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Autore: Mahlerlucia    30/12/2018    3 recensioni
{Sequel di "Autumn leaves" || Questa mini-long partecipa alla challenge "I’m dreaming of a white Christmas" indetta dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti assieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
(Dino Buzzati)
[Asahi x Kisumi]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hayato Shigino, Shigino Kisumi, Shiina Asahi
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '4 seasons'
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Questa mini-long partecipa alla challenge "I'm dreaming of a white Christmas" del gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World



 

Prompt utilizzati: Coltre, Neve, Slittino
Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Personaggi: Asahi Shiina, Kisumi Shigino, Hayato Shigino
Coppia: AsaKisu
Tipo di coppia: Yaoi




 

Let it snow

 

 

Oh, the weather outside is frightful,
But the fire is so delightful,
And since we’ve no place to go,
Let it snow, let it snow, let it snow... 

It doesn’t show signs of stopping,
And I brought some corn for popping;
The lights are turned way down low,
Let it snow, let it snow, let it snow... 

 

Chitose, dicembre 2017

Il volo GK109 atterra all'aeroporto di Shin-Chitose in perfetto orario.
Per l'intero tragitto non si sono verificati intoppi di nessun tipo. Ma questo non è bastato al buon Kisumi per alleviare i sintomi della sua ansia. Infatti, riesce a tirare un sommesso sospiro di sollievo solamente nel momento in cui avviene il completo arresto del velivolo. Il suo viso riacquista pian piano colore mentre la sua frequenza cardiaca rientra nei parametri mostrati normalmente in una situazione di tranquillità.
Hayato appoggia le piccole manine sul vetro dell'oblò e non può far altro che rimanere a bocca aperta di fronte all'immensa coltre di neve che invade i campi limitrofi alla pista di atterraggio.

“Guarda Nii-san! C'è tantissima neve! È tutto bianco!”

Il cestista cerca di riprendersi il più velocemente possibile per non dare troppo nell'occhio. Ma ormai sa bene che non potrà più sfuggire alle tue future prese in giro su quella sua 'terribile' esperienza.
In attesa dell'apertura dei portelloni decide di ingannare il tempo ammirando, assieme al fratellino, il paesaggio che lo circonda: un bagliore colpisce immediatamente le sue iridi chiare e sicuramente poco abituate a tutto quel chiarore. Intorno a lui può vedere solo freddo e gelo, gente imbacuccata dalla testa ai piedi e neve. Tantissima neve.

“Meglio di ogni più rosea aspettativa!”

La tua voce spezza il silenzio creato da quello smisurato stupore dovuto a qualcosa di totalmente insolito e meraviglioso. Sorridi di fronte agli enormi occhi entusiasti di quel piccolino che, con molta probabilità, non aveva mai visto un panorama invernale così totalizzante.
Ti appresti a recuperare i pochi bagagli a mano sistemati negli appositi vani portaoggetti e rispondi con un segno di assenso alla stessa giovane hostess con cui avevi parlato alla partenza da Narita. Finalmente l'aereo è stato prontamente equipaggiato per consentire ai passeggeri di poter scendere.
Un breve annuncio di ringraziamento da parte del comandante vi accompagna verso il finger che vi avrebbe condotti direttamente al gate dell'unico grande terminal dell'aeroporto, senza la necessità di dover scendere e rischiare di prendere quel freddo micidiale.

“Che bello, andiamo nel tunnel!”

La gioia di quel bambino – capitato in quel luogo incantato quasi per caso – diventa involontariamente contagiosa. Gli sorridi più volte di rimando mentre lo vedi stringere forte la mano del suo adorato fratello maggiore.
Avverti un fugace senso di estraniamento da quel tenero quadretto familiare. Per un attimo ti sembra chiaro il motivo per il quale Kisumi aveva deciso di portare con sé il piccolino. Ti mordi il labbro inferiore maledicendoti per i sentimenti contrastanti che stanno divorando il tuo cuore da quando vi siete incontrati.
Hayato strattona il braccio di Kisumi invitandolo a fermarsi un istante. Il ragazzo lo guarda con fare dubbioso, ma intuisce presto quelle che sono le sue nobili intenzioni.

