Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: francess225    07/01/2019    1 recensioni
La trama riguarda un incontro predestinato, ma al contempo insospettabile. Lui è Jeon Jungkook, l'idol che tutti conoscono,membro dei BTS. Giovane, genuino, spontaneo, invidiato. Emilie è una giovane neolaureata italiana, di ventiquattro anni, che decide finalmente, di partire per una nuova esperienza lavorativa, ma soprattutto di vita, in quel Paese che la chiama a sé da tanto tempo, la Corea. La loro storia ed l loro incontro verrà definito da quelle che sembrerebbero coincidenze..ma finiranno per legarsi in maniera profonda, e nonostante le differenze culturali, di età, e di vita, impareranno a conoscersi e ad affrontare le difficoltà di una relazione che agli occhi di molti risulterebbe impossibile. Qualcosa di sottile li lega.. ma di indissolubile: il destino, ed il suo colore è rosso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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CHAPTER 16


ZEROPOV


L’espressione di Jungkook , dopo aver preso contatto con il tepore delle mani della ragazza misteriosa di fronte a lui, è stranamente seria.

Non è la prima volta che si ritrova davanti una fan molto timida a detta sua, e così pensa bene di allungarsi verso di lei per farla sentire a suo agio, incrociando le dita con le sue, e obbligandola ad alzare lo sguardo da sotto i folti capelli scuri.

Si sta concentrando poco sul suo aspetto, sulle sue movenze strane, anche perché lui non è quel tipo di ragazzo che giudica basandosi sulle apparenze , a maggior ragione quando si tratta di un’army, e quindi di un’amore immenso che lui in qualche modo deve cercare di ricambiare al meglio in pochi minuti.

In un primo momento, il semplice contatto con quelle inaspettate dita lunghe ed affusolate, lo ha stranamente catturato e al di fuori di ogni aspettativa imbarazzato.

Avverte la stretta della ragazza aumentare ogni secondo che passa e si è quasi paralizzato sul posto nell’esatto istante in cui lei ha alzato lo sguardo , facendolo piombare direttamente nel nero delle sue iridi, che filtrano a mala pena da dietro la frangetta scura.

Questo era quello che aveva fatto quella sconosciuta, senza nemmeno accorgersi.

Nella testa di Jungkook intanto rimbombano una serie di domande familiari e fastidiosamente consecutive :
 “ Chi è questa ragazza ? La conosco già?  “,  mentre i suoi occhi interrogativi rimangono spalancati ed inermi di fronte alla forza di quello che normalmente potrebbe essere definito come un “ banale contatto “.

Ma lei non sta facendo proprio un bel nulla.
Sta semplicemente cercando di fargli notare qualcosa.
Continuando ad inclinare il collo verso di lui, sfiorandogli silenziosamente il dorso delle mani con i pollici, e nascondendo la sua espressione dietro ad una mascherina, che per Jungkook sta diventando fastidiosa da sopportare.

Come fa un’estranea a prendersi così tanta confidenza con me? Ma soprattutto perché a me sta bene e non riesco a scollarmi da un contatto così misero? L’ho fatto mille volte e con decine di persone diverse, ma mai così. Cos’è questa sensazione? Perché mi è familiare? “

Esatto, sta lentamente impazzendo senza accorgersene.
 

Ci mette qualche secondo in più a realizzare che deve trovare il modo per controllare la propria mimica facciale, altrimenti lo stupore e il disagio che ha dipinto platealmente in volto verrebbero notati non soltanto dalle fan sedute dietro ma anche dai flash dei fotografi impiccioni li di fianco.

E’ qualcosa di inconcepibile quello che prova, che ovviamente continua a farlo sentire non solo in imbarazzo, ma totalmente affascinato da quella che dovrebbe essere semplicemente una fan per lui.

Che poi quando Jungkook è imbarazzato, è davvero facile notarlo.. continua costantemente a scostare lo sguardo dalla giovane di fronte, ritraendo il labbro inferiore con i denti e iniziando a massacrarsi da solo il lobo dell’orecchio destro.

Da quanto tempo non gli capitava una cosa del genere?

Se l’insieme di tutte queste sensazioni miste a disagio e  tenerezza sconvolgente lo avevano assalito da massimo mezzo minuto dopo l’incontro con lei, rimase ancora più paralizzato quando poco dopo notò come il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi.

Difatti l’idol decide rischiosamente di allungare una mano sul volto della ragazza, scostandole le frangetta dagli occhi, e rendendosi conto, in ordine di gravità: che prima di tutto la tipetta davanti a lui stava indossando una parrucca sintetica.

Secondo : realizzando la gravità del gesto che aveva appena fatto inconsciamente e pubblicamente.

E terzo ed ultimo, ma non meno importante, accorgendosi del taglio di occhi micidiale della ragazza, in grado di penetrarlo talmente tanto in profondità da raggiungere direttamente quella scatolina sigillata dei suoi ricordi più nascosti.

