Isabel
sente le voci di Kristoff e della bambina provenire dalla cucina e ha
ormai
chiaro che il marito non ha mantenuto la promessa. Ciò che
la donna ignora è la
confessione già avvenuta di Anna. Crede di potersi vendicare
della principessa
spiattellando la verità al re, mettendola così
nei guai.
Convinta
di questo, si reca a palazzo. Lo fa di nascosto, quando padre e figlia
sono
usciti insieme per recarsi a casa dei nonni.
Corre
spedita verso il castello con la rabbia che le ribolle dentro e le
lacrime che
scivolano violente sul suo viso.
“Vorrei
essere ricevuta dal re” – chiede ad una delle
guardie.
“Mi
dispiace, Isa. Il sovrano è partito assieme alla
principessa. Sarà via a lungo
da quanto ci ha detto” – risponde il soldato alla
ex collega di lavoro.
Dopotutto è impossibile non conoscersi, avendo prestato
servizio a corte e
avendo condiviso molto spesso i tavoli da pranzo della cucina.
“Accidenti”
– esclama irata la giovane – “Me
l’ha fatta sotto il naso quella riccona da
strapazzo”
“Come
dici?” – domanda l’uomo in divisa,
confuso dalle parole di lei.
“Nulla.
Ascolta Victor, posso almeno parlare con la regina?”
– un’idea brillante le
salta alla mente.
“Certo.
Mando qualcuno ad annunciarti” – risponde,
allontanandosi di qualche metro.
Una delle
domestiche, intenta a raccogliere il bucato, qualche minuto dopo
dà l’ok a
Isabel per poter entrare.
“Va
pure”
– così dicendo la guardia torna al suo posto e
saluta la conoscente.
La
ragazza affretta il passo e si dirige verso l’ingresso.
“Isa!
Che
bello rivederti” – afferma, raggiante, la sovrana,
riconoscendo l’ex dipendente
nei corridoi.
“Maestà”
– saluta l’altra, inchinandosi leggermente al
cospetto della sua signora –
“Vorrei scambiare quattro chiacchiere con voi, se non vi
dispiace”
“Riguarda
mia nipote, suppongo” – anticipa Idunn, spiazzando
la giovane.
“Come
fate a…?”
“L’ho
intuito vista la partenza di Anna e la temporanea sistemazione di
Sophie a casa
tua e di Kristoff” – spiega la donna.
“Ecco,
appunto di questo vorrei parlarvi”
“Andiamo
nella sala del trono. Lì non ci disturberà
nessuno”
Una volta
giunte a destinazione, sono sole e possono conversare.
“Allora,
maestà, sono qui perché vorrei un aiuto. Si
tratta del mio consorte… e di
vostra nipote, la principessina!”
“EH?”
–
esclama sorpresa la sovrana.
“E’
necessario, per il bene di Sophie, che la teniate lontana il
più possibile da
quella persona!”
“Aspetta, aspetta, aspetta. Cosa intendi dire? Non sarai mica
gelosa del loro
rapporto?” – la interrompe Idunn, turbandosi.
“Immaginavo
che sentirmi parlare in questo modo vi avrebbe indotto a pensare alla
gelosia.
Non mi volete credere perciò…perdonate, forse non
dovevo venire qui.
Dimenticate ciò che ho appena detto. Vi lascio ed evito
altre figuracce” –
Isabel si avvicina alla porta, speranzosa di essere fermata dalla
regnante. E
infatti è ciò che accade.
“No,
non
andartene. Voglio ascoltarti. Non puoi usare determinate affermazioni
per poi
chiudere, senza arrivare al punto”
“Credevo
di farcela, ma sento una pressione tale che fa star male sia me che mio
figlio.
Tutto per colpa di Kristoff” – la fanciulla inizia
a tremare, accarezzandosi il
ventre, spaventando la regnante.
“Hai
litigato con il tuo consorte? Calmati che mi preoccupa vederti in
questo stato!”
– la regina è confusa dal discorso della fanciulla
e anche ansiosa per via
delle sue parole.
“Fosse
solo questo il problema. Ultimamente non si
controlla…secondo voi la mia
gravidanza è frutto di una notte d’amore? no! Vi
sbagliate. Lui è cambiato ed è
molto irascibile. Sono venuta qui, facendomi coraggio, per supplicarvi
di
tenere Sophie al sicuro”
“Cosa?
No… non può essere. Forse esageri…
Anna ha sempre descritto Kristoff con belle
parole”
“Perché
lei non lo conosce fino in fondo. Ragionate, maestà. Quanto
tempo ha trascorso vostra
figlia con mio marito? Poco! Non può sapere nel profondo che
tipo di uomo è. Io
lo so, invece. Sono cinque anni che sono la sua compagna, cinque anni
che
sopporto angherie, tradimenti e cattiverie”
“Santo
cielo” – esclama, scioccata Idunn, costretta a
sedersi per evitare uno
svenimento.