“Asahi-san?!”

Il suo braccio si allunga nella tua direzione in cerca della tua attenzione e, forse, di qualcosa di più. Afferra velocemente un lembo della tua giacca a vento e lo modella nelle sue piccole dita. Quegli occhioni innocenti sembrano volerti comunicare qualcosa che fatica a spiegarti a parole. Senti la sua manina scivolare lungo il tuo polso ed il tuo pollice.
Ti sta solo chiedendo di stare con lui, di condividere la sua gioia e di non considerarlo come un ostacolo per la tua vacanza. Ti sta implorando di non prendertela con Kisumi a causa sua. Ti sta dimostrando che ti vuole bene e che per lui sei già parte integrante della sua bislacca famiglia. Tutti gli amici di suo fratello, in fondo, sono anche amici suoi.
Non puoi far altro che accogliere quella piccola mano nel tuo palmo, custodendola come uno dei tesori più preziosi della tua vita. La gratificazione più grande arriva dal suo viso illuminato da una nuova e avvolgente spensieratezza.
Oh, Hayato! Cosa devo fare con te?! Sei il bambino più dolce del mondo!

 

***

 

Nevica copiosamente sopra i tetti delle case delle piccole città che vi state ritrovando ad attraversare tra le campagne del nord del Giappone. Altre due ore e mezza di tragitto stanno cominciando a farsi sentire, eccome.
Il viaggio su quel convoglio – non esattamente modernissimo – vi sembra davvero non finire mai. Vi siete ritrovati non solo a dover cambiare linea una volta arrivati alla vecchia stazione di Sapporo, ma anche a dover prendere un treno costretto ad attraversare un interscambio per il quale si effettuano tutte le fermate, distanziate solamente una decina di minuti l'una dall'altra.
Non ti aspettavi di certo l'efficienza delle centralissime linee Shinkasen, ma nemmeno una tratta che ricordava in tutto e per tutto quella delle principali linee della metropolitana di Tokyo.

Hayato si è quasi addormentato, comodamente accoccolato al piumino di Kisumi. Quest'ultimo gli sta carezzando dolcemente i capelli spettinati dal toque di lana provvisto di un simpatico pompon bianco.
Shigino sta tentando in ogni modo di evitare il tuo sguardo; esattamente da quando avete messo piede fuori dall'aeroporto per correre a prendere il treno. Molto probabilmente si sente in colpa per la situazione che ha creato e per il conseguente dispiacere che è sicuro di averti arrecato. Era ben conscio del fatto che quello sarebbe dovuto essere il vostro viaggio.
Ti sfoghi senza rimedio con la carne del tuo labbro martoriato, sentendoti a tua volta un verme per esserti permesso di rattristarlo in quel modo. Avverti l'estrema necessità di parlare con lui, di confidarti, di chiarirti, di cercare di comprendere le sue reali motivazioni. Ma non in quel frangente.
Non te la senti di disturbare il sonno di quel piccolino che, con ogni probabilità, sarò stato costretto a svegliarsi prima del sole per essere lì, assieme a voi.

“Ho perso il conto delle stazioni. Quante ne mancano?”

Kisumi cerca timidamente d'intraprendere una conversazione con te. Una piccola incrinatura nella sua voce ti lascia agevolmente intuire lo sforzo che sta mettendo in pratica per cercare di mantenere i nervi saldi.
Ripensi a tutte le volte in cui avete studiato insieme, alle tue difficoltà mnemoniche e alle sue abilità diametralmente opposte. Proprio per queste ragioni la sua domanda ti appare piuttosto astrusa. Forse non è null'altro che un pretesto per poter tornare ad interagire con te. In fondo, il suo personale scudo protettivo sonnecchia teneramente tra le sue braccia. E, inoltre, il treno è discretamente affollato. Morale della favola: è inattaccabile.
Rovisti nello zaino in cerca della mappa completa delle linee dell'Hokkaidō Railway Company.

