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Autore: _Akimi    07/01/2019    10 recensioni
[7 parole - 7 coppie diverse]
I. Roger/Freddie - Gatto
II. Brian/Roger - Sigarette
III. John/Freddie - Specchio
IV. Roger/John - Automobile
V. Brian/Freddie - Luna
VI. John/Brian - Sguardo
VII. Freddie/Mary - Letto
"«Un giorno dovrai dirmi cosa trovi di interessante nel guardarmi dormire, lo sai?»
Domanda Mary, schiudendo le palpebre e posando il primo sguardo assonnato sul volto di Freddie; quest’ultimo si abbandona al pizzicore delle proprie labbra, concedendosi una risata che soffoca non appena lei ricambia il suo abbraccio.
«Interessante, non so,» le risponde canticchiando, troppo distratto dal lieve tremolio delle sue palpebre per formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. «Ma sei diversa quando dormi.»"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  I.
Gatto


Occhi affilati l'osservano, in silenzio, con una screziatura di altezzosità e bramosia di predominio che dovrebbe intimorire, eppure non accade niente - nulla che valga la pena di raccontare nel dettaglio.
Il gatto lo guarda ed egli ricambia nel medesimo modo, solo un poco più svogliato e indifferente; ha affrontato avversari ben peggiori di una palla di pelo, ma sebbene l’arroganza felina lo diverta, non si azzarda a fare un passo in avanti verso la bestiolina criminale.
«Quindi è così che funziona qui, eh?»
Una sottile nuvola di fumo sfugge dalle sue labbra, lasciandosi ad un sospiro tra l’arrendevole e il sarcastico - ne ha viste di cose strane, a casa di Freddie, ma la fatale egemonia dei suoi gatti è un dettaglio alla quale difficilmente vuole abituarsi.
Non si piegherebbe neppure davanti al più temuto degli uomini, quindi sarebbe da stupidi lasciarsi fermare da qualche sciocca, silenziosa regola dettata da un animale come quello che ha davanti; in aggiunta, il suo ego è una scorza troppo spessa per degli innocui artigli o un paio di piccoli denti.
Non ha paura di un gatto - questo si ripete -, non può avere paura di un fottuto gatto, ma basta un timido movimento di zampe per allarmare il suo istinto, indietreggiando il più possibile lontano dal divano.
È semplicemente routine a casa Mercury, una quotidianità che pochi capirebbero, ma non può essere messa in discussione - qui l’intruso è un altro, e il regale animale a quattro zampe lo sa e lo lascia ben intendere.

«Fred, il tuo gatto mi vuole uccidere.»
Squittisce invano allora, Roger Taylor, perché dalla stanza adiacente non giunge altro che una vibrante risata - risata che in qualsiasi altro contesto avrebbe ben apprezzato -, ma ora i suoi nervi sono troppo tesi per concedere attenzioni al compagno.
Solo lì, in quell’esatto punto, convergono le sue iridi celesti - ancora sul micio che, a differenza sua, se ne sta comodo sul bracciolo, lisciandosi il manto con quella sua lingua rosa che compare e scompare veloce.
Si sistema il pelo, il piccolo bastardo, e nella solitudine del salone, Roger si limita ad aspirare dalla sua sigaretta, muovendo il braccio nella speranza di non attirare ulteriormente lo sguardo del predatore.
«Chi? Tom? Non farebbe male ad una mosca.»
«Certo, come quella che ha lasciato mezza spiaccicata nell’atrio?»
La scena del crimine è rimasta intatta sul pavimento lucido, un segno nero, quasi impercettibile, ma non agli occhi attenti di Roger - sono cose che non si dimenticano, quelle.

«Non ti facevo così delicato, caro.»
E la voce di Freddie lo raggiunge come un sospiro caldo sulla nuca e solo ora, voltandosi, si rende conto di averlo lì vicino.
Si è degnato di venire in suo soccorso, un breve sorriso sulle labbra e tra le mani due cocktail appena preparati - sa come viziare tutti a casa, gatti e Taylor compreso.
«Io delicato? Cazzo, sembra di vivere in una giungla qui dentro.»
Si aspetta una risposta stizzita, offesa, ma Freddie non fa altro che guardarlo, quel suo paio di occhi seducenti si posano sul suo viso e Roger inizia a provare caldo, così distratto dalla malizia dell’altro da non accorgersi neppure della bestiolina che si sta strusciando ai suoi piedi.
È Tom che ha smesso di essere aggressivo con il nuovo arrivato, lasciando il divano libero per qualcosa di non detto, ma piuttosto scontato dall’espressione del padrone di casa.

«Si sta già abituando a te.»
Un mormorio sarcastico, e Roger ora crede di aver capito tutto - Freddie Mercury non è differente da quei gatti che tanto lo circondano, e la cosa, forse, non gli dispiace poi molto.
  
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