Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    30/12/2018    6 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 61 - LA FINE DI UN POPOLO





Riflessi viola, scariche elettriche dello stesso colore. Una mastodontica sfera di energia stava attraversando l'atmosfera di Neo Namek aduna velocità costante, rendendo mano a mano l'aria densa e irrespirabile.
Le iridi di Vegeta tremarono e, con un salto temporale, cadde nel passato. Un passato tormentato, un sogno ricorrente che da tempo non lo imprigionava.
La fine della sua razza. L'esplosione di Vegeta Sei. Il momento in cui tutti i saiyan avevano osservato il cielo diventare di un altro colore, il momento in cui avevano capito che era finita per davvero.
Si impietrì e non riuscì a dire né fare niente, il principe, neppure tra le urla concitate di tutte le persone accanto a sé. Si voltò lentamente a destra, vide tanti guerrieri in armatura. Donne, uomini, ragazzini dalla lunga coda pelosa. Alcuni tentarono di scappare, alcuni si avviarono in prima linea con le braccia tese verso l'alto per poter frenare quella sfera di energia. Dietro di lui il suo castello, la sua dimora, il luogo dov'era nato e cresciuto, stava crollando a pezzi per la pressione esercitata dalla bolla di energia oramai entrata nell'atmosfera del suo pianeta d'origine.
Rumore, tanto rumore, tanta confusione. Il principe non capì, com'era possibile che si trovasse in quel luogo? Sentì una strana sensazione alla spalla, al braccio, come un tocco, delle urla ovattate che non riuscì a distinguere. Volse quindi il proprio sguardo verso sinistra – dove avrebbe dovuto esserci Kaarot – ma lui non c'era. C'era un uomo che gli somigliava, con una bandana rossa e una vistosa cicatrice sulla guancia. Da quanto tempo era lì? Perché lo stava scuotendo? Cosa diamine voleva da lui?
«VEGETA!» gli urlò quell'uomo, il saiyan di nome Bardak, scrollandolo ancora più forte. Come poteva conoscere il suo nome?
«VEGETA! CHE DIAVOLO TI PRENDE?!»

Successe in un attimo, in una frazione di secondo: il principe sbatté le palpebre e si ritrovò di nuovo su Neo Namek, frastornato più che mai. Era stata un'allucinazione, solo un'allucinazione, ma una cosa era certo fosse vera: quella dannata sfera dal colore viola stava già sfiorando il terreno, poco distante da loro. Troppo tardi per provare a respingerla.
«Vegeta! Qua sta per saltare in aria tutto!» gli fece notare Goku esasperato, ma sollevato dal fatto che fosse riuscito a risvegliare il suo amico da quella sorta di trance catatonico nel quale era scivolato. Aveva avuto paura per un attimo che si fosse sentito male, che qualche strana malattia lo avesse colpito.
Ma, fortunatamente, Vegeta ci mise ben poco a riprendersi dall'accaduto, da quella visione ansiogena. C'era Goku accanto a lui, non quello che era certo fosse Bardack. I namecciani urlavano spaventati dandosi alla fuga, non vi erano altri saiyan oltre a lui e il suo rivale. Scosse la testa per liberarsi definitivamente da quei pensieri e, facendosi venire in mente alla svelta l'unico piano che avrebbe potuto salvarli, impartì degli ordini precisi.
«Kaarot! Raduniamo quanta più gente possibile e andiamocene via di qui! Da Re Kaioh!» dispose il principe correndo nella direzione opposta alla sua, urlando poi rivolgendosi a un gruppo di namecciani che stavano tentando di ripararsi dietro le macerie. «VENITE CON ME, SVELTI! VI PORTO VIA DA QUI! MUOVETEVI!»
«PER DI QUA, CORAGGIO! FIDATEVI DI NOI!» gridò Goku facendo segno con le mani di posizionarsi tutti in cerchio intorno a Vegeta! «PRENDETEVI TUTTI PER MANO E NON STACCATEVI PER ALCUN MOTIVO!»
Goku percepì la gote bruciare, la pressione della sfera farsi sempre più imponente, così pesante da tappargli le orecchie. Era vicina, troppo vicina e troppo grande per provare a fermarla, avrebbe potuto mietere troppe vittime.
«FORZA! FORZA!» urlò il principe dei saiyan rivolto agli ultimi namecciani che stavano correndo nella sua direzione, tirando un sospiro di sollievo solo quando tutti gli abitanti del villaggio furono radunati intorno a lui. Goku accompagnò con un balzo uno degli anziani, attaccandosi poi alla spalla di uno degli altri pronto a partire con il teletrasporto di Vegeta ma, inaspettatamente, una voce acuta e impaurita colse la sua attenzione facendolo voltare di scatto verso la foresta.
I suoi occhi si spalancarono, così come la sua bocca. Un bambino. Un bambino namecciano proveniente probabilmente da un altro villaggio stava correndo nella loro direzione implorando di aspettarlo. Goku e Vegeta si guardarono per qualche istante, controllando poi la situazione. Ancora pochi secondi e sarebbero stati investiti in pieno dall'esplosione, la loro pelle stava iniziando a scottarsi e il principe dei saiyan fece segno di no con la testa, implorando il suo amico con gli occhi di non fare ciò che stava pensando. Ma come avrebbe potuto lasciarlo lì, Goku? Come avrebbe potuto lasciare morire quel bambino senza nemmeno provare a salvarlo?
Rivolse nuovamente lo sguardo verso il piccolo namecciano; non ce l'avrebbe mai fatta a raggiungerli correndo.
«Kaarot» sussurrò Vegeta incrociando i suoi occhi un'altra volta, implorandolo di lasciar perdere.
«VEGETA, VAI! VAI VIA!» gli gridò, poi staccò il suo palmo dalla schiena del namecciano al quale era ancorato.
«Ma...» si oppose lui, socchiudendo gli occhi per il fortissimo vento e l'elettricità causata dalla sfera.
«VAI VIA DI QUI! ORA!» stabilì Goku voltandosi un'ultima volta, abbozzando un sorriso prima di scattare in direzione del piccolo namecciano.
Era un ordine, questo Vegeta lo sapeva. Sapeva anche che lui non avrebbe potuto accettare ordini da una stupida e infima terza classe, ma in quel caso avrebbe dovuto.
Kaarot non gliel'avrebbe mai perdonato se fosse rimasto lì ad aspettarlo mettendo a repentaglio la sua vita e quella di quei poveri namecciani e così, imprecando tra sé e sé, si portò due dita in fronte salpando alla volta del mondo dell'Aldilà.

