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Autore: coldays    30/12/2018    1 recensioni
CLASTIAN, What if? in Edom
E se il fuoco celeste non avesse funzionato e Clary fosse rimasta intrappolata all'Inferno con il suo demoniaco fratello? E se decidesse di non cedergli, di continuare a resistere a lui e i suoi Ottenebrati? Riuscirebbe a resistere sola nel regno di Edom, o troverà un improbabile alleato? Riusciranno i suoi amici a salvarla? Ma si trova realmente in pericolo?
Poiché accade sovente con ciò che si è perso e poi ritrovato che lo si ritrovi diverso da come lo si è lasciato...
"Quella di ogni Shadowhunter è una vita di sangue e cicatrici ma tu, sorella, sei stata crudele con me..."
Ritorno sul fandom dopo anni, con una nuova Clastian shipposissima, enjoy!
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Tematiche delicate
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"She burns like the sun, and I can't look away
She'll burn our horizons, make no mistake
And I'll hide from the world behind a broken frame
And I'll burn forever, I can't face the shame..."
Sunburn, Muse.





Quando Clary andava a scuola, prima che il suo mondo venisse stravolto, prima ancora che avesse la possibilità di frequentare una vera e propria scuola d’arte, le era stato raccontato il mito di una donna per cui si combatté una guerra lunga dieci anni. Per lei due città scesero in guerra, causando immensa distruzione. Non avrebbe saputo dire perché le fosse venuto in mente esattamente questo paragone. Forse, pensò, è la vicinanza di Jonathan ed il suo parlare attraverso citazioni. Ma Clary non riusciva a spiegarsi cosa avrebbe dovuto volere da lei un demone al punto da scatenare una guerra; da suo fratello, forse, ma lei? Un brivido la scosse, ma la paura l’aveva momentaneamente paralizzata. Clary non era sicura di cosa fosse meglio – o peggio – per lei. Restare con suo fratello e combattere, eterna prigioniera? O consegnarsi al demone, sperando di scappare, e poi?
Saresti comunque prigioniera nella terra di tuo fratello, da sola.
Non lascerebbe mai che ti allontanassi davvero da lui, tornerebbe a cercarti come ha sempre fatto.
La risata di Jonathan Morgenstern risuonò per le lande deserte di Edom, perdendosi tra gli scheletri di quelli che erano stati alberi. Clary scoprì di essere quasi sollevata di sentirla. Clary non aveva una grande esperienza come Shadowhunter, ma poteva affermare di aver visto cose ben più strane ed incredibili della maggior parte di loro; non si era mai imbattuta, però, in un demone di queste dimensioni.
 Non ti avrebbe mai consegnata a loro, pensò, pentendosene subito dopo. Non avrebbe potuto esserne certa, quando in gioco c’era il suo stesso regno.

Il regno che ha costruito per te, dopo aver posto fine a una guerra di cui sarebbe stato il vincitore assoluto, solo per te…

I suoi pensieri si alternavano veloci, rincorrendosi come i battiti del suo cuore. Anche adesso, si disse, era una prigioniera. Lo sarebbe stata in ogni caso, qualunque fosse stata la sua decisione.
“Temo che questo non sia possibile.” Jonathan parlò con voce bassa, con estrema tranquillità. Clary, osservandolo, si stupì di notare come tutto, in lui, fosse estremamente rilassato. Sebastian era simile a un felino, pigro ma sempre all’erta, pronto a scattare.
“Ma questo lo sapevate già.” Le sue labbra si curvarono in un sorriso affilato come la lama di un rasoio e Clary sentì un brivido gelido lungo la schiena.
Era proprio la sua calma, così innaturale, a spaventarla; sotto questa sua facciata il demone era in cerca di sangue, e lei lo sapeva. “O credevate che un paio di demoni mi avrebbero spaventato?” Lo sguardo del demone si spostò su di lei, che rafforzò la presa sulla spada che aveva in mano, passando in rassegna le varie ferite che aveva riportato dallo scontro. Avrebbe avuto bisogno di un iratze, ma era abituata ad allenarsi senza, e poi l’adrenalina le impediva di concentrarsi sulle varie contusioni. “Quelli erano un regalo della Madre di tutti i Demoni, per ricordarti della tua disobbedienza.” La voce del demone-drago era più simile a una frana, quasi incomprensibile, come unghie trascinate su una lavagna.
 "Lilith è ancora terribilmente debole, quindi." Il sorriso di Sebastian si curvò in un ghigno che gli stravolse i lineamenti; i suoi occhi sembravano brillare, accesi dall’imminente battaglia. Clary era sempre più confusa, quale poteva mai essere in tutto questo il ruolo di Lilith? Perché avrebbe dovuto schierarsi contro il suo stesso figlio, nel regno che gli aveva consegnato? "E questa è colei che l'ha bandita nelle profondità infernali, demone." La sua voce non lasciava trasparire nessun dolore o risentimento; era come se fosse in realtà fiero di lei, mentre la indicava con un gesto
distratto della mano.
Colei che ha ucciso il padre e bandito la madre negli Abissali demoniaci…
Ma tu, sorella, sei stata crudele con me…
 
