Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.8
Tutti sulla luna
Il
cielo sopra il gruppetto era blu-notte ed era
solcato da stelle cadenti che risplendevano, illuminandolo.
Sfrecciavano
davanti alle altre stelle, passando vicino alle lune nere che solcavano
nel
cielo.
Tutti
quelli che facevano parte del gruppetto
indossavano dei pesanti cappucci che li coprivano completamente.
Uno
dei più alti si avvicinò alla figura
incappucciata
che volava a due mani da terra.
“Come
possiamo davvero credergli? Pitch è il retaggio
dei secoli bui” sussurrò Calmoniglio.
“Però
Jack mi sembra così sincero” rispose la fatina
dei denti.
“È
anche quello che manda le gelate a Pasqua… è
addirittura peggio della marmotta” si lamentò il
Coniglietto di Pasqua.
“Noi dobbiamo
dargli chance. Vedremo se hanno loro mentito noi”
rispose Nord, alle loro
spalle.
Frost
era rimasto indietro, camminando fianco a fianco
di Pitch.
<
La luna cacciava il buio, m’impediva di avere
paura. Eppure… la prima cosa che ho visto è stata
il buio. Ne avevo così
terrore che non mi sono mai chiesto se alla fine non fosse quello il
mio scopo
> pensò. Quando la mano dell’omino
degl’incubi sfiorò la sua pallida,
rabbrividì sia di paura che di piacere. < Mi sento
così ignorato, come
sempre, tranne che da lui. Ed ora che ho di nuovo terrore, mi sembra
quasi che
la sua insania sia più sopportabile >
rifletté.
“So
che pensi che io sia un mostro, ma finalmente sto
per salvare mia figlia” disse Black.
Jack
annuì, aveva il bastone legato sulla schiena,
sotto il mantello blu che indossava. Proseguirono lungo un ponte di
pietra,
illuminato dalla luce blu tenue emanata da delle torri di pietra blu
scuro.
Alla fine del ponte proseguirono su una scalinata del medesimo
materiale,
coperte in alcuni punti da terra umida.
Sand-man
rabbrividì vedendo le cortecce scure dei
giganteschi abeti che disseminavano il luogo, tra cui erano costretti a
camminare facendo lo slalom.
Superarono
un tempietto di legno, posizionato su una
gigantesca e aguzza roccia adiacente alle scale sulla cui
sommità splendeva una
gemma rosa chiaro.
La
fatina dei denti socchiuse le labbra, vedendo delle
lanterne di carta intente a volare, emanavano luce rosata.
<
Questo luogo sembra un posto incantato, eppure
anche inquietante. Mi ricorda il giorno della mia rinascita >
pensò.
Calmoniglio
sgranò gli occhi, guardando il palazzo che
si avvicinava man mano che risalivano le scalinate. Venne abbagliato
dalla luce
azzurra che l’edificio emanava. Batté le palpebre,
riconoscendo delle guglie
aguzze.
Su
di esse, Sandyman notò delle incisioni.
La
parte centrale dell’edificio aveva una titanica
cupola sulla sommità, anche le finestre brillavano del
medesimo colore.
Nord
corrugò la fronte, udendo una musica farsi sempre
più nitida e forte man mano che si avvicinavano. Aveva dei
toni dolci, non
andava troppo veloce e, benché ripetesse sempre il medesimo
motivo, cambiavano
gli strumenti, un clavicembalo lasciò il posto a delle
viole.
<
È tutto come l’altra volta. Non vedo guardie,
eppure mi chiedo se ce la possiamo fare > si chiese Jack.
Pitch
tremava, il suo respiro era affannoso e, sotto
il cappuccio, il suo viso febbricitante. Si detergeva le labbra sottili
di
continuo e la sua pelle era più grigia del solito. Cercava
di nascondere l’eccitazione,
ma le sue dita adunche, nascoste sotto le maniche del mantello,
scattavano
senza sosta.
“Il
momento è giunto” biascicò con voce
inudibile.