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Autore: misselenoire    04/01/2019    0 recensioni
"E' talmente bello qua va bene, che pure quando va male te ne fai una ragione"
Questa storia è ambientata subito dopo la fine della seconda stagione! I protagonisti sono ovviamente Marti&Nico, ma non mancheranno certo tutti gli altri!
Il titolo è tratto da una canzone che a mio avviso rispecchia moltissimo il loro rapporto, e verrà ripresa più volte nel corso della FF, proprio con un filo "rosso" conduttore!
Buona lettura!
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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3. Confronto

 

Martino’s POV

 

25 Dicembre 2018, ore 09:30

 

 

Mi sveglio forse a causa di qualche raggio di sole in più che entra dalla finestra e sicuramente con l’aiuto dell’odore di caffè appena fatto che arriva fino alla mia camera.. Il primo pensiero, come sempre da qualche settimana a questa parte, è Niccolò.

Tasto la parte di letto a fianco a me e non lo sento, immediatamente mi siedo continuando a stringere con la mano destra il lenzuolo che fino a ieri sera lo copriva e lo sento terribilmente freddo. Mi guardo intorno e non vedo niente di suo nella mia camera: le scarpe che aveva lasciato a fianco alla porta non ci sono, il giubbotto poggiato sulla sedia è sparito e anche i cartelloni con cui si era presentato ieri sera sono scomparsi.

Allarmato, con il cuore che già inizia a battere più forte (e stavolta non certo per la gioia immensa di trovarselo tra le mani), inizio a maledirmi per aver dormito troppo, per non essere stato sveglio a controllare quello che faceva e non essermi accorto che se ne stava andando, lasciandomi solo nel letto… di nuovo!

Inizio a pensare a cosa poter fare: il primo istinto è come sempre quello di andare a cercarlo, anche se non ho veramente idea di dove possa essere finito! Forse è semplicemente andato a casa, controllo scrupolosamente il comodino e la scrivania per verificare che non ci sia uno dei suoi soliti biglietti e subito dopo passo in rassegna anche il telefono.. niente anche lì! Metto su una felpa e i pantaloni della tuta e istintivamente prendo il giaccone, avviandomi verso la cucina, per avvertire mia mamma che sarei uscito..

“Mamma io vado..” le dico passando rapidamente di fronte al tavolo, vedendolo sì apparecchiato ma senza alcuna sua presenza in cucina.

“Scusa ma dove pensi di andare?” mi urla dalla sala lei

“Devo andare a cercare Niccolò” per lei probabilmente non avrà senso: le dovrò spiegare perchè suo figlio la mattina di Natale decide di vagare per Roma alla ricerca del suo ragazzo che probabilmente sarà tornato a casa (spero) senza avvertirlo… ma me ne preoccuperò dopo, adesso non ho tempo!

“E dove avresti esattamente intenzione di andarmi a cercare?” mi chiede ridendo Niccolò da quella che deduco essere la sala.. Come in uno stato di trans torno indietro e mi affaccio alla sala e li vedo lì, tutti e due seduti sul divano, con un pacco di ‘Gocciole’ tra loro e un plaid poggiato sulle gambe..

“Ah sei qui..” esordisco, con un tono lievemente imbarazzante, tornando piano piano a respirare regolarmente e lasciando cadere il giaccone!

“E dove pensavi che fossi andato?” mi chiede sfoderando il suo sorriso a trentadue denti, un misto fra il divertito e il lusingato

“Non so..” e cerco di trovare qualcosa da aggiungere, giusto per migliorare un po’ la situazione di fronte a lui e a mia madre, che se possibile ride ancora più di lui “mi sono svegliato e..” mi interrompo perchè la conclusione che avevo immaginato non voglio dirla di fronte a mia madre “e le tue cose non c’erano”

“Mi sono semplicemente vestito e ho portato le cose qua per non svegliarti..”

“Ok” detto così sembra molto più logico effettivamente, potevo magari alzarmi e fare un giro della casa prima di allertare anche la CIA

“Niccolò metti pure in pausa che vado a preparare il tè a questo qua” gli dice alzandosi.. e passando vicino a me chiede ironica “O preferisci della camomilla Marti?”

“Divertente..” le rispondo, e nel mentre mi avvicino al divano, sedendomi a qualche centimetro di distanza da Niccolò.

Lui chiaramente se ne accorge e girandosi verso di me chiede allarmato “Tutto bene Marti?”