“L'ultima stazione in cui ci siamo fermati era Niki?”

Shigino si porta una mano al mento cercando di riflettere. Hayato percepisce quel lieve spostamento stringendosi più saldamente a lui e sospirando nel sonno. Quel viso d'angioletto si tinge di un sorriso pregno di soddisfazione per quella calda vicinanza affettiva.

“No. Se non ricordo male, l'ultima era Shika... Shikaribetsu. Sì, Shikaribetsu. In effetti non è un nome semplicissimo da tenere a mente...”

Kisumi tenta di giustificare la tua labile memoria fingendo, a sua volta, di non ricordare il nome dell'ultima cittadina in cui si sono fermati. Mostri un ghigno tra il divertito e il sostenuto mentre lui ti scruta con quel glicine denso di timore, frustrazione ed inevitabile senso di colpa.
Abbassi lo sguardo sulla cartina e indichi col dito la fermata successiva. Ma non fai in tempo a rispondere perché vieni preceduto dallo stesso annuncio del capotreno.

Signore e signori siamo in arrivo alla stazione di Ginzan.”

“Ok, grazie per avermi anticipato, 'socio'. Dunque, se la prossima è Ginzan... dopo ne mancherebbero quattro. Dai, ci siamo quasi.”

“Bene. Così poi lui potrà dormire su di un letto comodo. Sai, non ha quasi preso sonno stanotte... Era così contento di partire per questo viaggio! E io non ho potuto fare altrimenti...”

Il tono della sua voce cala mentre sentenzia quelle ultime parole. E di nuovo non riesce a guardarti negli occhi.
Ti teme. Teme la tua razione, la tua rabbia, la tua delusione. È terrorizzato dal fatto che tu ti stia trattenendo esclusivamente per non far rimanere male il fratellino. Non riconosce i tuoi consueti comportamenti, ma sa distinguere le sfumature che caratterizzano il tuo umore anche solo attraverso i gesti apparentemente più insignificanti.
Non hai potuto fare altrimenti. Shigino sono sicuro che c'è qualcosa che mi devi dire. E no, non te la caverai tanto facilmente! Non ti nasconderai dietro ad un bambino di sette anni! Un po' di orgoglio, cazzo!

 

***

 

Niseko, dicembre 2017

Una piccola navetta di collegamento vi porta sino all'ingresso principale dell'albergo nel quale avete prenotato la vostra stanza. L'hotel si trova all'interno di uno dei più grandi resort della zona, ovvero quello di Hanazono.
Hayato, tra uno sbadiglio e l'altro, si lascia trascinare dalle tue indicazioni. Kisumi gli ha chiesto più volte se desiderasse essere preso in braccio, dato il suo evidente stato di sonnolenza. In tutta risposta il bambino ha fatto notare come volesse restare sveglio per poter ammirare appieno quel paesaggio totalmente diverso da quelli a cui era abituato in città.

Un facchino si offre di darvi una mano per trasportare i vostri bagagli sino alla reception. Chiariti tutti gli aspetti burocratici del caso, vieni invitato ad apporre un paio di firme necessarie per l'assicurazione e per il trattamento dei dati personali. Consegni il tuo documento d'identità e ti viene finalmente rilasciata la tessera magnetica.
La stanza che vi è stata assegnata è la numero trecentotredici ed è comprensiva di servizio in camera, vasca idromassaggio, telefono, rete wi-fi e televisione satellitare.

“Desiderate l'inserimento di un terzo letto per il bambino? Comporterebbe una piccola spesa aggiuntiva, ma non ci sarebbe nessun problema a livello organizzativo per il nostro personale. Siamo sempre a vostra completa disposizione.”

