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Autore: Yurha    09/01/2019    2 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

Quella dopo, fu l’ennesima giornata snervante sia per Mike che per Connie.
Rimasero bloccati in tribunale per la conclusione di un altro loro dibattimento nella quale la giuria pensò bene di complicare le cose creando una situazione di stallo, quindi l’avvocato Adler, della difesa, avanzò la richiesta d’annullamento, ottenendo il favore della Corte senza troppo sforzo, nonostante le continue e strenue obiezioni della Procura.
Dopo l’ennesima e bruciante sconfitta in un caso che, secondo Connie era praticamente ‘un goal a porta vuota’, decisero di fare un salto al 27° Distretto, sperando che almeno i Detective Lupo e Bernard avessero delle buone notizie o almeno delle nuove informazioni.
Seduta a lato passeggero, Connie continuava guardare Mike, cercando di capire se si stesse torturando psicologicamente ripensando all’intero processo, chiedendosi dove avesse sbagliato o se fosse solo concentrato alla guida.
«Dimmi la verità, ti piace farti del male in questo modo, vero?» chiese in tono scherzoso per cercare di allentare la tensione.
«Perchè, dici che oggi potrebbe anche andare peggio di così?»
Connie fece spallucce. «Bhè..»
«Connie, è già frustrante perdere questo genere di processi ma lo diventa ancora di più quando in aggiunta ci si ritrova bloccati nel traffico pre-festivo.. E tutto nella stessa giornata.. Credimi, non potrebbe andare peggio di così.» rispose ricambiando lo sguardo ma subito la vide scoppiare a ridere, quindi alla fine si ritrovò anche lui a ridere con lei.
Era difficile restare impassibile quando Connie aveva quell’espressione divertita sul volto..
Poi sospirò tornando serio. «Comunque, il Natale come ogni altra festività, è davvero solo un gran mal di testa per quelli come me..» aggiunse.
«Per 'quelli come me' intendi Procuratori musoni?» chiese sempre scherzosa, prendendosi un'occhiata divertita dal suo capo.

Il traffico di Manhattan era totalmente bloccato, a tratti poteva anche sembrare scorrevole ma poi tornava subito ad essere solo un gran caos di clacson e urla.
A Connie, Mike, parve molto teso, stressato e stanco più del solito, quindi continuò nell'intento di fargli dimenticare la loro terribile giornata. «Sai, sono sorpresa.»
Mike aggrottò le sopracciglia. «Di cosa, scusa?» chiese perplesso.
«Che non hai aggiunto anche la frase: ‘Il Natale, bhà! Non è altro che una stupida festività creata per non lavorare.’» rispose lei cercando di imitare il signor Scrooge.
Mike fece mezzo sorriso divertito, capendo. «Se devo essere sincero, l’ho pensato.»
Lei scoppiò a ridere. «Allora sei veramente Scrooge! Bene, il lato positivo è che se lo sei davvero, alla fine lo amerai. Sai mi sono immaginata spesso un piccolo Mike che, lì, davanti la finestra della sua cameretta aspetta per tutta la notte l’arrivo di Santa Claus.» disse facendo quasi un gesto ampio, con tono e sguardo solenne.
«Proprio no, ti prego..» disse facendo una smorfia quasi disgustata.
«Perchè no? È una bella immagine quella di un bimbo che resta sveglio per tutta la notte aspettando di scorgere anche di sfuggita l’uomo che, viaggiando di casa in casa per una notte intera, dona le cose che più desidera, no?»
«Ah guarda..» cominciò. «Ricordo che quando ero piccolo, in tutte le Vigilie di Natale, prima di mettermi sotto le coperte sbarravo il balcone e la porta di camera mia, mettendoci davanti qualsiasi cosa fosse più pesante di me. Solo ora, dopo quarant’anni, ho capito finalmente il motivo per cui durante tutto questo periodo dell’anno mia madre diceva sempre che non sono per niente CLAUS-trofobico..» disse con assoluta normalità, cercando di restare serio e impassibile a quella battuta che lanciò come se nulla fosse.
Connie sul momento non capì la freddura ma dopo pochi secondi di silenzio, iniziò a ridere come una matta e più ci pensava, più rideva e anche Mike si fece trascinare, nel vedere quel lato così spensierato di lei, realizzando anche che gli piaceva fare delle battutine di tanto in tanto ma gli piaceva soprattutto quella sensazione di rilassatezza che non pensava di riuscire a provare in mezzo all’intenso traffico cittadino, dopo aver perso un processo e con la neve che non smetteva un secondo di cadere, mandando in tilt l’intera città di New York, ancora più del solito.