E come avrebbe potuto non esserlo? Al sentire il suo nome, Jonathan aveva visto sua sorella paralizzarsi. Il fatto che credesse che essere rapita da un enorme demone drago fosse peggiore dello stare al castello era già, per lui, una vittoria. Il fatto che avesse creduto che, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, compreso affrontare una rivolta di demoni, l'avrebbe lasciata andare era quasi divertente. Riusciva a sentire il potere che il demone di fronte a sé emanava, avvolgendolo come un alone di fumo impalpabile.
"Io obbedisco a Lilith." Il demone esitò un attimo, squadrando Clary; lei gli si fece impercettibilmente più vicina. "E tu conosci i patti per continuare a regnare, Morgenstern." Il sorriso di Sebastian, se possibile, si allargò. Era un sorriso grottesco, pericoloso; la smorfia di un pazzo. "Mia sorella regna insieme a me. Sono io a decidere le sorti di questo regno, dei suoi abitanti e di mia sorella." La sua voce, nel pronunciare le ultime parole, si fece rauca e profonda. Clary sussultò. Si girò a guardalo, mentre lui sollevava la spada, pronto a scattare contro il demone.
Come osavano queste creature ribellarsi a lui? Come osavano pensare di potergli portare via la sua compagna per diritto di nascita? Di mettere in dubbio il suo operato, o di reclamare qualche diritto su di lei?

"Che cosa volete da me?" Clary, capelli rossi come fiamme al vento, la pelle pallida sporca di cenere e icore, ancora più pallida con la sua divisa nera da cacciatrice; se avesse indossato la divisa rossa, la sua pelle sarebbe stata perlacea in queste ombre. Lui lo sapeva, perché non poteva fare a meno di pensarla.
 E di immaginare quella divisa scivolare giù dalle spalle, lungo la linea perfetta della sua schiena, accarezzandole i fianchi…
Piccola, ma così determinata. La sua dolcissima tortura, con ogni suo singolo movimento.
 

 "Se continui così mi toccherà portarti fuori di qui in braccio." Clary si girò di scatto, con una smorfia. "Non è necessario, Sebastian." Tornò a dedicarsi agli affondi con la spada, rivolgendogli le spalle. I capelli rossi disordinati, la pelle bagnata di sudore. Gli occhi accesi di rabbia, le guance rosse per lo sforzo, le nocche bianche per la presa ferrea sulla spada. C’era stato un tempo in cui avrebbe voluto spezzarla, come le vecchie spade di legno con cui si allenavano i piccoli Shadowhunters e che a lui non erano mai toccate. Eppure adesso non lo avrebbe sopportato. Vedeva le sue ginocchia tremare per lo sforzo, quando si piegava. Ancora adesso continuava a stupirsi di quanta forza potesse esserci dentro di lei, di quanta ostinazione riuscisse a mettere in un singolo sguardo, come a dirgli non mi arrenderò mai a te.
 
 Eppure non gli importava mettere in pericolo il suo ancora fragile regno; non gli importava, per una volta, non riuscire ad avere il completo controllo su qualcosa o qualcuno. La cieca obbedienza degli ottenebrati era deliziosa, ma vuota. Clary, privata della sua volontà, non sarebbe stata nient'altro se non un guscio vuoto. Un bellissimo corpo come tanti altri. Dopo la prima settimana di convivenza nell'appartamento di Valentine aveva cambiato idea, anche se lei era riuscita a fargli perdere il controllo; in quel momento, in realtà, non avrebbe risposto di nessuna sua azione. Al tempo aveva creduto fosse l'influenza di Jace; invece lui aveva già scelto Clary come sua compagna, lei lo aveva già attirato nelle sue spire apparentemente innocenti -una determinazione così grande non può essere innocente, o lo sdegno e la sufficienza che riservava loro, la sua stessa famiglia, che ripudiava con la superiorità che è propria di ogni Shadowhunter, come se fosse nata e cresciuta realmente tra loro, una perfetta figlia degli angeli.

