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Autore: SkyDream    12/01/2019    4 recensioni
Era cosa assai insolita che qualcuno bussasse alla porta di Fairy Hills, per questo motivo Erza si prese la briga di aprire nonostante fosse appena uscita dalla doccia. Le si presentò davanti un tipo assai strambo, con un occhio livido e una sigaretta tra le labbra.
"Cerco Lluvia Loxar".
Perchè, si sa, nella vita spesso il passato torna a cercarci. Nel caso di Lluvia stava per trascinarla via dal presente, pronta a bloccarla in quelle paure che non hanno mai lasciato il suo cuore.
Gray e Gajeel sono pronti a tutto pur di riportarla a casa, ma si può convincere qualcuno ad abbandonare i propri fantasmi?
_Dal testo_
«Akio adorava tormentare Lluvia, le diceva sempre di non piangere e di non provare emozioni o la sua pioggia avrebbe inondato tutto il mondo. E’ solo colpa sua se Lluvia per tanti anni ha finito con l’essere apatica davanti ogni sorte di minaccia o di tortura. Poi un giorno…»
[...]
«Libri di poesie, per l’esattezza. Lluvia non aveva mai visto il sole e collezionava poesie che descrivessero i raggi solari e l’estate, qualcosa che non aveva mai potuto provare addosso.»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Soul Rain~

«Il sole mi è entrato nelle vene e ha trasformato tutto in oro»
 
Lluvia, per quanto avesse sempre sognato il calore del Sole, non aveva mai apprezzato il fuoco.
Soprattutto dopo lo scherzo malefico di Akio, aveva sempre temuto il fuoco, associandolo alla distruzione.
Colui che tutto divora e tramuta in cenere.
Poi, certo, era entrata in Fairy Tail e lì aveva conosciuto Natsu che le aveva fatto capire che, quando il fuoco è saggiamente dominato, può essere anche colui che difende ed ama.
Non che Natsu non avesse comunque mandato in fumo qualche pezzo della gilda, ma il tutto era sempre accaduto in frangenti così esilaranti da non poter associare il gesto alla distruzione.
Invece, in quell’istante, Lluvia credette di aver appena terminato la sua vita.
Fu un lunghissimo istante, Akio aveva poggiato una mano al muro con un sorriso e li aveva guardati tutti e tre con i suoi gelidi occhi chiari.
«Redfox, Fullbuster, avete rovinato l’ascesi della mia gilda, la Pantarei. Lluvia è solo una dei centinaia di adepti che sto controllando con i miei poteri, vi posso assicurare che ho delle abilità di gran superiori a quelli dei nonni del concilio.» disse Akio illuminando l’occhio livido, l’iride divenne fluorescente e accaddero due cose.
Appena i polpastrelli toccarono il muro di pietra, questi si trasformarono in fulgide fiamme scarlatte.
Lo sguardo maledetto si incatenò a quello di Gajeel che, non potendo fuggire, lasciò che quel tormento gli modificasse i ricordi.
D’altronde era questo l’immenso potere di chi possiede la capacità di alterare lo stato delle cose.
Gajeel rivide Levi davanti a sé, con la tua testolina celeste e gli occhi limpidi che lo fissavano, tremendamente dolci.
Fu una tortura per Gajeel rivedersi davanti quell’albero a crocifiggere la sua ragazza che continuava a chiamarlo per nome, con la voce squillante con cui lo rimbrottava quando esagerava.
«Gajeel! Cosa stai facendo? Mi fai male, Gajeel!». Ma lui non si fermava, le sue mani la stringevano e la ferivano. Il mago di ferro pregò di morire piuttosto che rivivere ancora quel tormento.
A cosa aveva costretto la sua anima? Aveva quasi ucciso l’unica persona che sarebbe riuscita ad amarlo.
«Smettila, Akio!» la voce di Gray riuscì a risvegliarlo da quello stato catatonico. Le mura infiammate erano state congelate dal mago del ghiaccio, ora le fiamme risplendevano dietro uno spesso strato trasparente.
Perfino Lluvia rimase incantata, sembrava di vivere dentro un castello di vetro situato all’Inferno. Non potè che sostenere che quello spettacolo fosse meraviglioso.
Akio rise ancora, ritrasformando il ghiaccio in acqua e facendo spegnere le fiamme: della casa erano rimasti solo i mobili ed il pavimento, oltre ad un cumulo di cenere a segnarne i confini.
«Gray, se vuoi riportarti quella piagnona di Loxar a casa tua, fallo pure. Ma la gente come loro porta solo disgrazie; la gente come loro è nata per uccidere e diffondere dolore, ricordalo».
Le parole di Akio colpirono Lluvia come coltelli affilati. Gajeel, al suo fianco, stava ancora cercando di riemergere da quell’esperienza che Akio gli aveva regalato.
Nonostante ciò, riuscì ad allungare una mano verso la sua amica e a stringerla. Gray se ne accorse e non seppe più se inseguire Akio, oppure rimanere lì con lei che, in quel momento più che mai, implorava il suo aiuto.
La scelta non fu difficile, ad Akio bastò cambiare la consistenza del terreno per poter scappare in tutta tranquillità. I tre maghi si ritrovarono non più sul pavimento, ma su un liquido sempre più caldo che minacciava di bruciarli come lava.
«Ritornerò, Fairy Tail, e vi farò assaggiare la potenza della mia gilda e dei miei poteri!» urlò Akio mentre camminava sotto le ultime nuvole grigie.
Gajeel saltò via e raggiunse la strada, Gray prese per una mano Lluvia che però ricadde a terra con un tonfo.
«Che succede?!» esclamò il mago del ghiaccio mentre si voltava verso la ragazza. Lluvia non riusciva a rimanere in piedi, era ricaduta carponi sul pavimento liquefatto.
Gray passò una mano sotto la sua schiena e una sotto le ginocchia, portandosela al petto e correndo verso il loro amico poco prima che i mobili della casa fossero inghiottiti da quel terreno molle e infernale.
«Lluvia, che ti è successo alla gamba?» chiese Gajeel notando che le bende che portava sulla coscia si erano tinte di rosa.
Lluvia dal canto suo non rispose, guardava l’orizzonte come se fosse ancora intontita dalle parole del nemico.
Furono i suoi due amici a scostarle il tessuto dalla pelle e a rivelare il segreto che vi si celava.
 
