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Autore: __World_Of_Dreams__    17/07/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lo spettacolo a cui Noemi assistette fu incredibile, proprio come aveva immaginato nella sua mente. Si trovò in un’isoletta di roccia, tra il marrone e l’arancione nel suo colore. Il posto era grande poco più come il monolocale di una casa, ferma, sospesa, tra due immensità, l’una rappresentata dal cielo in alto, composto da nuvole che passavano e si modificavano a grande velocità, e in basso da un paesaggio mai visto prima. Davanti agli occhi della ragazza c’era un sole azzurro, visibile ad occhio nudo, che illuminava il cielo, che assumeva colori blu, nero, viola, verde laddove c’erano nubi. Sui lati della terraferma di sotto erano presenti innumerevoli cascate d’acqua limpida, che scorrevano tra sporgenze della roccia, più o meno acute, e coperte da vegetazione rigorosissima. L’acqua così si riversava tutta al centro, sotto a dove si trovava il gruppo, ed andava a raccogliersi in un prato quasi infinito, pieno di fiori dai mille colori, che dondolavano danzando dolcemente. All’orizzonte, dopo il prato, si estendeva un mare cristallino, dove si intravedevano alcune colline e montagne. Il cielo più infondo sembrava comunicare con il basso tramite diverse cascate al “rovescio” (cioè dal basso verso l’alto) molto sottili e fitte, che sembravano delle torri dalle infinite altezze. Era il mondo dei lunioli, non c’era alcun dubbio. Da qualunque parte ci si girava, c’era sempre qualche cometa, per non parlare della quantità di esse che c’era in quella mistica valle fiorita.

Tutti, tranne Kimahri, si misero vicino ai bordi dell’isoletta, là dove la roccia che faceva da base diventava leggermente più rialzata. L’orfana si avvicinò prima a Wakka, dove , proprio davanti a lui, si radunarono in breve tempo alcuni brillanti lunioli, fino a comporre la sagoma, e poi la figura di una persona che aveva lo stesso colore dei suoi capelli, vestito quasi allo stesso modo, portando una fascia azzurra sulla fronte, e dei capelli lisci sparati verso l’alto.

‘Chappu!! Come sono felice di vederti!! Allora…come va?? Spero bene… Sono venuto…ecco…per dirti che ho lasciato il Blitz…ora sono un guardiano… spero che apprezzerai…!!’.

La sua faccia non aveva la minima presenza di lacrime. Più che altro, era rossissimo, come se imbarazzato. Non credo ai miei occhi…d…davvero…sta parlando con suo fratello!!!

Un poco più a fianco c’era Yuna, che vide davanti ai suoi occhi il grande invocatore Braska. Aveva i capelli lunghi e castani, un abito violaceo composto da scaglie rosse e colorate, dalle maniche lunghe, che arrivava senza problemi a toccare il suolo, coprendo completamente le sue gambe. Sopra la testa, portava una sorta di elmetto, da cui spuntavano forme allungate, fino a dietro.

Anche lei era molto colorata sul viso: aveva le mani congiunte come se in preghiera, e guardava con i suoi occhi blu e verdi quell’anima trapassata. Era come se parlasse con il pensiero, come se volesse chiedergli profondi segreti legati al passato, se non un parere sul matrimonio proposto.

La maga era sulla parte sinistra. Guardava quelle innumerevoli cascate continuamente, senza però far apparire alcuna anima davanti a sé. Teneva le mani congiunte davanti, e quello sguardo sembrava andare ben oltre quelle cascate.

‘Lulu…tu? Insomma… non hai nessuno da ricordare?’ chiese Noemi, quasi sottovoce per non disturbarla.

‘Io… credo che non sia il momento… e sia inutile…’ Inutile? Certo che sei davvero strana!!

‘Perché? Ho visto gli altri che…’.

‘Perché non provi tu a ricordare qualcuno?’ fece lei, senza spostarsi di un millimetro. Ah, si? E chi dovrei immagin…a…re…

Davanti a sé si radunarono velocemente alcuni lunioli, fino a creare la figura di una donna, che portava i capelli rossi, castani e ricci a boccoli, che arrivavano fino alle spalle. I suoi occhi erano castani scuri, e portava le labbra carnose e rossissime. Il viso sembrava angelico, che poteva portare amore e conforto come quello di una madre al piccolo. Era vestita semplice, cool, e guardava la ragazza con pace e serenità. Lei si bloccò all’istante, come se fosse stata pietrificata. Guardò l’anima con occhi socchiusi e lucidissimi, dalle quali scappò una piccola lacrima impossibile da trattenere.