Quella a cui nessuno può accedere, perché preziosamente custodita dal suo dolore e dalla sua gioia, che continuano tutt’oggi a massacrarlo nella speranza che lui decida anche solo di far riaffiorare una scena.. un contatto.. un bacio.. uno sguardo .. riguardante    lei.

Perché è di lei che si tratta. Ora non ha più dubbi.


Avete presente quel battito quasi doloroso che a volte ci tampina il petto?
Succede quando probabilmente l’emozione è talmente forte, bella o brutta che sia, che ci travolge completamente, lasciandoci inermi e totalmente incapaci di pensare , ma soprattutto incapaci di ignorare.

Che sia una persona, che sia un sentimento, che sia un ricordo, che sia il lavoro di tutti i giorni.. ognuno di noi ha una paura fottuta di avvertire anche solo per una frazione di secondo quel tipo di dolore, portandoci istantaneamente sulla difensiva.

Jungkook quel giorno, inconsciamente o meno, decise proprio di ascoltare il suo io interiore, e di lasciarsi guidare dal suo spirito di sopravvivenza.








JUNGKOOKPOV


L’incredulità è ormai nulla rispetto alla maestosità del muro difensivo che erigo adesso, qui davanti a quella che pensavo fosse una sconosciuta.

Non riesco a controllarmi neanche in questo. Semplicemente lei è qui e io non posso farci nulla.

Il mio terrore e sogno più grande di rivederla mi si sono presentati davanti in un batter d’occhio, senza nemmeno avvertire.

E quando le sensazioni più inusuali e forti e contrastanti ti inondano tutte insieme, cosa mai dovrei fare?

Quale via devo seguire?

Su cosa diavolo mi devo basare?

Sull’istinto di sopravvivenza.

Prima ancora di dargli retta però, prima di diventare un robot incapace di sentire e di emozionarmi, mi lascio trasportare.
 
La mia mano è ancora qui, a contatto col suo volto. Non riesco a trattenermi nello sfiorarle l’estremità della guancia, passando sotto agli elastici della mascherina, mentre i suoi occhi semplicemente si chiudono, cercando di assorbire tutto il calore che sono in grado di trasmetterle.

Restiamo immobili nel caos.

Cosa diavolo stai facendo idiota ! Lei è tutto ciò di cui devi dimenticarti !  Non è forse lei è il tuo incubo più grande? Eh? ”.

Il me distrutto e ferito torna fuori prepotentemente e decide di spodestarmi.
Mi obbliga a riprendere il controllo di me stesso, ricordandomi di volermi bene e di allontanarmi il più velocemente possibile dal pericolo imminente, ovvero lei, quella stronza che mi ha ferito e abbandonato senza pensarci due volte.

Come se nulla fosse decido di ritrarmi nell’immediato, tossendo piano e cercando di ricompormi bevendo un sorso d’acqua.

La vedo agitarsi, nascondersi nuovamente dietro ai ciuffi sintetici, per poi protrarsi nuovamente davanti a me.

E’ quasi istantaneo il mio movimento.. mi allontano.
Sono totalmente bloccato, e devo continuare a farlo senza destare sospetti.. sorridendo davanti a tutti in silenzio, e placando nello stesso tempo il turbinio di confusione immane dentro di me.

Esiste forse qualcosa di più difficile al mondo?
Siamo immobili davanti a quei pochi centimetri che ci separano.
Mentre la covinzione cresce dentro di me però, sembrano trasformarsi in chilometri e chilometri di distanza, allontanandoci inesorabilmente.
 
Tell me your name please ! And give me the album please , so I can sign it “
Esordisco di botto, neanche sapendo di riuscire a sputare fuori un inglese simile, davanti agli occhi stupefatti di Namjoon che noto osservarmi attentamente con la coda dell’occhio.

Speravo davvero non reagissi così “
La sento rispondere flebile in coreano, con lo sguardo ormai abbandonato verso i suoi piedi e le braccia incrociate al petto.

Rientrare in contatto con la sua voce mi sembra quasi surreale.

Wow una ragazza occidentale che parla coreano ! Deve davvero piacerti tanto la Corea per parlarlo così bene ! “
Rispondo qualche secondo dopo senza trattenermi, realizzando di averle mandato una frecciatina a dir poco simpatica.

Non ti immagini neanche quanto.. Oppa ! “
Mi sibila in faccia, con quel suo modo un po’ impertinente e quasi strafottente che tanto mi faceva impazzire di lei.. ma che adesso, per non so quale motivo, suscita in me fervore, quasi rabbia.

E poi per quale cazzo di motivo mi chiama Oppa? Vuole forse morire?

“ Oppa ? ”

Ricambio lo sguardo incalzante alzando non solo il sopracciglio, ma anche il tono di voce, in maniera decisamente troppo provocatoria.

La vedo semplicemente annuire in risposta, mentre interpreta la parte di una diciassettenne che non le appartiene, facendo scivolare lo sguardo vagamente qua e là.

Dimmi pure noona, cioè ehm .. ? “

“ Catherine “.

Completa lei.