Eccolo. L'unico, fondamentale problema. Doveva venire a galla, prima o poi.
Avevi prenotato una stanza matrimoniale per motivi che non è necessario stare a ribadire. Il più importante fra tutti consisteva nel fatto che, originariamente, quella doveva essere una vacanza di coppia. Il vostro primo, vero viaggio insieme. La presenza di Hayato non era prevista, ma ormai è troppo tardi.
Come potete risolvere la questione? Non di certo facendolo dormire con voi nel lettone. Il piccolo di casa Shigino ha sette anni, non certo sette mesi. E risulterebbe oltremodo imbarazzante per tutti, soprattutto per te.
Che situazione. Che si fa? Faccio decidere direttamente a lui?

“Se si riusciste ad inserire un letto singolo nella nostra camera sarebbe l'ideale. Che ne dici, Hayato?”

Il bimbo annuisce con convinzione restando aggrappato alla giacca dell'unica persona di cui si può fidare ancora ciecamente. Si è nascosto dietro alle sue gambe per cercare di celare il disagio che sta provando di fronte a quella receptionist che non conosce e che non sapeva che ci sarebbe stato anche lui con suo fratello e il suo amico Asahi.
Qualcosa non gli torna e questo lo rende inesorabilmente malinconico.

 

***

 

Prima di uscire dalla stanza, il facchino vi informa che entro sera avrete il secondo letto per il bambino.
Kisumi ti aiuta a sistemare i trolley sulle apposite panche messe a disposizione dall'albergo. Ma non c'è abbastanza spazio e così decidi di lasciar loro campo libero. Sistemi la tua valigia a terra, in un angolo dove non possa dare fastidio a nessuno.
Nel frattempo Hayato si siede sul letto matrimoniale, dandovi le spalle. Si toglie gli scarponcini da neve e lascia i piedini liberi di ciondolare per qualche minuto. Ha sonno ma ha il morale troppo a terra per riuscire ad addormentarsi in maniera serena.

“Asahi-san?”

Sobbalzi sentendoti chiamare da quella vocina flebile ed amareggiata. Scambi una fugace occhiata con Kisumi per cercare di capire al volo cosa possa essere successo; ma lui sgrana gli occhi, evidentemente più sorpreso di quanto non lo sia tu stesso. Ti avvicini al bimbo con una lentezza metodica, cercando di mettere a fuoco la situazione.
Ti accucci di fronte a lui per non intimorirlo. Sempre se la cosa sia ancora possibile.

“Dimmi, piccoletto.”

“Perché non c'è il letto per me?”

Qualcosa di pesante cade a terra. Quel tonfo ti distrae per un paio di secondi, dopodiché torni a concentrarti sugli occhioni tristi e lucidi del ragazzino. Si tratta di uno sforzo immane dovuto alla consapevolezza di essere l'unico responsabile di quell'ingiusta desolazione infantile.
Beh, in realtà non hai proprio la totale responsabilità e l'astuccio con l'occorrente per il bagno che è appena scivolato dalle mani del tuo compagno ne è la manifesta dimostrazione.
Per gli dèi! Che situazione di merda! Sì, Kisumi doveva essere più chiaro, ma nemmeno io mi sono comportato troppo bene. È solo un bambino ed io sono solo un coglione!

“Ma Hayato, hai sentito cosa ha detto quel signore che è uscito poco fa? Ce lo porteranno entro stasera! Stai tranquillo!”

“Sì, ma... tu avevi prenotato solo per te e il mio Nii-san...”

Kisumi non può far altro che avvicinarsi a voi. Passa dietro di te poggiandoti una mano sulla spalla, per andare poi a sedersi affianco al suo fratellino. Lo avvolge con un braccio e lo attira a sé, cercando di sedare sul nascere quel dolce pianto fanciullesco.
Ti guarda per un attimo dritto negli occhi e sillaba un'unica parola senza emettere alcun suono: 'Scusa'.

“Hayato, ascoltami. Asahi non c'entra nulla con tutto questo malinteso. Sono stato io a decidere di portarti con me solo qualche giorno prima di partire. Purtroppo Asahi aveva già prenotato sia il viaggio che questa meravigliosa stanza d'albergo. Sono stato io ad essere scorretto perché non l'ho avvertito prima. Lui non ha nessuna colpa. Se sei arrabbiato, te la devi prendere solo con me, capito? Chiedo scusa a tutti e due, so bene di aver sbagliato! Prometto di non farlo mai più. Prometto di avvertirvi sempre per tempo sulle mie decisioni.”

