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Autore: Rota
Capitolo: 1
[Hypnosis Mic]
Ramuda rimase a guardare Samatoki in silenzio per diversi secondi, completamente rilassato sulla sua parte di divano.
Aveva fatto in modo che l’altro si sedesse tra lui e Ichiro, anche per potersi appropriare dell’angolo più vicino alla poltrona dove stava seduto Jakurai, ma si stupiva comunque di quanto si fossero stretti senza rendersene conto, con la scusa del gioco.
Erano letteralmente l’uno sopra l'altro, a urlare e strepitare come se fosse normale che per un sorpasso immaginario il sedere di una persona dovesse battere ripetutamente contro il corpo di una seconda. E forse era anche vero così, ma Samatoki guardava troppo spesso il suo viso perché fosse davvero davvero normale.
Aveva lo sguardo di una persona finalmente consapevole.
Proprio come Jakurai, e questo era il motivo per cui Ramuda non lo stava guardando da che era rientrato assieme allo yakuza. Preferiva percepire il suo sguardo carico di speranza ancora per un po’, lasciarlo friggere nell’attesa come lui aveva fatto per mesi. Era una piccola vendetta, nulla di più, perché in ogni caso quella sera non gli sarebbe sfuggito: lo aveva già deciso.
Ramuda rimase a guardare Samatoki in silenzio per diversi secondi, completamente rilassato sulla sua parte di divano.
Aveva fatto in modo che l’altro si sedesse tra lui e Ichiro, anche per potersi appropriare dell’angolo più vicino alla poltrona dove stava seduto Jakurai, ma si stupiva comunque di quanto si fossero stretti senza rendersene conto, con la scusa del gioco.
Erano letteralmente l’uno sopra l'altro, a urlare e strepitare come se fosse normale che per un sorpasso immaginario il sedere di una persona dovesse battere ripetutamente contro il corpo di una seconda. E forse era anche vero così, ma Samatoki guardava troppo spesso il suo viso perché fosse davvero davvero normale.
Aveva lo sguardo di una persona finalmente consapevole.
Proprio come Jakurai, e questo era il motivo per cui Ramuda non lo stava guardando da che era rientrato assieme allo yakuza. Preferiva percepire il suo sguardo carico di speranza ancora per un po’, lasciarlo friggere nell’attesa come lui aveva fatto per mesi. Era una piccola vendetta, nulla di più, perché in ogni caso quella sera non gli sarebbe sfuggito: lo aveva già deciso.
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