Se
ciò
che sta udendo è reale, ha affidato la bambina ad un mostro!
“Siete
ancora in tempo per salvare vostra nipote” – ripete
Isabel, vogliosa di
convincere la nobildonna di quello che dice.
Il
silenzio della regina non è un segnale positivo, ma neppure
negativo.
E quando
Idunn chiede - “Come posso fare? Lei non si vorrà
più separare dal padre. Devo
trovare un modo per riprendermela”, Isa sente di aver vinto;
è riuscita a
rendere vera una storia totalmente finta.
“Sono felice che mi credete, maestà. Bisogna agire
il prima possibile, per il
bene di tutti, in primis quello di Sophie. Ha cinque anni e una vita
davanti.
Per me e mio figlio ci sono poche soluzioni. Invece la principessina
può
fuggire e dimenticarlo per sempre”
“Puoi
dimostrare quanto hai appena detto?” – domanda
Idunn, volendo avere piena
conferma.
“Non
vi
basta lo stato di shock in cui sono? Per di più sono
incinta. Ho dovuto
abbandonare un lavoro che adoravo per volere di mio marito”
“Non
avrà
mica alzato le mani su di te, spero”
“Una
volta…o due!”
“Oh
mio
Dio” – esclama scioccata la regina, afferrando, con
violenza, il braccio della
ex lavoratrice. Su di esso sono visibili alcuni lividi e un paio di
graffi.
Osservandoli
rimane pietrificata.
“Aiutatemi.
Non posso più nasconderlo. Quel vile deve pagare per il male
che sta facendo!”
– Isabel scoppia a piangere e la sovrana istintivamente
l’abbraccia,
confortandola e cadendo nella trappola della docile e tormentata
domestica.
Peccato che sia solo apparenza.
“Si
risolverà tutto. Adesso tu mi porti a casa tua e recupero
mia nipote. Se
davvero Kristoff Bjorgman agisce da bestia, avrà la
punizione che merita”
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Nel
frattempo…
“Che
bello averti qui, Sophie! Sono felicissima” –
afferma Elsa, felice come non lo
è da tempo, rivedendo la nipote.
Olaf
è lì
quando la bambina arriva e l’accoglie allegramente.
Clarissa
si commuove sentendosi chiamare nonna e lo stesso vale per Samuel, il
quale
inizia a studiare le somiglianze fisiche della piccina con il ramo
della sua
famiglia.
La
felicità che si respira tra quelle mura coinvolge anche la
sarta, Lisa.
Dopotutto ha cresciuto Anna come fosse una figlia e vedere Sophie le
rammenta
il passato.
Kristoff
azzarda addirittura a paragonare la piccola a sua zia.
“Più
vi
guardo più riconosco una somiglianza pazzesca. Dai,
osservatevi allo specchio.
Siete due gocce d’acqua” – afferma,
rivolgendosi alla sorella che tiene in
braccio la piccola.
“Sul
serio?” – è la risposta entusiasta di
Elsa.
Le
affermazioni del giovane, però, lasciano i suoi genitori di
sasso.
“Ehm…ma
cosa dici?! È identica ad Anna, non pensi anche tu
Samuel?” – si intromette
Clarissa.
“Si si
assolutamente”
– risponde subito l’uomo.
L’argomento
viene chiuso da Elsa stessa.
“Pensavo
che per una volta qualcuno potesse avere dei tratti come i miei. Sai
che bello,
l’ho sempre sognato. Ovviamente mamma e papà hanno
subito sottolineato l’impossibilità
di ciò. Beh non vogliono avere una mia copia in casa. Altro
che tragedia! Si
vivrebbe l’inferno. Ma sapete che vi dico? Meglio
così. Almeno è libera di fare
e agire in libertà senza avere timore di scatenare una
bufera di neve” –
commenta la ragazza, amareggiata. Si allontana con il capo basso,
chiudendosi
in camera tra il dispiacere di tutti.
E a
proposito di ghiaccio e magia…
“Eccoci,
figliola. Siamo arrivati. Questa è la valle dei
trolls” – comunica re Agnarr ad
Anna.
“Ma
qui
non vedo nessuno, padre. Sicuro che sia davvero il posto
giusto?”
In men
che non si dica ecco enormi massi e rocce tramutarsi in omini buffi e
piccini.
Alcuni
iniziano a salutare allegramente il re, altri scrutano la principessa
sospettosi sulla sua identità.
“Lei
è mia
figlia, Anna” – afferma Agnarr, presentando la
fanciulla.
“Non
si
chiamava Elsa?” – chiede uno dei tanti.
“Sanno
di
mia sorella?” – domanda sconvolta la giovane.
“Ehm…
già. Te lo racconto più tardi”
– risponde il sovrano, poi va dritto al punto –
“Vorrei sapere dove si trova Cristel. Vi prego
aiutatemi”
“Perché
ti interessa conoscerla solo ora?”