‘M…mia…madre…!!’ riuscì a dire, prima di porgere la sua mano destra verso quell’anima, che l’attraversarono proprio come con un fantasma. La sua voce si fece tremante, come le sue mani, come i suoi pensieri, che rivedevano quella madre che l’aveva amata davvero, lasciandola a quel padre spregevole.

‘…q…questo…significa…che…è…morta…’.

Lulu le andò incontro, abbracciandola calorosamente, quasi reggendo il suo corpo rigidissimo che quasi non si teneva in piedi.

‘Aspetta…ricorda che vieni dal passato, giusto? Da…mille anni fa, no? Dopo così tanto tempo, tua madre non può essere in vita… Al tuo tempo lei lo era…ecco perché ora la vedi qui…!!’ poi la strinse più forte per darle coraggio.

‘Forse…forse…era ancora viva… Io…vorrei tanto rivederla…tanto…è…stata l’unica che davvero mi aveva amato!! L’ho sempre sognato… tutto per colpa di mio padre!!!!!’.

La maga la vide con i pugni chiusi e i denti quasi mostrati, con la testa verso il suolo.

‘Stai calma… arrabbiarsi non serve a niente… Perché non le dici qualcosa?’.

Lei alzò la testa come per prendere forza. Guardò sua madre negli occhi e si impressionò. Quei lineamenti, quelle gonfie labbra, quei capelli, sembrava di averli già visti molto più recentemente di quando si era separata da lei. E dove li aveva visti? Su Spira? Su quei sogni non suoi? Dove??!!

Lei sapeva come aiutarti… e spera che tutto questo possa farti ricongiungere da lei, in qualche modo… Basta avere fiducia…e non solo in se stessi…spero che capirai…

‘COSA???!! Cosa??!!’ esclamò Noemi spingendo lei stessa e Lulu insieme all’indietro improvvisamente.

‘Cosa, Noemi?’.

‘La…la…voce!! Quella voce!! Di nuovo…!!’.

‘Stai calma!! Tua madre ti ha parlato??’.

‘No…!!! Io…credo che stia diventando pazza…!!!’.

Era ancora rossa quando Yuna si girò e si portò al centro dell’ isoletta per essere ben sentita.

‘Ho deciso…continuerò il pellegrinaggio!! Sconfiggerò Sin!!!’.

Quel sorriso, anche se non troppo deciso come al solito, fu un sollievo per tutti, tranne per l’orfana, che pensava di avere più bisogno di uno psicologo in quel momento. Subito le anime davanti ai guardiani sparirono di colpo e tornarono ad esser piccole comete, volanti in quello splendido paesaggio sovrumano. Lulu lasciò Noemi, dopo averle accarezzato il viso, come per calmarla un attimo. Voi non mi credete!! Anzi…forse sono io che non sto bene… credo…di dover parlare e sfogarmi con qualcuno… sì, ne ho proprio bisogno….ma NON con quel vecchio decrepito di Macchen! Sembra tanto saggio, e poi sta’ a tenersi i suoi segreti!!! Se solo sputasse il rospo!!!

 

Il gruppo riattraversò con calma quella specie di pellicola, tornando nel mondo reale. Fiuuuu… forse se torno qui sarò meno pazza…!!

Erano tutti stranamente zitti e muti. Forse volevano chiedere, dire o chiedere di più a quelle anime. Chissà…

Appena che Yuna si staccò un filino dal gruppo, subito un Guado molto anziano la raggiunse con grande ed insolita agilità per la sua età, portandosi subito davanti a lei bloccandole quasi la strada.

‘Mia invocatrice…perdonatemi…prendete subito questo!!!’—e le diede, prendendole la mano, una strana sfera schiacciata—‘Guardatelo voi… l’abbiamo tenuto nascosto e per fortuna non se ne sono accorti!!’.

‘Yunie!!!!...Andiamo?!’ esclamò Rikku, già trovandole un soprannome. Agitava la mano destra di qua e di là sorridendo quasi divertita. Già, per cosa?

‘A…arrivo!!’ rispose lei, mettendosi di filato in una piccola tasca la sfera azzurra, con il volto di nuovo leggermente confuso. Il vecchio Guado era sparito così come era venuto, all’improvviso.

 

Tornati a Guadosalam, il gruppo venne informato dalle guardie Guado della partenza di Seymour verso il tempio di Macalania, del quale egli ne era il sacerdote. Bene, è pure sacerdote, questo qua… Se potessi buttarlo in un precipizio sarei al settimo cielo!! Ma…come fa Yuna a pensare sul fatto di sposarlo?? E’ assurdo!! Non è mica carino quello!!

‘Bene…la Piana dei Lampi ci aspetta…’ fece Auron quasi sottovoce e con uno strano sorriso sulle labbra. Già, ogni volta che c’era una nuova destinazione, la sua mente ricordava diversi fotogrammi del suo antico pellegrinaggio. E quel sorriso chissà che avventure nascondeva!