Il piccolo si solleva mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi umidi. Resta fermo immobile fissando suo fratello per qualche istante. Percepisci la sua incredulità di fronte a quelle parole dolci, veritiere, lodevoli ma gettate una dietro all'altra, come le onde impazzite di un fiume in piena che sta esondando, allagando tutto ciò che lo circonda.
Hayato scende giù dal letto con un saltello e ti corre incontro. Allarga le sue braccia e le butta intorno al tuo collo. Ti salta letteralmente addosso, facendoti perdere l'equilibrio, lasciandoti con il sedere a terra. Ma in quel momento non t'importa. Senti solo l'esigenza di ricambiare quell'abbraccio mentre sorridi di una sincera gioia che non riuscivi a provare da ore.
La confessione del maggiore tra i fratelli Shigino stava facendo uno splendido effetto sui diretti interessati, molto più di quanto Kisumi stesso potesse aspettarsi. L'ansia e l'avvilimento – presenti fino a pochi minuti prima nei vostri pensieri – sembrano essersi dissolti tra la neve che impregna lo splendido paesaggio che potete ammirare dal balconcino di quel piccolo rifugio che è la vostra stanza. E il tutto è successo nel più naturale ed ardito dei modi possibili: attraverso l'esplicitazione della pura e semplice verità.
Ah, Shigino! Questa volta mi sei davvero piaciuto! Complimenti per la sincerità!

“Asahi-san?”

“Dimmi, cucciolo.”

“Scusa! Non volevo pensare cose cattive su di te. Mio fratello ti vuole tanto bene...”

“Lo so, anch'io gliene voglio.”

“E anche a me?”

“A te di più!”

Alzi il viso verso il diretto interessato e gli lanci un occhiolino di scherno. Il suo sguardo contrariato, ma allo stesso tempo sollevato e divertito, è la tua personale rivincita sulle sue decisioni prese senza consultare chi di dovere.
Dopo ne parliamo, mio caro pusillanime. Ci penserò io a fartela pagare come si deve!

 

***

 

Il primo giorno tra gite e timidi slalom sulle piste da sci è stato qualcosa di puramente indimenticabile.
Ti sei fatto parecchie risate commentando le varie scivolate di Kisumi su quella neve soffice e farinosa. Non è proprio portato per gli sport che non richiedano l'uso della palla e della rete.
Dopo oltre un decennio, sei riuscito a riscoprire il piacere dello slittino. Insegnare ad Hayato come usarlo al meglio ti ha riempito il cuore di gioia per tutto il pomeriggio, facendoti dimenticare quello che era successo giusto qualche ora prima. Che in fin dei conti, era anche una cosa di poca importanza.
Ripensi allo stupore e all'incredulità del bambino dinnanzi alla maestosità del monte Yōtei. Con i suoi quasi duemila metri di altitudine e la sua superficie completamente imbiancata, occupa gran parte del paesaggio ammirabile dal parco nazionale Shikotsu-Toya.
In quel magnifico ambiente naturale il piccolo di casa Shigino ha potuto fare la conoscenza di altri bambini incuriositi quanto lui da quel biancore a cui non erano di certo abituati. Sei arrivato al punto di perdere il conto delle sagome da 'angioletti sulla neve' che sono riusciti a creare giocando tutti assieme.
Prima di andar via mi ci butto pure io nella neve. Chi diavolo mi può impedire di rotolarmici dentro alla veneranda età di diciannove anni? Nessuno!

