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Autore: s u n    29/12/2018    2 recensioni
Di quella volta in cui Draco Malfoy iniziò a guardare Pansy Parkinson in una maniera diversa.
O così credette lei.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Paraocchi”


 
 
Certamente la pioggia non era tra le sue caratteristiche autunnali preferite –assolutamente no.
Specialmente quando si presentava in occasione di una partita di Quidditch che, in quel caso, sarebbe stata la prima della stagione –contro Grifondoro.
In tali circostanze, allora, non avrebbe dovuto badare solo ai capelli ben curati o ai suoi costosi abiti –purtroppo, ma avrebbe dovuto sforzarsi –molto più del solito- di addocchiare il Boccino d’Oro mentre tutte quelle gocce che scendevano fitte permettevano, a malapena, di vedere a tre dita dal proprio naso.

Dopo circa un’ora e mezza di gioco, quattro giocatori che necessitavano un soggiorno prolungato in infermeria, insulti a Serpeverde, acclamazioni a Grifondoro, un Blaise Zabini con un occhio nero e un Harry Potter sconvolto, Draco Malfoy riuscì ad agguantare il Boccino.
Chiariamo, se l’era trovato letteralmente a meno di 20 centimentri dalla mano!
E così sul campo si schierarono due fazioni ben definite: chi esultava e chi si può affermare che stesse gongolando.
Insomma, alcuni non riuscivano a capacitarsi delle doti –mai mostrate prima di allora- del giovane Malfoy; si iniziò a pensare che ci fosse sotto qualcosa di losco –cioè, Hermione Granger lo pensava (ad alta voce, però).
D’altro canto, c’era chi invece si congratulava con la Casata del Serpente; ma ben presto congratulazioni e lamentele cessarono, quando tutti corsero nel Castello, per via di quel tempaccio d inizio novembre che metteva voglia solo di un pomeriggio davanti al camino con un libro.
Certamente, per tutti si intende tutti ad eccezione dei giocatori, che si riversarono –stanchi e bagnati fino alle ossa- nei propri spogliatoi.

Nello spogliatoio Serpeverde tirava proprio un’aria allegra, in netto contrasto con il cielo che gli stava sopra, e si discuteva di come si sarebbe festeggiata la vittoria: Graham Montague
–un cacciatore- propose alcool a fiumi e altre cose poco adatte, Marcus Flint –il capitano- si azzardò a pianificare una bella fuga dal castello di Hogwarts per sgattaiolare al villaggio vicino di Hogsmeade dai Tre Manici di Scopa – e fu un’idea ben accolta e apprezzata dall’intera squadra, o quasi.
Tutti erano più che carichi di adrenalina e felicità, non era un evento così abituale battere i Grifondoro sul campo; normalmente, i Serpeverde avrebbero potuto acquisire un netto vantaggio fino alla cattura del Boccino da parte del Cercatore Harry Potter. E ciò, accadeva sempre: solita ripetitiva storia.
«Draco, con la vittoria di oggi mi hai proprio conquistato e fatto scaldare il cuore» disse Blaise Zabini mentre poggiava sull’occhio una specie di impacco e si sistemava comodamente sulla panca.
«Come sarebbe a dire, eh?» si interruppe un momento per finire di levarsi la casacca, «pensavo di averlo fatto già da tempo». Draco si portò indietro i capelli biondi e fradici, e si mise a ridere.
«Quindi stasera Hogsmeade?» intervenne Vincent Tiger ridendo –per non dire grugnendo, «diciamolo anche a tutta la Casa, ragazzi» continuando a sghignazzare, seguito a ruota dal suo fidato compagno di avventure Gregory Goyle.
Tutti acconsentirono, tranne uno.
«Non contate su di me» rispose tranquillamente Draco, dirigendosi verso le docce, «ho ancora da fare quelle pergamene per Piton, quel tema da mille parole là».
«Malfoy, ce l’ha dato qualcosa come due settimane fa, quel compito lì» si sentì dire da Blaise, si alzò dalla panca per dirigersi anche lui a farsi una doccia, «è soprattutto una tua vittoria, Draco».
Il ragazzo fissò l’amico per qualche istante, e osservò che l’occhio era già decisamente migliorato.
«Mh, no».