“ Dimmi pure Catherine. “  sogghigno per sfotterla, pensando al nome fasullo che si è data
 “  Dove vuoi che firmi? “. Concludo quasi ridendole in faccia.

Qui “
Risponde lei tenendo lo sguardo di fuoco attanagliato nel mio, e indicandomi un piccolo post-it tra le pagine dell’album, dove sembra aver trascritto qualcosa.



 |< Dammi un’altra possibilità > |



Per un secondo sento nuovamente il respiro mancarmi, ma inspiegabilmente riesco a non far trapelare assolutamente nulla dal mio sguardo, né dalle mie movenze.

Cos’è all’improvviso questa sensazione?

E come se mostrarmi realmente disinteressato fosse la cosa più facile del mondo ora, mentre son qui davanti all’unica persona in grado di scalfirmi.
Come se fossi momentaneamente diventato di pietra, invincibile.

Decido, come facciamo comunemente in molti meeting, di risponderle, scrivendo una risposta.

| < Per quanto mi riguarda, puoi tornartene in Italia. Oppa ti augura buon viaggio> |
♥٩(●̮̮̃•̃)۶

Neanche un secondo dopo averle riconsegnato l’album, con tanto di dedica personalizzata, la vedo leggere immediatamente il mio commento.

Penso sia inspiegabile descrivere la sensazione di soddisfazione provata semplicemente osservando la frustrazione trapelante dai suoi occhi.
Non riesce nemmeno ad essere minacciosa in risposta, non ha il tempo di trafiggermi con lo sguardo, né di impietosirmi, dato lo staff alle mie spalle che la invita gentilmente ad andarsene, e a mio avviso a scomparire dalla faccia della terra.

La vedo andarsene sconfitta, e mi sento unicamente più leggero, quasi sollevato.

Come riesco a farlo?  E’ sconvolgente ! Mai mi sarei sognato di riuscirci con Emilie ! E’ reale?
Spero solo di non mentire a me stesso.




 

NAMJOONPOV

Ho tentato di rendere più casuale possibile la scelta dei posti nei suv per il tragitto di ritorno, affiancando così Jungkook e V, nonostante Jimin avesse insistito pesantemente, salterellando come una scimmia impazzita e assetata di gossip.

Voleva a tutti i costi sapere se si era sbagliato, se quella con cui lui e noi tutti abbiamo parlato al fanmeeting, fosse effettivamente o meno Emilie.

Penso che tutti abbiano intuito il fatto che dietro ci sia il mio zampino, li avevo anche avvertiti dopo tutto..

Ma ora come ora è quasi fastidioso il silenzio che sembra esser calato dentro queste quattro porte chiusura automatica.
La macchina continua ad andare e Jungkook , inspiegabilmente e con una disinvoltura che non gli appartiene, ride tra sé e sé guardando dei meme al cellulare.

Ma è ritardato o cosa?

Sono sicurissimo che l’abbia riconosciuta.
Ho visto come in quei pochi secondi si sia anche premurato di avvicinarla, di avere la conferma che si trattasse davvero di lei.
E allora come diavolo è possibile che adesso come adesso sia così dannatamente calmo?

Certo, da un lato magari, il mio pessimismo aveva prevalso, ed essendo certo della possibile reazione di Kook avevo anche avvertito Emilie di prepararsi al peggio.

Mentre ora lo vedo in panciolle, tranquillo come un pashià, che si fa beatamente i cavoli suoi, senza accennare ad un bel niente, e soprattutto mostrandosi addirittura sorridente e spensierato.

Non mi freghi Jungkook, adesso ci penso io a te.

Neanche il tempo di aprire la bocca che, dopo ben quindici minuti di estenuante silenzioso, contornato solamente dalle risate sprazzanti di Jungkook fisso sul cellulare, V decide di precedermi, lanciandomi uno sguardo complice, come a dirmi “ lascia fare a me Nam “

“ Beh idiota? Non hai niente da dirci? “

Tenta di stuzzicarlo buttandogli un braccio al collo, sotto il mio sguardo scrutatore che osserva interamente la scena dal sedile anteriore, grazie allo specchietto retrovisore.

Jungkook non dice nulla, semplicemente continua a sbellicarsi dalle risate, passando il telefono a V per mostrargli la tanto divertente vignetta sul quale si stava scompisciando da circa un quarto d’ora.

Non appena molla il telefono all’amico, il quale sembra essere assorto e distratto dallo schermo del telefono, ricevo uno sguardo da Jungkook direttamente dallo specchietto retrovisore che mi paralizza.

Credo di non averlo mai visto così serio, così fastidiosamente pungente.
I suoi occhi sono così assottigliati e concentrati ad incutermi timore che mi sembra di non avere più a che fare con la stessa persona di tutti i giorni.

 Dio chi sei e cosa ne hai fatto del mio amico?

E’ lo stesso tipo di sguardo che una mamma arrabbiata dà al bambino quando non vuole andare a scuola, o quando fa troppo casino.
Quello sguardo duro che riecheggia nella macchina fino a zittirti perché hai troppa paura di rimetterci la vita, oltre che un sacco di sculacciate.

