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Autore: audry_ enne    03/01/2019    2 recensioni
Una favola di Natale, quando anche i sogni possono avverarsi… Volevo finire entro Natale, non ci sono riuscita ma almeno per l’Epifania! Non ne sono proprio convinta ma, comunque, eccola qui: Buone Feste a tutti!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buon Natale, Granger!
Il soffitto della sala grande era grigio e pesante, carico di nubi che parevano da un momento all’altro sciogliersi in neve.
L’umore dei ragazzi seduti sulle panche per colazione, invece, non lo era affatto! Tra poco meno di un mese sarebbe stato Natale: avrebbero avuto qualche pomeriggio di libera uscita a Diagon Alley per i regali, qualche concessione dai professori affetti da “spirito natalizio”, pomeriggi ad addobbare la sala grande e le sale comuni, qualche aspettativa, la prospettiva di tornare a casa dalle proprie famiglie.
Anche il fruscio dei gufi che arrivavano a portare la posta era accolto con maggiore ansia e speranza del solito, speranza che fossero forieri di nuove e buone notizie. Nessuno pensava di ricevere strillettere, non sotto Natale, il primo Natale dopo la fine della guerra magica …
Intanto, veloce e furtivo, si aggirava tra le mani degli studenti un timido foglietto, piccolo, quasi si vergognasse di essere lì e si spaventasse di rovinare quella neonata atmosfera di festa che aleggiava tra le panche. Era destinato a quegli studenti (pochi e, perciò , quasi invisibili) che sarebbero rimasti a scuola per le festività e che, per un motivo o per un altro, avevano poco da condividere con la predominante aria di festa della sala. Era una formalità organizzativa ma, comunque, macchiava di malinconia quella mattinata altrimenti scoppiettante.
Quando il foglietto arrivò tra le mani di Hermione, la ragazza parve non guardarlo nemmeno, scrisse il suo nome e lo lasciò andare talmente velocemente che nessuno pensò che l’avesse mai preso. Qualche giorno prima aveva ricevuto non uno ma ben due gufi dai Weasley e da Harry per convincerla a passare con loro le feste, ma aveva rifiutato: non era il caso di accettare dopo la rottura con Ron, non le sembrava proprio una grande idea rivederlo e non ne aveva neppure voglia. Harry aveva provato a convincerla ad andare almeno a casa sua, a Grimmaud Place, per capodanno facendo leva (ci aveva provato…) sul legame di forte fratellanza, sul fatto che lei era per lui l’unico pezzo di “famiglia” che gli rimanesse, esclusi i Weasley. Il che era vero, anche Hermione lo sentiva come un fratello e ogni volta che pensava a lui sentiva un dolce cordino stringerle il cuore per il troppo affetto; e glielo aveva anche scritto nella dolce ma risoluta lettera con cui spiegava che non voleva costringerlo a scegliere tra lei e Ginny in queste particolarissime feste, che ce ne sarebbero state altre e lo pregava di non insistere. E così era stato.
Era così assorta nella lettura del nuovo testo di Rune antiche, mentre sorseggiava il suo succo di zucca, che quasi ebbe paura quando una vocina sottile, accompagnata da due occhioni azzurri e un sorriso sincero, la fece ritornare improvvisamente alla realtà.
-         Hermione, vieni da me per le feste! Ci saranno anche Neville e sua nonna! Non faremo cose da pazzi, sarà una cosa tranquilla! Dai …
Cara Luna! Era una delle poche a sapere del suo progetto di studio natalizio e, da quando era tornata, aveva reso un po’ più normali le sue giornate …
-         Non insistere, Luna! Ti ringrazio ma, lo sai, ho deciso così.
-         Per favore, Hermione: non credo di riuscire a stare bene sapendoti qui da sola!
-         Stai tranquilla, non sarò sola e non mi stai abbandonando alla disperazione! Non imputerò alcuna colpa né a te né a nessun altro!
Il tono era tranquillo ma lapidario e anche la luce negli occhi esprimeva una tale risolutezza che Luna si arrese e, con un quieto sorriso, se ne tornò al tavolo dei Corvonero rassegnata.
Il breve dialogo tra le due ragazze era stato osservato in sottecchi da qualcuno dall’altro lato della sala, qualcuno a cui era arrivato in quel momento il foglietto e che era rimasto sorpreso dal vedervi scritto il nome della Granger. Strano: era certo che Potter non avrebbe lasciato sola la sua amica! AAHHH…. San Potty era sempre e solo fonte di delusioni, non ti potevi fidar di lui neppure quando c’era da compiere una buona azione! Gettò via il foglietto con stizza: a lui non era concesso potervi scrivere sopra il proprio nome! La madre lo aspettava al Manor, in quella casa che gli ricordava sempre più una prigione,  e in cui non poteva esimersi dal tornare per il bene di quella donna che lo amava sopra ogni cosa e che gli mandava due gufi al giorno per raccomandarsi di non privarla della sua presenza un minuto più del dovuto.