La Sala Comune dei Serpeverde era oramai deserta. Draco non sapeva in che modo la maggior parte dei suoi compagni di Casa fosse stata in grado di abbandonare la Scuola, e non desiderava saperlo.
Il tavolo più grande della stanza mostrava segni di cedimento, talmente era ricoperto e appesantito da libri polverosi di Pozioni senza lasciare visibilità del bel legno scuro sottostante, quando il ragazzo era finalmente riuscito a lasciare stampata con la penna, sulla pergamena, la sua millesima –e assai faticosa da raggiungere- parola.
Si abbandonò allo schienale della sedia, con un colpo di bacchetta fece sparire tutto e buttò la testa indietro, sospirando.
Avvertì dei passi frettolosi.
I suoi compagni erano stati beccati?
«Draco!» Pansy Parkinson saltò in aria dallo spavento, «pensavo che fossi andato con gli altri».
Lui la squadrò, lì in piedi davanti al camino scoppiettante, e poi buttò nuovamente la testa indietro.
«Avevo un compito» si alzò di scatto e si avvicinò a lei, e si accomodò sulla sua poltrona di pelle preferita –chiudendo gli occhi, «tu dov’eri, Pans?».
«In biblioteca, avevo un compito» rispose semplicemente lei, e calò il silenzio.
Avrebbe perfino potuto definirlo come “silenzio imbarazzante”.

Erano amici ormai da anni, un’amicizia reale destinata a sfociare in qualcos’altro.
Pansy per lui avrebbe fatto di tutto, perché non lo voleva come un amico.
Pur di tenerlo ben vicino a se stessa, con la paura che un giorno lui se ne potesse andare come sabbia tra le dita, aveva acconsentito ad essere pure la ragazza con cui condividere il letto qualche volta, la ragazza che avrebbe amato qualche volta, la ragazza della quale avrebbe avuto bisogno solo qualche volta.
Continuava a chiedersi per quanto Draco sarebbe stato così cieco? Perché sì, lui era convinto che a lei andasse bene quella situazione.
Lui doveva, decisamente, levarsi quel paraocchi e guardarla.

«Per poco sarà ancora orario di cena nella Sala Grande» osservò Draco, guardando il suo orologio da polso e rompendo il silenzio, «vieni anche tu?».
Lei annuì e camminarono fianco a fianco, senza aprire bocca: lui con le mani nelle tasche dei pantaloni con un’aria stanca e lei che si sforzava di guardare dritto davanti a sé.

«Non piove più, hai visto?» notò Pansy, guardando al di fuori delle vetrate mentre percorrevano il loro cammino verso i Sotterranei, tornando indietro.
«Ci sono tantissime stelle, Pans. Guarda!» la prese per un polso, e la trascinò verso la prima uscita che trovò. Stava sorridendo. «Non ne vedevo così tante da quest’estate, da quando ero ancora a casa mia».
«Fa freddissimo, Draco!» lo disse mentre rideva, però.
«Guarda, guarda!» mentre la teneva, ora, per mano, con l’altra indicava il cielo, «la costellazione del Dragone, lì quella del Cigno. Non sono bellissime?».
La strinse a sé.
«Non sapevo che ti piacessero così tanto».
«Mia madre» sussurò, «le guardavamo insieme quando ero piccolo. Lei le adora».
«Anche a me sono sempre piaciute, sai?» non mentiva. Da bambina ne era una vera appassionata, ma poi con il suo arrivo ad Hogwarts e il suo soggiorno nei Sotterranei del Castello è stato un interesse che ha accantonato, non potendo godersi né il cielo diurno né notturno.
«Ah, sì?» la guardò e alzò un sopracciglio. Lei scosse semplicemente la testa, in segno di assenso.
Draco si avvicinò sempre di più a Pansy.
«Ho sentito dire che oggi sei stato bravo, Draco» sussurrò, mentre spostò lo sguardo sulle sue labbra, «in campo, dico».
Draco Malfoy sorrise, poi avvicinò le sue labbra a quelle di Pansy fino a raggiungerle e le mise una mano dietro al collo, lei riuscì a percepire tutto il calore del corpo di lui nonostante lì fuori si gelasse.
Si allontanarono e si sorrisero.

E lei credette per un attimo che lui l’amasse, che per un attimo l’avesse guardata come guardava quelle stelle.
Magari era solo l'inizio.



 
Nota d’autrice:
Ehilà!
Innanzitutto, buone Feste a tutti.
Poi, grazie mille per essere giunti fino a qui, per me vale davvero moltissimo.
So di aver scritto di una “coppia” non molto popolare, però ho recentemente riscoperto il personaggio di Pansy e l’ho trovato mooolto interessante e molto attaccata  a Draco, poi che dire? Sono follemente innamorata di Draco e quindi eccomi qua.
Detto ciò, ancora grazie mille.
Alla prossima,
S u n.
  
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