 


Il grande piazzale tiepido e tranquillo del tempio di Re Yammer li accolse in un istante, e le alte cariche divine tirarono immediatamente un sospiro di sollievo.
Ma Vegeta no, non riuscì nemmeno a udire il trambusto andatosi a creare in quel luogo. I pianti, le urla, le parole di conforto, la sorpresa dell'essere scampati alla morte. No, non udì niente. Le sue orecchie erano ovattate, il suo cuore martellò a tal punto da fargli credere che gli avrebbe bucato il petto perché, tra quella folla, mancava una persona. Una persona che non accennò ad arrivare.
Il principe dei saiyan si lasciò cadere con le ginocchia sul pavimento e, in quell'istante, il silenzio calò nell'atrio riempiendo le orecchie di tutti. Baba si portò una mano sulla bocca, trattenendo le lacrime. Cielo, com'era potuto accadere?
«K-Ka... Kaarot» sussurrò lui con gli occhi spalancati, le labbra tremanti, il respiro corto. Pensò di morire in quell'istante, forse persino ci sperò. Goku... Kaarot non c'era. Non era arrivato, non aveva fatto in tempo a teletrasportarsi e salvare se stesso e il ragazzino.
Ma, proprio nel momento in cui il principe percepì il proprio cuore infrangersi in mille pezzi, una folata di vento lo costrinse ad alzare lo sguardo, e due figure comparvero proprio davanti a lui, accompagnate da un grido di gioia di tutta la folla.
Sorrise, quell'imbecille. Sorrise e si portò una mano dietro la nuca imbarazzato, come se fosse perfettamente consapevole dello spavento che aveva appena fatto prendere a tutti loro. Sorrise e, con un gesto dolce e delicato, Goku spinse il bambino in direzione dei suoi fratelli namecciani prima di rivolgere il proprio sguardo all'uomo ancora inginocchiato sul pavimento, divenuto completamente rosso in viso.
«Tu...» sussurrò Vegeta alzandosi lentamente, percependo ogni singola cellula del proprio corpo andare in escandescenza dalla rabbia.
«Ciao, Vè!» si limitò a dire con una risata nervosa, causando però così un'esplosione incontrollata nell'aura del suo alleato il quale, adirato più che mai, si fiondò addosso a lui colpendo il pieno viso con un pugno abbastanza forte da farlo ribaltare all'indietro, sul pavimento.
«TU VUOI FARMI MORIRE DI INFARTO!» lo accusò il principe, con i capelli dorati mossi da scariche elettriche, tentando poi in qualsiasi modo di calmarsi, di tranquillizzarsi. Cielo, che vergogna! Aveva appena dichiarato davanti a tutta quella gente - e soprattutto davanti a quel cretino - che si era spaventato sul serio.
Dopo qualche secondo e qualche lamentela per l'attacco subito, Goku si alzò massaggiandosi il naso e la fronte, ove l'impronta delle nocche del principe pulsava rossa e chiaramente visibile.
«Eh dai, Vegeta. Sono qua! C'è mancato poco, ma sono qua» lo tranquillizzò Goku guardandosi bene dal compiere qualsiasi gesto affrettato o troppo affettuoso che avrebbe potuto compromettere l'integrità psichica del principe, già piuttosto vacillante. Così si limitò a sorridere pacatamente, quasi intenerito.
«Ti odio, razza di citrullo» gracchiò Vegeta a denti stretti, calmandosi poi finalmente dal suo stato di profonda ansia e disperazione. Cielo, aveva avuto paura sul serio. Dopo tutto quello che stavano facendo per potergli salvare la pelle ci sarebbe mancato solo che fosse morto per fare l'eroe – e ci era riuscito a farlo, per giunta. E poi, dannazione, aveva avuto davvero paura di perderlo, di perdere anche lui. Ciò che le sue parole non erano state in grado di dichiarare, l'avevano fatto i suoi occhi. Occhi che mostravano tutto, tranne che rabbia.

