Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    11/01/2019    0 recensioni
- Ebbene, lei si sente colpevole? - 
- Dovrei sentirmi innocente dopo il peccato di cui mi sono macchiato? - 
Genere: Angst, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sarà che visti così sembravamo dei coglioni e forse lo eravamo davvero con quelle biciclette mezze scassate e piene di ruggine.
La catenella di quella di Jungkook cadeva continuamente lasciandolo sempre indietro rispetto agli altri.
Quella rubata al panettiere di Yoongi era la più veloce di tutti, partiva sfrontata calpestando l'erba ed alzando la terra e poi dietro di lui la banda di idioti, così impaurita del domani ma determinata ad affrontare la vita giorno per giorno e beh, se in quel momento avreste chiesto loro cosa fosse la felicità non vi avrebbero saputo rispondere.
Sì, pensandoci bene neanche io avrei saputo rispondere a quella domanda perché alla fine si stava così, sospesi, liberi di nuotare nelle incertezze ma lontani dai problemi e dalla tranquillità.


Eravamo giovani, bambini ribelli cresciuti troppo in fretta con centimetri di cielo sotto i piedi.


Ricordo bene la monotonia di quel tempo; le partite a basket la notte nella piazza attenti a non farsi scoprire dalle vecchie pettegole, le caramelle rubate sempre nello stesso negozio dall'insegna senza lettere e i pranzi a sacco.
Perdevamo il nostro tempo saltando le lezioni, dei disgraziati portati via dal vento e dalle giornate di primavera, sospinti come i petali dei fiori di ciliegio in giro per le campagne a star stesi tra le lunghe distese di grano dorato.

Eravamo davvero dei coglioni ma è inutile che resti qui a ripeterlo, dunque partirò dall'inizio, con una delle solite sgangherate a scappar via dalle cazzate di quel menefreghista di Min Yoongi, sarà stato il 1987 o giù di lì, sì giusto, faceva caldo ed era luglio...

-Dannazione, ci ha visti! Ci ha visti!- 

La luce del sole pomeridiano filtrava violento tra i poster attaccati alla porta in vetro del supermarket, un gioco dai colori aranciati che illuminava dolce il viso del giovane dai capelli menta, il quale in fretta buttava nel suo zaino tutte le caramelle che trovava.
Due gli stavano dietro nascondendolo appena essendo più alti, altri invece facevano da guardia nella corsia attenti a non far passare nessuno.
Non appena gli occhi furenti del proprietario li intercettarono se la filarono a gambe levate tra le risa sommesse mentre le minacce di quel vecchio poveraccio svanirono coperte dal rumore delle ruote sull'asfalto, sempre più veloce e col cuore a battere nei timpani.

-Ci è andata bene stavolta!- 

La voce squillante di Hoseok risvegliò tutti dallo stato di euforia che li aveva colti, l'adrenalina la sentivano nel sangue e scorreva furba annebbiando la mente e lasciandoli senza lucidità.

-Ci va sempre bene, stupido. - 

Un pezzo di caramella gli pendeva dalle labbra piene di zucchero, il sapore era aspro ma sembrava non accorgersene e la sua espressione rimaneva immutata, quasi annoiata. 

-Insomma, quello si fa fregare sotto il naso... fa quasi pena. - 

Eppure lo sapevano, Taehyung stesso lo aveva notato, quel vecchio poveraccio li lasciava fare perché sapeva fossero solo dei ragazzini e lui ormai le caramelle le metteva lì apposta per loro.
Sempre le stesse. 

-Chi arriva per ultimo è un pappamolle! - 

Jimin interruppe il discorso.
Pronunciò la frase di rito che dava il via ad una delle gare più belle di tutti i secoli, no, di tutti i tempi.
Il primo posto era ambito da tutti e sette e si sforzavano, buttavano via tutte le loro energie bruciando il cemento delle strade isolate e fiammeggianti, afose.
Trovavano sollievo accarezzati dalle raffiche per la velocità, i capelli di Jimin si mischiavano all'arancio del sole e risplendevano, tirati poi indietro mentre lui stringeva con forza le mani sui manubri della bici del padre, messa a nuovo ma comunque troppo antica per i suoi gusti. 

