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Autore: biatris    03/01/2019    0 recensioni
Claire continuava a fissare Marco. Come poteva quell’uomo essere il ragazzo che lei aveva avuto come alunno pochi anni prima? Già, pochi anni prima, ma le sembrava un’epoca lontanissima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CLAIRE POV
Claire continuava a fissare Marco. Come poteva quell’uomo essere il ragazzo che lei aveva avuto come alunno pochi anni prima? Già, pochi anni prima, ma le sembrava un’epoca lontanissima. Da allora effettivamente molte cose erano cambiate, in primis il suo lavoro. All’epoca insegnava, cosa che era sempre stata il suo sogno e che, prima o poi, magari quando la strada per l’insegnamento fosse stata più semplice, avrebbe ricominciato a fare, e Marco era suo alunno. Avrebbe potuto dire che Marco era IL suo alunno, l’unico in tutta la massa di studenti che era in grado di seguire le sue lezioni senza problemi, di correggerla quando sbagliava, di contestarla su ogni minima cosa. Sì, perché Marco aveva parenti in America e lì passava tutte le sue estati e, ovviamente, l’inglese lo parlava benissimo. Lui che con quell’aria da “so tutto io” la provocava ogni volta stimolandola, però, a dare il meglio di sé nel preparare le lezioni.
Fu riscossa dalla bambina che si trovava di fianco a lei.
-Hi dad! She’s Filippo’s mum! Would you like to know her ?- stava dicendo la bambina.
Marco fissò Matilde e la prese in braccio. Probabilmente anche lui stava cercando di guadagnare tempo.
-Hi honey!- salutò la bambina -I’m very happy to know Filippo’s mum- disse poi -But I’m afraid I have  already known her!-
Claire sorrise. Bisognava comunque dire che Marco era sempre stato un maestro nel fare buon viso a cattivo gioco.
-Mum, do you know him? – chiese allora Filippo che era stato ad ascoltare fino ad allora.
Claire annuì.
-I do- rispose -He was one of my pupils at school some years ago-
Filippo annuì. Poi guardò Matilde e sorrise.
-Se la mia mamma e il tuo papà si conoscono già possiamo chiedere loro di portarci al parco insieme- disse poi.
Matilde annuì e guardò il padre.
-Possiamo?- chiese poi con una faccia da furba che, Claire ci avrebbe scommesso, era la stessa di Marco quando ne pensava una delle sue.
L’uomo annuì.
-Ok, se a Filippo e Claire va bene…- disse sottolineando il nome.
Claire sorrise.
-Certo!-concordò -Filippo, vai a prendere la tua giacca e vestiti che andiamo- disse poi.
Ci sarebbe stato da ridere, pensò Claire, ma almeno forse avrebbe capito come era finito Marco in quell’asilo con una bambina.
 
 
MARCO POV
 
Si era sentito squadrato da capo a piedi. E in effetti era proprio quello che era accaduto, ma non ne faceva una colpa alla donna. Dopotutto anche lui l’aveva squadrata inizialmente e non si vergognava a dire di aver pensato che fosse davvero una bella donna. Soltanto si era sentito come un bambino impacciato beccato a rubare la marmellata. E ora cosa avrebbe dovuto fare? Si era detto. Infine, aveva optato per la soluzione più semplice. Si era ritirato su un terreno sicuro parlando in inglese e aveva lasciato che la donna se la cavasse come meglio poteva. Dopotutto ne era sempre stata capace anche ai tempi della scuola, quando lui non faceva altro che pensare al modo migliore per metterla in difficoltà. Poi, ovviamente, a toglierli dai guai, o a metterceli forse, erano state quelle due piccole pesti. Quella bambina a cui non avrebbe potuto negare nulla nemmeno volendo e il suo nuovo amichetto che, da quello che Marco aveva potuto vedere finora, era altrettanto sveglio.
Ed ora, dopo essere finalmente riusciti a spostare l’automobile in un parcheggio, erano seduti su una panchina di un parco, incerti su cosa dire e da dove cominciare.
