Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: time_wings    02/01/2019    0 recensioni
[High School!AU]
La scuola è appena ricominciata e, numerose e spiazzanti novità, non tardano a palesarsi. Il cammino di un adolescente, si sa, può essere tortuoso e pieno di pericoli. Un anno scolastico servirà a mettere a posto antichi conflitti? L’amore tanto atteso sboccerà per tutti? I sette della profezia che avete tanto amato trapiantati nell’impresa più difficile di sempre: la vita di tutti i giorni fino all’estate successiva. Mettetevi comodi e buona lettura.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Esperanza Valdez, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Sally Jackson, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL BALLO (Parte 2)

“Sono qui fuori, Percy, ma non ti vedo.”
“Ecco, non mi vedi perché io sono al di là del muretto.” Rispose Percy, dall'altra parte del telefono.
“Come sarebbe a dire?” Frank non sentì altro che qualche rumore indistinto: “Percy?” Lo chiamò. Ma che razza di scherzo era questo? Doveva essere la serata in cui avrebbe riconquistato Hazel e Percy lo sapeva benissimo.
“Ehi, ciao, hermano, vuoi farmi un favore?”
“Leo?”
“Sì, devi andare verso l’entrata. Non farti vedere da nessuno, per favore.”
“Ma perché?” Frank non poteva essere più confuso e Leo non lo stava certo aiutando a chiarire i suoi dubbi.
“Poche domande e più fatti. Va’ verso l’entrata. C’è il pannello di controllo. Devi disattivare le telecamere. Ti aiuterò io.”
Frank non potè fare altro che ubbidire. Non gli era del tutto chiaro come Jason, Percy e Leo si fossero ritrovati tutti e tre in una casa di uno sconosciuto la sera del ballo scolastico, ma era anche piuttosto sicuro che chiedere delucidazioni a Leo sarebbe stato come fare un buco nell’acqua, quindi si avviò verso il pannello grigio già scassinato, vicino all’entrata della casa: “Leo, ma come hai fatto a scassinare il…”
“Poche domande e più fatti!” Ribadì risoluto il messicano: “Ti basti sapere che il mio incredibile talento può portare…”
“Leo!” Frank sentì urlare Jason, dall’altra parte del telefono.
“Okay, okay, vedi come sono intrecciati in modo bizzarro i fili a destra del pannello?”
“Sì.”
“Ecco. È ciò che dobbiamo fare con tutti gli altri.” Frank trasse un respiro tremante. Non ci sarebbe mai riuscito.
 
“Niente.” Esalò Hazel sconsolata, dopo l’ennesima telefonata inutile che aveva fatto a Frank. Annabeth sospirò rassegnata, mentre, qualche metro più in là, Piper continuava ad agitare il telefono, cercando copertura telefonica.
“Qualcosa non va?” Domandò Drew Tanaka, avvicinandosi con il suo vestito rosa svolazzante.
“No, va tutto a meraviglia, grazie, ora puoi andare.” Sussurrò Annabeth, parecchio infastidita dall’atteggiamento superiore di quell’ochetta stupida.
“Aspetti che arrivi il mio cavaliere? Rassegnati, ha scelto me.” Hazel tremò. Annabeth aveva dovuto sopportare Rachel per tutto questo tempo e aveva seriamente paura per l’incolumità di Drew, in quel momento. La bionda, però, con grande sorpresa di entrambe, scrollò le spalle, alzando lo sguardo sulla mora di fronte a lei: “Povera te, in tal caso, piantata in asso al ballo.”
“Mi pare che anche quel rifiuto amico vostro non sia più arrivato.” Replicò Drew, irritata dalla calma della sua avversaria.
“Io, però, non sono convinta che lui mi ami.”
Drew storse il naso nervosa, alzò il viso indispettita, girò i tacchi e tornò in palestra. Annabeth sospirò e richiamò Piper. Presto sarebbe entrata la primavera, ma era ancora inverno e stare al freddo con abiti leggeri non le pareva la scelta più adatta. Odiava tradirsi con gesti stupidi, ma prima di richiudere le grandi porte della palestra alla sue spalle, non riuscì a trattenersi dal lanciare uno sguardo all’ingresso della palestra esterna da cui sarebbero dovuti spuntare i ragazzi. Un cipiglio deluso si dipinse sul suo volto quando lo vide ancora una volta vuoto.
 