«Ragazzi, diteci che avete qualche novità.» disse Mike, il momento esatto in cui vide i due Detective seduti alle loro scrivanie.
«Oh, buona sera anche a lei, Procuratore..» rispose il Detective Bernard sarcasticamente. «Spero che si sia dimenticato di salutare perchè siete in ritardo con la lista dei regali e dovete scappare a comprarli prima che tutti chiudano..» scherzò ancora, firmando un rapporto.
«Certamente Detective ma prima, vorremmo sapere se ci sono qualche novità interessanti sullo Strangolatore.» disse Mike, sperando in una risposta veloce e senza troppi giri di parole per poter poi scappare a casa, farsi una doccia e andare a letto.
Connie guardò Lupo come per scusarsi della scortesia provocata soprattutto dalla pessima giornata appena passata. «Non fateci caso, ragazzi. Abbiamo avuto una giornata che l’aggettivo ‘infernale’ non rende minimamente l’idea..» disse lei cercando di spiegare. «E poi, il signor ‘Natale da mal di testa’, qui, vorrebbe poter staccare il prima possibile.» aggiunse indicando il suo capo, facendo sorridere i due stressatissimi Detective della squadra Omicidi.
«Connie, abbiamo un serial killer per la città, c’è ben poco da rilassarsi, soprattutto perchè non abbiamo uno straccio di indiziato e non abbiamo idea del motivo per cui faccia ciò che fà.» disse Mike ormai esasperato da ogni cosa.
«Si rilassi, Mike!» disse Lupo stiracchiandosi un pò. «Stiamo facendo il possibile. Anche l’ultima vittima è stata identificata e con questa, tutte le donne hanno un’identità.»
«Ma abbiamo bisogno di un sospetto, una faccia e un nome, così io e Connie potremo fare il nostro lavoro e sbatterlo in galera per il resto dei suoi giorni.»
Lupo prese e porse loro un foglio. «Ecco, come potete vedere, abbiamo spulciato i tabulati telefonici di ogni vittima, così come le spese con carta di credito. Speravamo che le donne avessero comprato le scarpe da tennis almeno nello stesso negozio..» disse il Detective, facendo poi una pausa.
«E..?» chiese Mike, aspettandosi l’altra parte della frase.
«Mi spiace, neanche quello avevano in comune..» concluse poi Bernard. «Infatti non abbiamo trovato nessun pagamento che faccia riferimento a delle scarpe da tennis o oggetti collegati a questo settore e non sembra nemmeno che ci siano stati dei pagamenti negli ultimi quattro o cinque mesi.. Ecco, questo particolare è l’unica cosa che le accomuna.»
Connie alzò le sopracciglia. «Nessun pagamento? Questo è strano.»
«Già.» rispose sempre Bernard. «E questo rende il nostro lavoro molto più difficile. Abbiamo mostrato le foto delle vittime a tutti i dipendenti e titolari di negozi sportivi e nessuno ha riconosciuto le vittime.»
«Avete controllato proprio in tutti i negozi della città?» chiese Mike, mettendosi le mani nelle tasche del soprabito.
Lupo sospirò quasi scocciato. «Senta, Mike, sappiamo benissimo che state cercando di trovare una connessione qualsiasi ma detto sinceramente, quanto crede che possiamo girare in una sola giornata a spese del Dipartimento? Ci sono migliaia di negozi di articoli sportivi, per non parlare di negozi di calzature! Non abbiamo abbastanza risorse per una ricerca a tappeto. Alle volte bisogna solo rassegnarsi ed affidarsi ai colpi di fortuna.»
«Detective, non stiamo cercando di dirvi come fare il vostro lavoro.» rispose Mike, cercando di non farlo irritare più del dovuto. «Ma se non lo fermeremo al più presto ci andranno di mezzo la reputazione della polizia, della Procura e soprattutto nessuno sarà veramente al sicuro. Non possiamo rischiare di avere a piede libero un altro Albert DeSalvo*, chiaro?»
«Pensa che ci divertiamo a girare per tutta la città come trottole, pregando che quel pazzo, nel frattempo, non tocchi nessun’altra donna?» disse Lupo, alterato da tutta la situazione, compresa la sola presenza del Procuratore Cutter ma poi il suo cellulare suonò giusto in tempo per placare i due uomini.
«Lupo.» rispose scocciato, sospirando. «Okay, saremo lì tra poco.» disse ancora, concludendo la chiamata. «Bernard, c’è stata una rapina in un negozio di liquori di China Town.» continuò rivolgendosi al suo collega. «Se la sono svignata con cinquecento dollari ed un morto sulla coscienza.»
Il Detective Kevin Bernard sospirò. «Non si usa più rapinare e scappare in questa città?» rispose alzandosi ed infilandosi il pesante cappotto.
Connie li guardò sorpresa. «Ragazzi, siamo nel bel mezzo di tutto questo e voi vi dileguate in questo modo? Non potete mandare qualcun altro?»
«Connie, se non l’hai notato, siamo solo otto Detective e qualche centinaio tra agenti e volontari e questo solo nel nostro Distretto. In genere, durante le festività importanti, i poliziotti con famiglia prendono le ferie e a noi tocca fare i doppi turni.» rispose Bernard, poi guardò Mike. «Ma non preoccupatevi, tutte le informazione di cui avete bisogno per darvi pace, le trovate nella sala interrogatori due.» concluse indicando la zona.
