Ci rigiriamo nel letto a notte fonda; a volte con gli occhi chiusi, sognanti languidi scenari e melense dichiarazioni d'amore, altre volte con gli occhi aperti, che guizzano nella stanza buia nel tentativo di acchiappare un fugace raggio di luce.
E il Tempo passa; cosa possiamo fare per acciuffarlo? Come bambini vorremmo rincorrerlo con un retino per le farfalle ma restiamo lì, incatenati a quelle coperte, pensando sia solo un sogno.

Ci guardiamo allo specchio la mattina seguente: é bastato chiudere un attimo gli occhi e il Tempo ha approfittato della nostra distrazione, disegnando sul nostro viso un nuovo solco con le sue matite indelebili. Appare quasi invisibile agli occhi degli altri ma così nitido ai nostri da renderci quasi irriconoscibili.

Attraversiamo distrattamente scuole, università, lavori, famiglia, impegni futili e passatempi utili, mentre il Tempo passa e cammina intorno a noi sorridendoci beffardo. Notiamo che non ci sta trascinando con delle catene, bensì siamo noi a rincorrerlo. 
Mentre chiediamo a noi stessi quando è stata l'ultima volta in cui abbiamo vissuto senza curarci di lui, la nostra mente fa un balzo; siamo tornati piccoli, minuscoli, ancora più insignificanti. Le nostre gambe non toccano terra. Siamo agganciati saldamente ad un seggiolino, mentre la mamma sventola un cucchiaino colmo di minestra davanti ai nostri occhi. E' difficile mangiare, non sappiamo farlo ancora bene. 
Ma la mamma ci sorride incoraggiante.
Non c'è fretta. 
Abbiamo tutto il Tempo del mondo. 
Ma sono già parecchi anni che quel Tempo è passato, quel momento è stato sostituito e scavalcato da altre centinaia di migliaia di momenti che non abbiamo avuto occasione di apprezzare.

Il Tempo passa davanti a noi, ci ronza intorno come un'ape fastidiosa, ci sfiora e ci tira la coda, ma è troppo veloce per essere acchiappato e troppo lento per essere apprezzato.