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Autore: Yurha    11/01/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

Connie lo guardò inserire la chiave nel quadro d’accensione e avviare il freddo motore dell’automobile, quindi aspettò che si scaldasse almeno un pò prima di far ritorno in ufficio.
La luce sfarfallante del lampione al di là della strada lo illuminava ad intermittenza, creando dei giochi di luce/ombra sul suo viso, facendolo sembrare un uomo misteriosamente pericoloso e intrigante allo stesso tempo.
La cosa divertente era il fatto che non si soffermò mai a pensare certe cose di lui prima di quel momento ma se doveva essere sincera, le notò più volte nel corso del tempo.
Poteva anche essere che tutti quei pensieri fossero stati scatenati da quei giochi di luce, dalla sua aria diplomatica e dai suoi dolci occhi di ghiaccio.
Improvvisamente si girò verso di lei e i loro sguardi s’intrecciarono.
Entrambi avvertirono la tensione creatasi in meno di un secondo.
Lui studiò profondamente i suoi occhi per cercare di capire il motivo per cui lei lo stesse guardando in quel modo.
Per un tempo quasi infinito, Connie si sentì come fosse nel mezzo di una potente tempesta ma, contemporameamente, anche in un’immensa quiete invece Mike continuava solo a guardarla, rapito da quegli occhi color nocciola, realizzando alla fine che lei era tutto ciò che desiderava avere accanto a sè ogni giorno: il tocco femminile, l’allegria, la passione, il fuoco di cui la sua monotona, grigia e fredda vita aveva un gran bisogno per andare avanti, per sentirsi di nuovo un uomo vivo.
Quella donna disponeva anche della determinazione e della schiettezza necessaria a scontrarsi con lui senza timore quando la ragione gli era contro, per svegliarlo dalle illusioni che lui stesso creava e, per tutto questo, era segretamente e immensamente grato sia a lei che a chiunque lassù gli avesse fatto il dono stupendo avente il nome Connie Rubirosa.
Dopo un lungo silenzio carico di elettricità, Connie riuscì a mettere insieme una frase, facendo in modo che Mike si distraesse. «Dimmi la verità, non hai la minima intenzione di tornare in ufficio, vero?» chiese, distogliendo poi lo sguardo.
La voce di lei gli sembrò un sottile mormorio.
Cercò di apparire normale mentre anche il suo cuore correva fino allo stremo. «Effettivamente no. Non ho intenzione di tornare in ufficio. Ti accompagnerò fino alla tua auto, poi andrò a casa e resterò in compagnia di una bottiglia di vino per il resto della serata, forse anche della notte inoltrata. Tanto domani non dobbiamo presentarci in tribunale e, non essendoci Jack, possiamo arrivare anche più tardi.» rispose con nonchalance ma qualcosa nella voce di lui cambiò leggermente.
La solitudine con cui conviveva da sempre la colpì potentemente e non sopportava l’idea di saperlo nel suo appartamento seduto davanti la televisione o sdraiato sul divano al buio, in compagnia di una bottiglia di vino, proprio perchè anche lei conosceva bene il profondo bisogno di stare insieme a qualcuno anche nei momenti in cui non lo si ammetterebbe mai.
Pensò anche a Graham e a quanto tutto fosse diventato più bello e le giornate molto più luminose da quando si fidanzarono.
La mente di lei creò l’immagine del suo uomo ma sparì velocemente, lasciando il nulla dietro di sè, neanche uno strascico d’emozione o una piccola ombra di sussulto nel suo cuore.
Non provò assolutamente nulla di tutto ciò che quell’immagine avrebbe dovuto suscitare, poi però tornò a guardare il suo migliore amico, seduto prorpio accanto a lei e sentì una fitta allo stomaco solo al pensiero che pochi centimetri li dividevano.

«Mike..» cominciò con voce bassa. «La.. La temperatura si sta abbassando parecchio, avresti voglia di accompagnarmi al centro commerciale per comprare un paio di guanti? Non ho tempo per tornare a casa a prenderli e questa sera resterò fuori fino a tardi.» disse ma non ricevendo risposta, si schiarì la voce e continuò. «Se non hai voglia lo capisco, non sentirti obbligato.» disse ancora e velocemente.
Mike sorrise dolcemente mentre guardava la strada trafficata davanti a sè. «Certo.» rispose voltando lo sguardo verso di lei. «Mi piacerebbe molto accompagnarti.»
Connie sorrise. «Grazie.» rispose felice che avesse accettato, non sopportando proprio il pensiero di lui nel suo freddo e solitario appartamento.
Cercò di convincersi che quella proposta non significava nulla di più che un favore ad un amico solo, dopo tutto, anche se fuori servizio, Mike era pur sempre il suo capo.

  
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