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Autore: kokka1110    30/12/2018    2 recensioni
Raccolta di one shot, flashfic e drabble su qualsiasi personaggio di Detective Conan.
Spero con questa raccolta di base molto introspettiva di riuscire a farvi, se possibile, innamorare ancora di più di questi personaggi e delle loro storie.
Quasi tutte le storie sono scritte di getto quindi ognuna avrà colore e un sapore diverso dalle altre.
L'intera raccolta è come il mio personale roseto dove ogni rosa, seppur simile, è diversa dalle altre.
Infine vi avverto che i personaggi potrebbero sembrare un po' OOC, anche se cercherò di renderli il più simili alla realtà, e che la storia potrebbe contenere spoiler.
Detto questo, buona lettura
***
4. Sherry- [Buttò giù tutto d'un fiato il liquido rosso e si alzò. Per un attimo fu attraversata dal pensiero di una vita felice con sua sorella e senza l'organizzazione. Una vita dove poteva fare quello che voleva senza la paura di morire, senza il terrore di vedere i suoi cari morire. Purtroppo quelli erano solo ricordi di un futuro passato.]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO I [Ai Haibara]- RICORDI D’INVERNO:
 

La neve cadeva placida riempiendo le strade, i giardini e i tetti delle case.
La bambina dai corti capelli ramati guardava la neve scendere senza fretta dalla finestra della grande casa dove abitava ormai da un po’.
Lo sguardo triste e gli occhi spenti le davano un’aria malinconica che, in quel periodo, le si addiceva assai.
In questo periodo dell’anno si abbandonava spesso ai ricordi di quando era in America: nel paese dove era stata mandata a studiare, la neve arrivava a metà autunno, rimaneva per tutto l’inverno e si scioglieva a inizio primavera.
Non aveva mai giocato a palle di neve o a giochi simili poiché, quando era lì, non aveva amici: “la piccola Shiho Miyano” era, appunto, troppo piccola per riuscire ad instaurare rapporti con gli altri suoi compagni di corso, troppo invidiosi della sua mente geniale.
Non a caso a 13 anni lavorava già nei laboratori dell’Organizzazione come scienziata.
Per non parlare del fatto che gli Uomini Neri la controllavano e la seguivano ovunque e per questo non riusciva mai ad instaurare legami con nessuno per paura che poi, se qualcosa fosse andato male, ne avrebbero rimesso le sue amicizie.
Gli occhi blu le si inumidirono ripensando a quei momenti e ripensando al sorriso della sua splendida sorella e unica amica: Akemi le mancava come non mai, soprattutto in quei momenti di sconforto dove un suo sorriso le scaldava il cuore e la faceva sentire una persona meno sola. Forse era per questo che certe volte chiamava la sua segreteria solo per sentire la sua voce e per ricordare il suo volto.
Calde lacrime le scesero dal viso mentre ripensava a tutti i momenti felici passati con lei, a tutte quelle volte che era venuta a trovarla in laboratorio anche disubbidiendo agli ordini dei suoi superiori, a tutte quelle volte che aveva provato a farla felice in qualsiasi modo e a quando, nonostante le sue giornate fossero peggiori di quelle di Shiho, le regalava sorrisi e la tirava su di morale.
Ora lei non c’era più e Shiho, o meglio dire Ai, doveva provvedere a se stessa senza che nessuno più l’aiutasse, senza che più nessuno che fosse suo amico, senza più nessuno che la salvasse. Perché, infondo, la presenza di Akemi era un’ancora di salvezza per lei.
La ragazza ora singhiozzava silenziosamente con lo sguardo rivolto ai fiocchi di neve che, ancora, cadevano senza sosta, mentre le lacrime scendevano veloci, senza che lei potesse fermarle.
I brividi le percorrevano la schiena quando, una coperta di pile, la coprì.
Non c’erano bisogno di parole, sapeva chi l’aveva coperta e lo abbracciò forte lasciandosi cullare tra le sue braccia. Forse non era sola, forse grazie a lui, grazie a loro avrebbe potuto ricominciare da capo una nuova vita senza più niente da temere.
Fu in quel momento che si rese conto che, rispetto a tante altre persone, lei poteva considerarsi anche fortunata ad essere riuscita a scappare dall’Organizzazione e ad aver incontrato persone disposte ad aiutarla.
Sciolse l’abbraccio con quel bambino, o meglio dire con quel ragazzo, e si asciugò le lacrime mentre un uomo, quello che spesso ormai considerava come un padre, venire verso di loro con due cioccolate calde e fumanti nelle mani. Sì, avrebbe ricominciato una nuova vita, si disse, senza più vivere nella paura. E con questa promessa più che decisa a mantenere sperò di chiudere un capitolo della sua vita durato anche troppo e di aprirne un altro dove niente l’avrebbe più spaventata senza il suo consenso.
Certo, avrebbe dovuto ancora fare i conti con il passato, questo era ovvio, ma anche lei adesso meritava la felicità. Non è vero?

[One shot: 607 parole]
 

MY SPACE

Per cominciare ringrazio chiunque sia arrivato fin qui a leggere questa prima storia.E' da molto che non scrivo più e soprattutto è da molto che non scrivo più su questo fandom.
E' stato un periodo molto complicato,ma sicuramente questo a voi non interesserà e non vi annoio con i miei problemi.
Voglio solo dire che finalmente sto riprendendo a scrivere e sono felice di farlo su questo fandom, uno di quelli che più amo in assoluto.
Spero che la storia vi sia piaciuta se è così fatemelo sapere e ci vediamo presto con il prossimo capitolo che ho quasi terminato.
Kokka

   
 
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