«Che diamine vi è saltato in mente?!» chiese Erza mentre raggiungeva la porta dell’infermeria a grandi falcate.
«Siamo andati a recuperare una nostra amica e a dirne quattro a quel farabutto!» rispose Gajeel piuttosto piccato.
«Sì, mi hanno riferito che grande lezione gli avete impartito!» replicò Erza sarcastica e molto risentita, «Potevate almeno aspettare che io o qualunque altro mago potessimo venire con voi».
«E lasciare Lluvia ad un maniaco così?» intervenne Gray spalancando la porta che dava all’infermeria. La ragazza lì dentro, stesa su un letto candido, li guardò rivolgendo loro un mezzo sorriso.
«Non era un maniaco, Gray-sama, era solo psicolabile.» aggiunse poi con le gote rosse e gli occhi lucidi.
Gray tornò dentro volgendole uno sguardo contrariato.
«E’ la febbre che ti fa vaneggiare così, vedi di dormire, sei riuscita perfino a sfiancare Wendy con quella ferita!».
Lluvia abbassò gli occhi sulla sua coscia, del simbolo di Fairy Tail era rimasto solo un pallido ricordo.
Ricordava invece, e anche dolorosamente bene, le dita di Akio sul suo stemma mentre pronunciava una maledizione.
Aveva alterato le cellule della sua carne, necrotizzandole per far sì che ogni punto che abbracciava lo stemma si autodistruggesse. La ferita, ormai infetta, aveva però contagiato i tessuti circostanti mettendo a serio rischio la vita di Lluvia.
Non era stato facile per Wendy fermare il processo di necrosi per permettere al suo corpo di rispondere all’infiammazione, probabilmente la convalescenza sarebbe stata lunga e il dolore non sarebbe diminuito per giorni.
«Lluvia non ha sonno, Gray-sama, ha solo tanti dubbi».
Il ragazzo richiuse la porta lasciando Gajeel ed Erza a battibeccare tra loro. Si sedette sul letto dove la sua nakama era stesa e le rivolse uno sguardo benevolo.
«Se hai dubbi tu che conosci la tua vita, pensa quanti dovrei averne io».
Lluvia arrossì senza sapere bene il motivo e abbassò lo sguardo come se le avessero rivolto una domanda fin troppo intima.
Era per caso un invito ad aprirsi con lui? Il suo Gray?
«Lluvia» il tono con cui la chiamò non era affatto benevolo come poco prima, «Non so cos’altro ti abbia fatto Akio e non sono sicuro di volerlo sapere, ma non posso permettere che una persona così spregevole vada in giro come se nulla fosse. Non dopo aver bruciato i tuoi libri.» terminò Gray stringendo i pugni, respirava profondamente cercando di non prendere a pugni il muro a fianco.
«Anni fa, molto prima di incontrarci, Akio entrò nella camera di Lluvia in piena notte. Mi sono svegliata e sono saltata giù dal letto per correre via ma lui…» la ragazza cercò di sedersi sul letto per poter prendere fiato, sentiva la febbre salirle al solo ricordo.
«Lui inchiodò Lluvia al muro e le chiese di spogliarsi, Lluvia tentava di scappare ma Akio finì per baciarla, dicendole subito dopo che le aveva tolto perfino il suo primo bacio».
La maga sentì le lacrime scorrerle sul viso e si stupì di come ancora quel ricordo le facesse male, sentiva i singhiozzi scuoterle il petto e mangiarle l’aria.
«Akio da quel giorno ha sempre considerato Lluvia una sua proprietà, perché le aveva rubato il primo bacio, le aveva tolto tutto, perfino i suoi libri di poesie, era l’unica cosa che Josè lasciava tenere. Gajeel ha sempre provato a difendere Lluvia, ma Akio era furbo ed entrava in stanza, era inutile chiudere a chiave perché lui passa ovunque, rende tutto aria».
