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Autore: 33NaLu33    06/01/2019    3 recensioni
Sting può metterci la mano sul fuoco per quanto ne è sicuro: Minerva Orland ha un appuntamento. E cosa potrà mai fare, se non andare a dirlo a Rogue?
-*-
-Non sto scherzando! – esclama Sting con aria offesa incrociando le braccia al petto –Lady Minerva ha veramente un appuntamento- ripete deciso.
-Ceeerto- affermo enfatizzando il termine il più possibile nel vano tentativo di fargli capire che tanto non gli credo.
[sequel di: Appuntamento bollente]
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva, Rogue Cheney, Sting Eucliffe, Sting/Yukino, Yukino Aguria
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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II
 
 



-Che stai facendo? – chiede pronta a spingermi via se non direttamente a riempirmi di botte.
-Ti rinfresco la memoria- affermo trascinandola verso di me –del perché: “sono affari miei” – concludo, e senza lasciarle il tempo di ribattere, la bacio.
Con mia grande sorpresa, forse per un’azione automatica, ricambia il bacio approfondendolo e facendo incontrare le nostre lingue, che senza staccarsi fremono per avere la supremazia.
 
Non sono mai stato così avventato, men che meno così geloso nei suoi confronti, ma per la prima volta da quando, un po’ per caso mesi prima, durante una missione, questa specie di relazione tra noi due ha avuto inizio sono assolutamente fuori di me.
In tutto questi mesi che andiamo a letto insieme non ci sono mai state promesse, tantomeno dichiarazione d’amore. Non di certo da parte mia, anche perché di base non so nemmeno io se quello che provo nei suoi confronti si può definire amore; ma se una cosa la so è che: così come io non vado a letto con altre, lei non ha il diritto di farlo con altri.
 
Continuando a baciarla la spingo verso la parete alle sue spalle, ma non appena la sua schiena tocca il freddo muro, con un gemito strozzato, mi spinge via.
Guardandomi sconvolta si passa una mano tra i capelli perfetti cercando, molto probabilmente, di ricomporsi, perché se per me non è il massimo finire al centro dell’attenzione per lei non lo è perdere il controllo di una situazione.
-Come ti permetti? – chiede facendo un passo avanti minacciosa. Se pensa veramente che l’avrà vinta come tutte le volte si sbaglia di grosso.
-Io come mi permetto? – ribatto andandole incontro indicandola –sei tu quella che esce con uno e sono io quello che si permette? –
-Come prego? – domanda, e la sua intonazione è talmente tanto sarcastica che mi innervosisce.
-Hai sentito benissimo- le faccio il verso.
Siamo l’uno di fronte all’altra, e lei sui suoi vertiginosi tacchi alti è letteralmente alla mia stessa altezza. Scrutandomi da capo a piedi cerca molto probabilmente di prendere le misure per la mia futura bara, e che dio me la scampi ma questa volta si fa come dico io.
 
-Non hai alcun diritto di dirmi cosa posso o non posso fare- dice soffiando sulle mie labbra –tanto meno con chi posso o non posso uscire- conclude inchiodandomi con i suoi magnetici occhi verdi.
-È qui che ti sbagli- affermo il più possibile sicuro di me, ma è tutta apparenza, perché se c’è una cosa che so è che lo sguardo arrabbiato di Minerva è capace di far tremare persino le montagne. –Posso dirti con chi puoi o non puoi uscire nel momento esatto in cui tu- proseguo squadrandola a mia volta –sei entrata nel mio letto-
 
Sgrana gli occhi ed è evidente che non si aspettava che la sfidassi apertamente. “oh, si sbaglia” penso soddisfatto di me stesso “e si sbaglia pure di grosso”.
 
In un attimo finisco dall’altra parte della stanza scaraventato contro la parete mentre una valanga di oggetti dalle pareti e dai mobili iniziano a piovermi addosso. Davanti a me Minerva con la faccia rossa per la rabbia mi sta maledicendo continuando con l’ausilio della sua magia a lanciarmi soprammobili addosso.
Tramutandomi in ombra le appaio alle spalle.
-Se il tuo intento è quello di distruggerti casa ci stai riuscendo alla grande- commento tranquillamente. Voltandosi lentamente prende respiri profondi nel vano tentativo di recuperare la calma ormai perduta.  
-Sono stata io- ribatte a denti stretti –a concederti la possibilità di entrare nel mio, di letto- specifica, come se questo argomento abbia importanza.
 
-Non starò qui a perdere tempo a discutere su chi ha fatto entrare nel proprio letto chi- dico dopo una breve pausa alzando gli occhi al cielo –ma tu stanotte non usci proprio con nessuno- concludo pronto per il secondo round a chi “le prenderò di più”, che tanto so di star per perdere io.
 