-Non mi aspettavo di trovarti in un asilo- disse all’improvviso Claire.
Marco sorrise.
-Poi dicono che gli alunni non concepiscono i docenti fuori da scuola…-
Claire roteò gli occhi sospirando.
-Ok, vedo che alla fine non sei cambiato molto…-
Marco rise scuotendo la testa.
-Scusa- disse -È più forte di me…-
Lei fece spallucce.
-Non preoccuparti. Mi correggo. Un asilo è l’ultimo posto dove mi sarei aspettata di trovarti. Non dovresti pensare solo a studiare all’università e uscire con gli amici alla tua età?- chiese.
Marco ci pensò un secondo. Effettivamente Claire non aveva tutti i torti. Lo avrebbe pensato anche lui fino a pochi anni fa. Decise di essere sincero. In fondo non avrebbe avuto nessun motivo per mentirle.
-Dopo la fine della scuola sono successe un po’ di cose e la mia vita è cambiata- iniziò.
Claire non parlò e lui lo prese come un incoraggiamento a continuare.
-Prima della maturità avevo rotto con Giulia, la mia ragazza. Ci siamo lasciati rimanendo amici, stavamo insieme da quattro anni e ci siamo accorti di non essere più che amici. Tutto è filato liscio fino a dopo le vacanze. Un giorno lei mi ha chiamato e mi ha detto di essere incinta e che il bambino era mio. Mi è caduto il mondo addosso- spiegò.
Non sapeva se volesse continuare a raccontare quella storia, ma era la prima volta che ne parlava a qualcuno e, una volta che ebbe iniziato, si accorse che non riusciva a smettere di parlare.
-Ne abbiamo parlato e Giulia mi ha detto che non aveva intenzione di abortire. Questo mi è bastato, non l’avrei mai obbligata. Tornare insieme però era impossibile e lo sapeva anche lei. Abbiamo perciò deciso di parlarne con le nostre famiglie e, per fortuna, ci hanno capiti. Matilde sta con la mamma dal lunedì al mercoledì e con me dal giovedì al sabato. La domenica di solito la passiamo insieme, ma i programmi possono variare. Quando è nata la mia vita è stata rovesciata come un calzino. Io ero iscritto all’università, sto facendo design d’interni, ma non volevo che fossero gli altri ad occuparsi di lei, anche se comunque i miei e i genitori di Giulia ci aiutano molto, perciò mi sono trovato un lavoro. Ora lavoro tutte le sere in una pizzeria vicino a casa e alla mattina posso studiare. Spero di riuscire a laurearmi a breve e ottenere un lavoro decente. –
Smise di parlare quasi ansimando. Claire lo ascoltava senza interrompere. Furono invece interrotti da una vocina di bambina.
-Papààààààààààà!!!- urlò Matilde.
Marco sorrise.
-Dimmi tesoro- la prese sulle sue ginocchia.
-Ho pensato che visto che la mamma ha un fidanzato puoi averlo anche tu e visto che conosci già Claire e Filippo è il mio fidanzato potete diventare fidanzati anche voi!-
Claire guardò Filippo e rise.
-Questa signorina ha delle strane idee- disse.
Marco sorrise.
-Tesoro, non puoi andare in giro e dire alle signore di diventare la mia fidanzata…- cercò di spiegarle.
-Perché no?- chiese allora lei.
Marco fece per spiegarglielo, ma intervenne Filippo.
-Perché la mia mamma ha il mio papà!- disse.
Matilde fissò l’altro bambino un po’ triste.
-Ah, è vero- mugugnò prima di andarsene a giocare avendo probabilmente già dimenticato tutto.
Marco guardò i due bambini, poi Claire.
-E lei? - domandò poi – Cosa fa nella vita ora?-
Era curioso di saperlo. Sapeva che aveva lasciato l’insegnamento, glielo avevano detto gli amici che ancora frequentavano la scuola. Peccato, aveva pensato, era una brava insegnante. Ma poi non sapeva null’altro della sua vita e, inaspettatamente, si trovò con la voglia di saperne di più.