La ragazza si asciugò le lacrime, vergognandosi un po’ per essersi mostrata così debole davanti il suo amato Gray.
«Si può sapere cosa ti ha detto, allora, per convincerti ad andare via da  Fairy Tail?» chiese Gray guardandola con occhi gelidi.
Lei parve pensarci un po’ e finì per mordersi le labbra prima di aprir bocca.
«Lluvia quando era parte di Phantom Lord ha compiuto atti ignobili, ha fatto soffrire le persone ed ha sempre tenuto un atteggiamento apatico per evitare di soffrire. Un mattino, però, Jose disse ai Four Element di andare a prendere un signore con cui aveva dei conti in sospeso e, mentre lo torturavamo per avere delle informazioni, è morto».
Vi seguì un momento di silenzio, Lluvia aveva smesso di piangere ma aveva rivolto gli occhi al paesaggio che si intravedeva dalla finestra.
«Lluvia ricorda ancora gli occhi del figlio, di appena tre anni, quando riportammo il corpo privo di vita a casa. Lluvia lo ricorda ancora bene e non si è mai perdonata per non aver evitato il peggio.» disse con voce rotta ed esitante, per un istante credette davvero di aver dimenticato come si respirasse quando il viso del bambino le riapparve alla mente.
Poi continuò a parlare.
«Akio tre giorni fa bussò a Fairy Hills e toccò la fronte di Lluvia amplificando il dolore e la consistenza di quei ricordi che per troppi anni ho tenuto nascosti. Gray-sama, Lluvia ha commesso atti ignobili, ha fatto soffrire persone e non merita davvero di far parte di qualcosa di così bello come Fairy Tail. Lluvia non voleva seguire Akio ma la forza dei suoi poteri ha avuto la meglio, ciò non toglie che lui avesse ragione sul mio conto.» concluse riprendendo a giocare con la catenina che teneva al polso.
Lluvia parve ricordare solo in quel momento che, per concludere la filippica di atti ignobili sulla sua coscienza, aveva perfino rubato il bracciale di Gray prima di scomparire.
Lo sfilò dal polso e fece per restituirglielo, si vergognò così tanto che non osò proferire parola.
Gray, anziché dire qualcosa o afferrare il suo oggetto, le prese delicatamente la mano rimettendole il bracciale dov’era prima.
Lluvia sussultò.
«Qui a Fairy Tail nessuno è così puro come pensi, per il semplice fatto che siamo umani e come tali sbagliamo e feriamo, e non sempre siamo perdonati. Quindi, Lluvia, tu non hai nulla in meno rispetto a nessuno di noi».
Le parole di Gray furono sincere, calme, quasi suadenti. Alzò lo sguardo sul suo e si avvicinò di più al viso della sua nakama.
«Ricordati che da quando sei parte di questa gilda hai fatto cose bellissime e hai salvato vite innumerevoli volte. Questo vale anche per la mia vita.» sussurrò enfatizzando le ultime parole pizzicando il bracciale che portava l’altra al polso.
Gray si alzò dal letto e socchiuse le imposte per far entrare meno luce, ne lasciò però uno spiraglio, forse per ricordarle che davvero la luce splende su chiunque.
«Ora riposati, Polyushika non era affatto felice sulle tue condizioni di salute.» le disse ancora facendo per uscire e far ordine sui suoi sentimenti.
Quando poggiò un piede sul pavimento del corridoio, però, si ricordò delle parole che Erza gli aveva detto prima che lui andasse a salvarla.
 