“Prima
l’avete lasciata qui perché era
d’intralcio e volevate fare lo stesso con Elsa”
“Ascoltate, sono pentito per aver agito come fece anni fa mio
padre. Sono qui
per questo. Ritrovare mia sorella per ricongiungermi anche alla mia
primogenita. Loro hanno un dono in comune e trovandosi non si
sentiranno più
delle “diverse”. Capite che intendo?”
– a quel punto re Agnarr si inginocchia
e, con le lacrime agli occhi, li supplica.
I silenzi
e il rifiuto della maggior parte dei trolls non scoraggia padre e
figlia. I due
insistono. Anche Anna si china, esattamente come il genitore.
“Vi
prego,
noi vogliamo solo riportare l’amore a palazzo. Per troppo
tempo lì ha vissuto
solo il gelo. Dateci questa opportunità”
– interviene la ragazza.
Tutto
inutile. I loro discorsi non smuovono affatto gli omini rocciosi.
“Andiamocene,
Anna. Non ci aiuteranno mai” – si arrende
l’uomo.
“Ma
padre…”
“Niente
ma. Dobbiamo vedercela da soli”
“Senza
indizi, senza sapere neppure dove si trova. Come faremo? Vaghiamo a
vuoto”
“Io
posso
darvi un piccolo indizio” – a prendere parola
è uno dei trolls più anziano,
sopraggiunto proprio allora.
“Vi
ringrazio, diteci per favore…abbiamo poco tempo”
– Anna si pone subito
all’ascolto.
“Cristel
non si fa chiamare più Cristel. Sono tantissimi anni che non
abita qui, nella
nostra valle”
“Dove
vive?” – chiede, trepidante, il sovrano.
“Lei
si
nasconde bene tra gli umani, controllando la magia con
facilità. Fate
attenzione a chi vi è attorno. Posso solo dirvi che non si
è allontanata dalle vostre
terre d’origine”
“Quindi
è
ad Arendelle?” – chiede Anna.
“O a
Rosetown” – ipotizza il re.
“Imparate
a guardare le persone con il cuore. Agnarr, è la tua gemella
che stai cercando.
Chi meglio di te può riconoscerla, ritrovandosi dentro di
lei. Buona fortuna
amici miei.”
Così
dicendo Granpapà, il troll più saggio e maturo,
si congeda invitando i suoi
simili a fare lo stesso.
“E
adesso?” – domanda la ragazza al genitore, una
volta da soli.
“Ci
recheremo a Rosetown. Sarà questa la prima tappa”
“Speriamo
di trovarla. Anche se ho il vago sospetto che Cristel sia vicina a noi
più di
quanto pensiamo”
Fiduciosi
i due danno il via alle ricerche.
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“Nonna,
cosa ci fai qui?” – domanda Sophie, vedendo Idunn
entrare in casa.
È
sera e
infatti padre e figlia sono tornati nella loro abitazione.
Isabel
è
dietro la regina e osserva, soddisfatta, la scena.
“Vengo
a
riprendere la bambina” – prende per mano la piccola
e la conduce all’esterno.
“Aspettate,
dove andate? Non potete farlo. Anna l’ha affidata a me. È mia
figlia” – si altera Kristoff, afferrando
la donna per un braccio nel tentativo di bloccarla.
Tale
gesto viene mal interpretato da Idunn che reagisce.
“Non
ti
permettere più. Potrai alzare le mani su tua moglie ma non
su di me”
“Cosa?
Alzare le mani? Cosa state dicendo?” – esclama,
scioccato, lui.
“Presto
anche Isa ti abbandonerà e se avrà bisogno
l’aiuterò io a liberarsi di chi le
reca tanto male!” – così dicendo, chiude
la conversazione. Trascina sua nipote
che, nel frattempo, piange e urla il nome del padre.
“Tesoro
tranquilla. Si sistemerà ogni cosa. Papà non ti
lascerà.” -grida Kristoff alla
piccina.
Ed una
volta rimasti marito e moglie, Bjorgman posa lo sguardo sulla
soddisfatta
consorte.
“Cosa
le
hai raccontato? Quali menzogne hai inventato per portarla a credere che
sono un
violento?”
“Ti
avevo
avvisato, maritino.” – fiera di sé,
Isabel mostra i lividi e i graffi.
“Non
è
opera mia e lo sai bene”
“Certo.
Tu non faresti male ad una mosca. Ma a mali estremi, estremi
rimedi”
In quel
momento, Kris sente di aver fallito nella vita. Sposarsi con una donna
per
sostituirne un’altra…che assurdità!
Però
ora
come non mai ha un desiderio: quando Anna tornerà ad
Arendelle, lascerà Isabel
per sempre.
E Isa glielo
permetterà? Bella domanda!