Quando il foglietto raggiunse la fine del suo viaggio, nelle mani della preside della scuola, i nomi non erano tantissimi ma comunque più di quelli che la donna sperava e, soprattutto, sperava di non ritrovarvi il nome della sua allieva prediletta: Evidentemente quello non era il Natale a cui chiedere troppi desideri da esaudire!
**************
Il Natale non gli piaceva.
Il Manor era solitamente decorato con tutte le chincagliere natalizie, tradizionali e innovative, che si potessero anche solo pensare, rigorosamente verdi e argento. Fin da bambino aveva imparato a difendersi dalle fastidiose punture di aghi di pino e agrifoglio che spuntavano da ogni angolo e, soprattutto, ad evitare di farsi trasportare dalla voglia di mettere in pratica tutta la gioiosità decantata dai continui canti che si spandevano per le stanze onde evitare di rovinare qualcuno di quegli intricati ornamenti preziosi e rari, certo, ma di cui a nessuno in quella casa interessava veramente qualcosa: erano lì solo per ricordare a chiunque CHI fossero e QUANTO potenti fossero i proprietari di casa…
Il Natale lo intristiva.
Sotto l’albero i pacchi rilucevano ma non destavano alcuna curiosità in lui, sapeva già cosa contenevano. Non aveva mai avuto alcun Santa Claus da aspettare. Solo ospiti da ricevere e maniere perfette da mostrare, damerino biondo e perfetto per la perfezione della famiglia e del sangue.
Ora che il castello di bugie dorate era crollato, Draco Malfoy non sapeva più che aspettarsi dal Natale. Era desolante e snervante allo stesso tempo; avrebbe voluto chiudersi nei sotterranei e far finta che fossero giorni come tutti gli altri, studiare e – possibilmente dormendo – sperare che passassero in fretta. Con questi pensieri in testa, il ragazzo si aggirava nel giardino della scuola, calpestando la neve fresca e respirando l’aria fredda che gli pungeva i polmoni e arrossava le mani. Forse non sarebbe stata una brutta idea farsi un giro sulla scopa e, magari, farsi venire un malanno … o magari sparire nel silenzio, farsi scivolare addosso il tempo come fosse pioggia e non pesarsi più sul cuore…
Seduta su una panchina fredda e umida dello stesso giardino, Hermione Granger aveva la testa china e lo sguardo fisso su una vecchia fotografia sgualcita dall’essere stata tenuta in mano troppo: tre persone sorridenti, evidentemente felici, si abbracciavano sotto un albero decorato con allegre palline di vetro, catene di pop-corn e angioletti di carta; il camino era accesso, la tavola ingombra di briciole e stoviglie, una bottiglia di vino a metà; sul sofà, due copertine di mille colori accostati in maniera improbabile  e una macchia di cioccolato. Non c’era nulla in quella foto di ricco o prezioso se non il calore dell’amore che legava quegli sguardi…
Le lacrime calde della ragazza avevano scavato un piccolo fosso nella neve accanto alle sue scarpe pesanti e lasciato un sentiero sulle guance arrossate e screpolate ma lei non se ne curava.
Per lei, il Natale era rimorso e rimpianto.
In quei momenti, in cui sentiva il cuore bruciare alla fiamma dei ricordi, Hermione si concedeva il lusso di riscoprire tutti i suoi errori, di stenderne il sale sulle ferite del cuore, quelle stesse che poi faceva abilmente sparire sotto l’ordinario scorrere delle sue giornate di scuola, dei suoi passi silenziosi e affrettati lungo i corridoi, nel suo vivere furtivo e taciturno, come la neve quando cade.
Aveva ripreso a nevicare.
Entrambi i ragazzi alzarono gli occhi verso il cielo plumbeo e carico di nuvole che preannunciavano l’imminente bufera : era tardi, ormai, e anche se non era facile affrontare il rientro nel castello dove avrebbero dovuto rimettere le loro maschere e affrontare il rumoroso silenzio dei compagni, dovevano farlo.
