" disse lei con tono comprensivo, "ma tu avresti fatto lo stesso se fossi stato al suo posto. Tra Saeko e Ryo la scelta sarebbe stata rapida" disse, imitando una bilancia con le mani, che si inclinò palesemente sul lato di Saeko.
"Ho voglia di fare altro a parte tornare e lamentarmi da solo nel mio grande appartamento vuoto per essere stato abbandonato, gettato via, scartato come un vecchio calzino da Kazue"
Si alzò e si diresse verso la porta, trascinando i piedi. Aveva abbassato la testa e le sue spalle si erano afflosciate. Kaori ebbe pietà di lui.
Dopotutto, perché Ryo doveva essere l'unico a divertirsi? Perché lei avrebbe dovuto attendere il suo ritorno rimanendo tranquilla a casa, quando aveva un'opportunità di fronte a sé? E poi Mick le faceva pena in quel momento. Da quando Kazue lo aveva lasciato, non aveva più quello spirito che lo caratterizzava, quel contagioso buonumore che faceva sentire più felici a vederlo. L'aveva rallegrata molte volte, forse avrebbe potuto restituirgli il favore.
"Mick" gli disse, girandosi verso di lui mentre questi lasciava cadere la testa sul retro del divano. Lui la sollevò e incrociò lo sguardo di Kaori. "Voglio essere la tua compagna di bevute per stasera, se accetti la mia compagnia" gli disse timidamente senza osare sostenere i suoi occhi.
"Scusa?" rispose quest'ultimo, voltandosi per guardarla. Aveva paura di aver sentito male.
"Non sarei il tipo di compagnia con cui sei abituato con Ryo, non mi ubriaco come lui e non molesterò le cameriere dei club mettendo le mani sui loro sederi o non so cos'altro, ma sono sicura che può essere divertente, un'uscita tra amici, e potrai darmi qualche dritta"
"Tu vuoi...accompagnarmi per un giro dei bar?" chiese lui, scettico mentre si raddrizzava per guardarla e soprattutto per capire se era sincera.
"Sì, avrei un'idea di cosa fate davvero quando uscite"
"Non so se sia una buona idea" disse Mick, alzando l'indice sulla tempia come per riflettere. Si vedeva privato delle uscite future con il suo eterno compare se lei avesse avuto un'idea di ciò che facevano durante le loro serata.
"Non vuoi?" osò chiedergli lei a bassa voce, di fronte allo sguardo vuoto di Mick.
"Al contrario! Sarei felice se tu uscissi con me" gridò lui, "e sarei felice di tenerti al mio fianco" disse entusiasta, e pensando che lei avrebbe potuto ritrattare, si alzò per spingerla.
"Un minuto, farfallone" gli disse mentre lui la spingeva verso le scale, "non è un appuntamento, non metterti in testa delle idee"
"Io...mai" si affrettò lui a rispondere, agitando le mani di fronte a sé.
"Dammi una mezz'ora, vado a prepararmi"
Troppo felice, Kaori salì in bagno, dove si lavò, si passò una lozione sul corpo e andò nella sua stanza dove si vestì. Come detto, riapparve dopo 30 minuti in fondo alle scale. Mick, che in attesa si era servito da bere, si era seduto davanti alla finestra. Era perso nei suoi pensieri, tutti orientati verso Kazue e al fatto che lo avesse lasciato. Il suono dei passi lo riportò alla realtà. Si voltò e si ritrovò davanti una bellissima creatura. Kaori indossava un semplice abito nero con spalline sottili. La scollatura incrociata sottolineava il seno generoso mentre la sua vita snella era messa in mostra da una cintura di seta bianca che le ricadeva sul fianco. Il vestito era svasato e pieno di volant, dunque non avrebbe avuto problemi a muoversi per ballare, rivelando le sue lunghe gambe bianche e sottili. Quel vestito era un regalo di Eriko, non aveva mai avuto l'opportunità di indossarlo. Pensò che quella sera fosse il momento adatto.
"Sono pronta, possiamo andare" disse, scendendo l'ultimo gradino.
Alzò gli occhi e incontrò lo sguardo penetrante di Mick su di sé. Perché la guardava così? Perché non aveva alcuna reazione? Abbassò il capo un po' imbarazzata, mentre un'espressione di tristezza le ricoprì il viso. Forse l'abito non era adatto a lei? Non aveva mai avuto il coraggio di metterlo con Ryo, non volendo essere derisa. Vero, era un vestito più in stile Saeko, ma aveva voluto provare per una volta e la reazione di Mick la lasciava piuttosto incerta sulla sua scelta.
"Non fa per me! Vado a cambiarmi" disse facendo una smorfia di fronte al suo silenzio e avanzando verso il primo gradino.
Mick era rimasto immobilizzato di fronte a quella bellezza, a quel corpo perfetto, e finalmente uscì dal suo torpore, per correrle incontro e trattenerle la mano prima che scomparisse completamente sulle scale. Lei si voltò, pronta a salire, ma Mick era balzato come un felino e ora era ai suoi piedi. Intrecciò le dita alle sue e la costrinse a guardarlo, quasi facendole perdere l'equilibrio. Kaori si ritrovò tra le sue braccia, arrossendo e in imbarazzo.
"Sei da mozzare il fiato, Kaori. Non cambiare assolutamente nulla" le disse con voce calma.
Era più che affascinato dalla sua bellezza e dalla timida dolcezza che emanava. Quell'aria seria apostrofò Kaori che alzò la testa per guardarlo. Aveva l'impressione di avere un altro uomo di fronte a sé, un Mick con un lato che mostrava solo di rado. I loro volti erano a meno di cinque centimetri di distanza e Kaori poté sentire il suo respiro caldo contro la guancia mentre il cuore le batteva a un ritmo veloce.
"Dici davvero, non sono ridicola con questo vestito?" si permise di chiedere con le guance rosse e la voce tremante poiché gli si trovava così vicino. La sua opinione era importante per lei. Pendeva dalle sue labbra in attesa della sua risposta, che avrebbe dato a quella serata molta rilevanza.
Come poteva lei pensare e persino osare dire una cosa del genere? Non aveva consapevolezza di ciò che era, di ciò che irradiava. Tutto ciò era colpa di Ryo, aveva davvero fatto un bel lavoro, fin troppo. Mick l'allontanò da sé, tenendo le braccia distese per esaminare ogni cucitura.
"Kaori, questa sera tutti gli uomini che incontreremo mi invidieranno e tutte le donne saranno gelose e ti odieranno per quanto sei divina. Sono l'uomo fortunato stasera. Andiamo!"
Le sorrise teneramente, perfino amorevolmente, quella sera avrebbe avuto occhi solo per lei. Alla fine, ci aveva guadagnato a cambiare, preferiva mille volte di più la compagnia della sua dolce e bella Kaori che quella del suo eterno amico di bevute, di quel doppiamente perverso di Ryo.

 

  
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