Il demone posò i suoi occhi rossi su di lei, facendo una grottesca smorfia che avrebbe dovuto essere un sorriso. "La ragazza angelica..." Emise un piccolo sbuffo di fumo nero che scattò verso Clary assumendo la forma di un cerchio; spiccando un salto si portò fuori dalla sua traiettoria, e l'anello cadde a terra con un tintinnio metallico. Un piccolo campanello d'allarme risuonò nella testa di Sebastian, ma lui lo ignorò; non era certamente il primo demone con strane caratteristiche che vedeva, tantomeno in un regno in cui il loro potere era così grande.
"Catturarti." Rispose Sebastian al suo posto, non staccando gli occhi di dosso al demone. "Ed evitare uno scontro con me."
Clary non è preparata, pensò in un momento di panico. Poi percepì, più che vedere, un piccolo sbuffo. Clary si portò alla sua destra, avanzando di un passo. Il cuore di Jonathan rischiava di traboccare di sentimenti confusi, dolorosi come un pugno in pieno stomaco. Mai, nella sua vita, aveva provato un tale trionfo; né alla fine di una battaglia, né scontrandosi con coloro che continuavano a mettersi sul suo cammino, né conquistando finalmente il trono di Edom. Neanche vedere gli Shadowhunters soccombere sotto i suoi Ottenebrati gli aveva procurato un piacere così grande, come elettricità pura che gli correva nelle vene, intrecciandosi al suo sangue ibrido e facendolo ruggire, solo perché Clarissa si era schierata al suo fianco.
"Non importa se vieni con me viva o morta, ragazza Angelo." Questa volta, la voce del demone aveva una sfumatura canzonatoria.
"Così sia, e che la tua razza possa raggiungerti all’Inferno." Clary osservò i suoi lineamenti indurirsi, gli occhi diventare completamente neri mentre parlava. La sua postura era ferma, e a Clary ricordò le innumerevoli volte che lo aveva visto combattere. Il campo di battaglia era l'unico posto in cui riusciva a comprendere suo fratello; sebbene su fronti opposti, erano stati sempre e soltanto loro due a scontrarsi. Era lei ciò che lui aveva cercato. La sua determinazione, contro la forza di volontà di Clary. La sua volontà di distruggere il mondo, e quella di Clary di salvare le persone a cui teneva. Il loro scontro, tutto personale; la loro piccola tragedia familiare, che con il riconoscimento del fratello perduto aveva assunto tutto un altro significato. Quando aveva scoperto la verità, non aveva più sperato nella sua redenzione. E quando aveva finalmente incontrato Sebastian, non avrebbe saputo spiegare la sensazione di familiarità, la spinta verso di lui. Erano sempre stati loro a scontrarsi, l'eterna battaglia tra angeli e demoni che si consumava attraverso il loro odio e cantava nel loro sangue. Adesso, invece, era lui a proteggerla da un demone che aveva intenzione di rapirla, o ucciderla. C'era una sottile ironia che, se Clary si fosse fermata a riflettere, sarebbe scomparsa rivelando la verità davanti ai suoi occhi, nitida e dorata come una runa. Ma gli occhi di Clary erano fissi sul demone, e quando questo si mosse verso di lei era già pronta con la spada a metà di un affondo che si infranse contro la corazza del demone come fosse fatta di vetro.
Phosphoros era uno spettacolo letale in mano a suo fratello, le stelle nere sulla lama che catturavano la luce rossastra, anche se ogni colpo sembrava non scalfire nemmeno la sua corazza. Clary estrasse una seconda spada, cercando di colpirlo alle giunture mentre Sebastian lo teneva impegnato.
“Clarissa!” Troppo tardi. Con un colpo di coda il demone la mandò a sbattere contro un tronco secco, che si sgretolò come fatto di cenere all’impatto. Sebastian le si portò subito davanti, tagliando a metà il secondo cerchio metallico diretto a lei. In un lampo rosso la prese in braccio, portandola via appena in tempo, veloce come mai nessuna runa avrebbe potuto renderlo. Una lingua di fuoco nero si abbatté nel punto in cui si trovavano prima. Quando la rimise a terra, Clary fu veloce ad allontanarsi, come se fosse stato il suo tocco a bruciarla; con gli occhi sbarrati vide come la parte inferiore della divisa di suo fratello fosse bruciata, la pelle bianchissima del polpaccio arrossata, ma lui non sembrava farci caso, i suoi occhi erano fissi su di lei. “I nostri colpi non hanno effetto, Sebastian.” Clary, che supponeva avere una o due costole incrinate, si rimise in posizione, una spada angelica in una mano, due pugnali nell’altra. “Cerca soltanto di non farti catturare.” Con un salto si portò alle spalle del demone, ma quando questo cercò di colpirlo c’era solo polvere al suo posto; e poi alla sua destra, e di nuovo dietro, e di lato. Era impossibile prevedere dove si sarebbe abbattuta la sua spada, senza sosta, su ogni centimetro non protetto dalla corazza; il demone non sarebbe comunque mai stato abbastanza veloce da fermarlo. Fiotti di icore iniziarono a macchiare il terreno, il demone ad ululare, mentre un alone di fumo, nero e fitto, iniziava ad avvolgerlo, rallentando i movimenti di Sebastian. Clary avrebbe voluto colpirlo, ma avrebbe rischiato di ferire suo fratello.
E da quando ti importa?
“Michael.” Sussurrò Clary, e la spada si accese di luce angelica. Abbagliante, ma decisamente più debole che sulla Terra.
“Il tuo Angelo non può raggiungerti qui…”
Clary vide un bagliore rosso, e la spada lasciò la sua mano come di sua spontanea volontà; quando sentì il demone urlare seppe di non aver sbagliato bersaglio, e di aver centrato il suo occhio. Suo fratello uscì poco dopo dal cerchio di fumo, con la divisa a brandelli ed i capelli pieni di fuliggine. “Bel colpo, sorella.” Anche il suo viso era sporco di fuliggine, ed in quel momento non le sembrò più lo spietato dominatore di Edom, colui che aveva quasi condotto a morte tutti gli Shadowhunters. Era semplicemente suo fratello, il suo compagno di battaglia, che le guardava le spalle. Mentre il demone era ancora a terra, Sebastian si gettò nuovamente nella spessa cortina di fumo, con Clary alle calcagna. Le mancò il fiato; era impossibile respirare, e sembrava che nessun suo colpo avesse effetto. Era come colpire una parete. Non riusciva, in realtà, neanche a vedere dove i suoi colpi andavano a finire. Le sembrava di sentire, in lontananza, Sebastian chiamarla ed imprecare, ma non ne era sicura. Era tutto confuso, in quell’oscurità ovattata che l’avvolgeva e la tratteneva. Non esisteva più il demone, né il pericolo o la terra sotto i suoi piedi o il cielo sulla sua testa. C’era solo l’oscurità a sostenerla, a prometterle i desideri più oscuri del suo cuore, sussurrati come una preghiera, lì dove non esistevano più le ferite o il dolore della battaglia, se solo si fosse abbandonata…
Clary! Non credergli!
Jace? Sei tu? Jace…
Una sagoma si avvicinava e, fendendo le tenebre con la sua spada, la trascinò fuori.
Jace, sei venuto a salvarmi? Jace ti prego…
Una vampata di calore improvviso la riportò brutalmente alla realtà, quando un urlo le perforò le orecchie. C’era qualcosa di angosciante, come se chi stesse urlando covasse una disperazione nera, a stento contenuta. Come un demone in trappola... Clary aprì gli occhi di scatto quando cadde a terra, stretta tra le braccia di suo fratello, mentre la sua schiena la proteggeva dal fuoco dell’inferno che il drago stava riversando loro addosso. Sebastian cadde a terra, una maschera di sangue e pelle bruciata. “Sebastian!” Clary gli scostò i capelli dal viso, poggiandogli la mano sulla guancia, le sue parole come un mantra nella sua testa, mentre lo guardava cercare di rimettersi in piedi e ricadere nella polvere.
“Quella di tutti gli Shadowhunters è una vita di sangue e cicatrici, ma tu sei stata crudele con me sorella…”
 
