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Autore: ScarletRouge    29/12/2018    2 recensioni
Hazel ha solamente diciassette anni quando per volere di sua madre si trasferiscono in un paesino sperduto dell'Italia per vivere con il suo compagno e suoi figli.
Tra amici, complicazioni e quant'altro, la nostra protagonista avrà a che fare con Matteo il figlio maggiore di Massimo il compagno di sua madre.
All'apparenza un semplice bulletto, donnaiolo ma che con il passare del tempo rivelerà avere molti segreti.
E se Matteo, proponesse a Hazel un contratto.. quasi delle regole. Cosa accadrebbe? Lei accetterà?
La loro storia sarà come le fiabe con il lieto fine?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La mia pelle brucia. 

Sto perdendo lentamente il controllo del mio corpo. I suoi tocchi fanno bruciare la mia pelle nuda. Li sento vividi, espandersi su tutto il mio corpo. Questa sensazione, dolce e travolgente allo stesso tempo, mi sta facendo impazzire. La mia mente è offuscata dall’estasi per poter capire che cosa mi stia succedendo.

Eppure so cos'è.

Le sue mani, lentamente stanno accarezzando i miei fianchi. In pochi secondi saliranno lungo il mio torace, e si posizioneranno sui miei seni. Afferrandoli con grande impeto. Poi poggerà, umide labbra che bruceranno, più delle sue mani.

A quel punto, gemerò e lui si posizionerà sopra di me, e mi rivelerà un sorriso vittorioso, e avvicinandosi al mio orecchio destro, sussurrerà:

«Ti farò mia, Vedi,non sono così disgustoso, come fai credere» poi il buio.

Il suono fastidioso della sveglia, mi tirò fuori da quell'incubo. Sbuffai infastidita, voltandomi a un lato del mio letto. Ultimamente i miei sogni, erano disturbarti dalla presenza di quel deficiente. Vorrei tanto sapere, a cosa pensava mia madre quando ebbe la brillante idea di venire qui, in questo paesino.

Mi mancava la mia amata Londra. I suoi odori, l'aria, che si respirava a Londra, era quasi magica. Invece qui mi sembrava tutto così buio, mi sentivo scaraventata in una realtà che non mi apparteneva. Una realtà in cui non volevo esserci.

Erano passati tre anni, da quando mia madre si era separata con mio padre. Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, i litigi a casa mia erano all'ordine del giorno. Poi un giorno, la mamma trovò papà, con la sua segretaria. Un cliché il capo e la sua segretaria.

Mia madre, soffrì molto, per questa separazione anche se non voleva ammetterlo per paura di farmi soffrire. Poi un giorno conobbe Massimo, il suo attuale compagno. Quest'uomo era gentile, per quanto né sapessi , sua moglie era scappata con il suo migliore amico.

Buffo no? Credo che se mio padre avesse conosciuto questa donna sarebbero andati molto d'accordo. L'unica pecca di questa unione, era suo figlio, il maggiore, Matteo. Aveva anche un' altro figlio, il piccolo Giorgio. Lui era l'opposto di suo fratello, era un amore di bambino aveva solamente cinque anni ma era così maturo per la sua tenera età. Invece Matteo era semplicemente un deficiente. Credevo di essermi abituata a questa nuova vita.

E invece no, era colpa sua.

Lui, con quella sua aria da bambolotto, vuoto, con quegli occhi taglienti e beffardi, con quel sorrisetto strafottente. Eppure non capivo cosa voleva da me? Perché mi tormentava? E soprattutto perché doveva tormentarmi anche ne miei sogni? Spalancai la persiana, e guardai il cielo azzurro, mi ero resa conto, che non si trattava di lui, ma di me.

Gli avevo dato, fin troppa importanza, dovevo solo ignorarlo, come avevo sempre fatto. Mi affrettai a prendere dal cassetto del comodino, la lingerie e cercai di dimenticare questi pensieri. Come ogni mattina, mi ritrovavo a dover aspettare che Matteo si decidesse ad uscire dal bagno.

«Sbrigati, devo preparami» urlai. Stavo iniziando ad innervosirmi, quindi mi venne la brillante idea di aprire la porta. Pessima idea. In un'attimo, mi ritrovai davanti Matteo. Era mezzo nudo o forse era tutto nudo, non lo so. Il mio cervello era andato in standby in quel momento.

Per quanto odiassi ammetterlo, Matteo era un bel ragazzo. Ma non il solito ragazzo alto, moro e bello. Aveva un qualcosa che lo distingueva, forse erano i suoi occhi verdi, o quel suo sguardo che ti faceva sciogliere.