Hermione s’infilò per prima nell’ampio portone e decise subito di dirigersi verso le cucine. Non si accorse della foto che le cadeva dalla tasca e neppure di Draco che, seguendola, la raccolse. Gli bastò uno sguardo per capire che l’infernale inverno natalizio del suo spirito era condiviso anche da quella ragazza con cui sempre più spesso condivideva le notti fatte di latte e biscotti, risposte a domande inespresse, improvvisi quanto miracolosi luci dell’animo che gli avevano permesso di rialzarsi. Aveva imparato tanto dalla forza di quella fragile donna, stava imparando a costruire un altro Draco, più vero e più libero. Ad un tratto tutta l’autocommiserazione che lo aveva accompagnato quel giorno venne gettata. Stava per seguirla nelle cucine, ma capì che aveva qualcos’altro da fare. Mise la foto nella giacca, girò i tacchi e si diresse ai sotterranei. Quella sera stessa il ragazzo fu al Manor, era ora di dar fuoco all’inverno.
******
Alla fine era arrivata la notte di Natale. Nella sala grande, riccamente addobbata, i professori avevano organizzato una cena sontuosa per i ragazzi rimasti. Si erano seduti insieme intorno ad un grande tavolo rotondo e avevano amabilmente conversato. Avevano perfino permesso che gli studenti potessero bere (con moderazione, eh!) del vino elfico.
Forse grazie a quest’ultimo o forse grazie al fatto che tutti volevano sentirsi meglio, la serata trascorse più serena e tranquilla di come Hermione  si era immaginata. E forse era quella parvenza di normalità che ora le rendeva più pesante il rientro nella sua stanza vuota dove, vicino al camino scoppiettante, aveva messo un albero di Natale addobbato alla babbana, in tutto simile a quello nella foto che ora non trovava più! L’occhio le cadde sul bigliettino che Draco le aveva lasciato prima di andare via, dove le annunciava la sua partenza e le dava appuntamento per l’anno nuovo. Nessun augurio, nessuna spiegazione… La ragazza si strinse nelle spalle, non voleva pensare oltre, voleva solo annullare quel silenzio che la circondava, impossibile ed intollerabile, e andarsene a dormire. Le venne in mente la canzoncina che la madre la costringeva a cantare e, senza accorgersene quasi, con un incantesimo, la mise di sottofondo, mentre si stringeva in una coperta, seduta di fronte al camino…
Deck the halls with boughs of holly,
Fa la la la la, la la la la.
Tis' the season to be jolly,
Fa la la la la, la la la la.”
Si stava ancora crogiolando nella musica e nei ricordi, scivolando lentamente verso il sonno, quando un picchiettio sempre più insistente la risveglio dal suo trance.
Possibile mai un gufo a quell’ora di notte? I rintocchi dell’orologio della scuola suonavano la mezzanotte e il gufo, ormai abbastanza infreddolito, ricominciò a picchiettare con forza. Hermione aprì le imposte per farlo entrare  aspettandosi la nuova civetta di Harry o il vecchio gufo di famiglia dei Weasley. Invece era uno splendido esemplare di gufo reale, infreddolito, stanco e affamato, con tanto di pacchetto legato alla zampina. Hermione slacciò il pacchetto, rifocillò il rapace e lo mise a riposare accanto al camino, cosa che l’animaletto apprezzò tantissimo: evidentemente il mittente non si aspettava una risposta da lei o almeno non subito. Su chi fosse il mittente, la ragazza non aveva avuto il minimo dubbio da subito: carta verde e nastro argento valevano quanto e più di una firma.
Si risistemò sotto l’albero vicino al camino e aprì con impazienza quel misterioso ed inaspettato regalo. Il pacco conteneva una piccola sfera di cristallo, al cui interno si muoveva una sorta di nebbia grigio-argentea. Sulla superficie era inciso, con la grafia elegante e sobria di Draco,
“Buon Natale, Granger”.
Appena Hermione lesse l’augurio, sebbene non avesse emesso più di un sussurro, la nebbia interna alla palla iniziò a diradarsi: Si vedeva una casa circondata da un giardino curato, vicina al mare; dalle finestre si vedevano due persone intente a decorare un albero cantando una canzoncina di Natale. Lei aveva i capelli lisci di un castano ramato intenso, quelli di lui erano ormai brizzolati ma mantenevano intatta la forma dei bei ricci voluminosi. Sul muro un calendario indicava la data del Natale presente…
“Mamma… Papà”… La risposta di Draco ad una domanda, un desiderio che lei non aveva mai avuto il coraggio di esprimere! E le lacrime corsero di nuovo lungo il consueto sentiero .
“Sing we joyous, all together,
Fa la la la la, la la la la.
Heedless of the wind and weather,
Fa la la la la, la la la la la la la la”
 
   
 
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