“Percy, dannazione, che ci fai nella piscina?”
“Beh, era questo l’obiettivo iniziale, no? Tanto non ci sono telecamere e non sto facendo rumori. Inganno l’attesa.”
Jason alzò gli occhi al cielo e poggiò una mano sulla spalla di Leo, ancora al telefono con Frank. Il messicano gli mostro un pollice. Il tutto funzionava a meraviglia, o almeno questo era quello che Leo riferiva a Jason ogni volta che gli chiedeva aggiornamenti, eppure erano ancora bloccati lì.
“Frank, devi tagliarlo con quelle forbici rosse ed estrarre il filo di rame che ti ho detto. Le rosse, sì, le rosse, perché sono più precise.”
“Leo, amico,” Percy lo chiamò dalla vasca, con i gomiti appoggiati al bordo per riuscire a vederlo meglio: “ora che ci penso… che ci facevi con le forbici rosse precise e specifiche nascoste nel vestito del ballo?”
Leo alzò un angolo della bocca, in uno dei suoi sorrisetti furbi da folletto: “Non esco mai senza attrezzi. Adesso esci da lì e vestiti, ché ci siamo quasi.”
“Agli ordini.”
Frank era davvero determinato e anche se, all’inizio, non riusciva a spiegarsi perché, più andava avanti nella sua missione di salvataggio, più gli sembrava chiaro. Le cose andavano bene da tempo, ormai, a Leo voleva bene sul serio, ma c’era sempre stata una parte di lui che lo faceva sentire inferiore al messicano, un briciolo d’invidia che gli faceva credere che Hazel avesse fatto bene, anche solo per un secondo, a scegliere lui al posto dell’impacciato, ‘stupido’, Frank. Voleva dimostrare a sé stesso che anche lui poteva aggiustare cose come Leo, se avesse imparato. In questo caso, però, le cose le stava disattivando, a dire il vero, ma a Frank andava comunque bene.
“Fatto. Poi?”
“Grande, perfetto. Ora intreccia quello rosso che hai manomesso prima e fallo passare sotto il blu.”
“Ma perché devo farlo passare sotto il blu, avanti, è la stessa cosa!”
“Attutisce la scarica, altrimenti ti fai male.”
“Oh, okay.”
“Fatto?” Domandò il messicano dopo un po’. Frank confermò e Leo trasse un sospiro nervoso: “Speriamo bene.”
“Cosa?” Domandò Frank dall’altra parte del telefono: “Niente, niente. Ora devono fare contatto i due scoperti. Abbiamo finito. Attento a toccare solo lo strato isolante e mai i fili.”
Un attimo dopo, le luci lampeggianti rosse delle restanti telecamere si spensero in serie e Leo esultò, un attimo prima che Jason gli posasse velocissimo una mano sulla bocca, per impedirgli di urlare: “Andiamo a ballare con Dreeeew!” Sussurrò esaltato, non appena Jason lo liberò, esibendosi in un balletto imbarazzante: “Credevo fosse Percy ad andare al ballo con Drew.” Notò il biondo, mentre si avviavano al cancello: “Credevi anche che saresti andato tranquillamente al ballo, stasera e invece…” Iniziò Percy alzando le sopracciglia con lo sguardo di uno che sembrava saperla lunga. Leo lo imitò. Jason li fissò entrambi per qualche secondo: “Io eviterei di infilare il dito nella piaga.”
“Dio, sei così rigido.” Iniziò Percy. Leo gli sorrise complice prima di rispondere: “Ti direi io dove infilare il dito per…” Ma Leo non finì mai la frase, perché Jason gli rifilò uno scappellotto, per il quale lo sfortunato destinatario fu costretto anche a soffrire in silenzio, visto che gridare in quel momento avrebbe significato farsi scoprire. L’ultimo tratto furono costretti a percorrerlo in silenzio, per la felicità di Jason.
 
