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Autore: JeyCholties    04/01/2019    1 recensioni
Sirius Black è stato smistato in Serpeverde.
Un perfetto burattino, che si è tagliato i fili da solo, ma continua a muoversi secondo le aspettative.
*
Remus capisce Sirius solo in quel momento: il giovane Black è un abile manipolatore, perfettamente vestito del suo nome e inserito nella parte di giovane rampollo dei Black, eppure i suoi gesti, le sue parole parlano una lingua di silenziose ribellioni, nascoste nelle quotidiane ombre della sua vita.
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Si domanda chi possa mai osare fare un torto a Sirius Black, è una fortezza inattaccabile, brillante come Sirio ma freddo come una stella che collassa in sé stessa.
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Accenni di WolfStar - Jily - Sirius/Lily - Sirius/James
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black, Remus/Sirius, Sirius Black/Bellatrix Black, Sirius/Lily
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Oro

Ultimo anno

Sirius Black è in piedi in mezzo al corridoio, le dita serrate intorno al polso della cugina Bellatrix Lestrange.
Stanno discutendo di qualcosa di importante perché Sirius ringhia insulti sottovoce mentre Bellatrix cerca di scrollarselo di dosso sibilando: “Non qui. Non qui davanti a tutti, Black!”

Infatti una piccola folla si è fermata a indugiare sui due, semplicemente perché quando si tratta di Sirius nessuno è in grado di ignorarlo, tirando dritto.

Primogenito della famiglia Black, erede di un albero genealogico fra i più puri, Serpeverde come tutti i suoi antenati, viziato fino al collo, parlava il francese fluentemente, suonava pianoforte e violino ed era uno dei ragazzi più belli e affascinanti della scuola. In grado di persuaderti con una parola e di disprezzarti con uno sguardo, poteva sollevarti sul palmo della mano o frantumarti sotto la suola della scarpa.

Plasmato dalle mani di un artista condannato, un angelo scagliato giù da un cielo in tempesta o un diavolo pentito emerso dalle pieghe della terra, (non si sa), con i lineamenti affilati, gli occhi grigi del miglior argento dei Black, lucido senza sfumature o impurità, la pelle chiara e diafana in netto contrasto con i capelli scuri, leggermente più lunghi della norma, ma sempre perfettamente ordinati.
Sulle labbra un ghigno perenne, di chi sembra ingannare sé stesso, di chi recita una parte e non scende mai dal palcoscenico,

Sirius si aggira elegante nel castello, ha addosso una pigrizia magnetica, non sembra interessarlo nulla: ha lo sguardo annoiato durante le lezioni, spesso si permette di correggere i professori, senza mai denigrarli o metterli in imbarazzo, modula la voce in modo cortese ed educato, e nemmeno uno sembra in grado di odiarlo.

Ecco perché nessuno riesce a togliere lo sguardo da quella scena bizzarra in corridoio, Sirius sembra fuori di sé, ha perso il controllo e strattona Bellatrix, con sguardo truce.

I capelli gli ricadono disordinati intorno al viso e le labbra si muovono sferzando l’aria di parole velenose.

“Questa volta avete passato il segno… Io vi uccido dal primo all’ultimo…”

Fra tutti quegli sguardi ce n’è uno oro-ambrato che segue distrattamente la scena.

Per Remus è più facile captare quelle parole con il suo udito animale, è incastrato nella folla e nonostante cerchi di farsi spazio per proseguire verso la sua aula non riesce a fare a meno di cogliere quelle brevi frasi sconnesse.

Si domanda chi possa mai osare fare un torto a Sirius Black, è una fortezza inattaccabile, brillante come Sirio ma freddo come una stella che collassa in sé stessa.

I suoi Compagni di Casa spesso appaiono intimoriti da lui, perché Sirius non sembra avere freni inibitori, non segue regole o schemi, nonostante provenga da una delle Casate più prestigiose e razziste Sirius non fa distinzioni, se si presenta l’occasione conversa educatamente con tutti che siano Grifondoro o Tassorosso, professori o fantasmi, Nati Babbani o Mezzosangue. Al Ballo d’Inverno non porta Bellatrix o Narcissa, ma invita una Corvonero bionda, Mezzosangue.

La ragazza danza con lui tutta la sera, sotto gli occhi sgomenti di tutta la scuola. Il giorno dopo ad attenderlo c’è una Strillettera da parte di sua madre: Walburga Black.

Sirius brucia la lettera senza nemmeno aprirla, Regulus vicino a lui ridacchia e lo guarda con ammirazione.

Sirius scrive brevi righe alla madre per quietarla:

Madre, non serve che mi ricordiate le mie origini. Io vorrei ricordare a Voi il nostro ultimo discorso sulla tolleranza. Ve lo ripeto: io non intendo schiacciare i nemici del nostro Sangue sporcandomi le scarpe di un comportamento ignobile, dinnanzi a me e a voi non ci sarà persona che non si inchinerà di propria volontà, che siano Babbani o Purosangue. Non sto infangando la famiglia, la sto elevando. S.B.

Le poche volte che qualcuno si era solamente azzardato a rivolgergli un commento aspro per la sua condotta o il suo portamento Sirius aveva alzato la mano destra (dove brillava un anello smeraldo con lo stemma dei Black) e se l’era portata alla bocca assumendo un’espressione disgustata, come se il suo interlocutore puzzasse di marcio e carne putrefatta.
Remus non aveva dubbi che Sirius li considerasse nulla di più di corpi in decomposizione e lui era senza dubbio il re di quel esercito di cadaveri viventi.
Sirius Black se ne va con ampie falcate verso il sotterraneo dei Serpeverde, la veste nera gli danza intorno fluida, accompagnando i suoi movimenti come se gli fosse cucita addosso.
Come diavolo avevano osato trascinare Regulus nella loro cricca di Mangiamorte?
 
*

Due anni prima

Quando Sirius si siede davanti a lui un brivido attraversa la schiena di Remus, salendo fino alla nuca informicolandogliela.
La biblioteca è deserta, nessuno è testimone di quello strano fatto.
Sirius ha fra le mani un enorme tomo che Remus non ha mai visto, a giudicare dalla copertina in pelle nera poteva provenire solo da un posto: Il Reparto Proibito.

“Lupin, sono un paio d’anni che conosco il tuo segreto…” la voce di Sirius tradisce una nota divertita.

“Pensavo che questa lettura ti potesse interessare” Sirius appoggia il librone impolverato davanti a Remus, che fissa il titolo della pagina con il cuore in gola.
Come domare un Lupo Mannaro durante la luna piena
“Fammi sapere se trovi qualcosa di utile” Sirius ghigna, ma non c’è perfidia nella sua espressione, solo auto-compiacimento per averlo smascherato.

Remus capisce Sirius solo in quel momento: il giovane Black è un abile manipolatore, perfettamente vestito del suo nome e inserito nella parte di giovane rampollo dei Black, eppure i suoi gesti, le sue parole parlano una lingua di silenziose ribellioni, nascoste nelle quotidiane ombre della sua vita.
Sirius dovrebbe odiare i mostri come lui, ma quello che gli ha appena dimostrato è rispetto: non lo ha mai smascherato con nessuno, non lo ha mai minacciato, deriso o preso di mira. Ma anzi si è intrufolato nel suo spazio vitale con un’innaturale eleganza e con la promessa che sarebbe stato custode del suo segreto e alleato delle sue sofferenze.

Sirius Black lo aveva arruolato nel suo esercito e Remus non poteva fare a meno di sentirsi onorato.
  
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