«Questo luogo è sacro e proibito agli esseri viventi, solo ai morti è concesso di passare da questo tempio. Già voi due non dovreste bazzicare da queste parti» intervenne Re Yammer con il suo vocione, facendosi strada tra la folla dei namecciani per indicare con il dito della grande mano i due saiyan. «E adesso mi portate qua addirittura un intero villaggio di cinquanta namecciani?!» tuonò il potente guardiano dell'Aldilà. Allargò le braccia con uno sbuffo, intimidendo la folla dei malcapitati i quali fecero tutti un passo indietro, stringendosi tra loro.
«Ma Re Yamm-» farneticò Goku, il quale però venne interrotto dalla voce sprezzante e sfacciata del principe.
«Senta un po', ciccione! Siamo nel bel mezzo di una guerra e voi non state muovendo neanche un dito e anzi, è lei il primo a concedere tutta questa libertà a questi maledettissimi draghi» minacciò Vegeta avvicinandosi all'omone con le mani sui fianchi e il volto rosso di furia. «Il pianeta Neo Namek è appena andato in mille pezzi e questo è l'unico luogo sicuro. Mi faccia il piacere di chiudere il becco o addirittura ringraziarci, visto che siamo noi, qui, a fare il lavoro sporco al posto vostro!»
«BADA A COME PARLI, RAGAZZO!» abbaiò Re Yammer, iracondo per l'insolenza mostrata da quell'uomo, quel saiyan con il quale aveva già avuto l'occasione di avere a che fare.
Ma no, il principe non avrebbe potuto starsene zitto e buono a farsi sgridare per quell'azione che aveva tutto fuorché del crimine. Quando Goku – indossando un sorriso nervoso - tentò di fargli segno con le mani di darsi una calmata, egli ricevette in risposta solo uno sguardo inceneritore.
«Re Yammer, per quanto Vegeta sia stato scortese e sgarbato nei modi – come suo solito – temo proprio che abbia ragione. Guardali... non hanno più una casa» intervenne Baba indicando i poveri namecciani dall'aria afflitta. Il principe, in quel momento, non poté fare a meno di pensare a quanto Freezer potesse essere stato vile e bastardo fino alla fine. Lui e quella sua mania di distruggere interi pianeti, intere popolazioni.
«Beh... ecco...» balbettò Re Yammer arrossendo ancor di più, intimidito dagli sguardi dei suoi temporanei ospiti e iniziando a pensare che forse aveva esagerato nella sua reazione altamente burocratica. Del resto cosa gli sarebbe costato ospitarli per un po'? Solo fino a quando quella guerra non sarebbe giunta alla fine.
Goku sorrise nervosamente e si scusò con gli occhi per la reazione esplosiva del principe dei saiyan. Vegeta aveva ragione perfettamente, questo lo sapeva, ma prima o poi avrebbe dovuto capire che con i suoi modi bruschi non avrebbe ottenuto proprio un bel niente.
Mentre lo stesso Vegeta, beh... egli non si sarebbe mai adattato alle frasi di circostanza, alla galanteria, alla gentilezza, alla contrattazione o tutti quegli atteggiamenti non facenti parte del suo carattere, tuttalpiù quando sapeva perfettamente di avere ragione.
«E va bene, possono stare qui. Ma poi voi terrestri dovrete ospitarli sul vostro pianeta, una volta che sarà tutto finito, sono stato chiaro? Non siamo mica in un centro di accoglienza, qua» decretò Re Yammer, poi si voltò di spalle per nascondere l'imbarazzo.
Vegeta e Goku si scambiarono uno sguardo complice, entusiasta. Ce l'avevano fatta: la prima missione era appena stata portata a termine, non con pochi danni, certo, ma con successo. Il secondo dei sette draghi era stato distrutto, e ne mancavano cinque alla vittoria. Ma, se il pianeta Namek era considerata una missione semplice, dalle altre cosa ci si sarebbe potuto aspettare?
Si lasciarono invadere dall'incertezza e dalla paura per pochissimi istanti, prima di sentirsi veramente pronti a continuare. Del resto di altre scelte non ne avevano.
«Bene! E se non le dispiace, di grazia, ora andiamo a far fuori un altro di quei maledetti vermi dei miei cogl-» commentò acido il principe in direzione di Re Yammer, venendo poi però interrotto dal suo alleato il quale, ridacchiando e tentando di equilibrare i toni sgarbati dell'amico, lo trascinò con forza in direzione dei Kaiohshin prima che il guardiano dell'Aldilà potesse adirarsi sul serio.
«Ehehe, andiamo, andiamo. Sommo Kaiohshin, per favore, può accompagnarci sul prossimo pianeta?» domandò Goku con un sorriso così largo da deformargli i tratti somatici, senza badare agli sguardi assassini di Vegeta.
Kibithoshin, Re Kaioh del Nord e il Sommo scossero la testa rassegnati: quei due saiyan non sarebbero mai cambiati del tutto ma, anche nelle situazioni più pericolose e paurose, sarebbero sempre riusciti a sdrammatizzare con i loro modi di fare alquanto singolari.
«Ho una notizia buona e una cattiva per voi, ragazzi» dichiarò Re Kaioh dell'Ovest, probabilmente il capo della galassia nel quale si sarebbe trovato il loro prossimo obiettivo. «Quella buona è che il capo dei saggi del pianeta Namiub – che è anch'egli un namecciano sufficientemente buono - ha accettato di buon grado di distruggere le sfere del drago Myutre» anticipò il Kaioh interrompendosi con suspense, suspense che venne però trafitta dalla lingua biforcuta del principe.
«E quella cattiva quale diamine sarebbe?» chiese il principe, il quale non aveva affatto tempo da perdere. E non avrebbero dovuto affatto perdere tempo, lui e Goku, perché ci misero ben poco a scoprire quale sarebbe stata la vera difficoltà nella successiva missione.
«Che... che le sette Sfere del Drago sono ancora disperse nei meandri del pianeta».

