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Autore: Yurha    08/01/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Non appena lesse il bigliettino trovato appuntato in mezzo a quelle rose rosse e bianche, Connie ripensò al giorno in cui incontrò Graham Michael Magnusson.
Una domenica pomeriggio, insieme alla sorella minore Maria, decisero di andare a fare un pò di shopping per poi fare un salto alla grande pista di pattinaggio al Rockfeller Center.
Era una classica giornata nuvolosa d’inizio dicembre.
Ovunque vi erano addobbi, festoni, luci, musica a tema natalizio tra cui le voci di Mariah Carey, Michael Bublè e Franck Sinatra che cantava alcune tracce del suo album ‘Christmas Songs’ del 1948.
Tutti i presenti sulla pista pattinavano disinvolti o quasi mentre Connie era rigida, terrorizzata all’idea di cadere e fare una figuraccia davanti a tutti, tanto da aggrapparsi e affidarsi totalmente alla sua sorellina.
«Dài Connie, sii più sciolta! Ecco guarda: sinistro, destro, sinistro, destro.. È facile!» disse Maria come se la stesse prendendo in giro, divertendosi effettivamente molto a vederla in difficoltà e col terrore negli occhi.
«Per TE è facile, dato che sei stata campionessa nazionale mentre io non ho quasi mai messo dei pattini in tutta la mia vita!» rispose stringendo di più il braccio della sorella.
Maria la guardò in modo strano ma sempre divertita.
Connie sospirò, facendo comparire una nuvoletta di condensa. «E va bene, ci provo.. Aspetta un.. secondo..» disse con poca convinzione, infatti, non appena provò a fare un passo da sola, il suo pattino sinistro s’incastrò in un’imperfezione del ghiaccio, facendola cadere rovinosamente sul sedere.
Tutti gli altri le passarono accanto senza farci caso mentre la sorella rideva a crepa pelle.
«Grande performance sorellona, davvero!» disse tra le risate.
Imbarazzata e ferita nell’orgoglio, provò a rialzarsi ma una voce maschile profonda e molto gentile, la fermò.
«Aspetta, lascia che ti aiuti.» disse l’uomo porgendole la mano non guantata, mentre Maria lo guardava sbalordita dalla sua bellezza e prestanza.
Come Connie alzò lo sguardo, restò a bocca aperta, esattamente come la sorella.
Un uomo approssimativamente della sua età, alto con degli stupendi occhi verde smeraldo, dai capelli di media lunghezza biondo chiaro e con anche una barba corta, molto curata e perfettamente definita, le stava sorridendo gentilmente.
Non appena si riprese da quella bellissima visione, prese la sua mano e, puntando i pattini contro quelli dell’uomo, riuscì ad alzarsi.
«Grazie.» disse lei, sentendosi imbarazzatissima. «Credo proprio di non essere portata per il pattinaggio..»
«Assolutamente.. Pensa solo che chiunque potrebbe cadere.» rispose l’uomo in tono sempre gentile, con un gran sorriso. «.. Anche i migliori.» continuò guardandola profondamente negli occhi.
Quando Connie ricambiò il sorriso, lo fece soprattutto per cercare di placare la sensazione piacevolmente strana che le dava quel bellissimo ed altissimo uomo dalle sembianze scandinave e per il momento, senza nome.
Sensazione strana, si, ma non fulminante come succede solitamente quando ci si innamora al primo sguardo.
«Di nuovo grazie.. Anche per il commento..» disse lei, distogliendo i suoi occhi dall’uomo.
«Di nulla. Sono felice di poter essere utile.»
Mentre Maria si liberò dell’impacciatissima sorella per poter finalmente pattinare da sola, Connie e l’uomo che disse chi chiamarsi Graham Michael Magnusson si presentarono come di convenzione e riuscì anche a convincerla a farsi offrire una bella cioccolata calda al bar a bordo pista.
Nei giorni dopo, seguirono pranzi e cene insieme poi decisero di continuare a vedersi per frequentarsi un pò più seriamente e conoscersi meglio, realizzando che si trovavano davvero bene l’uno in compagnia dell’altra.
Quell’incontro le fece credere che, almeno per una volta, la così tanto decantata Magia del Natale fosse divenuta realtà.

Il ristorante Lensington era situato in uno dei quartieri più eleganti dell’intera città.
L’interno era semplice ma molto elegante e sicuramente anche molto, molto, molto costoso.
«Mio Dio Graham.. quest’anatra all’arancia è a dir poco divina!»
«Te l’avevo detto. È la migliore della città.» rispose con un gran sorriso, prendendo poi un sorso di vino rosso. «Volevo farti assaggiare qualcosa di veramente buono. Piatto divino per la mia donna a dir poco divina.» disse prendendole la mano e baciandole il dorso.
Lei si sentì molto lusingata a tutte quelle attenzioni.
«E poi ti serviva una serata rilassante dopo la giornata che ti sei appena lasciata alle spalle, no?»
«Come fai a sapere della mia giornata?» chiese guardandolo confusa.
«Anche se non è molto tempo che stiamo insieme, come potrei non notare certi tuoi cambiamenti d’umore ed espressioni? Se fossi il tipo di uomo che certamente non sono, direi che hai passato una stupenda giornata rilassante in un centro benessere a cinque stelle, completamente gratis.. Ti aiuterebbe se ne parlassimo un pò?»
Connie aprì la bocca per rispondere ma si fermò, perchè la risposta che stava per dargli era intenzionata a minimizzare, realizzando anche che cominciava a comportarsi esattamente come si comportava Mike nelle stesse situazioni.
A questo pensiero, le scappò un lieve sorriso.
Guardò in basso pensando che in fondo era bello avere qualcuno con cui poter condividere i propri timori e le proprie emozioni.
Annuì. «D’accordo.» rispose in fine.
Parlarono del caso che li stava facendo letteralmente impazzire e girare a vuoto, quello dello Strangolatore, senza però rivelare i dettagli.
«.. In conclusione, mi sono sentita un pochino offesa quando Mike ha rivelato di essere stato sulla scena dell’ultimo omicidio, tirando in ballo la scusa che ero scappata via dall’ufficio prima del solito. Santo Cielo, sono la sua Assistente, avrebbe dovuto chiamarmi o lasciarmi un messaggio, non credi?»
A quel punto Graham non ebbe bisogno di sapere altro.
Appoggiò una mano sopra quella di lei e cominciò ad accarezzarla. «Hai perfettamente ragione tesoro, ma se devo essere sincero, sono felice che questo Mike non abbia chiamato, così abbiamo potuto passare una splendida serata insieme e senza alcun tipo d’interferenza.» rispose facendole l’occhiolino per poi sorriderle.
Lei lo guardò con sguardo molto eloquente, mentre ripensava alla serata passata insieme a Graham Michael Magnusson.

  
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