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Autore: ratherbeyou    29/12/2018    0 recensioni
Venere incontra per la prima volta Alex a teatro e subito se ne invaghisce.
Alex è però già fidanzato ed alla ragazza sembra essere impossibile anche solo avvicinarsi a lui. Anche perché gli altri ragazzi - che come loro due frequentano l'accademia teatrale - sembrano metterle continuamente i bastoni fra le ruote.
Riuscirà Venere a conoscere meglio Alex e magari riuscire a farlo innamorare di lei?
Una storia di sentimenti, amore e intrighi.
Ma soprattutto una storia vera.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Casting.
Tutto inizia con questa parola: casting. Per uno stupido saggio di fine anno accademico. E dico stupido solo perché ho avuto il ruolo peggiore, lo ammetto e non me ne vergogno. 
Tra sessanta personaggi a disposizione e una multipla scelta tra popolane, nobili, lavandaie e maschere della Commedia dell'arte... Io ho avuto il ruolo della suora. La suora che era l'unico ruolo che speravo di non ottenere. L'unico personaggio che in tre ore e mezza di spettacolo ha solo sette battute da recitare. Ma d'altra parte dovevo aspettarmelo, non me ne va mai bene una.
O forse una cosa mi è andata bene: il ruolo da protagonista è stato assegnato a lui e io adesso ho una scusa per rivolgergli la parola. 

Facciamo però un passo indietro: chi è lui?
Il suo nome è Alex e ha gli occhi più belli che io abbia mai visto.
Oddio forse non proprio i più belli, ma facciamo finta che sia così solo per rendere il tutto un po' più romanzato.
Alex mi piace? Fisicamente sicuramente sì, é praticamente il mio prototipo di ragazzo ideale; voglio dire; ha gli occhi chiari, i capelli biondi e il fisico asciutto!
L'unica cosa che gli manca sono le fossette ai lati della bocca quando sorride, ma posso farne a meno, questo non è un problema.

Ebbene Alex ha avuto il ruolo da protagonista. C'era da aspettarsi anche questo, sapevo che lo avrebbero assegnato a lui sin dal primo momento che l'ho visto ai casting. Avevo confidato questo mio pensiero anche a Ludovica e quando effettivamente la mia previsione si è avverata - forse gli ho portato pure bene! - la mia amica dai capelli rossi si è subito voltata nella mia direzione con sguardo stupito. Io so, in fin dei conti che anche lei pensava fosse uno dei possibili candidati ma io non ho mai avuto dubbi su di lui. E questa sicurezza è stata sconvolgente per lei nel momento in cui poi si è resa conto che avevo visto giusto.

Quando usciamo fuori dalla sala e poi dal teatro, sono una delle tante persone con l'umore a terra per il ruolo ricevuto. Ludovica ha avuto una bella parte seppure piccola: lei fa la nobile e forse le si addice alla perfezione questo ruolo. Non sembra esserne molto soddisfatta ma a differenza mia sicuramente è molto più felice.
-Meritavi un ruolo più importante. Forse non quello della protagonista, ma sicuramente quello di una popolana che avesse un po' più di spessore.- Mi dice cercando di tirarmi su di morale.

Non ci riesce: credo che vivrò nella depressione per i prossimi mesi, fin quando questo spettacolo non sarà concluso. E non è nemmeno ancora iniziato, direi di essere partita proprio alla perfezione!

Mentre penso a tutto questo proprio di fianco a me passa Stella, la tizia che ha avuto il ruolo femminile da protagonista. Passa frettolosamente e quasi sbatte per aria un'altra ragazza senza nemmeno chiederle scusa. Va di fretta perché c'è una macchina ferma che l'aspetta. Probabilmente suo padre è passato a prenderla. Stella è una di quelle persone che non mi va giù. Non la conosco, non ci ho mai scambiato nemmeno una parola eppure a pelle mi da un'orribile sensazione. Sapere che dovrà recitare la parte della fidanzata del personaggio interpretato da Alex, me la fa odiare ancora di più.
-Era ovvio che dessero la parte della protagonista a lei, fisicamente era l'unica che poteva affiancare Alex.- Mi dice Ludovica, ma io non le do ascolto e mi dirigo al bar di fronte al teatro.