Immerso in quei recenti ricordi, esci dal bagno strofinandoti i capelli ancora umidi. Non sei mai stato un patito della pettinatura perfetta, per cui non t'importa minimamente che ti vedano in quelle condizioni decisamente caserecce.
Kisumi sta aiutando Hayato ad infilarsi il pigiamino di pile con tanto di cappuccio con annesse orecchie da coniglietto blu. Gli rimbocca le lenzuola del lettone e gli sistema sopra la sua inseparabile copertina con gli orsetti. Per quella sera avete deciso – di comune accordo – che nel lettino singolo che vi è stato aggiunto in stanza ci dormirai tu. Per poi ruotare sera dopo sera.

“Ok, piccolo uomo delle nevi. È ora di dormire. Fai bei sogni e... Buonanotte!”

“Buonanotte, Nii-san!”

Si abbassa per schioccare un bacio sulla fronte del fratellino per poi accende la luce della piccola abat-jour presente sul comodino. Per te non c'è nessun problema, dato che puoi usare quella dello scrittoio.
Lasci il tempo necessario al tuo compagno per sistemarsi per la notte. Ti avvicini al letto per constatare se effettivamente Hayato si sia addormentato. Lo senti sospirare nel sonno, il che ti sembra un ottimo auspicio.
Socchiudi la porta che divide il breve corridoio d'ingresso dalla camera da letto e ti piazzi di fronte all'uscio del bagno. Ovviamente, spegni anche la luce.
Muoviti, Kisumi!

“Oh, si è fulminata la lampadina?”

Senti la sua mano che batte a tentoni sul muro in cerca dell'interruttore. Lo trova, pigia e lo stanzino s'illumina. Volge lo sguardo verso la stanza e nota la porta più chiusa che aperta; con te appoggiato al muro adiacente a braccia conserte e caviglie accavallate.
Ti scruta aggrottando la fronte ed inizia a dialogare tenendo il tono di voce piuttosto basso per evitare di disturbare chi è già finito beatamente tra le braccia di Morfeo.

“Asahi! Mi vuoi forse chiedere di dormire sulla brandina che ci hanno portato?”

“Esatto! Quello che loro definiscono come letto, in realtà è una rete su cui è stato arredato un materasso. E chi ci deve dormire stanotte? Il sottoscritto, ovviamente!”

“Dai, domani ci dormo io. È solo per permettere ad Hayato di abituarsi a dormire fuori casa. Sai, non lo fa spessissimo...”

Lo quieti. Una mano aperta davanti a quella bocca fin troppo loquace; un segnale di stop dinnanzi a quelle labbra carnose alle quali stai resistendo da troppo tempo. Incastri il suo naso tra l'indice ed il medio della mano rimasta libera, continuando a fissarlo mostrandogli un sorriso sghembo e l'espressione di chi ha in mente di vendicarsi per qualcosa che non era stato chiaramente preannunciato.

“Silenzio, Pinocchio! Vuoi forse svegliare tuo fratello?”

Si limita a scuotere la testa, impossibilitato a rispondere in altra maniera. Lo liberi da quella morsa e lo spingi contro il muro. Un piccolo quadretto nel quale era riposta un'antica immagine di quei posti incantevoli, cade al suolo. Fortunatamente il vetro plastificato non s'infrange e il tonfo è stato attutito dalla presenza di un grande tappeto. Raccogli quella foto e l'appoggi distrattamente sul portaombrelli posto all'ingresso.
Nel frattempo lui non si è mosso. Sa bene che se avesse provato a farlo non lo avresti di certo fatto scappare tanto facilmente. Ti avvicini di nuovo a lui bloccandogli i polsi. Gli rilasci un bacio sul collo per poi risalire sulla guancia, fino ad entrare in contatto con ciò che bramavi maggiormente: le sue labbra.
Kisumi asseconda ogni tuo movimento cercando di trattenere il più possibile qualsiasi gemito di piacere. Tenta di liberarsi dalla tua morsa per poterti abbracciare. Lo lasci libero di farti imprigionare dalle sue lunghe braccia.
Quel bacio rubato diventa la vostra ancora di salvezza, la vostra unica possibilità di dare libero sfogo ai vostri istinti primordiali; l'unico momento in cui riuscite ad esprimere appieno il vostro amore sacrificato per il bene altrui.

