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Autore: Amairyllis    01/01/2019    1 recensioni
Axelle La Loire: orfana sin dalla nascita si ritrova a governare il popolo di La Loire per poi trovarsi morta.
Chissà come è morta..chissà perché è morta
Genere: Generale, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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27 maggio 1630
La terra vasta di La Loire risplendeva grazie al maestoso castello piazzato perfettamente al centro del suo territorio.
Lo scontro tra le truppe della capitale contro quelle di Angers finì con un armistizio da entrambe le parti promettendo così Pace e aiuto nelle prossime battaglie.
La Loire era governato dall’imperatore Énrique La Loire IV e sua moglie Hèlén Terrence che avevano ottenuto amore e rispetto dal loro popolo.
Mai una volta qualcuno si lamentò del regno e delle sue scelte burocratiche che potevano toccare il popolo finché i regnanti non persero la vita in mezzo a quella battaglia, facendo salire al trono a loro seguito una ragazzina.
I due predecessori non possedevano un figlio e neanche una figlia, così la chiesa prese le redini e mise al trono una giovane donna sulla ventina, che prese il cognome del regno: Axelle La Loire.
Axelle era orfana: una suora la trovò dentro ad una cesta in riva ad un fiume con un messaggio nascosto all’interno delle fasce dell'infante “uccidetela, massacratela, abbandonatela. È figlia del diavolo, è figlia di Satana”. La donna prese la bimba e, con un sorriso malizioso comparso sulle sue labbra, fece galleggiare la lettera sullo specchio del fiume e portò la “figlia del diavolo” al convento.
La nuova La Loire prese il potere. Il popolo era felice e grato alle gesta di Axelle: dava molti balli o festività dentro l’enorme maniero invitando i bambini poveri a stare lì al riparo per qualche notte, di nascosto alla chiesa; richiedeva vesti alle sarte da donare ai poveri e cibo per sfamarsi.
Era diventato il paradiso per i poveri ma un affronto per la nobiltà, ed alcuni di essi decisero di prendere provvedimenti.
La sovrana possedeva quattro guardie alla quale lei diede tutta la fiducia e la vita nelle loro mani.
La sera del 9 maggio 1637 Axelle compì vent’anni e, durante la grande festa che diede quella sera, un nobile con fini orribili riuscì a nascondersi dentro la Fortezza aspettando che la donna tornasse nella stanza del trono per ucciderla.
La festa finì e la donna, intenta di andare a dormire, tornò nella stanza del trono per poggiare la tiara. Non le piaceva portare la corona davanti ai suoi invitati, non voleva farli sentire inferiori a lei e al suo potere. Aprì la grande porta, entrando lentamente immersa nei suoi pensieri, arrivò davanti all’altare con i cuscini pronta a lasciare il simbolo della sua posizione ma un dolore alla schiena la bloccò. Una pugnalata alle spalle la paralizzò per un momento per poi sentire un urlo, di una guardia, accanirsi verso di lei...no, verso il suo pseudo assassino che riuscì a scappare saltando dalla finestra. (Nobile piuttosto abile)
La guardia, non riuscendo a prendere l’assassino, andò dalla regina, ma la guardò soltanto. Lei era accasciata a terra dolorante mentre la guardia la guardava per poi sentire dei passi che si allontanavano lentamente e in lontananza.
Il guerriero se ne era andato, chiudendo dietro di se la porta e lasciando la sua sovrana nel letto di sangue creatosi per terra.
Il gesto della guardia non si riusciva a giustificare, non si capiva ancora perché di quel rifiuto nell’aiutarla. Era stato la sua prima recluta e fu anche il primo ad abbandonarla.
Passarono giorni, la regina si riprese senza lasciare mai la stanza del trono: era nata la paura verso il suo popolo e della sua guardia. 
Passò un’anno dall’accaduto e la regina non lascio mai la sua stanza del trono: non fece più feste né buone gesta verso i ceti più bassi e, quest’ultimi, cominciarono a rivoltarsi verso di lei; questo movimento fece entrare un’altro assassino di soprassalto al castello che pugnalò la regina al collo. Un’altro bagno di sangue, un altro attentato verso di lei.
Due guardie, tra queste anche l’ultimo del fatto precedente, si presentarono contro l’assassino ma lui riuscì a scappare e, anche sta volta, non l’aiutò ma ricevette alcune attenzioni dalla seconda guardia.
 La seconda guerriera era una sua amica, legò molto con lei a palazzo, passandoci insieme momenti segreti che solo loro due conoscevano ma tutto si sgretolò lentamente anno dopo anno portando un muro in mezzo a loro che si rafforzò quella notte.
Dopo che la guerriera la fece risedere sul suo trono, entrambi i guerrieri si inchinarono e andarono via..lasciando la regina sanguinare.
Per altre quattro volte recapitarono gli stessi inconvenienti: altri quattro assassini, in tempi diversi, cercarono di uccidere la regina dando, uno ciascuno, diverse pugnalate.
Axelle si ritrovò con sei coltellate in tutto e senza fiducia verso i suoi protettori.
18 marzo 1640
La ragazza si svegliò. Aveva passato, come al solito, la notte seduta sul suo trono. Quando Axelle aprì gli occhi la prima cosa che notò è che le pareti colorate della stanza erano colorate di bianco, tutto l’arredo era sparito e il trono, in cui vi era ancora seduta, era stato messo al centro della stanza. Tutte le finestre sparirono e l’unica cosa che era rimasta era la grande porta, colorata sempre di bianco, davanti a se.
Sì alzò dolorante dalle ferite e corse verso la porta cercando di aprirla ma, per sua sfortuna non si apriva, quindi cominciò a bussare ma il suono non compariva..non era udibile..era finita nel vuoto.
Era sola, dentro la stanza.
   
 
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