La mia amica mi segue, ha già capito le mie intenzioni e non c'è bisogno che gliele spieghi. Al bar troviamo Lorenzo, Luigi e Ryan che parlano dei ruoli ricevuti - nello specifico si parla di Ryan e del fatto che abbia avuto il ruolo dell'antagonista, uno dei ruoli più importanti - e poco più avanti c'è Alex che alla cassa sta acquistando una bottiglia d'acqua.
Lo guardo, è girato di spalle e non mi ha vista. Sembra tranquillo, forse finge di non essere al settimo cielo per aver ricevuto il ruolo del protagonista principale. 

Luigi attira la sua attenzione per chiedergli: - È la prima volta che ti viene assegnato il ruolo principale?

-Si, infatti non me lo aspettavo!- Risponde lui.

Invece secondo me se lo aspettava eccome, solo che una parte di lui vuole credere il contrario ed è quella parte che prende il sopravvento; la parte della modestia.
In ogni caso approfitto di quel momento e prendo tutto il coraggio che è a mia disposizione per andargli vicino e poggiargli una mano sulla spalla con lo scopo di attirare la sua attenzione.
Lui si gira un po' stranito nel vedere che sono io, dopotutto non gli ho mai rivolto la parola prima d'ora.
-Scusa, posso farti I complimenti?- gli chiedo con un tono un po' troppo da adulatrice -Lo sapevo che sarebbe stato tuo, il ruolo di Michele.
Mi mordo la lingua subito dopo aver aggiunto quella considerazione, penso di aver azzardato un po' troppo. Però lui semplicemente mi sorride molto dolcemente e mi ringrazia sinceramente grato.

Luigi riprende con lui il discorso che io ho interrotto e gli chiede: -Dai veramente non te l'aspettavi?
-Un po' si, a essere sincero.- Confessa lui e poi si volta di nuovo verso di me, come se volesse includermi nella discussione -Però temevo molto lui, perché è davvero bravo.- Dice indicando Ryan.

Io mi giro e vedo il diretto interessato. Parla con Lorenzo e fuma una sigaretta, sembra non essersi nemmeno accorto del fatto che stiamo parlando di lui. Ryan è un'altra di quelle persone che a pelle non mi piacciono. Non ai livelli di Stella, certo... Però è una di quelle persone che sembrano avere sempre la puzza sotto al naso. Ed è un figo, uno di quei ragazzi con la fila di ragazze dietro. Anche lui non conosco, ma si vede lontano un miglio che è così. Credo che piaccia a Ludovica, perché si è fermata proprio vicino ai due ragazzi e mi ha lasciata senza saper più cosa dire e cosa fare con Alex.

L'idea di rivolgere la parola ad Alex sembrava stupenda prima di questo momento, ma adesso mi sento tremendamente a disagio perché non so proprio cosa dire. 

A salvarmi è Fabio che entra nel bar per prendere qualcosa da mangiare e subito dopo si avvicina a me.

-Venere ho saputo che hai avuto la parte della suora, che spreco.- Mi dice.

Io non voglio dire niente a riguardo, preferisco non pensarci. Tutti quelli che mi conoscono dal primo anno mi stanno dicendo la stessa cosa, ma non è questo che mi farà stare meglio.
Così scuoto la testa cercando di sorridere e chiedo a lui che parte ha ottenuto.
-Quella di Don Giulio, uno dei nobili. Non mi ci vedo proprio!- Mi confida.

-Io ti ci vedo eccome, invece.- Replico io. -Poi le scene dei nobili sono molto divertenti, secondo me non ti è andata male.
Lui non sembra esserne convinto, così continuo dicendo: -Vedila come una sfida che devi a tutti costi vincere.

-Lo stesso vale per te.- Risponde lui menzionando di nuovo il mio ruolo pessimo.

-Infatti io non ho intenzione di perdere.

***

Più tardi salutiamo tutti i nostri colleghi - sia quelli felici, ma soprattutto quelli delusi - e con i miei soliti compagni mi avvio a casa. Di solito faccio la strada con Fabio, Lorenzo e Giovanni che vanno a prendere la metro. Casa mia invece è praticamente a due passi dal teatro, quindi li lascio ad un semaforo poco distante e mi è facilissimo tornare. Oggi però, a noi si è unita anche Ludovica, che ha deciso di non lasciarmi fino all'arrivo di sua madre - probabilmente per commentare meglio e in santa pace la giornata trascorsa. Con lei anche alcuni dell'altro corso che si sono uniti a noi per questo saggio e che probabilmente prendono la metro come i ragazzi sopracitati, e poi nientepopodimeno che Alex!

