< Sta molto bene. Ha solo bisogno di ritrovare le dovute energie. >
< Sia ringraziato il cielo > fece Mounsier Bonacieux.
< Tutto è bene quel che finisce bene > fece Athos seguito da Aramis e da Porthos.
< Ragazzi! Che sorpresa vedervi qua! >
< Non potevamo mancare ad uno dei giorni più importanti della tua vita > replicò Porthos abbracciando D’Artagnan.
< E il bambino? Come sta? >
< E’ una femminuccia in ottima salute, Aramis. >
< Per fortuna è andato tutto per il meglio. >
< Sì, questo bambino sarà una benedizione per tutti > replicò Jean < A proposito, come la chiamerete la bambina? >
< Sì, Jean ha ragione. Dovrete dargli un nome, no? >
< Ancora io e Constance non abbiamo ancora deciso… Per ora rimane la mia bellissima bambina dal colore rosa candido. >
< Ecco! Potresti chiamarla Rose. >
< Non lo so. Lascerò decidere a Constance. >
< Vi aiuto io, Mounsier Bonacieux > si propose D’Artagnan < Ragazzi, torniamo subito. >
< Andate pure tranquilli. Veglieremo noi su Constance. >
< Grazie, Jean. Sei un vero amico. >
Una volta che D’Artagna e Mounsier Bonacieux si ritrovarono da soli, il giovane moschettiere non riusciva a contenere tuttala sua felicità.
< Con la nascita di un bambino che cosa farete? Rimarrete qui a Parigi o traslocherete da un’altra parte? >
< Se per voi non è un problema, io e mia moglie preferivamo rimanere nella vostra casa. Sempre che per voi vada bene, Mounsier. >
< A me sta più che bene! > esclamò l’anziano felicissimo < Così starò più vicino al mio nipotino e lo vedrò crescere finché il buon Dio non mi chiamerà tra sé. >
< Mounsier Bonacieux, siete in ottima salute. Avete ancora molto da vivere. >
< Spero che voi abbiate ragione, D’Artagnan. >
Mentre il moschettiere e l’anziano signore si stavano dirigendo verso la bottega vicino casa per compare un po’ di buon cibo, non si accorsero di una figura oscura che tramandava nell’ombra molto vicino a loro.
Una volta ricevute le informazioni necessarie, l’individuo nascosto nell’ombra si recò verso il castello di Richelieu per raccontargli tutto.
< Buonasera, Cardinale Richelieu > fece una voce conosciuta dietro le spalle del cardinale mentre egli era impegnato a firmare dei documenti molto importanti.
< Milady, che cosa ci fai in giro in piena notte? >
< Ho scovato informazioni molto importanti, vostra eminenza. >
< Del tipo? >
< Constance Bonaciueux ha finalmente avuto un bambino. Lei e D’Artagnan sono diventati genitori. >
Sentendo quella notizia, il cardinale Richelieu si bloccò di colpo.
< Scommetto che il nostro moschettiere non sta più nella pelle… >
< Dite bene. Infatti in questo momento si sta recando insieme al padre della ragazza ad una bottega vicino la loro casa per festeggiare e brindare tutta la notte. >
< Ah sì? Bene a sapersi… Che brindano ora che possono. Quel bastardino che hanno come figlio ha le ore contate… Loro due la pagheranno per avermi fatto degradare a semplice Monsignore. È una cosa che non riesco a mandare giù in nessun modo… Milady? >
< Ditemi, eccellenza. >
< Questa volta dobbiamo essere molto cauti. Non possiamo minimamente fallire, sono stato abbastanza chiaro? >
< Chiarissimo, vostra eminenza. >
< Conte Rochefort! > lo chiamò a gran voce Richelieu.
< Ditemi, eccellenza. >
< Adesso che quel bambino è nato, dobbiamo stare molto attenti per come agiamo. Non ammetto nessun fallimento. Chiaro il concetto? >
< Senza dubbio, Monsignore. >
< Come mi hai chiamato?! >
< Cardinale! Scusatemi. >
Sentendo quella parola, il cardinale Richelieu andò a muso duro verso il conte facendo provare dei brividi inimmaginabili.
< Non voglio mai più sentire quella parola. Io per tutti rimarrò sempre il cardinale Richelieu. Non m’interessa se il Re mi ha degradato a semplice Monsignore… Quando riavrò scalato il potere mettendomi in buona luce verso il Re, allora tornerò ad essere quello che ero sempre stato. E magari potrei anche diventare più potente di Re Luigi XIII in persona. >
< Velo auguro con tutto il cuore. >
< Ma se verrò a conoscenza di un fallimento da parte di voi due o delle mie guardie, la pena sarà la morte. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Senz’altro, cardinale. >
< Adesso andate pure. Aspetto gli sviluppi su quel marmocchio. >
< Cardinale, per la cronaca è una bambina. >
< Se è maschio o femmina non m’interessa. L’importante che venga tolta di mezzo il prima possibile. Non vedo l’ora di vedere la sofferenza dipinta negli occhi dei due genitori e di tutti i loro amici che non desiderano altro che la loro felicità. Andate! >
< Buonanotte, eccellenza > replicarono in coro Milady e Rochefort prima di lasciare la sua stanza.
Una volta che la donna e il conte si ritrovarono da soli, il timore di rischiare di venire condannato a morte non abbandonò la mente del povero uomo.
< Milady, credete davvero che ci ucciderà senza pietà? >
< Il cardinale è l’uomo più potente dopo il Re. Lui può tutto. La nostra vita è collegata ai nostri risultati. >
< Dannazione. Sono troppo giovane per morire. >
< Adesso smettila di pensare a tutto ciò. Dobbiamo stare molto attenti nell’agire. >
< Potremmo muoverci stanotte senza perdere tempo. >
< Ogni cosa a suo tempo… Io preferisco agire nel momento opportuno. Non bisogna mettere fretta alle cose. >
< Ma così ci toglieremo questo pensiero. >
< Sei solo uno sciocco senza cervello > fece Milady prendendo l’uomo per il mantello < Non capisci che se facciamo del male al bambino saremmo subito catturati dai moschettieri del re e da tutte le persone presenti a quella stupida festa di questa notte? >
< Sì, quello è vero. >
< Attendiamo qualche giorno. Tanto non abbiamo fretta. >
Prima chela giovane donna potesse lasciare il castello del cardinale, Rochefort gli domandò se aveva paura di uccidere una povera bambina indifesa appena nata.
< Che diavolo di domande mi fate? >
< E’ solo semplice curiosità, Milady > replicò Rochefort con ghigno malefico.
< Non osate trarmi in inganno, Conte Rochefort. Non vi conviene. >
< Perché? Ho solo fatto una semplice domanda. Voi dovevate solo rispondermi. >
< Ucciderei chiunque per vedere soffrire D’artagnan e la sua compagna. Anch’io, come il cardinale, ho una faccenda in sospeso con loro. Devono pagare molte colpe. >
< Sì, su questo avete ragione. >
< E voi? Vi ritenete all’altezza di un simile compito datoci dal cardinale? >
< Assolutamente sì. Che razza di domande mi fate? >
< Allora facciamo una scommessa, Conte: chi riuscirà ad uccidere per prima la primogenita del moschettiere, entrerà nelle grazie del Cardinale. Il perdente verrà condannato a morte. Ci state? >
< Perché? Non possiamo agire insieme? >
< Avete forse paura di perdere? >
< Io? Mai! >
< Lo faccio solo per rendere il tutto più interessante… Allora? Accettate? >
Dopo averci riflettuto per alcuni secondi, alla fine Rochefort accettò la richiesta della donna.
< Molto bene. Che vinca il migliore, allora. >
< Vi assicuro che sarò io, Milady. >
< Questo è tutto da vedere. Buonanotte > disse infine Milady ritirandosi nelle sue stanze.
Appena spuntò l’alba, i festeggiamenti nella casa di Bonaciueux stavano per giungere alla conclusione.
< Credo che abbiamo fatto fin troppa baldoria per questa notte > fece Porthos dopo aver bevuto e mangiato come solo lui sapeva fare < E’ meglio se andiamo a dormire. Domani dobbiamo tornare in servizio. >
< Sì, Porthos ha ragione > replicò Athos posando il suo bicchiere.
< Per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarci D’Artagnan. Saremo molto felici di passare un po’ di tempo anche con il tuo bambino > fece Aramis.
< Davvero? Non ti facevo di spirito materno, Aramis. >
< I bambini mi piacciono molto. Ma non lo dire ai nostri compagni, d’accordo? Non vorrei che mi prendessero in giro. >
< Ahahah stai tranquillo. Il tuo segreto è al sicuro. >
< Grazie, sei un vero amico. Buonanotte a tutti. >
< Buonanotte a voi, moschettieri > fece Monsieur Bonacieux salutandoli.
Appena D’Artagnan, Jean e l’anziano uomo finirono di risistemare tutto, anch’essi si prepararono per andare a dormire.
< Un momento > fece D’Artagnan attirando l’attenzione degli altri due < Che cos’era questo rumore? >
< Quale rumore, D’Artagnan? Io non ho sentito niente > replicò Jean
< Proveniva da fuori. >
Insospettito per quello strano rumore, D’Artagnan decise di andare a controllare.
< Magari erano i moschettieri che stavano montando a cavallo. Stasera hanno bevuto molto e magari sono un po’ alticci. >
< No, Monsieur Bonacieux. Quello non era un rumore degli zoccoli del cavalli o perché i moschettieri hanno picchiato contro qualcosa nelle vicinanze… Qualcuno ci sta spiando. >
Una volta individuato chi fosse, D’Artagnan partì subito al suo inseguimento.
< Fermo! >
Rincorrendolo nei vicoli di Parigi prima che il sole potesse spuntare, D’Artagnan faceva molta fatica a rimanergli dietro.
Dopo essere riuscito a tagliargli la strada per raggiungerlo, il giovane moschettiere gli fece lo sgambetto gettandolo a terra.
< Finalmente ti ho preso! > gridò trionfante D’Artagnan < Che cosa stavi spiando dalla finestra? Credevate che non vi avrei visto? >
Il malvivente che aveva il viso ben coperto, cercò di sfuggire alla presa del moschettiere.
Ma era tutto inutile.
D’Artagnan lo teneva in pugno.
< Mostrami immediatamente la tua faccia. Voglio vedere chi mi spia. >
Dopo avergli tolto il mantello, D’Artagnan fu molto fiero di sé per aver catturato una della canaglie per eccellenza alleate di Richelieu.
< Immaginavo che foste voi, Conte Rochefort. >
< Lasciatemi immediatamente andare! >
< Dove sono le vostre guardie? Di solito non viaggiate mai da solo. >
< Questi non sono affari vostri! Liberatemi! >
< Mai! Non prima di avermi spiegato le vostre intenzioni… E già che ci siamo, che ne dite di dirlo anche al Capitano De Tréville. Sono sicuro che sarà molto contento di mettervi in cella una volta per tutte > disse infine D’Artagnan scortando il prigioniero con le sue forze.