Namjoon gli stava dietro, nonostante fosse uno tra i più grandi non riusciva ad andare avanti, le dita sudavano mentre faceva suonare il campanellino e sviava tra le varie buche o sassolini, spinto in avanti con un gran sorriso mentre due tenere fossette gli incorniciavano le guance.
La bici verde petrolio aveva le ruote consumate ma non si era mai degnato di cambiarle e mai l'avrebbe fatto. 

Sulla sua destra Seokjin che non pativa lo sforzo, in piedi poiché la bici risultava troppo bassa e lui diceva di starci scomodo. Il maggiore, aveva finito la scuola e lavorava nel ristorante di famiglia in cui faceva il cameriere, non si era mai lamentato, tutt'altro, raccontava spesso di come a volte fregasse qualcosa dai piatti per mangiarla senza farsi scoprire. 

E dietro Taehyung dai crini d'oro, un principe agli occhi di tutte le ragazze della classe ma a lui non ne interessava nemmeno una.
Stava con la bocca socchiusa mentre tentava invano di superare quei due colossi e rivolgeva sguardi al più piccolo chiedendogli senza fiatare di far spazio tra Namjoon e Seokjin ma alla fine non c'era stato nulla da fare, aveva vinto Yoongi che beffardo poi aveva buttato la bici tra fili verdi e fiori seguito a ruota da Hoseok che cercando di sistemare i ciuffi corvini blaterava parole che nessuno ascoltava. 

Si erano buttati infine sul morbido giaciglio mangiando quelle che le loro madri definivano come 'spazzatura', avidi, strappando quelle lunghe con i denti e facendo bolle con le gomme da masticare. 

-E comunque non vale, vinci sempre tu. - 

Bofonchiò Jimin sistemando i suoi pantaloncini di Jeans e poi i risvoltini alle maniche della sua maglietta bianca senza scritte.
Alcuni risero e Seokjin rivolse un'occhiataccia canzonatoria al ragazzo lanciandogli poi una margherita e mimando con le labbra - Povera femminuccia -.
In risposta non ebbe altro che una smorfia e il ladruncolo si stese osservando le nuvole. 

-Sei lento, non vincerai mai. - 

Yoongi era folle, i suoi amici lo consideravano un matto che si dava troppe arie.
Una personalità fuori dalle righe che proponeva a loro lo svago che non avrebbero mai potuto avere da soli.
Un rapporto insano.

Erano uniti ma con vite diverse l'una dall'altra, divergenti ma simili. 

-Avete sentito di quella rapina al bar dei Son? - 

D'un tratto la voce di Namjoon risuonò sorpresa. Quella notizia girava e circolava come una malattia incutendo paura e a volte allegria, la peste che di casa in casa si spargeva ma rimaneva chiusa in una bolla col nome di quella città sconosciuta e di cui fuori da questa nulla importava più.

-Già, hanno fatto bene, il figlio non lo sopporto. -

Sussurrò impercettibilmente Jungkook ed in quel momento non capì nessuno il perché di quel calo di voce improvviso e lo sguardo vacuo, forse semplicemente non se ne accorsero sollecitati da quel discorso in cui erano pronti a buttar giù cattiverie.

-Chissà chi è stato... - 

Quell'interrogativo li portò a ragionare, a cercare nei meandri della mente i volti dei cittadini per trovare qualcuno che potesse aver commesso un simile gesto e quando nuovamente Hoseok parlò il quesito si fece più intenso e massacrante.

-Può essere chiunque... - 

L'unico fuori da quei dubbi era Yoongi, sereno ad osservare le nuvole ora con una spiga tra le labbra che portava da un lato all'altro con la lingua che accarezzava leggera. 

-Chiunque, sì, chiunque - 

Ripeté le ultime parole assorto dell'azzurro cielo che prendeva lentamente le sfumature rosate e viola e le sue iridi non si staccarono, le orecchie non percepirono altro suono se non quello dei suoi turbamenti e pensieri.


  
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