Jeff si fermò sulla soglia.
La missione Waffel era andata meglio del previsto: non avevano dovuto
mandare a
dormire nessuno, e non erano inseguiti dalla polizia. L'idea di
fingersi
cosplayer era stata geniale, avevano anche posato per delle fotografie.
Avrebbe
dovuto ringraziare Eve per il consiglio.
Si voltò verso Toby:- Sai una
cosa, Toby? Mi stai simpatico. Non è una cosa che capita
spesso. Quindi, ho
deciso che se dovessi batterti, e ti batterò, non
ti manderò a dormire.
L'altro non rispose,
limitandosi a sollevare l'accetta. Jeff ebbe a malapena il tempo di
schivare il
colpo, poi aprì la porta e si infilò in casa,
seguito a ruota dal castano. Il
calore lo stordì, ma non gli impedì di parare il
colpo successivo, bloccando il
manico dell'accetta con il dorso del coltello. Toby non era
più il ragazzo
svampito di qualche ora prima, era diventato una macchina per uccidere.
Jeff lo attaccò a testa bassa
mirando al petto, per poi scartare all'ultimo momento, cercando di
colpire il
fianco, ma il ragazzo intercettò il colpo. Per qualche
minuto i due
continuarono a girarsi intorno, parando l'uno gli assalti dell'altro.
Jeff
faticava a tollerare il caldo. Fissò Toby, sperando di
vederlo accasciarsi a
terra, ma il castano pareva in piena forma.
All'improvviso il Proxy
sferrò un calcio alla gamba di Jeff, che perse l'equilibrio
e cadde sulla
schiena. Il killer sentì il coltello sfuggirgli di mano.
Prima di poterlo
raggiungere, Toby gli assestò un calcio all'addome,
bloccandolo. Jeff lo vide
sollevare l'accetta, lentamente. Sospirò. Gli sarebbe
piaciuto poter chiudere
gli occhi, poter dormire, ma gli era impossibile.
Sentì una fitta alla
spalla destra, poi più nulla.
Evelyn non osava muoversi.
Dal piano terra non proveniva più alcun rumore, e non sapeva
se rallegrarsene o
preoccuparsi. Sentì il rumore dei passi sulle scale, poi dei
colpi sulle porte.
Eve strinse le dita sul manico del coltello. Non era Jeff. I colpi si
fecero
più vicini. Ancora più vicini. Rimase immobile
mentre il rumore dei passi si
faceva più forte. Due colpi anche sulla porta del bagno, poi
il silenzio.
Evelyn non osava respirare. I passi non ricominciarono. Era ancora
lì.
Improvvisamente, la lama dell'accetta sbucò dal legno della
porta. La ragazza
cambiò presa sull'arma, avvicinandosi alla porta.
Appoggiò la mano sulla
chiave, poi chiuse gli occhi. Jeff le aveva spiegato dove colpire,
doveva
soltanto farlo, anche se non avrebbe mai voluto uccidere qualcuno,
nemmeno un
assassino.
La ragazza inspirò
profondamente, poi riaprì gli occhi. Spalancò la
porta e si lanciò fuori,
pronta a colpire. Jeff intercettò l'attacco, bloccando il
coltello con
l'accetta che teneva nella mano sinistra, poi lasciò cadere
l'arma.
- Questo assalto andava
abbastanza bene, Eve. Congratulazioni.
Il ragazzo si premette la mano
sulla spalla destra, ferita:- Alla fine il mio piano ha funzionato,
l'ho steso.
Non preoccuparti.
Improvvisamente, Toby apparve
barcollante sulle scale, con un'accetta in mano. Jeff spinse via la
ragazza,
poi si voltò con il coltello in pugno. Era stanco, e pur
essendo quasi
totalmente privo di sensibilità, l'emorragia lo aveva
sfiancato. Le cose non
promettevano bene.
Poi, del tutto
inaspettatamente, Toby venne strattonato all'indietro, mentre qualcuno
gli
infilava un fazzoletto di stoffa sotto la maschera, facendolo svenire.
- Avresti dovuto legarlo,
Jeff.- commentò con un sorriso il ragazzo vestito di nero.