Anche se non sono sicuro che quello che provo sia amore so che tra noi due non è solo sesso, medito aspettando la prossima mossa di Minerva che non tarda ad arrivare. Con rabbia mi tira l’intoro attaccapanni addosso, che prontamente schivo.
-Che ti importa? – chiede furibonda.
-Che mi importa? – le domando ironico alzando i toni anch’io. “Possibile che non ci arrivi?”
-Si- ribatte innervosita –io esco con chi mi pare-
-No- sbotto -tu non esci con chi ti pare- la ammonisco schivando l’ennesimo oggetto, che questa volta ha avuto la decenza di lanciare con le sue mani.  
-Non sono affari tuoi- urla.
-Invece lo sono- grido a mia volta avvicinandomi a lei.
-Perché? – strilla, e i nostri toni di voce sono talmente tanto alti che penso tutto il vicinato ci senta –e la vuoi smettere una buona volta di ripetere quello che dico io? -
-Perché noi stiamo insieme- sbraito rendendomi conto troppo tardi di quello che ho detto.
 
Il silenzio scende nella stanza mentre Minerva, questa volta con occhi sorpresi mi guarda mentre con la mano ancora alzata tiene l’oggetto che fino a due secondi prima era in procinto di lanciarmi contro.  
-Senti- dico passandomi la mano tra i capelli neri–lo so che non stiamo insieme ma…-
-Sei geloso- afferma interrompendomi.
-Io non…- provo a dire corrugando la fronte, ma la verità è proprio questa. Sono geloso, e anche tanto. Facendo un sospiro cerco di raggruppare le idee.
-Sono un paio di mesi che tra noi va avanti questa specie di relazione- affermo prima che lei possa prendere la parola –e anche se io devo ancora capire cos’è o cosa c’è tra noi, forse per te è solo sesso, ma va bene, non hai mai preteso niente quindi non te ne posso fare una colpa ma se esci con un altro almeno abbi la decenza di chiudere con me-
 
Con la bocca aperta mi fissa e penso che forse è indecisa tra il rispondermi o il lanciarmi la cornice che tiene, ma non ha il tempo di fare nessuna delle due cose perché un bussare attira la nostra attenzione.
Senza lasciarle fare una mossa mi precipito verso la porta d’entrata. “Chiunque sia riceverà una brutta sorpresa” medito spalancandola e trovandomi davanti Sting. Dietro di lui con un elegantissimo abito bianco una rossissima Yukino sposta lo sguardo da me a Minerva che nel frattempo mi si è affiancata.
 
“Cosa?”
-Che ci fai qui? – le chiedo dopo un momento di totale smarrimento.
-Io sono qui per…- inizia a dire, ma si interrompe non riuscendo più a guardarmi in faccia, e abbassando la vista inizia ad ammirare le sue scarpe.
-È qui perché noi due dovevamo uscire insieme – conclude Minerva appoggiandosi con le braccia incrociate contro lo stipite della porta d’ingresso.
-Vestite così? – domando scettico.
-Andavamo a teatro – squittisce Yukino.
 
Realizzando il significato delle loro parole prendo Sting per la spalla e trascinandomelo dietro, scendiamo i pochi scalini d’ingresso allontanandoci dalle due maghe.
-Mi avevi detto, che Yukino ti aveva detto, che Minerva le aveva detto, che lei aveva un appuntamento con uno- bisbiglio a mio fratello.
-Eh? – chiede guardandomi storto.
-Avevi detto che Minerva aveva un appuntamento con uno- ripeto semplificandogli il discorso.
-Voi lo sapete che noi vi sentiamo, vero? – domanda quest’ultima tranquillamente.
 
-Me l’aveva detto Yukino- risponde Sting ignorandola –e non avevo esattamente capito che era lei che sarebbe uscita con la lady- conclude azzardandosi a lanciare un’occhiata alle nostre spalle.
Ancora con la mano sulla sua spalla lo trascino lontano per impedire che ci sentano ulteriormente.
-Beh fratello- inizio –se io ho delle spiegazioni da dare, tu hai decisamente perso una scommessa- sogghigno
Corrucciando la faccia mi guarda: -Non me lo ricordare- sussurra sconsolato.
 
 



Nel prossimo e ultimo capitolo extra!
-Master- mi richiama Rufus impaziente destandomi dai miei pensieri –perché ci hai riuniti tutti? – chiede. Tutt’intorno a me, chi seduto, chi in piedi tutti i membri della gilda aspettano di sapere perché li ho convocati.
-Yukino- dico finalmente facendo spostare ogni singolo paio di occhi nella sua direzione. Lei guardandomi a disagio mi fa un sorriso. –Devo dirti una cosa- proseguo, e non so veramente se la cosa sta facendo andare più in ansia, me, lei, o tutti gli altri.
“Diglielo e basta” le parole di Rogue mi rimbombano nella testa facendomi prendere un respiro profondo.
 
-Yukino, tu mi piaci- dico tutto d’un fiato, quasi urlando.
   
 
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