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Autore: RosaRossa_99_    30/12/2018    0 recensioni
“Lasciami andare ho detto”
dissi con più convinzione provando a liberare i polsi, ottenni solo che la sua stretta aumentò, scavandomi la pelle e facendo pulsare il sangue sotto di essa. Il mio corpo tremò sotto quel tocco così rude e il suo respiro aumentò lasciandomi andare e allontanandosi, mi diede le spalle e si incamminò verso la strada da cui era venuto.
Non vedevo Seth da così tanto che se non fosse stato per quegli occhi non lo avrei riconosciuto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
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Flashback
PDV Hana
Mi svegliai di soprassalto con un mal di testa spaziale. Cosa era successo la scorsa notte? Ricordavo di essere andata ad una festa, di aver bevuto, poi un ragazzo e nient’altro. Vuoto totale. Mi guardai intorno: oh cavolo. Quella non era la mia stanza, ma la conoscevo altrettanto bene. Gira e rigira finivo sempre lì, in quella maledetta camera, in quel maledetto letto.  Lui non era accanto a me, per fortuna... scesi dal letto e notai di avere indosso una sua maglietta (questa scena l’avevo già vista). E se il ragazzo dei miei ricordi fosse lui... e se fosse successo qualcosa di cui non ricordavo?? Mentre provavo a ricordare, la porta del bagno si aprì, facendo fuoriuscire una nuvoletta di vapore dalla quale sbucò proprio lui, quel riccio mozzafiato con un solo asciugamano in vita, messo piuttosto basso oserei dire. Le goccioline d’acqua gli scendevano sul petto non troppo scolpito ma comunque perfetto, marcando i tatuaggi e le ferite di guerra, e fermandosi, bloccate dall’unica barriera che lo copriva. Rimasi lì ad osservarlo, anzi, mangiarlo con gli occhi, con la bocca spalancata. Quando si rese conto di essere osservato fece un colpo di tosse, quasi imbarazzato direi, e la vergogna si impossessò di me.
“N-noi due... non... che è successo la scorsa... notte? Non... non ricordo”
Dio che imbarazzo, che aumentò ancora di più quando mi resi conto di essere praticamente nuda.
Tirai le lenzuola del letto verso di me cercando di arrotolarmici dentro per coprirmi dai suoi sguardi maliziosi. Sicuramente ero rossa pomodoro ...
“Tranquilla, non abbiamo fatto niente, non ho dormito neanche qua. Ed in ogni caso non è il primo sedere che vedo, non ti coprire per me”
Disse ridacchiando, iniziandosi ad avvicinare cautamente verso di me e continuando a gustarsi la scena. Questa sua risposta mi fece imbarazzare così tanto da tirare di scatto le lenzuola che finalmente si staccarono dal letto ma mi fecero scaraventare sul pavimento, anzi peggio, sopra di lui.  In sostanza ci ritrovammo io sopra di lui, con il lenzuolo avvolto in una mia gamba, quindi praticamente ero nuda se non per le mutande e la maglietta che si era alzata, separati solo dalla mia biancheria e da quel sottile asciugamano. O porca... senti qualcosa là sotto diventare sempre più duro e grosso. Volevo morire.
“Oddio, scusa scusa. Scusa. Mi dispiace. Scusa”
Tutto il mio imbarazzo lo fece ridere di buon gusto. Almeno uno dei due si stava divertendo...
“È tutto normale Hana, tranquilla”
Disse ridendo a più non posso, mentre io ero immobilizzata sopra di lui, incapace di interrompere quel contatto.  Ad un certo punto smise e mi guardò dritto negli occhi, con un colpo di fianco invertì le posizioni, facendomi finire sotto di lui, afferrando i miei polsi con una mano e portandomeli sopra la testa. Ero stregata da lui, curiosa e desiderosa di sapere fin dove si fosse spinto. Non avevo mai avuto contatti di questo tipo, solo qualche bacio molto casto con qualche ex del passato. Si leccò le labbra, osservando le mie reazioni per vedere un qualche accenno di rifiuto, ma non ne trovò.  Lo ammirai con la bocca socchiusa, i riccioli ribelli ancora bagnati gli cadevano sul volto e le gocce cadevano sulla mia maglietta bianca, rendendola trasparente dove atterrate.  Il suo volto iniziò ad avvicinarsi, per un tempo che sembrò durare secoli, fino al fatidico momento: le nostre labbra si sfiorarono, in un bacio puro e casto. Lui si staccò di corsa cercando una qualche reazione da parte mia, la quale fu quella di avvolgere le braccia al suo collo per approfondire quel bacio. Quel bacio che stava scatenando in entrambi sensazioni mai provate.

Oggi
PDV Hana
Lo sguardo di Seth impotente su di me, disperato. Io ero come estraniata dal mio corpo, mi sembrava quasi di vedere tutto da spettatore esterno. Il dolore quasi non lo percepivo, mi fischiavano le orecchie e tutto rimbombava nella mia testa. L’uomo sopra di me si slacciò la cintura e iniziò a frustarmi, per puro divertimento. Uno, due, tre colpi. Buio.
“Sveglia”
Una voce femminile nell’orecchio accompagnata da uno schiaffo sul volto mi fecero riappropriare dei miei sensi. Il dolore iniziava ad intensificarsi ad ogni mio respiro, soprattutto nel ventre e nel petto.
“Ciao, Hana”
Aprii gli occhi di scatto cercando di alzarmi ma provocandomi ulteriore dolore dovuto alle corde strette sui polsi e a quelli che avrei ricordato essere tagli profondi dovuti alla cintura.
“S-Seth”
“Oh, però. Nonostante quello che hai saputo continui a pensare a lui. Un suggerimento: dimenticalo”
Piano piano tutto iniziava a riaffiorare nella mia testa, il nostro risveglio, i colpi di pistola, Seth colpito che sviene e poi anche io, risvegliata legata su di un letto, Seth che grida di lasciarmi stare, l’uomo che mi frusta, lo sguardo di Seth, Seth padre.  Seth padre, più lo ripetevo in testa più mi sembrava surreale. Una bambina di sei anni, lui me lo aveva tenuto nascosto per così tanto tempo... Anche dopo il nostro riavvicinamento, seppur durato così poco, lui non me ne aveva nemmeno accennato 
“Stai iniziando a ricordare eh?”
“T-tu sei... Kirby”
“Bingo”
“Dov’è Seth? Lasciami andare”
Ghignò
“Non penso proprio. Avendo te in mano, lui è come una docile bestiolina”
Finito di pronunciare quella frase se ne andò sbattendo la porta dietro di se e lasciandomi a combattere con i miei demoni. 