 

«Maledizione, Onyma, ci stanno facendo fuori uno per uno!» commentò Myutre, il drago corpulento dalla pelle color giallo evidenziatore e il viso dai tratti morbidi e gentili, in netto contrasto con il tono pungente della sua voce.
Il Drago Superiore si chinò sul pavimento, raccogliendo con le lunghe dita metalliche un mucchietto di cenere e lasciandola poi cadere poca alla volta sul pavimento, leggera e soffice come rugiada. La cenere del drago Polunga.
«Non ci resta altra soluzione, non possiamo limitarci a invocare i nostri combattenti, i guerrieri migliori...» gorgogliò Onyma stringendo il pugno, causando una forte scossa di terremoto non solo nella loro dimensione.
«...resusciteremo tutto l'Inferno».


 
Continua...

 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Kaaboom. Ciao ciao Neo Namek! Maledetto Freezer, si può essere così bastardi? U_U odio profondo e radicato. 
Il povero Vegeta stava per prendersi un infarto non vedendo arrivare Goku nell'aldilà... lui e la sua sindrome di voler fare l'eroe! Dai, non ditemi che avete creduto che avrei fatto fuori Goku così, per colpa di un'esplosioncina xD
Vogliamo parlare di Re Yammer? Quanti insulti avete elargito nei suoi confronti? Voglio saperlo.
Adesso però c'è un problemone, ragazzi: devono andare su Namiub e cercare le sfere del drago per farle distruggere al capo dei saggi. Ma quel posto sarà popolato dai peggio mostri, a giudicare da quello che ha detto Onyma alla fine. Non sarà una cosa semplice! 
Siete pronti alla prossima avventura? E cosa starà accadendo sulla Terra? 

Visto che questo capitolo è stato molto breve ne pubblicherò già un altro giovedì! Nel frattempo colgo l'occasione per augurarvi un buon inizio 2019! Divertitevi responsabilmente e ricordatevi sempre di non mettervi alla guida se avete bevuto. Mi raccomando :)
Un abbraccio a tutti,
Eevaa
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa