Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    04/01/2019    3 recensioni
Dal capitolo I:
[...]Sta quasi per lasciare via libera a Morfeo, quando la vibrazione del cellulare sul palmo della mano lo fa sobbalzare. Il suo cervello impiega un secondo ad inviare impulsi elettrici al resto del corpo; gli basta vedere quel nasino un po’ arricciato ammiccare verso di lui assieme alla scritta “videochiamata” per relegare il sonno ad un bisogno secondario.
«Noona» sussurra, mettendosi a gambe incrociate e stropicciandosi entrambi gli occhi. «Che ci fai sveglia a quest’ora?»
Vede la lunga coda di Jieun muoversi un poco, mentre la ragazza dall’altra parte del display scuote dolcemente la testa. «Ho anch’io il mio bel da fare, Jeon».

***
Di quando una schedule può essere ben gestita, ma due cominciano a stare strette.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jeon Jeongguk/ Jungkook
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XIV



Close the door now
When I’m with you, I’m in utopia
 
Euphoria, Jungkook







 
È strano aprire gli occhi e svegliarsi in un letto che non sia il suo. Dopotutto, da quando stanno insieme, quella è la prima volta che riescono a trascorrere un'intera nottata l'uno accanto all'altra. Jungkook ha impiegato mezz'ora a trovare parcheggio vicino l'appartamento di Jieun, spendendo altri quaranta minuti per depistare un fotografo che aveva tutta l'aria di averlo preso di mira. In fondo le volte in cui decideva di uscire da solo si potevano contare sulle dita di una mano e certamente l'idea di seguire un idol che, molto coraggiosamente, si era inoltrato nel mondo esterno senza alcun tipo di scorta, doveva certo costituire materiale allettante per le affamate sasaeng che tanto amavano stalkerarlo. Una volta se le era ritrovate perfino al bagno di una caffetteria ed era stato costretto a chieder loro, cercando di sembrare il meno infastidito possibile, di lasciargli almeno quel minimo di privacy alla quale ogni persona normale avrebbe diritto. Quando era tornato in sala aveva fatto un breve cenno con la testa a Jimin ed entrambi avevano lasciato il locale senza nemmeno aver consumato le loro bevande. Assieme a Jieun, comunque, le cose si complicavano. Spesso si erano ritrovati a correre per le strade, tentando di confondersi tra la folla che popolava i marciapiedi delle trafficate vie di Seoul, e sebbene in un primo momento tutto sembrasse quasi assumere i connotati di un'insolita fuga d'amore, col passare del tempo quel continuo fuggire aveva cominciato a divenire un peso.
Dopo aver varcato la soglia di casa, comunque – alle dieci passate – Jungkook aveva assunto l'espressione più tranquilla di cui era capace, scusandosi per il ritardo e omettendo di specificarne la causa, pensando che sarebbe stato inutile rovinare la serata facendo preoccupare anche Jieun più del dovuto. In fondo quelle poche ore libere che era riuscito a guadagnare rappresentavano per loro l'unica occasione di poter trascorrere del tempo insieme in vista del loro prossimo anniversario, la cui data cadeva proprio in occasione di una cerimonia alla quale entrambi avrebbero dovuto partecipare, presumibilmente ignorandosi al pari di due perfetti sconosciuti, come ormai avevano imparato a fare davanti ai fan.
 
Quando Jieun apre gli occhi, percepisce un lieve solletico alla schiena e due braccia ben strette attorno ai propri fianchi. Buffo come le affermazioni di Taehyung ed Hoseok sul modo scomposto e fin troppo stravaccato di dormire del più piccolo del gruppo si capovolgano completamente quand'è assieme a lei. Invece di occupare gran parte del letto, come spesso fa in camera sua o in quella degli hyung, Jungkook ha il capo infossato nella schiena di Jieun, il naso a contatto con la pelle calda di lei, quasi raggomitolato su se stesso e aggrappato al corpo della ragazza come se temesse di vederla allontanarsi da un momento all'altro. Jieun volta solo la testa e sorride lievemente, carezzandogli i capelli spettinati.
«Vado a scaldare un po' di latte» sussurra, ma non riceve risposta. Si muove piano, posando il palmo della propria mano su quella di Jungkook, con l'intenzione di spostarla, ma nell'esatto momento in cui fa una leggera pressione, la stretta del più piccolo diviene ancora più salda, impedendo a Jieun qualsiasi movimento che non sia l'alzarsi e abbassarsi del diaframma. La ragazza si lascia scappare un sospiro. «Allora sei sveglio» gli intima, scostandogli una ciocca castana dal viso per saggiare la verità della propria affermazione.
Jungkook, nonostante gli occhi chiusi, viene tradito da una fossetta appena accennata che annuncia la nascita di un piccolo sorriso.
«Cosa te lo fa pensare» mormora, strofinando il naso sull'epidermide di lei.
Jieun lo sente muoversi e poco dopo percepisce il suo mento sulla propria spalla. Adesso, se solo si voltasse di nuovo, avrebbe le labbra del ragazzo a pochi centimetri dalle proprie.
«Tra un'ora hai le prove, testone. Non puoi allenarti senza aver fatto colazione».
«Quali prove?»
Jieun ignora completamente la faccia tosta del più piccolo, recuperando una spazzola viola dal proprio comodino, decisa a sciogliere quei fastidiosissimi nodi notturni che avevano reso i suoi capelli un'imbarazzante massa indefinita. Prima che riesca anche solo ad avvicinarla al cuoio capelluto, però, vede Jungkook tirarsi su a sedere, il busto rivolto verso di lei.
«Posso farlo io?» chiede, con gli occhi spalancati e un'espressione che non ha nulla a che fare con quella assonnata di poco prima.
Jieun rimane a guardarlo per un istante, quasi folgorata da quel celato entusiasmo che Jungkook nasconde dietro un palmo aperto, sul quale lei, poco dopo, deposita lentamente la spazzola. Gli sorride in risposta quando scorge le labbra di Jungkook aprirsi per lasciar intravedere la familiare dentatura un po' sporgente. Osservandolo così, se non fosse per quel lenzuolo scivolatogli sui fianchi che lascia intravedere un corpo fin troppo adulto, Jungkook sembrerebbe in tutto e per tutto un bambino al quale è stato appena consegnato il suo gioco preferito. Jieun gi dà la schiena, raccomandandosi di fare attenzione a non tirarle troppo i capelli. Lui non lo sa, ma è stato appena incaricato di un compito piuttosto difficile, che spesso la ragazza non lascia fare nemmeno alle proprie hairstylist.
Le reticenze di Jieun si dissolvono quando percepisce i dentini della spazzola carezzargli gentilmente la pelle e le dita di Jungkook ancorarsi alle ciocche superiori, tenendole ben strette, in modo da poter insistere sullo scioglimento dei nodi sottostanti. Probabilmente la cura che sta riponendo in quei semplici gesti non è la stessa che mostrerebbe verso i propri, di capelli, e se solo Jieun potesse vedere l'espressione incredibilmente attenta e concentrata che si è appena dipinta sul volto del più piccolo, di sicuro si pentirebbe per aver dubitato di lui.
«Finito!» lo sente esclamare con tono soddisfatto qualche minuto dopo e, anche se non vuole dargli subito troppa soddisfazione, gli regala un veloce bacio sulle labbra come meritato ringraziamento. «Ho vinto un posto d'onore nel tuo staff?» domanda allora lui, con quella solita espressione da chi sa di aver appena fatto un buon lavoro.
Lei gli scompiglia velocemente la frangia castana che gli copre parte della visuale.
«Hai vinto un bicchiere di latte e una tazza di cereali. Contento?»
Jungkook replica con uno sbuffo poco sentito, ma prima che riesca a formulare una risposta adeguata per esprimere il suo disappunto, ecco che quasi sobbalza sul posto, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa. Jieun lo guarda dubbiosa mentre rovista tra le lenzuola, sotto il cuscino e sul pavimento, tormentandosi la nuca e mugugnando cose che la ragazza non riesce a sentire. Trascorsi cinque minuti. Jungkook rilascia le braccia sui propri fianchi in segno di resa.
«Ma insomma, si può sapere dove cavolo sono i miei-»
«Cercavi questi?»
Un'impercettibile nota d'imbarazzo si dipinge sul volto del più piccolo quando riconosce i propri boxer scuri dondolare a destra e a sinistra nella mano di Jieun. Per poco manca la presa, quando lei glieli lancia sul petto.
«Molto divertente» borbotta  infilandoseli, con lo sguardo basso.
Jieun incrocia le braccia, cercando di trattenersi dal ridere. «Oh sì. Molto» rincara.
Una volta indossata anche la maglietta Jungkook inizia a frugare nella propria tracolla, depositata su una sedia accanto al letto, e proprio nel momento in cui Jieun ha messo le ciabatte per andare in cucina - già coperta da una felpa scura che Jungkook aveva lasciato da lei una sera del mese precedente, il ragazzo riemerge con un oggetto di forma quadrata stretto tra le dita.
«Noona» la chiama, impedendole così di lasciare la stanza. «Volevo... chiederti una cosa».
Il tono serio che usa fa bloccare Jieun sul posto. Da dov'è ora, non ha una visuale abbastanza chiara da poter capire la natura di ciò che Jungkook sta gelosamente custodendo nelle proprie mani.
«A dire la verità, è da un po' che volevo parlartene, solo che...» interrompe la frase per trovare il coraggio di rivolgere il proprio sguardo direttamente nelle iridi della ragazza. Lei gli si avvicina lentamente, invogliandolo a continuare.
«Beh ecco, diciamo che forse mi vergognavo».
Jieun comprende che quella confessione deve essergli costata parecchio, così fa un altro passo verso di lui e a quel punto riconosce l'immagine in copertina, i colori e l’inconfondibile scritta “IU”. Ciò che sta tenendo tra le mani Jungkook non è altro che un suo cd.
«Mi faresti un autografo?»
Alza la testa, spostando lo sguardo dall'oggetto al volto di Jungkook, apre la bocca per dire qualcosa ma lo stupore è talmente tanto che non un singolo suono fuoriesce dalle sue labbra. Rimangono in silenzio l'uno davanti all'altra, finchè Jieun rilassa i muscoli del petto, come se fino a quel momento avesse trattenuto il respiro. Nasconde una risata nervosa quanto intenerita dietro la propria mano, per poi tornare a rivolgere le proprie attenzioni al ragazzo. Oltre ad essere stata colta totalmente impreparata da quella richiesta, Jieun vorrebbe dirgli che è davvero insolito pensare che dopo averla baciata e accarezzata su ogni parte del corpo appena qualche ora prima, Jungkook si vergogni di chiederle un autografo.
«È il mio primo cd» continua lui, porgendoglielo. «Lo comprai con la paghetta dei miei».
Lei cerca di resistere all'impulso di stritolarlo in un abbraccio ed afferra l'oggetto con delicatezza, voltandogli le spalle per andare a recuperare una penna.
«Sei incredibile, Jeon» è l'unica cosa che riesce a dire prima di accomodarsi sul bordo del letto e vedere il ragazzo fare lo stesso. La tenerezza e il carico d'aspettativa che ha negli occhi mentre la osserva con quella stilografica in mano, rischiano di far comparire un leggero rossore sulle guance di Jieun, la quale tenta di ignorarlo rivolgendo i propri pensieri alla dedica che dovrà fargli.
Sfoglia distrattamente le pagine del photoshoot, non le è mai piaciuto troppo rivedersi negli scatti. «Ce n'è qualcuna che preferisci?»
Gli occhi di Jungkook scorrono veloci sulle immagini, fin quando non compare quella fotografia che amava così tanto da bambino. Esita un poco ma poi la indica timidamente con un dito, senza aggiungere altro. Vede Jieun poggiare la punta della penna sul foglio e sente il suo cuore, di riflesso, aumentare qualche battito. Non sa spiegarsi nemmeno lui il perché di quella reazione fisiologica, dopotutto poteva sembrare un gesto di poco conto, se paragonato a quello che avevano vissuto insieme negli ultimi mesi, eppure Jungkook teneva a quel cd come fosse il vero inizio del suo legame speciale con la musica e, in un certo senso, con Jieun.
A Jeon Jeongguk, la vede scrivere, ti ringrazio per aver creduto in me. Per favore, rimani sempre te stesso, mangia tanto e sii felice. Alza gli occhi al cielo, aspettandosi qualche altra raccomandazione, magari sulle poche ore di sonno. Sorridi più che puoi, canta col cuore e non aver mai paura di amare. Ammutolito, la guarda mentre completa il tutto firmando con un elegante tua Lee Jieun, per poi sorridere al post scriptum: dimenticavo, ottimi gusti musicali.
«Hai coperto tutta l'immagine» gli sussurra con tono lamentoso nell'orecchio, tanto per sciogliere un po' quel velato imbarazzo che ancora prova nel veder finalmente palesarsi il suo sogno di adolescente.
«Che razza di ingrato» commenta lei ridacchiando e scostandolo da sé, sperando finalmente di poter raggiungere la cucina indisturbata, ma com'era prevedibile Jungkook la afferra da dietro prima che possa varcare la soglia della camera, bloccandole le braccia in una ferrea stretta. Lo sente mormorare un timido grazie contro la pelle del suo collo, poi la lascia andare e fugge in direzione del corridoio come se stesse per gareggiare in una competizione sportiva di corsa.
«Lo scaldo io il latte» urla dalla cucina, accendendo il fornello. «Tu lo fai troppo bollente, noona».
Jieun si passa una mano sul volto, lasciandosi scappare l'ennesimo sospiro.
Eh sì. Era proprio un ingrato.
 
 
 









 
Toh, chi si rivede (direte voi). Ebbene, non so quando, non so come, ma prima o poi torno.
Attendendo con ansia che Jungkook rilasci la full cover di Ending scene, così, per illudermi un altro po’ su questa ship, vi mando un bacione grande e vi chiedo scusa se questo capitolo non vi sarà sembrato all’altezza dei precedenti, ma credo di essere parecchio arrugginita.
Anyway, buon anno a tutti! <3

Vavi

 
  
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