“Asahi...”

Di nuovo lo zittisci ponendogli un dito sulle labbra gonfie, umide, cariche di desiderio. Inizi lentamente a slacciare i bottoni della giacca del suo pigiama mentre mordicchi la candida pelle del suo collo.
Attraverso una mano posata tra i tuoi crini fulvi e arruffati t'invita a rialzare la testa. Le sue labbra sono di nuovo incollate alle tue causandoti un brivido di piacere che si ripercuote lungo tutta la schiena.

D'improvviso udite entrambi un cigolio non ben identificato.

Nii... san!

Oh, cazzo!
 


 

When we finally say good night,
How I’ll hate going out in the storm;
But if you really hold me tight,
All the way home I’ll be warm... 










 

 


 

Angolo dell'autrice

 

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia mini-long dedicata alla stagione dell'inverno! :)

Con l'avvento di questa nuova storia 'stagionale' - i cui protagonisti saranno sempre Asahi e Kisumi - ho deciso di creare un'apposita serie dal titolo '4 seasons' (prossimamente avremo gli episodi primaverili ed estivi).
La storia è scritta interamente in seconda persona e al tempo presente.
Il punto di vista, questa volta, sarà quello più 'colorito' di Asahi (in Autumn leaves il pov, invece, era quello di Kisumi).

In questo terzo capitolo i nostri eroi, accompagnati da Hayato, arrivano finalmente a destinazione. Mi sono divertita ad effettuare un po' di ricerche pratiche sui mezzi di trasporto del posto e più prettamente geografiche sulle meraviglie che ci può offrire l'Hokkaidō dal punto di vista naturalistico.
Kisumi finalmente decide di essere chiaro sia con il suo Asahi che con l'adorato fratellino: il casotto lo ha combinato lui, non chiarendosi subito con chi di dovere.
E dopo una prima giornata di divertimento, finalmente un po' d'intimità. In teoria. Ooops! XD

Piccole annotazioni:

  • La canzone di cui riporto parte del testo, all'inizio e al termine del capitolo, è la celeberrima Let it snow nella versione interpretata da Michael Bublè.

  • Chitose è la città (a circa 5 km da Sapporo) in cui è situato il New Chitose Airport, uno dei principali aeroporti dell'Hokkaidō. Lo scalo ha un unico grande terminal.

  • Il finger è il 'corridoio' che collega i portelloni degli aerei ai vari gate degli aeroporti. Può essere fisso o mobile.

  • Niseko (in giapponese 'collina scoscesa') è una cittadina turistica situata nella prefettura di Shiribeshi, in Hokkaidō. Dista circa un centinaio di chilometri da Sapporo, la città più importante della grande isola giapponese. È famosa soprattutto per i suoi impianti sciistici costituiti dalla tipica neve 'polverosa' proveniente dalla Siberia e per gli impianti termali di cui dispone.

  • Toque è il nome originale francese del classico berrettino di lana con il pompon.

  • Niki, Shikaribetsu e Gizan, sono i nomi di tre stazioni (e quindi, città) presso cui ferma il treno che attraversa la linea ferroviaria Sapporo - Oshamambe, la seconda che hanno dovuto prendere i nostri protagonisti dopo essere arrivati a Chitose.

  • A Niseko esistono ben quattro resort adibiti al turismo. Hanazono è il secondo in ordine di grandezza, dopo quello di Hirafu.

  • Nei pressi di Niseko sono presenti il Parco Nazionale di Shikotsu-Toya e il monte Yōtei (di origine vulcanica).


Colgo l'occasione per augurare a tutti i miei lettori un FELICE 2019!  **

​​Ringrazio di tutto cuore le mie compagne di avventura, senza le quali non avrei mai potuto partecipare a questa meravigliosa nuova challenge ideata sul nostro gruppo.
In particolar modo ringrazio _aivy_demi_ perché c'è sempre stata, nonostante tutto! Thank you girl! **

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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