PDV Heljia (il giorno prima)
Erano tutti morti. Liam, Ricky, Paul... tutti.  Ero stato un vigliacco a scappare non appena aperte le porte di casa e accolto il nemico. Quello che un tempo era un luogo sicuro ora sembrava il set di un film horror: corpi e sangue ovunque. Entrai iniziandi a camminare tra tutti quelli che un tempo erano come fratelli, nella speranza di trovare qualche sopravvissuto e giunto quasi alle scale sentii un rantolo. Corsi in cima e trovai Sonny poggiato sul muro che si teneva premuto il fianco.
“Heljia... dove... cosa...”
Prima di poter finire la frase svenne così lo afferrai e lo trascinai in bagno. Il proiettile era uscito ma dovevo fermare il sangue. Cauterizzai la ferita, dandogli delle pillole antidolorifiche, e aspettai il suo risveglio, che non tardò a venire.
“Sonny? Sonny!”
“Cosa.. cosa è successo. Dov’ è Liam?”
“Loro... loro sono entrati e... non... sono tutti morti Sonny”
Sbiancò ancora di più di quanto già non fosse, iniziando a respirare velocemente
"Dov'eri"
Mi allontanai da lui, con lo sguardo colpevole.
"Io... io"
"Heljia ricordo che eri in casa poco prima che loro entrassero, perché sei illeso"
"P-posso spiegare"
"Avanti, parla. O ti farò parlare io"
Disse cercando di alzarsi, afferrando il bordo del lavabo e tirandosi a fatica in piedi.
"Credo di aver combinato un casino, Sonny. Ed ora non so come rimediare... non pensavo... non pensavo che sarebbe successo tutto questo... loro dovevano... dovevano solo entrare e sparare qualche colpo come avvertimento... non...."
Non mi diede il tempo di finire la frase che mi saltò addosso atterrandomi e iniziandomi a prendere a pugni, con tutta la forza rimastagli. Cercavo di pararmi il viso ma non rispondevo ai colpi, me li meritavo.
"Tu! Come hai potuto! Eravamo una famiglia!! Ci hai tradito!"
Smise di colpirmi e si poggiò al muro con le mani tra i capelli, piangendo. Mi sedetti accanto a lui, anch'io con le lacrime agli occhi, non per il dolore dei pugni, ma per il pentimento di quello che avevo fatto.
"Mi dispiace Sonny... preferirei uccidermi con le mie stesse mani che ricommettere questo errore."
Lui continuava a singhiozzare, guardando dritto verso di se.
"Mi rendo conto che ora ti sarà impossibile fidarti di me... però ti prego, ascoltami. Seth e Hana sono vivi, li ha presi lei"
A queste parole si girò di scatto, un briciolo di speranza negli occhi.
"Seth mi ha fatto inserire un gps nella collana di Hana, se l'ha ancora addosso..."
"...possiamo rintracciarli"
Annuii.
"Dobbiamo chiamare i rinforzi"
Ci alzammo e uscimmo da quella casa per andare verso il nostro punto di ritrovo.
"Questo non vuole dire che mi fido di te, sappilo Heljia"
"Me ne rendo conto Sonny, forse un giorno..."
Entrò in macchina non volendo più ascoltarmi e partì, lasciandomi lì.

PDV Kirby
L'avevo in pugno. Finalmente avevo in pugno quel bastardo del mio ex... e quella troia della sua nuova "fidanzata"... ma poco importava, oggi sarei andata a riprendere mia figlia e li avrei uccisi entrambi. Sarebbe finito tutto.  Dopo essere andata a trovare quella puttana mi recai da Seth. Entrai nella sua stanza e lui era seduto legato su quella sedia, si era fatto molto più bello di quando ci davamo da fare... peccato che una bellezza così doveva essere sprecata. Non appena aprii la porta i suoi occhi si puntarono verso di me, brucianti di odio e disprezzo.
"Oh suvvia Seth, non guardarmi così. Un tempo i tuoi occhi esprimevano tutt'altri sentimenti..."
Dissi maliziosa avvicinandomi verso di lui e abbassandomi alla sua altezza.
"Devo dire che la tua ragazza non demorde... continua a chiedermi di te, bla bla bla... che le hai fatto per renderla così fedele?"
Dissi ridacchiando e iniziando a camminare verso la porta.  Sentii la sedia cigolare e prima di potermi girare mi ritrovai con una corda stretta al collo, iniziai a tirare gomitate ma lui non mollava, mi mancava l'aria. Non respiravo. Sentivo i polmoni bruciare e la testa girare.
"Non ti uccido solo perché sei la madre di mia figlia"
Mi accasciai fra le sue braccia, senza più aria nei polmoni e lui mi lasciò cadere per poi prendermi la pistola e sbattermela contro la testa, facendomi perdere completamente i sensi. 

   
 
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