“Ma che fine avevate fatto?” Domandò Piper, mentre Annabeth e Hazel si avvicinavano. I quattro ragazzi avevano appena varcato la soglia della porta della palestra.
“Ecco…” Iniziò Jason, che aveva il pantalone rialzato fino a metà tibia, per evitare che un graffio sanguinasse sui vestiti di suo padre.
“Perché hai i capelli bagnati?” Domandò Annabeth confusa, a Percy.
“Ecco…” Iniziò Percy, deciso a riunire le idee senza sembrare troppo uno stupido. Purtroppo, però, vide avvicinarsi Drew, che sembrava più nera dalla rabbia, che felice di vederlo: “Merda.”
“Finalmente ti sei degnato di farti vedere e invece di venire da me, corri da quella sciacquetta?”
“No, io stavo…”
“Andiamo.” Sentenziò Drew, afferrandolo per il polso e tirandolo via dagli altri. Per un attimo Percy incrociò lo sguardo ironico di Annabeth, come a chiederle inconsciamente scusa. Mentre i due si allontanavano, gli amici poterono sentire distintamente Drew gracchiare: “Hai i capelli bagnati e puzzi di coro! Mi stai bagnando tutto il vestito!”
 
“E quindi abbiamo chiamato Frank, che ha disattivato le telecamere e ci ha fatto uscire di lì.” Spiegò Jason, seduto a terra, in uno dei corridoi della scuola deserta, mentre Piper e Hazel lo medicavano con quello che erano riuscite a trovare in infermeria e nei loro zaini. Frank, Leo ed Annabeth, invece, guardavano l’opera delle ragazze, sedute accanto al loro amico. Hazel sgranò gli occhi e si girò verso Frank: “Cosa? Sapevi disattivare le telecamere? Bravissimo.”
“No,” Ridacchiò Frank: “no, ero in chiamata con Leo che ha…”
“Sì, sapeva disattivare le telecamere.” Sentenziò in tono drammatico Leo, pronto a far fare bella figura al suo amico, davanti alla dama da conquistare. Seguì un silenzio teso, in cui Frank guardò ammirato l’eroico messicano, prima che Jason, assieme alle ragazze, scoppiasse a ridere sguaiatamente, trascinando anche i due protagonisti della recita: “Leo, tu hai…” Iniziò il biondo, che non riuscì a continuare la frase, perché anche solo il pensiero del gesto di Leo lo faceva ricominciare a ridere. I ragazzi si lasciarono andare alle risate ancora per un po’, ma Frank era rimasto davvero impressionato dal tentativo di Leo e pensò che forse, da quel momento in poi, l’avrebbe iniziato a vedere in modo del tutto diverso.
 
