Ha partecipato al
#12DaysAfterChristmasChallenge di Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart.
Cap.9 Battaglia sulla Luna
La fata dei denti e le sue fatine si
fronteggiavano con le
fate dell'Omino della luna in un incessante frullio d'ali.
Il Calmoniglio balzava da una parte
all'altra di portali
dimensionali, spalancando le porte delle concubine.
In un clangore di lame e urla, Babbo
Natale era intento a
far di spada con delle armature nere, guidate dalla magia, con dei
vistosi
pennacchi rossi.
Sandman si accorse che l'Omino della
luna era entrato in
sala e avvertì con degli scoppiettii di sabbia dorata.
“Potrei cancellarvi, ma mi
limiterò a rimettervi nei ranghi”
disse la creatura con voce innaturale. Le sue parole risuonarono come
un eco.
Un getto di argentea luce lunare
colpì Jack, che venne
sbalzato via. Dei profondi squarci si aprirono sulla sua mano.
Dentolina lo issò e lo
fece entrare in un ripostiglio colmo
di vecchie foto ingiallite.
“Tu resta con Dente da
latte, la mia fatina più piccola. La
fuori ce la vediamo noi" ordinò.
< Questa volta non sembra
preoccupata per i miei denti,
ma per me> pensò Jack.
“Non voglio essere inutile"
implorò.
“Non lo sarai. Approfitta
di questo per rivedere i tuoi
ricordi e trovare il tuo centro. Questo ti darà forza" lo
invogliò la fata
dei denti.
Lo chiuse dentro e Jack cadde
pesantemente a terra,
rimanendo seduto in stato di prostrazione.
Una piccola fatina simile a un
colibrì gli porse un cilindro
dorato colmo di dentini.
Jack lo prese con la mano sana e fu
investito dai flashback.
Dente da latte lo guardò
irrigidirsi, con lo sguardo spento.
Fece un paio di versetti e frugò tra foto e pergamene.
Trovò una scopa
abbandonata e scosse il capino, proseguendo a frugare.
La sua figura si rifletté
sulla superficie di una scatola
d'ottone. La fatina a fatica riuscì a forzarne il coperchio
e lo lasciò cadere
a terra con un tintinnio, a fatica sollevò un ago lungo
quanto lei. Srotolò a
fatica uno spesso filo nero, lo passò dentro l'asola,
raggiunse con l'ago la
ferita e lasciò cadere della polvere sul taglio. Richiuse il
taglio con dei
punti di sutura, recuperò un fazzoletto e lo
utilizzò per fasciargli la mano.
Jack lasciò cadere il suo
cilindro e si alzò di scatto.
“Ora ricordo chi
sono!” gridò. Alzò il pugno e si
accorse
della fasciatura; si guardò intorno con aria smarrita e,
notando la fatina, le
porse l'altra mano.
“Sei tu quella che devo
ringraziare?” chiese.
La fatina annuì e gli
sorrise, posandosi sul suo naso.
Frost rise e si sfilò il
bastone da dietro le spalle, aveva
perso il mantello.
“Ti sono debitore per
esserti occupato di me” disse con tono
riconoscente.
“Che scena
sdolcinata… Ora sono stanco".
La voce di Pitch risuonò e
Dente da latte si mise a
svolazzare in giro.
“Potremmo morire da un
momento all'altro. Non posso più
aspettare, ti desidero. Voglio il tuo corpo di giglio, sentire i tuoi
gemiti,
possedere la tua gelida carne" disse Pitch con tono predatorio.
Comparve nella stanza ammantato
dall'oscurità.
Jack si mise davanti il bastone e
rabbrividì.
“Dovresti essere fuori a
combattere con gli altri. Anzi
dovremmo entrambi!” gridò.
Pitch gli apparve alle spalle e lo
bloccò, sbattendolo a
terra accanto alla scopa.
La fatina fece un trillo deciso, a
fatica sollevò lo
scatolino e lo fece cadere in testa a Black. Frost
approfittò della sua
distrazione per liberarsi e lo allontanò con un calcio.
Jack rotolò e si mise
davanti alla fatina, creando degli
spuntoni di ghiaccio come barriera
“Andiamo. Sei Jack Frost,
non hai bisogno di essere protetto
da uno sciocco esserino" lo richiamò Pitch.
Jack avvertì una
sensazione di vertigini, sul pavimento
c'era il sangue che aveva perso dalla mano.
“Sì, lo so chi
sono. Ora lo so ed io voglio aiutare i
bambini. Vederli divertirsi con me nella neve” disse Jack
deciso.
Dente da latte annuì,
trillando.
“Sei diventato proprio un
‘guardiano’” disse Pitch Black
astioso. Calcò con fastidio sull’ultima parola,
facendo una smorfia.
“Smetterò di
piacerti?” tentò Jack.
Pitch fece un ghigno che gli prese
gran parte del volto.
“Non contarci”
disse cambiando il tono. Guardò lì dove gli
aveva sollevato la felpa, lasciando la sua pelle scoperta.
“Boogie man, non possiamo
non aiutare gli altri guardiani.
Loro sono importanti per i bambini.
Bambini come lo era mia sorella, come
lo è stata tua figlia
e forse lo è ancora. L’Omino ci avrà
anche ingannati, ma è solo negli uomini
che troveremo la nostra forza.
Se loro credessero in
noi…” disse
Pitch, con un gesto aristocratico, si
pulì la giacca nero
pece.
“Neanche ti
vedono” lo rimbeccò secco.
“Abbiamo il Natale dalla
nostra. Tutti adorano Santa!
Dobbiamo solo usarlo. Da qui l'Omino manda messaggi, possiamo farlo
anche noi
verso i bambini chiedendo aiuto” gemette Jack. Una lacrima
gli solcò il viso,
la fatina gliela tolse con la manina e gli posò un bacino.
Jack le sorrise.
< Lei sta attenta a me come
faceva la mia sorellina. È
come se la conoscessi da sempre > pensò.
“Tu sei Jack Frost.
Piantala con i sentimentalismi!” lo
rimproverò Pitch.
“Vuoi salvarla o no tua
figlia?!” sbraitò Jack.
“Ti troverò un
comunicatore. Tu usa quella finestrella per
andare sul tetto e calarti in un altro corridoio per salvarla"
ordinò
Pitch, sparendo.
“Seguimi Dente da latte.
Non voglio vanificare il tuo
esserti presa cura di me, ricucendomi anche” disse Jack.
La fatina gli assicurò
più stretta la benda, guardando
ansiosa le cuciture nere.