Ecco la situazione è più o meno la stessa, solo che sul sedile del passeggero davanti ci sono io, la vittima.

Abbasso lo sguardo colpevole per pochi secondi, incapace di reggere il suo, per poi rialzarlo velocemente e vedere il cambiamento repentino di umore di Jungkook davanti a Tae, che ha appena finito di leggere la comica.

E’ tornato incredibilmente sorridente, solare come se non ci fosse un domani, mentre scherza e ride con un V totalmente ignaro del demone che ha affianco.

Quindi è tutta una farsa.. Complimenti Jungkook, e pensare che doveva essere Taehyung l’attore del gruppo.

Forse è il caso di scrivere a Jin per dirgli di prepararmi al meglio la tomba.

Quando arriveremo a casa, scoppierà la terza guerra mondiale, me lo sento.




 



Chapter 16

(Seconda parte )


EMILIEPOV

Tutto quello che Namjoon si era premurato di dirmi, una volta uscito di soppiatto dai camerini post-fanmeeting , era di tenere sempre la mascherina alta ed il cappuccio tirato giù, e di seguire un uomo alto che poi mi presentò come il signor Choi.

Non preoccuparti di nulla, ed affidati a lui per arrivare a casa, guiderà uno degli altri due suv che di solito usiamo per spostarci, ma diciamo che è uno dei nostri angeli custodi nella vita di tutti i giorni.. Forza vai ! “ – “ Emilie? Fidati di me ! Devi stare tranquilla ! Okay? “.
 

Poi si era voltato alla velocità della luce per rispondere agli altri che ancora si trovavano dentro, accampando una scusa sul fatto che stesse solamente parlando con una stylist nel corridoio.

Così neanche fossi in missione per salvare il mondo, mi mossi come il migliore degli agenti segreti per i corridoi di quello strano posto, che inspiegabilmente mi condussero in dei sotterranei giganteschi e spaventosamente vuoti, al fianco di quest’uomo gigante, vestito di nero, ma dall’aria bonacciona, che in qualche modo riusciva a trasmettermi un certo senso di tranquillità.

Una volta entrata ,e dopo aver sentito riecheggiare i miei passi in questo luogo quasi angusto, per un secondo si palesò nella mia testa lo scenario perfetto del tentato rapimento di una povera ragazza italiana venticinquenne..

Ma poi la stanchezza fu talmente tanta che smisi di pensare, e tutto ciò che riuscivo a sentire a stento era il sovraccarico di stress accusato per il jetlag e le quaranta ore consecutive in piedi senza dormire.

Il signor Choi mi condusse fino ad uno dei tre giganti suv neri, dove mi trovo tutt’ora, dicendomi di entrare e di aspettare dentro, in silenzio, e di non uscire per nessuna ragione al mondo.

Ed è così che mi ritrovo.. appollaiata e distrutta su un sedile di pelle nero extralusso che non mi appartiene affatto, con il telefono in mano e la mia vecchia sim coreana.
Al tempo decisi di non distruggerla, ma di custodirla in uno degli scomparti del portafoglio come ricordo.

Certo che forse un messaggio alla mamma e papà avrei dovuto mandarlo.. almeno per avvisarli..

Cazzo! Senza pensare all’università e agli esami! Come diavolo farò ? Che scusa mi inventerò?

Sono una donna finita.. finirò a pulire i cessi del mc in Corea.. Ma esiste il Mc in Corea?


Neanche il tempo di lasciarmi bombardare dai pensieri sconclusionati e dalle tremila ansie causate dalle cose lasciate a metà che sento un tonfo rimbombare nell’immensità del garage.
Poi un’altro ed un altro ancora.

E adesso che succede?

Mi sporgo spaventata, con il cuore nuovamente a mille, ma restando sempre ben nascosta, per riuscire a vedere dai finestrini anteriori del suv, ovvero gli unici a non essere totalmente oscurati.

Lo scenario che mi si presenta è dei peggiori, se non IL peggiore.

Fuori c’è Jungkook.

Jungkook, quello stronzo patentato che si era mostrato sfrontatamente sostenuto e disinteressato una mezz’ora prima.

Quel bastardo che dopo una leggera carezza, data forse per la sua indole caritatevole, mi aveva totalmente ignorato mentre ero quasi in lacrime davanti a lui a distanza di un anno.

Quel bambino che non si era risparmiato nemmeno nell’umiliarmi, ridendomi in faccia e rispondendomi con la maturità di una ragazzino di dodici anni ad un’unica frase.
Frase che avevo scelto accuratamente dopo ore di scervellamenti e tribolazioni in aereo.

Ma la cosa ancora più strana, non è tanto il suo atteggiamento al fanmeeting, di cui vuoi o non vuoi ero stata avvertita da Namjoon.. ma quello che sta facendo ora !

Non riesco a non strabuzzare gli occhi.
E al contempo non capisco quale forza suprema mi stia fornendo il Signore lassù per non scendere e fermarlo.

Emilie resta calma, resta seduta, resta calma, resta seduta. Adesso arriva qualcuno, resta calma “

Jungkook è fuori a pochi metri da me, intento a scaraventare una serie di cazzotti su un colonnato di cemento che delimita i parcheggi del seminterrato.
E non si sta fermando.
Di questo passo si formeranno delle ferite profonde sulle sue nocche.

Ma cosa stracazzo stai facendo idiota?
E’ tutto quello a cui riesco a pensare nella mia mente, convinta che possa sentirmi.

Continuare a farlo costantemente anche senza ricevere risposta.. mi dà come l’impressione che in qualche modo riesca a creare un contatto con lui.
Devo essermi rincoglionita totalmente.
Già necessito sicuramente di una bella dormita.

Il solo vederlo massacrarsi così, in preda ad un’attacco d’ira senza precedenti, mi fa venire da piangere. Sento gli occhi stracolmi di lacrime, tali che un solo battito di ciglia farebbe venir giù un’intero oceano.

Nell’arco di poche ore si è mostrato a me con mille sfaccettature diverse, mai viste prima.
Concordo sul fatto che le volte che ci siamo parlati di persona possano essere contate sulle dita di una mano, e che quindi, beh obiettivamente parlando potrebbe anche essere un serial killer di fama mondiale sotto mentite spoglie di idol..

Ma nonostante lui possa essere chiunque..  sento come se non sarà mai un’estraneo per me.
Come se qualsiasi cosa voglia farmi vedere di lui, vera o finta che sia, io sarò sempre in grado di riconoscerlo.
Come se avessi la chiave per leggerlo dentro.

Mi accorgo solo ora di star stringendo le mani al sedile, con la fronte appoggiata al retro dello schienale davanti a me, tentando solamente di concentrarmi sulla mia forza di volontà, per trattenermi nell’ aprire questa odiosa portiera e scendere.

In ordine sicuramente andrebbe così:  lo raggiungerei, gli spaccherei la faccia dopo averlo insultato pesantemente e lo abbraccerei fino alla morte.

Qualcosa non torna però.. da quando sono diventata così debole?

E come se tutto non importasse più nuovamente, e tutta l’adrenalina accumulata in corpo adesso volesse esplodere, non permettendomi di controllarmi neanche lontanamente.
 
Non posso più fare a meno di provarci, sento che è in pericolo.

E’ possibile tutto questo?

Sono a tanto così da scaraventarmi fuori, ma ad un tratto vedo Jungkook bloccarsi improvvisamente, neanche qualcuno lo avesse disattivato.

Si sentono delle voci avvicinarsi dai piani superiori, e lui non fa altro che asciugarsi gli occhi, strofinarsi bene, e abbassarsi il cappuccio sul volto ad una velocità disarmante, per poi prendere il cellulare e far finta di concentrarsi su qualcosa che però non riesco ad intravedere.

Che cosa significa ? Ma cosa stai facendo?

In cuor mio speravo che fosse tutta una facciata la tua, ma non pensavo potessi arrivare a tanto..

Non pensavo riuscissi ad essere così bravo a fingere Jungkook.




 YOONGIPOV

Namjoon, Kook e Tae sono stati i primi ad andarsene con il primo suv, dopo una strana ramanzina dei RM nei confronti degli altri due.
Ha insistito così tanto per portarli a casa il prima possibile perché a detta sua “ devono ripulire il casino infernale che hanno lasciato a casa “

Bizzarro, dato che solitamente le paternali del genere è sempre Jin a sbobinarle.. ma questa volta anche lui si era solamente limitato ad annuire.

Poi ho pensato che fosse tutto nella mia testa, e che l’atteggiamento protettivo di Nam, sia solamente voluto per allentare il carico di responsabilità sulle spalle di Jin, che in quest’ultimo periodo si è dimostrato essere più giù del solito.

Però adesso che ci penso..

Yoongi-hyung ! Cos’ è, hai voluto aspettarmi per andare a casa insieme eeeeh ? Ammettilo che in realtà mi vuoi bene ! “

Ecco ci mancava solo quella trottola di Jimin, speravo fosse andato con Jin e Hobi prima, ma a quanto pare mi toccherà sorbirmelo anche al ritorno.. e pensare che io volevo dormire un altro po’. Io le mie beats e nient’altro.. mai una gioia.

A dire il vero, caro il mio rompipalle, mi sono addormentato mentre le stylist cercavano di districarmi i capelli dalla lacca.. e quindi sono uscito per ultimo “

“ Sì certo, son tutte scuse.. sali prima tu che io voglio stare di qua “.


Annuisco lentamente, e faccio per aprire la portiera quando il signor Choi, solitamente silenzioso bisbiglia un  “ cercate di essere silenziosi “.

E questo cosa vuol dire ora ?


Gli strani avvenimenti della giornata, sembrano proprio non voler finire, ma la mia capacità di ragionarci su a quest’ora è bella che finita, insieme alla scarsa dose di pazienza giornaliera.
Apro la portiera con un Jimin sobbalzante al fianco, che ancora non mi spiego come faccia ad avere tutta questa carica energetica dopo una giornata simile..