“Sì sì” e nel mentre annuisco, continuando però a fissare un punto nel vuoto di fronte a me..

“Non mi sembra” risponde leggermente irritato “sei seduto a venti metri di distanza e non mi hai nemmeno detto buongiorno”

Ha ragione, non posso dargli torto, ma gli ultimi dieci minuti mi hanno dato conferma di quanto ancora io non abbia superato quello che è accaduto nelle scorse settimane e soprattutto mi hanno fatto capire come io non sappia assolutamente gestire la situazione.. e questo mi ha decisamente spaventato!

“Scusami” gli dico girandomi verso di lui.. “Mi sono preoccupato” e mi avvicino prendendogli la mano.

“Per nulla” mi risponde

“Si” e la mia mente non può che pensare ‘per questa volta’ ma le mie labbra si limitano ad inclinarsi in un sorriso..

“Vieni qua” mi dice tirandomi per la mano e subito mi abbraccia, stretto, come se avesse letto la mia mente e cercasse di scacciare via quei pensieri che fino a poco fa la annebbiavano

Immerso nel suo profumo, tra i suoi capelli, nel mio posto preferito gli sussurro all’orecchio “Mi sono svegliato e non c’eri” completando quella frase rimasta in sospeso poco fa..

Nicco non mi risponde, semplicemente si sposta dall’abbraccio, prende il mio viso tra le mani e mi bacia, un bacio lungo e dolce, quasi arrendevole ma capace di trasmettermi tutta la tranquillità di cui avevo bisogno..

“Vieni andiamo, tua mamma ti ha preparato il tè” e dicendo questo si alza, tenendomi sempre per mano “Ma dopo ne riparliamo” e suona quasi come un avvertimento, anche se è accompagnato da quel bacio sulla mia mano che ormai è diventato una piacevole abitudine.

 

 

Mentre finisco di bere l’ultimo sorso di tè il mio umore è decisamente migliorato, sembra una scena quasi surreale.. Nicco che scherza con mia mamma come se si conoscessero da anni, nemmeno con Giò l’ho mai vista così! Lui è estremamente a suo agio, niente a che vedere con me e Anna Fares, ma si vede che loro sono veramente due anime affini!

“Allora quando torni poi finiamo di vedere la puntata” dice mia mamma alzandosi per iniziare a riordinare

“Mamma non puoi tenere ostaggio tutti con le tue serie su Netflix” cerco di ribattere, ma un Niccolò fin troppo entusiasta mi ferma

“Ma che ostaggio!! Io adoro le serie TV, non vedo l’ora di finirla questa qua.. mi raccomando non vada avanti senza di me!”

“Ti ho già detto che non devi darmi del lei!”

“Ha.. scusami hai ragione! Spero di abituarmi” e nel mentre io rifletto su quanto sia educato Nì, non solo nel parlare con gli altri, ma nel modo che ha di mangiare, come tiene le posate o anche solo come sta seduto.. Anche quando sembra essere scomposto in realtà mantiene sempre un portamento impeccabile. Io di fronte a lui sembro uscito da chissà dove..

“Comunque si, stai tranquillo.. ti aspetto per la fine della puntata” e detto questo lo ferma mentre lui sta cercando di sistemare la tavola “andate di là voi due, qua finisco io!”

E detto questo ci alziamo e andiamo in camera mia. Una volta entrati e chiusa la porta cade sulle nostre teste un silenzio strano, non imbarazzante ma comunque strano. Nicco si siede sul letto e mi guarda con uno sguardo interrogativo: “Quindi?”

“Cosa?” gli rispondo io, rimanendo in piedi di fronte a lui

“Non pensi che sia il caso di parlare?” e me lo dice con un tono serio, un tono a cui non sono molto abituato, e questo mi preoccupa

“Non abbiamo già parlato?” e in realtà lo so che non è vero, e so anche che sembro la tipica persona che evita in tutti i modi di parlare, ma non so veramente come affrontare la cosa. Da quando siamo tornati insieme, e forse anche prima, non ci siamo mai realmente soffermati a discutere con calma di un qualcosa, siamo sempre stati colti da problemi più grandi di noi.. forse è arrivato il momento

“No Marti, non ne abbiamo parlato abbastanza” e dicendomi questo batte la sua mano sul piumone invitandomi a sedere accanto a lui

“Ok” e fissando il pavimento, perchè mai mi è sembrato così interessante come in questo momento, mi siedo al suo fianco

“Vogliamo partire da stamani?” mi chiede e io annuisco..