“Ehi, senti, mi chiedevo… Non è che ti andrebbe di ballare con Leo per un po’? Non vedeva l’ora di ballare con te.” Domandò Percy preoccupato. Il messicano era un suo grande amico e non era in nessun modo geloso, davvero, ma non vedeva l’ora di ballare con Annabeth, era tutto ciò che aspettava dall’inizio della serata.
“Cosa?” Gridò Drew, facendo girare un paio di coppiette vicino a loro ed attirando l’attenzione della bionda, poco più in là: “Mi stai piantando in asso per quella?” Domandò isterica, alludendo ad Annabeth.
“No, Drew, sto solo…”
“Sei uno stronzo!” Sentenziò lei, prendendo un bicchiere di punch dalle mani di un ragazzo riccio lì vicino, per versarlo sulla camicia di Percy. Poi scappò via. Percy fissò interdetto il vuoto, poi scrollò le spalle, si girò verso i suoi amici e disse: “Tanto sono già bagnato.”
La serata, però, proseguì ancora per poco e Percy non riuscì a trovare un momento per ballare con Annabeth, un po’ perché ormai stavano semplicemente tutti insieme, fatta eccezione per Hazel e Frank, che continuavano a ballare in pista, abbracciati, senza curarsi troppo del tipo di musica da coordinare alla loro danza, un po’ perché Annabeth non sembrava una fan del ballo e lasciava che Leo la trascinasse solo quando qualche canzone stupida li portava a divertirsi a ballare in modo buffo.
Ecco come Percy si ritrovò a tornare a casa col suo gruppo di amici, tra una risata e l’altra, ma col cuore un po’ pesante per le occasioni perse, finchè una nuova idea non gli balenò in testa, irremovibile. Hazel e Frank erano già andati via da un pezzo, ma erano ancora in troppi: decise di agire: “Annabeth, ti andrebbe se ti accompagnassi a casa?”
“Non lo stiamo già facendo? Perché hai bisogno di sussurrarmelo?” Non che volesse fare la finta tonta, ma aveva un po’ paura a restare da sola con Percy: quel ragazzo era capace di annullare qualunque sua forma di autocontrollo, anche se, a giudicare dalle sue rispostacce, nessuno l'avrebbe mai detto.
“Intendo… Se ci stacchiamo da loro e…”
“Oh.”
“Giuro che non sarò molesto.” Percy puntò sull’ironia, il che si rivelò un’ottima mossa, visto che lei ridacchiò e acconsentì, sebbene un po’ insicura. Dopo aver salutato gli altri, sotto gli occhi attenti e felici di Piper, i due si incamminarono. Parlarono tranquillamente del più e del meno, nonostante Percy si sentisse rigido e nervoso, cosa che non gli era mai capitata prima. La tensione, però, prese a salire visibilmente non appena si ritrovarono sotto la scala che conduceva al portone del palazzo di Annabeth: “Beh, grazie, allora io…”
“Annabeth.” Percy mandò tutto al diavolo, era il momento giusto: non sarebbero mai stati amici, tanto valeva essere rifiutati subito. Ora o mai più. Si chinò in avanti e la baciò. I primi secondi furono spaventosi, la tensione era alle stelle, ma Percy non riuscì a fare a meno di sorridere, quando Annabeth ricambiò il bacio. Le emozioni li investirono come un’onda inarrestabile mescolandosi e confondendosi tra loro, in una danza caotica, eppure strabiliante.
Percy non aveva idea di quanto tempo fosse passato, quando lasciò andare le sue labbra, ma tutto quello che riuscì a dire fu uno stupidissimo, eppure perfetto: “Qui ci siamo dati il nostro primo bacio.” Annabeth sorrise e alzò gli occhi al cielo: “Ci vediamo domani.” Disse avviandosi verso il portone, mentre Percy continuava a tenerle una mano sul fianco, finchè non fu troppo lontana e si ritrovò costretto a lasciarla andare. Aveva paura che interrompere il contatto l'avrebbe fatta scomparire per sempre: “Buonanotte.” Salutò lei infilando le chiavi nella toppa del portone, prima che lui salisse velocemente la rampa di scale e la coinvolgesse in un altro bacio, facendola ridere: “Davvero, devo andare.”
“Non me lo dici di nuovo?”
Annabeth capì al volo e gli sorrise: “Magari ti scrivo.” Disse varcando la soglia del portone, salutandolo come lo salutò quella sera di qualche mese prima, quando tutto era iniziato.
Percy rimase per un po’ a fissare il portone con un sorriso probabilmente stupido: era stata decisamente una serata incredibile.
 
Note di El: Beh, eccoci al vero penultimo capitolo. Incredibilmente ho anche mantenuto la promessa e quindi eccoci qui, una settimana dopo la prima parte. L’ultimo capitolo è già pronto (tranne una parte piccolissima, ma ho tutto sotto controllo), quindi dovrei riuscire a finire col botto e fingermi seria.
Beh, ecco, la Percabeth vola. Non è chiaro, ma il capitolo è ambientato a inizio maggio. Anche se è un dettaglio, ci tenevo a far legare Leo e Frank una volta per tutte e una battuta carina di Leo, con un po' di considerazioni di Frank mi sembrava un modo delicato per renderla al meglio.
La loro ultima, folle ed assolutamente insenstata avventura è avventua, mentre, per quanto riguarda il bacio sotto casa, mi piaceva riprendere il loro primo bacio e copiare qualche frase, per rendere il tutto ancora più mileloso, ecco. Sono una fan sfegatata dei parallelismi, quindi sappiate che non è affatto l'ultimo!
Grazie ancora a tutti, ora che ci avviciniamo alla fine. Grazie a chi continua a commentare, ma anche a chi continua a leggere.
Ci vediamo tra una settimana!
Adieu,

El.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: time_wings