 
 
CLAIRE POV
Quell’uscita al parco era una delle cose più strane che avesse mai vissuto. Sembrava tutto così sbagliato. Si trovò senza nemmeno sapere come a chiedere a Marco della sua vita, di Matilde e di come fosse finito in quell’asilo. Lui le aveva risposto e Claire aveva capito che, probabilmente, quella era la prima volta che ne parlava davvero con qualcuno. Poi erano arrivati i bambini e i due si erano trovati a spiegare a Matilde perché Claire non potesse diventare la fidanzata del suo papà. Fortunatamente ci aveva pensato il piccolo Filippo a toglierli dai guai.
-E lei? – concluse lui – Cosa fa nella vita ora?-
Non si aspettava quella domanda. O meglio, sapeva che lui era a conoscenza del suo abbandono dell’insegnamento, ma non credeva che le avrebbe chiesto nulla. E solo ora, tra l’altro, si accorgeva che lui le stava dando del lei.
-Marco, per prima cosa non darmi del lei, per favore- sorrise.
Lui rise.
-È più forte di me mi sa…- commentò.
Lei rise, poi continuò.
-Lavoro in una grande azienda. Sono responsabile dell’ufficio estero. Faccio i turni, ma da quando è nato Filippo mi hanno dato la possibilità di fare solo il primo, quindi in realtà inizio presto, ma poi ho tutta la giornata. O meglio, dovrei averla, anche se gran parte delle volte invece che finire alle due finisco alle tre o alle quattro…-
Marco annuì.
-Beh, anche la sua, ok scusa, la tua vita non è proprio tutta riposo…- disse poi.
Claire scosse la testa.
-In realtà per com’era quando insegnavo sono molto più rilassata ora. Luca, il mio compagno, porta Filippo all’asilo alla mattina e io lo riprendo alle quattro e mezza. Una volta organizzati ce la si fa benissimo- spiegò.
L’altro la fissava. Claire si sentì osservata.
-Qualcosa non va?- chiese.
No, assolutamente- disse -È solo che è così strano star qui a parlare con lei della mia, delle nostre vite. Ma ho sempre pensato che tu fossi una tipa in gamba. E non ti nascondo che quando ti ho vista a mano di Matilde, prima di riconoscerti, ho pensato che fossi un gran bel pezzo di ragazza.-
Claire arrossì. I complimenti l’avevano sempre messa a disagio, ma riceverne così da chi una volta era stato suo alunno la metteva davvero in difficoltà. Doveva cambiare argomento.
-Li senti ancora i tuoi compagni?- chiese.
-Alcuni sì- ammise lui -La Bea, che non l’avrei mai detto, ma quando ha scoperto di Matilde è stata un tesoro. Lei viene spesso a trovarci. Poi sento Claudio, ma con lui eravamo già molto amici, e Manuel, che dopo che l’avete bocciato ha rifatto la quinta e l’abbiamo un po’ aiutato, e la Ale e Theo che ora stanno insieme. Loro escono spesso con me e Claudio e ogni tanto c’è anche Luigi-
-È bello che non vi siate persi- disse allora Claire.
-Già- rispose lui, poi guardò l’orologio -Mi sa che noi dobbiamo andare. Alle sette vado a lavorare e devo fare il bagno a Matilde e darle da mangiare-
Claire sorrise.
-Capisco. Allora ci vedremo la prossima volta che vieni a prendere Matilde all’asilo-
Marco annuì.
-Certo. Mi ha fatto molto piacere parlare con lei-
-Te- lo corresse Claire.
-Te- sorrise lui.
Claire poi lo vide chiamare la sua bambina, che le si avvicinò insieme a Filippo e li salutò.
-Ciao Claire! Ciao Pippo, ci vediamo domani all’asilo!- disse.
Claire e Filippo risposero al saluto. Poi Claire rivestì Filippo e tornarono a casa ad aspettare Luca.
  
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