“Lo so che ho esagerato, e mi sto dando dello stupido da solo”

“Ehi non sei stupido” mi interrompe accarezzandomi la guancia “ti sei preoccupato, lo capisco” e queste sue parole mi fanno sentire compreso, tanto che interrompo questa profonda contemplazione del pavimento per girarmi a guardarlo

“E’ che ancora devo abituarmi” continuo

“A che cosa?” mi chiede

e io penso a come poter esprimere questo concetto senza che sia troppo, in tutti i sensi, pur rimanendo onesto al 100% “ a te..” e mi interrompo, ma subito interviene lui, che come al solito traduce i miei pensieri in suono

“a me che rimango?” ed è la verità, perchè è questa la mia più grande paura in questo momento… svegliarmi e scoprire che se ne è andato chissà dove, ricevere un messaggio in cui mi dice che è troppo tutto questo, che io sono troppo, oppure rivederlo con lei! E lo so che si sono lasciati, ma lei gli sa stare accanto come io non so fare per il momento, e forse non saprò fare mai!

L’unica cosa che posso fare è annuire e Nicco annuisce di rimando. Abbassiamo tutti e due lo sguardo e torniamo a fissare il pavimento.

Dopo qualche minuto di silenzio Niccolò torna a parlare, ma non lo fa a me, è più un dialogo con sè stesso: “quanto ti ho fatto stare male?”

E qui subito mi spavento, mi sveglio tutto insieme e insieme continuo a darmi dell’idiota perchè non ho pensato che questo l’avrebbe portato a colpevolizzarsi ancora di più.. e io so benissimo che lui non c’entra niente, sono io, io e basta.

“Ehi ehi ehi” gli dico, inginocchiandomi di fronte a lui, con il suo viso tra le mani, come per interrompere quella spirale di pensieri che lo sta già cogliendo e portando lontano da me “Non è colpa tua!” e lo dico quasi a rallentatore, perchè lui lo capisca bene e subito, anche se potrei ripeterlo mille volte ancora.

“E invece si” mi risponde lui “non riesci neanche più a dormire per colpa mia Marti!” e lo dice alzando la voce.. io rimango a bocca aperta, quasi esterrefatto, continuando a guardarlo come per chiedere spiegazioni

“Hai gli incubi Marti la notte” e questo io lo sapevo, ma non pensavo che se ne fosse accorto anche lui

“E tu come fai a saperlo?” e chiedendoglielo abbasso le mani dal suo volto per poggiarle sulle sue sopra le ginocchia

“L’ho visto con miei occhi, e ne ho anche parlato con tua mamma” e questo mi colpisce di nuovo, anche mia mamma lo sapeva? “e io odio esserne responsabile”

“Ti ripeto che non è colpa tua”

“Tre mesi fa avevi incubi? Passavi notti insonni a vegliarmi?” mi chiede quasi stizzito

“Non è questo il punto” ed era vero.. non avrei mai voluto tornare indietro a tre mesi fa, quel senso di vuoto dentro, le continue menzogne, il non aver ancora trovato il proprio posto nel mondo

“E’ proprio questo invece” mi risponde “io ti sto facendo male, non posso continuare così” e lì sento il mio mondo che piano piano si sgretola, mi manca la terra da sotto i piedi e l’aria sembra non scorrere più nei polmoni

“Io ti amo!” ed è l’unica cosa che riesco a dire, anzi ad urlare.. l’unica, forse la più semplice, forse la più scontata, ma certamente la più vera. E Niccolò mi guarda, incredulo, con le lacrime che piano piano si affacciano agli occhi e le mani che quasi tremano

“Mi ami?” e questa è l’unica cosa che riesce a rispondere, con una voce che sembra quella di un bambino insicuro di fronte ad un qualcosa più grande di sè

“Certo” e a me sembra la cosa più scontata di questo mondo.. d’accordo non glielo avevo ancora detto, ma era così evidente per me “Ti amo, ok?” e lui annuisce.. è assurdo come la conversazione si sia ribaltata: aveva iniziato lui, così sicuro e forte in quello che voleva dire, e si conclude con me in ginocchio di fronte a lui mentre cerco in tutti i modi di fargli capire quanto sia essenziale per me.