La visuale che ci si para davanti,  il tempo sovraumano che ci mettiamo per realizzare il tutto, ed ecco quello che più temevo.

Non Emilie mezza attorcigliata dalla paura nel sedile posteriore del suv, non la sua stanchezza palpabile a chilometri di distanza, segnata da pesanti occhiaie ora ben visibili anche sotto la mascherina.. ma le urla di un Jiminie totalmente fuori controllo, intente a disintegrarmi il condotto uditivo.

 “ EMILIE NON CI CREDO ! IO LO SAPEVO CHE ERI TU ! CI AVREI SCOMMESSO TUTTO! “

“ Cosa avevo detto jimin? SILENZIOSI ! “.
Lo rimprovera nell’immediato il signor Choi.

Prima e ultima volta in cui posso dire di averlo sentito urlare.







JUNGKOOKPOV


Sono scampato per miracolo alle torture psicologiche di Tae, e alla serie di discorsi che aveva provato ad intraprendere in macchina per farmi arrivare a parlare di Emilie.

Che tutti lo sapessero? Che si fossero messi tutti d’accordo per farmi un torto simile?

Dare risposte vaghe e non riconducibili a quello che gli altri si aspettano di sentirsi dire è la strategia migliore in questi casi.. è quello che facciamo quotidianamente nelle miliardi di interviste in giro per il mondo quando i giornalisti tentano di impicciarsi nelle nostre vite private.

E Taehyung è a conoscenza di quanto io sia bravo in questo.. come io so che lui non insisterebbe mai più di tanto nel chiedermi qualcosa quando vede che non sono disposto a parlarne, a meno che non si tratti di qualcosa di realmente urgente.

Tae ha sempre rispettato i miei tempi, per quanto sia il mio confessore per eccellenza, ed è così che abbiamo costruito il rapporto che abbiamo oggi, forse il più raro e speciale che io abbia mai avuto tra tutte le mie amicizie.

JUNGKOOK ! Adesso basta ! Sono mesi che svii i discorsi, e sono mesi che cerchi di ignorare il problema! Per quanto altro tempo ancora continuerai a far finta che vada tutto bene per non darci preoccupazioni ? Anche di fronte a quello che hai visto oggi hai intenzione di continuare ? “

Detto fatto.
Mi ritrovo qui nel soggiorno della nostra nuova casa, obbligato da un’insolito Namjoon a dare una ripulita, e bombardato dalle domande di Tae che a quanto pare non ha alcuna intenzione di fermarsi.

E’ sempre stato al corrente di tutto probabilmente.

Stupido io che ho sottovalutato la sua intelligenza e la sua capacità di leggermi come fossi un libro aperto.

Continuo deciso nel mio silenzio ad ignorare il suo sguardo persistente ed avido di risposte, mentre un Namjoon a dir poco terrorizzato, pronto ad aspettarsi il peggio dopo la fulminata che gli ho riservato al ritorno, poggia la schiena al muro della cucina, a braccia incrociate e testa bassa.

Tutto quello che riesco a fare è far dondolare davanti a me uno strano ciondolo argenteo dal cordoncino blu.
Sospeso a mezz’aria, a destra e sinistra, mentre mi appoggio con nonchalance al tavolo in marmo della cucina.

Si tratta di un pensiero da parte di una fan di oggi. Una bambina che avrà avuto si e no dieci anni, di una tenerezza indescrivibile, e quanto chiaccherava !

Ma in generale si può dire che siamo stati davvero inondati di regali in questi ultimi tempi,  per via del fatto che dal prossimo mese, non sarà più possibile recapitarcene, per ordini superiori dell’agenzia e bla bla bla..

In più, a quanto pare, deve essersi diffusa la voce di quel mio vecchio sogno di riconoscere la donna della mia vita da uno scampanellio all’orecchio.

E’ il quarto ciondolo armonico che mi hanno regalato oggi. Deve essere per forza così.


Ma questo campanello è diverso, suona esattamente come me lo ero sempre immaginato, ed è sputato uguale a quello di Emilie.

Ancora me lo ricordo come se fosse ieri quel dannato ciondolo.
Ci ho messo del tempo per capire che non fosse solamente un suono immaginario, ma che provenisse da quella sua stramaledetta collana.

Allora vuoi rispondermi o intendi autoipnotizzarti con quel coso per addormentarti qui davanti come un narcolettico e sviare nuovamente le mie domande ? Eh? “

E’ incredibile come la mente di Tae riesca ad immaginarsi scenari di questo tipo anche in situazioni del genere.

Ed è altrettanto strabiliante come io riesca con così tanto autocontrollo a non perdere le staffe, senza rivelare minimamente ciò che ho provato oggi e ciò che tutt’ora mi sta in realtà arrovellando il cervello.

Mentirei se ti dicessi che non mi sono stupito nel ritrovarmela davanti. Ma è finita lì Taehyung.”