«Lluvia ti ama, lo sai quindi cerca di tenerlo a mente».
 
Gray volse gli occhi verso Lluvia e si scoprì a definirla incantevole mentre poggiava la guancia nivea sul cuscino. Aveva ancora la febbre alta e tendeva a scivolare sotto gli strati di coperte nel tentativo di scaldarsi.
Non una volta si era lamentata per il dolore che le lacerava le carni. Le condizioni erano critiche e le cellule della sua gamba avevano subito un danno irreversibile.
Gray per un momento si chiese dove avesse trovato tutta quella forza, ma se glielo avesse chiesto era sicuro che la risposta sarebbe stata all’incirca: “La mia forza sei tu!”.
Si sfiorò il polso nudo e pensò che cederle la catenina che gli aveva rubato potesse essere un ottimo modo per dirle, in silenzio, che erano ormai indissolubilmente legati.
Lei glielo aveva fatto capire senza saperlo. Gray non aveva affatto accettato il comportamento di Akio e oltre a trovarlo spregevole si scoprì geloso.
Geloso.
Subdola scoperta.
Quanto era diventata importante per lui quella ragazza?
«Lluvia?» la articolò entrando nuovamente in stanza e chiudendo la porta che dava sul corridoio per essere sicuro che nessuno li sentisse.
«Hai dimenticato qualcosa, Gray-sama?» chiese lei con la voce impastata di chi stava per prendere sonno.
«Akio non ti ha rubato il primo bacio».
«Cosa?» la voce di lei aveva subito acquisito un tono imbarazzato e curioso.
«Akio ti ha dato un bacio, non ha rubato il tuo primo bacio perché è stato lui a darlo a te, non il contrario» spiegò Gray avvicinandosi a lei che intanto si era messa nuovamente seduta cercandolo con gli occhi nella semioscurità della stanza.
«Quindi, mi dai l’onore di ricevere il tuo primo bacio?».
Lluvia avvampò.
Ci mancò poco che non si liquefacesse su quel letto per diventare subito vapore per la febbre che era senz’altro salita alle stelle.
Inutile, le labbra di Gray avevano quasi sfiorato le sue e lei si rese conto di ciò che stava per fare. Aspettava che fosse lei a togliere l’ultimo soffio che li separava, per regalarle forse la gioia più grande della sua vita.
Lluvia annullò ogni distanza e poggiò le sue labbra calde su quelle fredde dell’altro. Come ci si aspetterebbe proprio da un mago del ghiaccio.
Gray poggiò una mano sulla sua guancia febbricitante e strinse un po’ i loro visi prima di separarsi.
Era stato solo un bacio a stampo, ma era carico di miliardi di cose non dette.
«Ora riposati davvero, Lluvia, e riprenditi presto perché andremo insieme a suonargliele a quel farabutto».
 
Gray richiuse la porta e si beccò uno sguardo contrariato di Mira, gli chiese come mai avesse il viso così accaldato e lui rispose che in quella stanza doveva essere cambiata l’aria viziata.
Mira sorrise maliziosa ed entrò nella stanza per fare le spugnature alla sua amica. Trovò Lluvia sdraiata che fissava il soffitto con una mano sulle labbra.
«Che è successo?» le chiese.
La ragazza strinse le lenzuola tra le dita e, ancora con gli occhi lucidi per la febbre, schiuse le labbra in un tiepido sorriso che sembrò ridare colorito anche al viso candido.
«Il sole mi è entrato nelle vene e ha trasformato tutto in oro1».

 

[1] Cit.Elizabeth von Armin
Angolo autrice:
Salve a tutti!
Questo è ufficialmente l'ultimo capitolo, ma Domenica pomeriggio uscirà uno spin off a cui tengo molto. Si ricollega alla storia, per questo lo pubblicherò come se fosse il quarto capitolo, ma sarà anche il trampolino di lancio per un'altra long in cantiere che rivedrà finalmente i nostri NaLu, ma in cui anche Gray e Lluvia avranno un grande ruolo, insieme ad Akio e alla Pantarei.
Ovviamente vi invito a seguire le mie idee, a lasciarmi magari un commentino per sapere cosa ne pensate ^^
Spoiler sullo spin off!

*Mini spoiler perchè a tutti piacciono i mini spoiler*
"Al suo posto era stata montata una protesi magica che somigliava molto ad una normale gamba ma, per un occhio molto attento, erano visibili i fili scuri dietro il ginocchio e le caviglie, lì dove ci sarebbero dovuti stare i tendini.
Lluvia spostò i capelli turchini e rivelò la profonda scollatura della maglietta, sul seno sinistro spiccava il simbolo della gilda.
Blu come quello di Gray."


 
   
 
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