“Quindi vediamo di trovare una soluzione insieme” riprendo io “ma una soluzione che preveda sempre me e te insieme” e lui qua inizia a inclinare le labbra in un accenno di sorriso

“D’accordo”mi risponde. Nel mentre mi alzo e mi siedo sul letto a gambe incrociate e lo stesso fa Nicco, di modo da essere l’uno di fronte all’altro.

“Allora è vero che ho gli incubi” inizio “e mi dispiace averti svegliato e reso partecipe”

“Non ti devi scusare” mi ferma subito lui

“E invece si, l’ultima cosa di cui hai bisogno è pensare che io stia male per colpa tua” e lo fermo, perchè vedo che vorrebbe interrompermi di nuovo, ma voglio prima finire “tu devi capire che non sono mai stato bene come sto bene con te adesso! Non vorrei mai tornare a tre mesi fa.. non so te”

“No nemmeno io” e lo dice subito, senza quasi nemmeno farmi finire la domanda

“Il nostro non è stato un percorso semplice”

“Puoi dirlo forte..” e qui ci sorridiamo tutti e due

“Ci sono tante cose su cui dobbiamo lavorare” ed è vero anche questo “Io devo elaborare quello che è successo.. sono stati due mesi bellissimi ma sono anche stati una montagna russa di emozioni”

“Già..”

“E adesso devo solo riprendermi..anzi dobbiamo riprenderci”

“si..”

“Gli incubi passeranno, ne sto già parlando con una persona” e sorrido pensando a come gli incontri con lo psicologo della scuola stiano ormai diventando per me un momento sempre più piacevole

“Chi?”

“Uno psicologo.. lo psicologo della scuola” rispondo, vedendo Nicco che inizia a sorridere

“Ma chi? Quello del seminterrato che va a fare la spesa al mercato e si presenta con le buste?”

“Si, proprio lui..” annuisco ridendo “Ed è veramente bravo.. una volta se vuoi te lo presento” so benissimo che Niccolò è già in cura presso altri dottori, ma il Dottor Spera ormai per me è un confidente e un amico, mi farebbe piacere che conoscesse questo famoso ragazzo di cui gli parlo da settimane..

“Certo”

“E per finire quello di cui stavamo parlando prima” riprendo il discorso “ricordati sempre quello che abbiamo detto..” gli dico guardandolo negli occhi

“Minuto per minuto” mi risponde Niccolò, fissandomi così intensamente da farmi quasi arrossire

“Esatto” annuisco sorridente

“A proposito di questo..” e qua lo vedo già riprendersi quel suo tono tutto roco e provocante “che facciamo nel prossimo minuto?” e sorride, dondolando leggermente la testa da destra a sinistra

“Beh non so..” rispondo io facendo il vago

“Io qualcosa avrei in mente” e nel mentre scandisce le ultime sillabe mi si avventa letteralmente addosso, non che sia un problema anzi! Cadiamo sdraiati sul letto, con lui sopra di me e mentre scende a baciarmi il collo..

“E io che pensavo tu volessi il tuo regalo di Natale” cerco di dire mentre sono assalito dalla sua bellissima e vellutatissima bocca

“Hai detto regalo?” si ferma e alza la testa a due centimetri dalla mia fissandomi negli occhi

“Si, ho detto regalo..” rispondo io sornione

“Ma il tuo è a casa mia”

“Non preoccuparti, intanto ti do il mio” mi sembrava un buon momento questo, eravamo di nuovo tranquilli e sereni, e Nicco era di buon umore.. e avevo bisogno di capire se effettivamente era stata una buona idea o meno quella dei biglietti

“Ok!” risponde ancora più allegro di prima “Io adoro i regali”

“Si me ne ero accorto” rispondo carezzandogli i capelli “Chiudi gli occhi” e subito esegue il mio ordine. Io cerco di rimettermi seduto e arrivare al comodino facendomi strada tra le gambe e la spalla di questo bellissimo ragazzo che subito ne approfitta per baciarmi la clavicola mentre cerco la busta..

“Nico?”