Rispondo riappropriandomi del ciondolo.
Son ben conscio di quanto Tae possa diventare assillante se non riceve quantomeno un accenno alla risposta che vuole sentirsi dire.


Non ho idea del perché sia tornata, né di come sia riuscita a partecipare al fanmeeting “- Continuo lanciando un’occhiata di disappunto a Namjoon, che nel frattempo ha cominciato a grattarsi nervosamente la nuca, senza riuscire a sorreggere il mio sguardo “ Ma in ogni caso non è più affar mio. Voglio concentrarmi sulla nostra carriera. Lei è un capitolo chiuso “.

Il silenzio piombato improvvisamente in cucina, viene interrotto solamente dalla risata burbera di Tae, che passandosi una mano tra i capelli, sembra volermi sfidare nuovamente, rivolgendosi a me mentre si massaggia il mento.

Quindi non obietteresti se.. “
Accenna.

Se cosa?

Improvvisamente si sente il “ din don “ del codice di sicurezza, dato da qualcuno che ha sbloccato la porta di ingresso.

Un gran chiacchiericcio e fermento divampano in casa, insieme alle figure di tutti gli altri.

Jin somiglia quasi ad un’altra persona, impegnato a ridere e a scherzare con Hobi e Suga, mentre  quella testa rosa di Jimin prova atener sotto braccio una ragazza ben più alta di lui.

Non appena la sconosciuta alza il volto, schernendo lo hyung e cercando di allontanarlo con educazione, scorgo un piccolo paio di fossette familiari.. un profumo dolce di pesca e fiori esotici inonda la stanza, e quel paio di occhi che fino a poco prima si nascondevano sotto la sciarpa troppo alta, ora incrociano i miei.

Ci metto poco a realizzare di chi si tratta.
Lo sguardo di Emilie infatti non potrebbe essere confuso con quello di nessun’altro, neanche in mezzo alla folla immane dei nostri concerti.

Il mio corpo in risposta non sembra più capace di flettere alcun muscolo.
E sento come se mi si stesse formando un groppo in gola enorme, e il fiato si accorciasse sempre di più.

No Jungkook. Sai benissimo che puoi resistere. Controllati cazzo !

Si è avvicinata a me in silenzio, raggiunta prontamente da Nam che l’ha voluta prendere sotto braccio, probabilmente per farla sentire a suo agio,
 o per darle forza?

Jungkook “
Il mio nome esce gentilmente dalle sue labbra, come se si volesse scusare con me.

Mentre il mio sguardo di rimando è totalmente impassibile, in fondo perché dovrei esser comprensivo nei confronti di una ragazza del genere ?

Cosa ci fai qui? “
Le domando freddo, infilzando lo sguardo nel suo, intento a farle capire con determinazione  quanto non sia la benvenuta qui, in casa mia.

Emilie si agita visibilmente per la prima volta davanti a me.
La distanza tra i nostri corpi è minima, ed ho il terrore di poter cedere se decidesse di avanzare ancora di poco.
Non esiste che riesca a smussarmi di nuovo, non posso tradirmi in alcun modo.

Continua ad arrovellarsi i capelli tra le mani e a disperdere lo sguardo intorno alla stanza, come se fosse totalmente incapace di dire A.

Beh? La fantomatica guerriera italiana sempre pronta a rispondere a tono, adesso sembra essere in difficoltà per così poco?

“ Ho incontrato Emilie a Roma Jungkook, ed il caso ha voluto che prendesse l’aereo di ritorno con me e la mia famiglia, per visionare delle faccende in sospeso qui in Corea. Non è vero Em? “

E’ Nam a prendere le veci di Emilie, rispondendo prontamente al posto suo.

Capisco. Buona permanenza allora “
Faccio per dirle schietto, sfuggendo ed allontanandomi alla velocità della luce dagli sgabelli della cucina.

Sento lo sguardo addosso degli altri hyungs, che momentaneamente sono sparsi per il soggiorno, mentre fanno finta di parlare di altro e di sistemare cianfrusaglie varie sparse per la casa.

Non faccio in tempo a metter piede sul primo scalino che conduce al piano superiore, che il mio sguardo cade su un valigione dalle mille sfumature rosa appostato proprio lì, sul ciglio dell’ingresso.


Un colore tanto improbabile può essere scelto solo ed esclusivamente da Jin hyung.
Hai comprato la valigia nuova per le Hawaii ? “
Chiedo al più grande senza voltarmi.

Non sento nessuna risposta in compenso, così decido di voltarmi scocciato e vedo Jin super indaffarato sul bancone della cucina.
Cerco di aguzzare lo sguardo, e vedo con quanto entusiasmo, affiancato da Tae, Jimin e tutti gli altri, compresa quella spina nel fianco di Emilie, sia impegnato a tirar fuori una serie illimitata di ingredienti dalla gran busta della spesa che si portava appresso.

Ma che diavolo?

Oltre a sentirmi totalmente ignorato da quel gran baccano, è come se mi sentissi .. estraneo in casa mia.

