Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: lapotenza    29/12/2018    0 recensioni
-Ispirata a Wings e The most beautiful moment in life-
"Come finisce lo spettacolo se le marionette sono i burattinai? Un burattinaio può davvero essere una marionetta? Dove vanno a finire i fili spezzati?"
"[...] era riuscito a scavare uno spazio vuoto dentro un altro spazio vuoto più grande."
Una serie di strani avvenimenti si dirama con un devastante effetto domino e piomba in vite diverse ma collegate.
E' forse la scomparsa di Taehyung la chiave di tutto? Od è il cadavere introvabile di quel ragazzo che Yoongi ha visto venir investito?
Nel mezzo della calma prima della tempesta Namjoon scopre di non essere il solo a cercare Taehyung, Yoongi chiede l'aiuto del minuto Park Jimin per fare qualcosa di incomprensibile e, aggirandosi nei meandri di vite spezzate, Jungkook è l'unico a sapere cosa stia realmente accadendo.
Da qualche parte la chiave del mistero pende come una spada di Damocle, in attesa di venir trovata.
Ovviamente, ma qual'è il mistero?
Storia disponibile anche sul mio account wattpad, sotto medesimo nickname.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte in cui incontrò Min Yoongi mezzanotte era passata da molto, l'aria era ferma ed immobile, una cappa di nero silenzio, il lampione davanti al negozio, dopo anni di fidato servizio, aveva iniziato ad andare ad intermittenza, disturbandogli la vista ogni qualvolta posava lo sguardo all'esterno.

S'era fermato oltre l'orario di chiusura perché, nonostante avesse lesinato su quel punto ormai da tempo, anche il negozio necessitava degli opportuni inventari, conti delle entrate ed uscite da presentare al commercialista e, purtroppo, delle temute pulizie generali.

Stava dividendo per colore negli espositori dei nuovi modelli di piercing quando il suono distante d'un boato sopraggiunse al suo orecchio, corrugò le sopracciglia, ma lì per lì non ci diede troppo peso.

Fino a che un uomo non spalancò la porta ed irruppe nel negozio come una furia.

-Dio santissimo.- Namjoon, per lo spavento, fece un salto per aria e colpì l'espositore in una volta sola, il minuzioso lavoro si riversò a terra. Non ebbe nemmeno il tempo di commiserarsi per la sfiga, fissando il disastro appena capitato, che l'uomo lo raggiunse a grandi falcate, quasi impossibili per le gambette corte che si ritrovava.

-Aiutami, ti prego aiutami!- lo afferrò per le spalle, scuotendolo con una violenza ed una forza tali da destabilizzarlo. Non poté far altro che fissarlo stralunato.

-Beh? Che fai immobile? Ti sto chiedendo di aiutarmi!- lo scosse di nuovo prima di allontanarsi di scatto, indicando freneticamente fuori dal negozio. Sembrava visibilmente sconvolto, Namjoon si riprese e provò a domandargli che stesse succedendo per renderlo così ansioso, ma l'uomo corse fuori prima che ne avesse modo.

Namjoon lo seguì di fretta, profondamente turbato.

L'aria fredda della notte lo colpì con audacia, facendolo rabbrividire mentre cercava di stare al passo con l'uomo, che continuava ad urlare frasi senza senso.

-L'hanno ucciso. Dio mio l'hanno ucciso!- si fermò in mezzo all'incrocio in fondo alla via, guardandosi intorno quasi con fare sperduto.

Il negozio di Namjoon si trovava ai limiti della città, in una zona tranquilla con pochi grattacieli, a quell'ora poche macchine passavano di lì e molti edifici al di là dell'incrocio erano o in costruzione o disabitati.

Osservò l'uomo con una stretta alla bocca dello stomaco, era così pallido che la luna offuscata dalle nuvole riusciva comunque a rifulgere sulla sua pelle, indossava un lungo cardigan così grande da coprirgli le mani ed esaltare l'infima statura.

Lì, al centro dell'incrocio, sembrava un'anima in pena.

-L'hanno ucciso, l'hanno ucciso davvero.- Namjoon mosse passi cauti nella sua direzione non appena lo vide accucciarsi a terra, nascondendo la testa tra le ginocchia. Pensò che la sua ombra fosse troppo grande ed insolita data la posizione in cui s'era messo.

Solo quando fu a due metri da lui realizzò che la sua ombra, come logica dettava, si trovava da tutt'altra parte.

Osservò con uno strano misto di orrore, ammirazione e disgusto la pozza di sangue che si allargava sulla strada, aprendosi verso ovest come un ventaglio sfilacciato, quasi che il corpo da cui proveniva fosse stato trascinato.

L'uomo singhiozzò.

-Dio mio, e adesso? Oddio. E' morto.- si scompigliò i capelli, d'un castano molto più caldo di quello di Taeyung, con una rabbia chiaramente repressa.

-Che è successo?- domandò Namjoon con quanta più calma possibile, la sua voce profonda interruppe i gemiti strozzati dell'uomo, che, come se avesse realizzato solo ora di averlo di fianco, alzò la testa per guardarlo dal basso.

-Qualche bastardo l'ha investito... porca puttana.- Namjoon deglutì, trovando una spiegazione a dir poco orrenda del tonfo che aveva udito poco prima.

Si guardò intorno, ma non trovò nulla se sangue e sangue dappertutto.

-Sai... sapresti dirmi chi...-

-Un ragazzo, l'hanno ficcato sotto e se la sono svignata.- rispose secco l'uomo senza neanche dargli il tempo di porre il quesito per intero, facendolo rabbrividire.

-Scusami, ma io a parte il sangue non vedo nessun corpo.- fece notare Namjoon con quanta più delicatezza gli fosse concessa.

-C'era, ti giuro che c'era... il tempo di venire a cercare aiuto e...- si guardò intorno ancora una volta, come per rimarcare il concetto che la vittima era sparita e se ne rendeva conto anche da solo.

Namjoon sospirò, il peso di piombo che gli era entrato in corpo da quando Taehyung era corso via, un mese prima, scese di qualche altro millimetro ancora.

-Andiamo su al negozio e chiamiamo la polizia, magari qualcun altro l'ha visto e ha chiamato aiuto o...- evitò di finire la frase, sentendosi un grandissimo stupido anche solo ad immaginare che dopo essere stati investiti in modo così tremendo da perdere tutto quel sangue si potesse andar via da soli, anche solo strisciando.

Aiutò l'uomo ad alzarsi e ritornò al negozio.

Quando lo aiutò a sedersi sul divano, notando come egli fosse stremato ed evidentemente sotto shock, si premurò di evitare di farlo accomodare sul lato di Taehyung, l'uomo si accasciò immediatamente contro il bracciolo, coprendosi gli occhi con una mano.

Aveva appena assistito ad una scena indubbiamente tremenda, Namjoon capì perfettamente come dovesse sentirsi.

Spiegò la situazione al numero d'emergenza con ordine e chiarezza, aggiungendo che l'uomo che aveva chiesto aiuto non si sentiva molto bene ed avrebbe probabilmente necessitato un minimo di assistenza. Gli assicurarono che i soccorsi sarebbero arrivati entro pochi minuti.

Si voltò verso il suo ospite e si schiarì la voce, a disagio.

-Min Yoongi.- mormorò quello.

Namjoon inarcò allora un sopracciglio.

-Sono Yoongi...- mormorò di nuovo l'uomo, chiudendo gli occhi e scivolando nel sonno.

Namjoon recuperò una coperta dallo sgabuzzino.

   
 
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