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Autore: MaryFangirl    10/01/2019    4 recensioni
[Sequel di 'Little moments']
Kaori è tornata a casa, Ryo si è dichiarato...ma non sono i soli ad aver sofferto per tutto quello che è accaduto. La relazione Falcon/Miki sopravvivrà alle menzogne? E come progredirà quella della nuova coppia formata da City Hunter? E invece, Mick...ecco come quello che è successo a Kaori ha cambiato la sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Questa fanfiction è la traduzione di una storia in francese che potete trovare e leggere nel link che metto di seguito.
 
Titolo originale: Tender moments
 
Nota della traduttrice: Seconda parte della saga 'Moments'. Nella storia precedente, abbiamo visto Kaori vittima di un lungo coma, cosa che ha portato Ryo quasi al limite della disperazione, ma per fortuna si è svegliata e le cose tra loro hanno cominciato ad andare come tutti si aspettavano! Non tutte le questioni sono risolte, però, e in questa storia vengono affrontati i problemi emersi nella fanfiction precedente. ovviamente, per poter capire qualcosa, va letta Little Moments, anche perché l'autrice è molto attenta ai dettagli. Buona lettura!

 
 
Seduta al bar del suo caffè, Miki Ijuin, proprietaria del locale, guardava il fascicolo di fronte a sé sul bancone. Era chiuso, ma sapeva perfettamente cosa conteneva, il suo passato...tutto il suo passato...lo avevano spedito comunque, prima che l'Angelo della Morte li trovasse e facesse pagare loro quello che avevano fatto alla sua partner. Era arrivato un mese prima quel fascicolo, Falcon era all'ospedale in quel momento e lei l'aveva nascosto. Aveva pensato di distruggerlo, bruciarlo, ma ricordando le condizioni di Kaori nella sua testa, non aveva potuto...Kaori aveva scoperto tutto e aveva subito per colpa sua, perché nonostante tutto, era andata a cercarla...nonostante tutto...l'ex mercenaria aveva tenuto il fascicolo per quasi un mese, nascosto, ma l'aveva tirato fuori quella mattina. Non avrebbe cancellato ciò che Kaori aveva sofferto per colpa sua, ma sapeva che doveva mostrarlo a suo marito. Sapeva che doveva dirgli tutto. Quindi era seduta al bancone del bar in attesa che Falcon tornasse dall'ospedale dove ancora lei non riusciva ad andare. Stava aspettando e sperando...quando fosse tornato, gli avrebbe parlato. E avrebbe pregato...pregato affinché lui la desiderasse ancora, dopo.
 
Suo marito era un uomo buono e onesto, la sua personalità era l'esatto contrario del suo aspetto esteriore e Miki sapeva che l'avrebbe perdonata per non avergli detto nulla fino a quel momento. Dopotutto, aveva perso la vista e aveva perdonato Ryo che ne era stato responsabile...questo era ciò che si era detta quando aveva scoperto che lo sweeper era la ragione della cecità, letteralmente, di Falcon. Ma d'altra parte, Miki sapeva che Falcon lo aveva perdonato in gran parte perché aveva scoperto che non era stato davvero Ryo ad attaccarlo in quel momento, e poi era periodo di guerra. Nessuno dei due aveva davvero potuto scegliere il proprio campo, si erano soltanto trovati in fazioni opposte su un campo di battaglia. Conoscendo Falcon come lo conosceva lei, aveva capito che, ad ogni modo, a lui non importava di essere lo sweeper numero 1 del Giappone. Era arrivata perfino a capire che i due uomini si erano conosciuti realmente dopo essersi ritrovati a Shinjuku. E oggi erano amici...in gran parte grazie a Kaori Makimura.
 
Ma Miki Ijuin sapeva anche che c'era differenza tra il caso di Ryo e il suo. Ryo non aveva realmente avuto scelta, quindi Umibozu lo aveva perdonato. Ma lei...lei aveva deliberatamente nascosto la verità sul suo passato...non aveva voluto deluderlo e quindi gli aveva fatto credere di aver seguito il percorso che lui all'epoca aveva voluto per lei...certo, non gli aveva realmente mentito...era semplicemente rimasta in silenzio. E dal momento che suo marito non era un gran chiacchierone, non le aveva mai fatto domande su quello che lei aveva fatto dopo che lui l'aveva lasciata. Inoltre non voleva ricordarle il modo in cui l'aveva abbandonata indietro lasciando il campo di battaglia. Ma non si tornava sempre allo stesso punto, in fin dei conti?
 