Tutti sono lì, con lei, mentre le sfornano una miriade di domande diverse dietro l’altra, ridendo e scherzando come se non ci fosse un domani.

Ma esattamente per quanto deve cuocere ? Dici quindici minuti? “
Chiede Jin.

“ Cosa cambia tra al dente e non ?”
Si intromette curioso Suga.

“ Ma davvero anche la mozzarella? Oddio sto impazzendo! Ma che figata ! “
Urlano in coro Tae e Chim.

“ Come hai detto che si chiamano? Orecchiette ? “
Insiste Hobi.


Ci metto poco a capire che tutte le loro attenzioni sono rivolte ad Emilie, che impanicata dalle tremila domande, cerca di rispondere a tutti, lasciandosi poi andare ad una risata cristallina, dopo aver capito che Jimin e Taehyung come al solito non ci capiscono una beneamata sega di cucina italiana.

Perché di questo si parlava, ci sono arrivato perfino io, idioti.

Ma aspetta un attimo.. cucina italiana? Una valigia rosa con appiccicati sopra tremila adesivi con i nomi delle capitali europee?


E’ impossibile che si tratti di un nuovo acquisto di Jin.

Cosa diavolo sta succedendo?!?! “
Urlo quasi senza rendermene conto.

Sento all’improvviso gli occhi di tutti piantati addosso, seguiti da un silenzio tombale, che viene spezzato solo da quel criceto di Chim intento a sgranocchiare patatine provenienti da chissà quale parte d’Italia.

Vedo Jin avvicinarsi lentamente a me, mentre con la mano si appresta a darmi una pacca sulla spalla.

Il sorriso che ha stampato in faccia è inverosimile ! Quasi fastidioso. Ma che cazzo ha da ridere così tanto?

“ Vedi Kook, Emilie ha bisogno di un posto dove stare finchè non trova una sistemazione fissa. Ed eravamo tutti concordi nel farla restare qui quando Nam ce l’ha detto. “


COSA DIAVOLO STA DICENDO QUESTO PAZZOIDE?

“ Non te l’abbiamo detto per il semplice motivo che ci sei sembrato più sotto stress del solito ultimamente “
Conclude con sfrontatezza lo hyung.

“ Ma sarà solo per poco ! Non penso ci siano problemi per te no? “.
Si accoda Namjoon.

No ma và! Aveva detto che per lui è faccenda chiusa, quindi non ci saranno problemi, giusto Kook?
Proferisce Tae dall’altra parte della cucina, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, impegnato a lavare verdure dalla forma strana.

Stasera si mangia italiano ! Quindi fatti una doccia e poi vieni ad aiutarci ! “
Continua urlicchiando tra una faccenda ed un’altra, seguito da Jimin come complice.

Vi assicuro che esiste solamente una cosa più fastidiosa di un Chim Chim euforico, ed è un Taehyung vendicativo.

Come cazzo hanno pensato di portarla sotto il mio tetto?
Ma hanno merda al posto del cervello?
E questi sarebbero amici? MA PORCA PUTTANA !


Mi limito semplicemente a non rispondere quando Nam e Jin raggiungono velocemente gli altri e si danno da fare prendendo un pentolone enorme di acqua.

Senza nemmeno rendermene conto, sento il sangue cominciare a ribollirmi nelle vene.

Mi allontano dalle scale e tiro dritto fino ad Emilie, impegnata a far non so cosa con due uova e della pancetta.

Mi avvicino silenzioso dietro di lei, prendendola di sorpresa a detta del piccolo scatto delle sue spalle, e decido di sussurrarle all’orecchio le prime cose che mi passano per la testa.

Hai deciso di giocare con il fuoco Emilie? “
Penso di non aver mai usato una voce così suadente in vita mia, ma a mali estremi, estremi rimedi.

“ Sai il mondo non gira intorno a quello di cui tu hai bisogno “– “ Ma non preoccuparti, cercherò di trattarti bene durante il tuo soggiorno qui, quasi come se non fosse successo nulla. Sarò così ospitale da costringerti a prendere il primo volo per l’Italia. “

In tutta risposta, ricevo solamente un singhiozzo.




SPAZIO AUTRICE

Salve a tutti cari lettori e lettrici <3

Penso di aver aggiornato dopo un secolo e mezzo ahahaah
In ogni caso mi scuso tantissimo con voi, che avete atteso così tanto il sequel di questa storia.. come ho detto tante volte in passato, beh sicuramente la concluderò in un modo o nell'altro.
Ma non riesco a definire un'aggiornamento costante purtroppo, sono una laureanda in farmacia, e tra lavoro e tesi, mi stupisco di come sia riuscita a scrivere 17 pagine word ahahahaha

In ogni caso nulla, vi ringrazio se continuate a leggermi <3 Come ho scritto anche su wattapad, quando riesco lo faccio principalmente per voi che mi date la spinta giusta ed il supporto per farlo <3

Un bacione a tutti/e

Frances 

   
 
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