Ci metto un attimo a scoprire che ha deciso di fare la nostra stessa strada perché anche lui deve prendere la metro per tornare a casa.
Mi piacerebbe sapere dove abita di preciso, ma per oggi ho fatto fin troppo. Non ho intenzione di rivolgergli di nuovo la parola, non è nel mio stile... Sono troppo timida e codarda per farlo.
Lui sembra aver legato già molto con Lorenzo e Giovanni e mi chiedo come sia possibile, visto che anche loro lo conoscono da poche settimane come me. In un certo senso li invidio, ma mi dico che è anche un po' colpa mia; avrei potuto decidere di rivolgergli la parola molto prima di oggi.

Quando arriviamo al semaforo sopracitato - ovvero il punto nel quale di solito saluto i ragazzi - Lorenzo si gira immediatamente per salutarmi ed abbracciarmi.
Mi saluta in questo modo perché è diventato un po' uno scherzo tra di noi. All'inizio non ricordava mai di doversi fermare in quel punto per salutarmi, ora che lo ricorda ogni volta scherzosamente me lo fa notare.

-Ciao Venere, ci vediamo a settembre!- esclama tirandomi tra le sue braccia.

-Ciao Lorenzo, già mi manchi!- esclamo invece io prendendolo in giro scherzosamente.

Io e Lorenzo non siamo amici, ma ci piace prenderci in giro come se lo fossimo. È un tipo di rapporto che ho solo con lui, non potrei mai averlo con nessun altro. E poi Lorenzo mi fa ridere; sembra una cosa stupida ma il solo parlargli mi mette il buonumore.
Eppure la prima impressione che si ha di lui, non è assolutamente quella del ragazzo giocherellone che ti prende in giro amorevolmente. Io ci ho messo un po' per capire che in fin dei conti è una bella persona.

Quando ci stacchiamo, comunque il mio sguardo cade su Alex, proprio di fianco a Lorenzo che ci guarda sorridendo. Anche se è più un sorriso di circostanza nel non capire il nostro strano modo di salutarci. I nostri occhi si incrociano ma io non so che fare. Dopotutto ci siamo parlati mezza volta poco prima e solo perché io gli ho fatto i complimenti. Non so se sia il caso di salutarsi come se ci conoscessimo da più tempo.
Quindi stupidamente deciso di ignorarlo e di salutare Fabio e Giovanni che nel frattempo avevano già salutato Ludovica.

Mentre Giovanni mi abbraccia e mi dice che gli mancheró per tutto agosto, io penso a quanto sia stata stupida nel non salutare Alex. Penso che mi sono bruciata una mossa che poteva lasciargli un segno per quando ci saremmo rivisti a settembre. Penso che non faccio altro che casini, che non so giocare bene le mie carte e che probabilmente lui ora pensa che io sia un'asociale del cazzo. E mentre penso a tutto questo, é lui che lascia un segno a me. È lui che mi dà la possibilità di giocare un'altra manche: perché è lui che si avvicina e mi saluta baciandomi sulle gote.
-Ciao.- Mi dice.
-Ciao.- Gli rispondo.
E provo un attimo di sollievo, perché Alex - lo stesso ragazzo che penso sia bello e bravo - sembra essere molto più imbranato di me nelle relazioni sociali!

Dopo aver salutato me, saluta allo stesso modo Ludovica e poi insieme agli altri va via, verso la metro.

-Ti do io il via per gioire.- Mi dice la mia amica, che è ben consapevole che io voglia fare i salti di gioia ma allo stesso tempo vuole evitare che io faccia altre figuracce.
Quando i ragazzi sono abbastanza lontani infatti, si gira verso di me e mi sorride.
Io capisco che quel sorriso è il via e l'abbraccio così forte quasi a soffocarla.

-Mi ha baciata!- esclamo euforica come non mai.

-Si, sulla guancia!- esulta con me lei, sottolineando la parte cortese della vicenda per riportarmi con i piedi per terra.

-Si sulla guancia, ma mi ha baciata!- urlo di nuovo io per farlo sapere all'intero isolato nel caso in cui qualcuno non lo avesse capito.