Lei sapeva che suo marito pensava che lei avesse condotto una vita normale dopo la sua frettolosa partenza, lo aveva sempre saputo. Ma non aveva voluto contraddirlo su quel punto. Non aveva voluto che lui scoprisse che, anzi, lei aveva fatto tutto il contrario di quello che lui aveva voluto per il suo futuro. Aveva mentito per omissione e, seduta al bancone, si chiedeva se suo marito non l'avrebbe visto come un tradimento. Dopotutto, lei avrebbe dovuto essere sua moglie, la sua partner, la persona di cui avrebbe dovuto fidarsi di più...
 
Quando fosse tornato dalla sua visita all'ospedale, quando avesse aperto quel fascicolo e quando lei fosse stata obbligata a dirgli cosa c'era perché lui non poteva vederlo da solo...in quel momento, Hayato Ijuin avrebbe scoperto che non sapeva nulla della donna che lo aveva raggiunto e che lui aveva accettato di sposare.
 
Oh certo, lui conosceva la sua vita di prima. La vita che lui aveva vissuto con lei. Ma lei sapeva che, in un certo senso, anche se lui criticava Ryo su quel punto, con lei Falcon aveva fatto la stessa cosa che lo sweeper cercava di fare con la sua partner...l'unica differenza era che Ryo aveva tenuto Kaori a distanza, non ammettendo i suoi sentimenti, mentre Falcon aveva preferito lasciarla dietro di sé...ma in ogni caso, il loro obiettivo era lo stesso, tranne che City Hunter non era capace di separarsi dalla sua metà.
 
All'epoca, quando aveva appena quattordici anni, aveva vissuto la partenza di Falcon come un tradimento. Conoscendo solo la vita insieme a lui, non aveva capito al momento che lui aveva scelto di andarsene senza di lei per il suo bene. No, non l'aveva vista in quel modo...non l'aveva capito fin quando non aveva compiuto 28 anni. A ventotto anni, quattordici anni dopo, aveva trovato l'uomo che aveva sempre amato e c'era voluto un duello con Ryo perché lei capisse cosa l'aveva spinto a comportarsi così con lei. Ma quando aveva solo quattordici anni e si era trovata improvvisamente, completamente da sola, come avrebbe potuto capire?
 
Per tutta la sua vita, aveva vissuto con Hayato Ijuin. All'età di otto anni, era solo un'orfana persa nel bel mezzo di un campo di battaglia...sicuramente ci avrebbe rimesso la pelle...sì, ma la fortuna era girata, perché all'età di otto anni aveva incontrato un uomo che aveva scosso tutto il corso della sua vita. Quel mercenario aveva scelto di prendere sotto la sua ala l'orfana che lei era, e le aveva insegnato tutto. Trovandola orfana in mezzo a un paese che era un campo di battaglia, aveva deciso di tenerla con sé e allevarla con i suoi compagni mercenari. Aveva scelto di insegnarle tutto ciò che sapeva sulle armi. Per sei anni lei aveva vissuto così, tra i mercenari, per sei anni aveva imparato tutto da loro. Che si trattasse di maneggiare armi o di combattimenti corpo a corpo, i mercenari del gruppo le avevano insegnato tutto perché lei si comportasse perfettamente su un campo di battaglia. E lei lo aveva adorato. Aveva amato vivere tra loro. Aveva amato vivere con lui...ma era durata solo sei anni.
 
Non aveva visto il cambiamento che era avvenuto in Falcon. Mentre lei cresceva e scopriva le prime scintille dell'amore, mentre il suo sguardo verso di lui cambiava, quello del mercenario aveva fatto lo stesso, ma non ugualmente. Nel corso egli anni, lei si era gradualmente innamorata di lui. A quattordici anni, ne aveva preso improvvisamente consapevolezza. Ma quando aveva voluto farlo capire a Falcon, lui aveva fatto marcia indietro prendendo coscienza della situazione. Certo, oggi, posando uno sguardo adulto sui fatti dell'epoca, poteva comprenderlo. Ma all'epoca, non aveva potuto.
 
Dall'alto dei suoi quattordici anni, con la temerarietà degli adolescenti che non hanno paura di nulla, soffrendo le fitte del suo primo amore, aveva visto le cose in modo diverso. Aveva voluto tentare la fortuna. Certo, lei non gli aveva mai parlato dei suoi sentimenti...era la prima volta che sentiva quelle cose, era la prima volta che cercava di rivelarsi a un uomo. E non a un uomo qualsiasi...colui che l'aveva allevata e vista crescere...aveva cercato di far cambiare il suo sguardo su di sé a poco a poco. Dopotutto, con la differenza d'età e il fatto che l'avesse cresciuta, Miki aveva capito che Umibozu aveva forti motivi per vederla, se non come una figlia, almeno come una sorellina. Prima di tentare un approccio dal punto di vista romantico, aveva quindi provato un approccio in modo più professionale. Nella sua mente, se fosse stata in grado di dimostrare al gigante che era una donna capace di combattere su un campo di battaglia tra gli altri mercenari, lui l'avrebbe vista sotto un'altra luce, e quindi avrebbe potuto provare a capire i sentimenti che nutriva nei suoi confronti.
 
Aveva dunque tentato la fortuna. Dall'alto dei suoi quattordici anni, gli aveva proposto di diventare la sua partner e di vivere con lui...si pentiva ancora di averlo fatto. Si era sempre pentita perché quella proposta aveva portato lo sguardo di Falcon su di lei a cambiare, ma lei lo aveva capito solo troppo tardi. In quel momento, di fronte alla sua proposta, Falcon si era reso conto che era cresciuta, che era diventata una ragazza, che non era più la bambina a cui aveva dovuto insegnare a sopravvivere. In quel momento, Falcon si era reso conto che se le avesse permesso di continuare sul percorso che lei intendeva seguire, le avrebbe rubato la vita formandola così, al combattimento...
 
Il mercenario le aveva dunque fatto credere di aver accettato la sua proposta...le aveva fatto credere che per lei avrebbe lasciato la sua vita da mercenario. Si era organizzato dandole appuntamento all'aeroporto, facendole credere che avrebbe lasciato il mondo in cui vivevano per andarsene insieme...e Miki aveva sperato...aveva sperato con tutto il suo essere per quella vita che intravedeva, il suo sogno. Vivere con Umibozu, fuori dai campi di battaglia...si era preparata al nuovo inizio.
 
Si era agghindata e vestita in modo che lui avesse l'impressione di vederla per la prima volta in quell'aeroporto. Per la prima volta da che ne aveva memoria, si era messa una gonna e una camicetta. Per la prima volta nella sua vita, si era messa le scarpe con i tacchi alti...ma lui non era mai arrivato...non l'aveva mai vista vestita così, solo per lui.
 
Invece, tutto ciò che aveva incontrato all'aeroporto era una lettera, lasciata alla sua attenzione, con solo tre parole scritte di sue pugno...una lettera di tre piccole parole che non si era preso la briga di firmare. Una lettera di tre piccole parole, ma il cui contenuto aveva distrutto il suo cuore, così come tutte le sue speranze. Una lettera di tre paroline, che aveva significato che per la prima volta nella sua vita avesse avuto una reazione che si diceva fosse puramente femminile. Aveva pianto...aveva lasciato che il suo cuore si sfogasse per la prima volta, su tre piccole parole, finché non divennero illeggibili...tre piccole parole che aveva ancora incise nel cuore e nell'anima.
 
-Addio. Per sempre.-
 
Tre piccole parole che lei aveva lasciato cadere a terra lasciando l'aeroporto sotto la pioggia, infischiandosene di ciò che sarebbe successo. Aveva pianto perché, leggendole, aveva capito che Falcon, la persona a cui avrebbe affidato la sua vita, la persona di cui si fidava di più, la persona che era sicura non l'avrebbe mai fatta soffrire...quella stessa persona l'aveva tradita. Le aveva deliberatamente mentito. Le aveva fatto sperare per poi fuggire in silenzio, segretamente. Aveva pianto perché si era resa conta che mentre lei si faceva bella per lui, mentre si recava al luogo del loro appuntamento per una nuova vita, sapeva che Falcon ne aveva sicuramente approfittato per andarsene con gli altri mercenari del loro gruppo.
 
Miki si era voltata. Certo, sapeva che il gruppo aveva programmato di andarsene. Ma il fatto che Falcon fosse partito in quel modo, in quel momento lei l'aveva preso come se le avesse detto che non la voleva più al suo fianco. Quindi non aveva provato a seguirli. A seguirlo...si era voltata, tornando al campo dove nessuno l'avrebbe più aspettata. Ma non aveva capito il messaggio che il gigante cercava di farle passare in quel modo. Non si era ricordata della conversazione avuta qualche giorno prima, la conversazione che l'aveva condotta fin lì.
 
"Sei serio, Falcon? Lasci il mestiere di mercenario?"
"Sì, sono serio...perché se non lo farò, tu continuerai a essere una mercenaria..."
 
No, non l'aveva ricordato. Aveva preferito tornare alla vita che aveva conosciuto fino ad allora...senza di lui...quella era l'unica vita che conosceva allora, non sapeva come costruirne un'altra senza di lui. Non aveva visto interesse al tentativo di costruirne un'altra, normale, se lui non era al suo fianco per viverla con lei. Era tornata alla vita che aveva pensato di lasciare quella mattina stessa. La sua vita di mercenaria...
 
  
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