“Quando la Signora lo verrà a sapere… Troppo debole per governare, troppo debole…” Clary sentì il demone ridere, ma era come se fosse lontano; aveva già afferrato la spada di suo fratello, gemella della sua, e nell’altra mano impugnava lo stilo che le aveva fatto scivolare in tasca. Il cuore minacciava di scapparle dal petto, ma la sua mente era lucida, come dissociata. Una singola immagine la occupava, simile ad un’altra che aveva visto quelli che sembravano essere anni fa, solo più cupa, come contornata da filigrana rossa; una stella a cinque punte divisa a metà da una barra, che non cantava del fuoco purificatore degli Angeli, ma di controllo e vendetta. Mentre Clary incideva la runa vide le stelle nere incise sulla lama prendere vita e brillare. Quando la seconda fiammata del drago li colpì lei era davanti suo fratello, a proteggerlo, con la spada incandescente stretta in pugno che assorbiva le fiamme, il calore come una carezza sulla pelle. La spada brillava, nera e rossa, portatrice della terribile giustizia dei Morgenstern, e prima che il drago realizzasse cosa fosse successo la sua testa cadde a terra con un tonfo, il corpo consumato dal suo stesso fuoco, la lama un fascio di luce nelle sue mani.
C’era qualcosa di celestiale nel vedere sua sorella rivolgergli le spalle, i capelli rossi lambiti dalle fiamme nere; e lei, coraggiosa e imprudente, con la sua spada a proteggerlo. Un Angelo portatore di giustizia, vendicatore. Il Boia del Paradiso. L’incarnazione esatta di ogni suo desiderio.
 