-Tu davvero non hai notato la cosa più importante?- mi chiede lei come se mi fosse sfuggita la cosa essenziale.

-Cosa c'è di più importante?- chiedo ingenuamente. Faccio fatica a capire, perché Alex mi ha baciata e ora sono con la testa tra le nuvole... Sono giustificata!

-La cosa più importante è che lui è stato l'unico dell'altro corso che pur non conoscendoci si è fermato a salutarci.- Mi spiega.

E io solo in quel momento mi ricordo degli altri ragazzi dell'altro corso e del fatto che nemmeno si sono accorti del fatto che ci fossimo fermati. Hanno continuato a camminare ma Alex è rimasto.
-Forse perché stava parlando con Lorenzo, quindi si è dovuto fermare per forza. Poi per educazione ci ha salutate.- Le rispondo io, che da eterna pessimista quale sono vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto.

-Già, lui è stato educato. Non come qualcun altro.

So che Ludovica allude a me, ma mi limito ad alzare le spalle dopo la sua insinuazione perché sono giustificata anche questa volta, per il fatto che a me Alex un po' piace.
-Tu che mi dici di Ryan?- le chiedo cambiando discorso.

-Credo di aver perso un ormone quando mi ha afferrato per un braccio.- Mi dice lei con gli occhi che le brillano.
Non le dico che secondo me di ormone ne ha perso un altro anche solo ripensando a quel momento, non mi sembra il caso.

-Non mi hai ancora spiegato come è successo, a proposito.

-Beh sai, come mio solito ero in mezzo alla strada e non prestavo attenzione alle macchine che passavano.- Inizia a dire. Io annuisco alzando gli occhi al cielo e poi lei continua -È passata una macchina all'improvviso e non me ne sono resa conto, lui se ne è accorto e mi ha affettato il braccio dicendo "Attenta!"- Si ferma un attimo, assapora il pensiero e poi cambiando totalmente tono di voce esclama: -Venere, quella stretta e quel tono di voce... Mio Dio!- Si passa una mano sul viso e io rido perché capisco di non essere l'unica ad essersi presa una bella cotta.

-Guarda che se fai in fretta riesci ad affermare l'ormone che ti è appena caduto.- Le dico ironicamente.

-Fai poco la spiritosa miss "Alex mi ha baciato sulla guancia!"

Entrambe scoppiamo a ridere, poi lei riprendendosi dalla crisi ormonale mi confida: -Ho paura che sia più piccolo di me.

Per entrambe è una tragedia il fatto che un ragazzo sia più piccolo di noi. Anche io all'inizio credevo che Alex lo fosse, poi per puro caso ho scoperto che è nato il mio stesso anno e mi sono tranquillizzata. Quindi mi metto nei panni di Ludovica. Poi Ryan sembra l'uomo del mistero; non chiedendoglielo sarà anche difficile scoprirlo.
-Sai che guida, quindi deve per forza avere diciotto anni. - Le dico cercando di rassicurarla. Ma Ludovica di anni ne ha venti, quindi questo non la fa stare meglio.

-Sembra più grande, però.- Mi dice cercando di convincere se stessa.

-Si, lo sembra.- Le rispondo sinceramente io.
Io a Ryan darei minimo ventitré anni.

C'è un attimo di silenzio, poi lei mi guarda e mordendosi il labbro mi chiede: -E noi dobbiamo aspettare un mese e mezzo senza rivederli?

-Purtroppo sì.- Le rispondo.

-A settembre però ci rimbocchiamo le maniche e li conquistiamo!- cerca di spronarmi lei.
Io non le rispondo a parole ma rido gioiosamente e per lei questo basta.

Però in cuor mio le rispondo eccome, perché Alex in questo momento sembra essere il mio unico pensiero felice. E io non voglio lasciar andare un pensiero felice.   



 

*Autrice*

Il guaio dello scrivere cose che mi sono realmente successe è che la nostalgia mi fa un male cane.

In ogni caso, continuo a scrivere comunque sperando che qualcuno mi faccia sapere cosa ne pensa di quella che in fin dei conti è la mia vita! lol

Il prossimo capitolo è già quasi pronto, quindi a breve sarà pubblicato. 

Ma ho una domanda da fare: qualcuno c'è? :c

 
  
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