«Finalmente ti sei decisa? Potevi dirmelo»

«Dirti cosa?»chiesi confusa.

«Fare sesso in un bagno non è molto comodo sai?» Iniziò a ridere. Avevo capito che la situazione si stava facendo alquanto imbarazzante, per me. Quel sorriso, sembrava tanto malizioso quanto beffardo.

Mi voltai, dandogli le spalle, sentendomi il viso avvampare. Si avvicinò pericolosamente al mio orecchio e mi sussurrò:

«Ho finito, piccola Haz. Il bagno è tutto tuo» mi leccò l'orecchio, ed uscì dal bagno. Ero rimasta pietrificata, questo ragazzo aveva la capacità di mandare in subbuglio tutta la mia razionalità.

Lo odiavo.

Dopo essermi lavata, rientrai in camera mia, ricordandomi di prendere i quaderni che avevo lasciato sopra la scrivania. Mi diedi un'ultima specchiata, non andavo male, se non fosse per miei capelli. Li avevo sempre odiati, ogni volta che l'aria era umida i miei capelli passavano da un liscio, ad un ondulato crespo.

Ed oggi era una di quelle giornate, per quanto riguardava il mio corpo avevo più o meno un buon rapporto. Anche se a volte tendevo ad avere una bassa autostima.

«Hazel, la colazione, è pronta» urlò mia madre dall'altra parte. Non avevo fame, quindi salutai e uscì di fretta, passare altri cinque secondi con Matteo non mi allettava molto. Mi diressi verso la porta, ed uscii in giardino.

«Haz, aspetta andiamo insieme a scuola» quella voce.. Mi voltai, e vidi la mia amica Giulia correre verso di me. La guardai in volto, e scorsi due mostruose occhiaie, gli occhi con venature rosse agli angoli, più giù la bocca che si distorceva in smorfie che dovevano somigliare a degli sbadigli.

«Dormito bene?»chiesi, sapevo benissimo il perché di quelle occhiaie. Diciamo che lei e il suo ragazzo si erano divertiti parecchio la scorsa notte.

«Non puoi immaginare quanto»mi rispose sbadigliando. 

«È inutile chiederti dove sei stata, Michele ha dormito bene?»

«Meravigliosamente»mi rispose accennando un sorriso, la invidiavo, anch'io avrei voluto avere un ragazzo come il suo, carino con quel sorriso.. Maledizione, lo stavo facendo ancora! Stavo di nuovo pensando a lui! Senza farmi accorgere da Giulia mi diedi un pizzicotto.

Eh basta! Esclamai nella mia mente.

«Diventerai una rincoglionita se continui a pensare a lui»mi disse lei divertita. «

Che diavolo stai dicendo?»

«Pensi a Matteo no? Haz, le cose fra voi due,come vanno?» Mi chiese in tono serio.

«Male»Sospirai

«Che vuoi dire?»

« Non lo sopporto proprio, mi dà su i nervi»

«Non è che ti piace un po'?»

«Assolutamente NO»Risposi infastidita.

«Va bene, va bene calmati era solamente una supposizione»

«Non è così!» esclamai ancora più infastidita, non mi piaceva Matteo. Eravamo come l'acqua e il fuoco, eppure non riuscivo a non pensarlo, chiariamo non ero innamorata o robe simili, no, non potevo esserlo di lui.

«Stai davvero deludendo le mie aspettative»mi disse ad un tratto

« Come scusa? »

«Hazel, cara ingenua Hazel,quando siete vicini create questa sorta di palpitazione sessuale, come fate a trattenervi dal saltarvi addosso?»

«Giulia!» la interruppi, diventai rossa come un pomodoro.

«Andiamo, sanno tutti che Matteo vorrebbe sbatt..»

«Giulia ora basta»Urlai ancor più imbarazzata, mentre lei scoppiò a ridere.

«Tranquilla Haz, so bene che reputazione ha, non permetterò che ti ferisca» Quella frase era stata molto confortante, più di quanto lei potesse pensare. «

Sul serio, devi stare tranquilla fra me e lui non c'è nulla»risposi non tanto convinta.

«Sono già le otto e quindici, sbrigati, altrimenti arriveremo in ritardo come al solito»Giulia mi afferrò per un braccio.

Ci avviammo verso l'entrata della scuola. In lontananza si vedevano due figure, evidentemente non eravamo le uniche in ritardo. Man mano che mi avvicinavo all'entrata, le figure, si facevano sempre più familiari.. Era Matteo e..non era possibile..perché proprio con lei?

   
 
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