“Jonathan!” Clary corse verso suo fratello, Phosphoros ancora stretta in pugno. Cadde in ginocchio davanti a lui, cercando lo stilo tra la sabbia. “Non era necessario…” Lo disse in un sussurro, gli occhi verdi fissi nei suoi, le mani che tremavano, scorticate e bruciate nel punto in cui aveva stretto l’elsa. Se il suo dolore era già insopportabile, non riusciva ad immaginare cosa stesse provando suo fratello, di nuovo… “Sai che il fuoco non può uccidermi, Clarissa.” Le prese lo stilo dalle mani e le tracciò due iratze, uno su ciascuna mano, sfiorandole le nocche con le labbra.
Quella di tutti gli Shadowhunters è una vita di sangue e cicatrici ma tu, sorella, sei stata crudele con me…
Clary sentiva le lacrime bagnarle le guance, ma non riusciva a controllarsi. Il rimorso era come una tenaglia stretta alla bocca dello stomaco che le impediva di respirare, le parole di suo fratello come un crudele ritornello scolpito nella sua mente.
No, no, no, no, no Jonathan no… Perché? No…
Le sue urla si sovrapponevano nelle sue orecchie, nonostante adesso fosse in silenzio. E le immagini di quando lei lo aveva reso in fin di vita con il fuoco celeste si confondevano con quelle in cui lui la teneva stretta per proteggerla dal fuoco infernale, rivolgendogli la schiena. Solo perché lei, come una stupida, come sempre, si era gettata nel pericolo non pensando alle conseguenze, e qualcuno aveva dovuto pagare per la sua stupidità, per proteggerla… Lei e le sue stupide rune, che non riuscivano mai a proteggere davvero nessuno…
Sei a malapena una Shadowhunter, eppure..
No…
Ed il ricordo della sua schiena martoriata, sfregiata dal metallo demoniaco con cui Valentine lo puniva…
No.
E adesso lui la osservava in silenzio, il respiro pesante, come se gli costasse immensa fatica. E la sua schiena, nera, pulsante, era impossibile da guardare; la bile le salì in gola, ma la mandò giù. Si chinò sulla schiena di suo fratello, cercando di spostargli la divisa, ma era impossibile capire dove quella finisse e quale fosse in realtà la sua pelle. Poggiò la punta dello stilo sul fianco, e lo sentì ispirare bruscamente; tutto il suo corpo irrigidirsi per trattenere il dolore. Le lacrime si univano al percorso tracciato dalla runa, scorrevano sulla pelle di suo fratello come perle. Clary sentiva i polpastrelli bruciare, e le forze abbandonarla. Le sinuose linee dell’iratze spiccavano nere sul fianco sfregiato di Sebastian, e a Clary sembravano serpeggiare ed allungarsi, combattere il nero delle bruciature con le sue spire brillanti; ma poi, tutto si fece nero e torbido, e si sentiva attirare da un’oscurità senza fondo.



coldays
ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo, nonostante io sia consapevole di essere imperdonabile però ecco, il capitolo è un po' più lungo del solito e -finalmente- Clary inizia ad avere dei "ripensamenti", o delle prese di coscienza insomma! So che ci sono ancora molte cose poco chiare e credo anche in contraddizione con quello che è stato CoHF, ma nei prossimi capitoli si appianeranno e molte cose saranno spieagate. Per il momento vi lascio come Clary: un po' confusi. In questo capitolo vediamo un po' di action, finalmente; ed ovviamente la nostra Clary è sempre la solita. Un piccolo Off-topic (ma neanche tanto, poi): avete letto TQoAAD? Pareri? Anche per posta privata, così evitiamo spoiler, se avete voglia di sfogare l'infinito angst che questo libro ha provocato io sono a vostra completa disposizione! Colgo anche l'occasione per farvi tanti auguri, e ringraziarvi nuovamente per le recensioni, i preferiti\seguiti\ricordati e anche a chi legge solamente. Grazie! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, come sapete le vostre recensioni sono preziosissime per me, così come i vostri consigli e suggerimenti. Ci vediamo nel 2019, Nephilim!

 
  
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