“Che c’è? Riesco a baciarti molto bene anche ad occhi chiusi” mi risponde continuando

“Si, non lo metto in dubbio” e conquistata, anche se non poche difficoltà la busta, mi rimetto seduto “Ok puoi aprire gli occhi”

E in un primo momento lo vedo guardare me sorridente, per poi abbassare lo sguardo nel punto in cui si incrociavano le nostre gambe e scoprire la busta

“Grazie!!!” esordisce, buttandosi di nuovo addosso a me, stritolandomi in un abbraccio pieno di entusiasmo

“Guarda che il regalo è dentro” rispondo a fatica, ma sorpreso da tutto questo entusiasmo

“Ma ci sono le giraffe!”

“Si.. diciamo che ho capito che ti piacciono” non che fosse difficile..

“Grazie!” e questa volta è un grazie più pacato, di quelli che ti spiazzano in un certo senso.. come solo lui sa fare

“Beh magari guarda il regalo prima di ringraziarmi, potrebbe anche non piacerti”

“Marti potrebbero esserci dentro anche i calzini più brutti della storia e in un nanosecondo diventerebbero il più bel regalo di sempre per me” mi risponde, e io non posso che rimanere a bocca aperta! Lui è così, ti dice in faccia tutto quello che pensa e ti disarma, non supererò mai la sua naturalezza e la sua spontaneità!

“Vedo che hai fiducia nel mio gusto in fatto di moda” rispondo con una battuta per smorzare la tensione..

Mentre ancora ridacchia inizia ad aprire la busta e tira fuori i biglietti. In un primo momento vedo la sua fronte che si corruga, quasi come se non stesse capendo.. lo vedo poi avvicinarseli maggiormente e un dito passa sopra il nome di Einaudi

“Stai scherzando Marti?” mi chiede con una voce strana.. non riesco bene a definirla

“Perchè?”

“Tu mi hai veramente regalato i biglietti per il concerto di Einaudi?” mi chiede guardandomi finalmente negli occhi, i suoi ormai completamente lucidi

“Si..” rispondo titubante

“Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me” mi risponde continuando a passare gli occhi da me ai biglietti

“Quindi ti piace?”

“E me lo chiedi pure? Io lo adoro!!” risponde entusiasta

“Bene..”

“Sono per il 23 di Febbraio a Torino” lo vedo sussurrare

“Si ecco..ovviamente puoi andarci con chi vuoi” cerco di spiegare, balbettando leggermente

“E con chi dovrei andarci esattamente?” mi chiede ironico

“Non so.. ecco è per dire che non ti devi sentire obbligato ad andare con me solo perchè te li ho regalati io.. manca ancora tanto tempo e.. noi diciamo sempre minuto per minuto..”cerco di tradurre in parole quella confusione di pensieri che aleggiano nella mia mente da quando ho comprato il suo regalo

“Ah pensi che da qui a fine febbraio ti sari già stancato di me?” ma questa volta non lo dice con tristezza, sorride divertito, come se l’idea di poter andare a quel concerto con qualcuno che non sia io, sia pura follia

“Beh non si sa mai” e scoppiamo a ridere insieme

“Marti grazie, veramente” mi dice tornando serio “Non vedo l’ora di essere al 23 Febbraio!”

E io posso solo continuare a sorridere.. felice di averlo reso felice

“Quindi con questi mi stai autorizzando a rapirti per l’intero week-end?” mi chiede provocatorio

“Beh devo vedere cosa ne pensa mia mamma..” gli rispondo scherzando

“Ormai siamo migliori amici.. a me non dirà certo di no!” risponde allegro “E poi Torino è una città così romantica.. volevi proprio conquistarmi eh Rametta?”

“Perchè non l’ho già fatto?” rispondo con un finto tono risentito. Nel mentre mi avvicino per colmare quella distanza che adesso inizia veramente a dare fastidio, partendo dal tempestare di piccoli baci la sua fronte, per poi scendere sulle guance e sul collo..

“Beh..” risponde con un sospiro Niccolò “direi proprio di sì!”

 

 

 

Notes:

Buonasera a tutti! Ecco qua anche il terzo capitolo.. Mi scuso se c’è stata un po’ troppa attesa ma sono stata fuori questa settimana, e quindi il capitolo è arrivato con un po’ di ritardo! Detto questo a breve arriverà anche la seconda parte del 25 Dicembre, in cui finalmente scopriremo il regalo di Niccolò (ho dovuto dividerlo per non fare un capitolo eccessivamente lungo)! Come sempre ogni commento è più che gradito, aiutano sempre e fanno capire anche cosa gli altri pensino di questa storia!

A presto e buon anno a tutti!

 

Eleonora

  
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