Mike e Connie guardarono in quella direzione poi i Detective, prima di andarsene, li accompagnarono fino alla porta.
«E tu che eri assolutamente convinto che si girassero i pollici..» disse Connie sussurrando quasi all’orecchio di Mike, mentre Lupo apriva loro la porta.
La stanza era completamente tappezzata e invasa di fascicoli di ogni genere e dimensione, fotografie di ogni vittima e scena del crimine, viste da ogni angolazione possibile ed in un angolo vi era una lavagna bianca magnetica con appunti scritti fino al limite del visibile per quanto fosse piena, sia sul fronte che sul retro.
Come disse il Detective Bernard, tutte le informazioni di cui avessero bisogno per darsi pace erano esattamente davanti ai loro occhi increduli, poi Connie notò un particolare.
Un ragazzo molto giovane in uniforme compariva in tutte le foto, notò soprattutto la sua altezza, esattamente come quella di un giocatore di basket. «Tanto per curiosità, chi sarebbe quest’elfo fuori misura in uniforme che compare in tutte le foto?» chiese lei, indicandolo e guardando i Detective.
Lupo e Bernard risero. «Elfo fuori misura?» chiese Bernard avvicinandosi per dare un’occhiata. «Oh, lui è un agente appena diplomato. Di solito porta i caffè e va in giro a delimitare il perimetro con il nastro giallo ma noi, dato che siamo dei bravi bimbi, abbiano negoziato con la Tenente per farlo assegnare per un pò a noi. Un piccolo regalo di Natale, dato che si è classificato primo in graduatoria. In fondo tutti meritano una pausa dalla solita routine, no?» continuò allegro.
«Tranne noi.. E con ‘noi’  intendo tutti i presenti, ovvio.» puntualizzò Lupo, spostando dal tavolo qualche pila di fascicoli per fare un pò di spazio ai Procuratori.
«Siate gentili col nostro bimbo e se toccate qualcosa, rimettetela esattamente nello stesso posto, una volta finito!» esclamò Bernard, mentre si avviarono verso l’uscita del Distretto.
Mike guardò Connie. «Bene, direi che possiamo cominciare a speculare con i pochi fatti concreti e le teorie segnate su questa lavagna.»
«Sono d’accordo.» rispose Connie risoluta, tirandosi via il cappotto e la sciarpa e lo stesso fece il suo capo.
«Bene, allora: abbiamo la teoria secondo cui tutte le vittime indossavano la stessa marca di scarpe.» disse Mike, cambiando lato della lavagna e indicando le foto appuntate. «Però qui possiamo notare che sono tutte diverse: Adidas, Puma, Sketchers, Nike.. Tutti brand abbastanza famosi e che posseggono tutti in città, per non dire al mondo.»
Connie guardò bene le fotografie. «Sono anche colori diversi, senza contare che alcune hanno i cuscinetti d’aria nelle suole, altre invece no, altre ancora sono di tela o impermeabili. A parte il fatto che sono scarpe da tennis, non vedo alcuna connessione.» disse, tornando a guardarlo.
«No, hanno in comune anche il fatto che sono dei modelli vecchi di uno o al massimo di due anni.» affermò una voce proveniente dalla porta d’ingresso alla sala.
Entrambi si girarono e videro il giovane ed altissimo agente che faceva d’aiutante a Lupo e Bernard. «Piacere Procuratori, sono James Stanton. Per qualsiasi cosa potete chiedere a me, anche per la più frivola. Sarò felicissimo di esservi utile.» disse ancora, molto gentilmente e sorridendo amichevolmente.
«Piacere James e grazie, sei molto gentile.» rispose Connie, stringendogli la mano. «Comunque, come fai a dire che sono vecchie? Sembrano poco usate, quasi nuove.» continuò guardando di nuovo le foto.
«Credetemi.» disse il giovane agente. «Sono vecchie.»
«Sono stato sull'ultima scena del crimine.» iniziò Mike indicandone la foto. «Ed anche il Dottor Beck, il tecnico della scientifica, ha affermato che la suola era nuova, a parte qualche graffio recente.»
«Sembrano nuove ma lo stile e i disegni sono esattamente quelli dei modelli in uso l’anno scorso e due anni fa. Sono state messe fuori produzione da poco più di nove mesi. Probabilmente sono state comprate a delle svendite o negozi in cui sono presenti molte giacenze.» spiegò James, buttando sul piatto un’altra teoria, molto più plausibile e concreta delle altre.
Connie e Mike lo guardarono stupiti, impressionati che un ragazzo appena diplomato all’accademia fosse già così arguto.
L’agente Stanton sorrise imbarazzato. «Sapete.. Ho cinque sorelle e tutte hanno studiato moda e design..»
«Ottimo! Possiamo ripartire da questa teoria, no?» disse Connie guardando Mike e, nel frattempo, dando un buffetto sulla spalla al giovane agente Stanton.


*Albert DeSalvo: Conosciuto anche come 'Lo Strangolatore di Boston', che operò dal 1962 al 1964, uccidendo 13 donne.

  
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