Rikku a quelle parole rabbrividì e perse la sua carica naturale.

‘P….P…Piana….dei...l..lampi??!’ era diventata insolitamente pallida e tremante nelle mani.

‘Sì… è la pianura che ci porta al bosco di Macalania, dove si trova il prossimo tempio…andiamo!! Devo parlare con il Maestro…’ fece l’invocatrice, che si incamminò per prima, affiancata dal Ronso.

‘Ma…!! A…aspettate!!!’ continuò la ragazza Albhed, che si incamminò dopo che Noemi le rivolse una sincera alzata di spalle. Boh…se dobbiamo andare là, andiamo…perché sei così agitata Rikku??

 

Quando finirono di percorrere una viottola che era quella inferiore più di tutti a Guadosalam, essa risalì di colpo, riportando i pellegrini all’aperto. Era già tramontato il sole da un bel pezzo, e quello che si riuscì a vedere del cielo era solo un profondo nero, un’oscurità totale. Il cielo era coperto da nuvole che portavano una pioggia leggera, ma una quantità di lampi così tale, che illuminavano quasi sempre il percorso e che assordavano dopo solo pochi secondi. La via era pietrosa, segnata qua e là da diverse più o meno grosse pozzanghere diffuse, e non c’era la minima traccia di erba o alberi: davvero desolato. Le rocce e le pietre, per le intense piogge, erano curveggianti e dolci, ma un po’ scivolose. Accanto a tale via, si trovavano, alternate a destra ed a sinistra, delle alte torri di metallo, dalle forme appuntite e strane, che sembravano attirare molti di quei fulmini, così potenti che esse diventavano di un colore rosso acceso, come quello di una spada appena forgiata. Qua e là era possibile scorgere diverse cunette e buchi. I fulmini arrivavano a colpire il suolo con violenza spaventosa.

‘Benvenuti alla Piana dei Lampi di Gandolf…!!*SCRANG*’ disse Auron, evitando tutte le mosse di una classica guida turistica. Ca…ca…cavoli…bel…bel…posto…!!

‘Bel posto…*SCRACK*’ rispose Wakka, con voce però tranquilla, anzi, serenissima.

‘Ehfehfhef…’.

Dopo diversi “eh?” “uh?” alcuni si girarono e videro la figura di Macchen, che camminava ricurvo, toccandosi la barba bianca e avvicinandosi a loro a passo di lumaca.

‘Già… *SCRANG* …la Pfiana dei Lampfi…l’incubo dei fiandantfi!! Dicefano chfe fe fi cercafa di attrafersarlo di ficurfo fi restafa inceneritfi all’iftantfe!!’.

Poi si voltò ed indicò con la mano tremante una di quelle torri di metallo, mentre la ragazza Albhed non diceva un’acca, immobile, come se non avesse né movimento né vita.

‘Qfuelle sono le torri pfarafulmini… grazfie ad effe c’fè meno pfossibilità di finire all’Oltfremondo… Furono coftruitfe da un Albhed, di nome Bilghen, *CRACK* chfe rimafe fulminatfo all’iftantfe qfuando finì di coftruire l’ultfima tforre. Il Cfredo, offiamentfe, ha un’altfra ferfione della loro coftruzione, essendo gli Albhed fcomunicatfi… *SCROCK*’.

‘Bene… basta evitare questi lampi per raggiungere il bosco, finalmente...*SCRACK*’ fece la maga nera, non vedendo da nessuna parte il problema. Per proteggersi da quei fulmini, infatti, pensava al semplice incantesimo Parathund.

‘Beh… passiamo sotto quelle torri…così non rischieremo!’ continuò l’invocatrice, anche se mostrò nel volto una non leggera preoccupazione. Il rischio c’era lo stesso. G…già…bella…cosa…bella Piana…g…già..!!!

‘Beh…buona fortfuna Yuna… attfenzione ai mostfri lungo la ftrada!!...*CRACK*…Cfi rifedremo a Befelle…’.

Pure i mostri??? Ok, mi sa che dovrò pregare Yevon per farmi uscire di qui… Sto scherzando…per chi mi avete preso? Per una religiosa?!

Dopo il segno di reverenza ricambiato dell’invocatrice, il gruppo avanzò a zig-zag attraverso la pianura delle tempeste. Possibile che per secoli e secoli non aveva smesso mai di piovere?! Cos’era? Una maledizione?!

Noemi si rifugiò assieme a Yuna nell’incantesimo protettivo della maga, mentre i ragazzi dovevano provvedere a liberare la via dai mostri sparsi qua e là. Già, esseri davvero mai visti: uno era un’entità che si librava nell’aria e composta interamente da scariche elettriche, un altro mostro sembrava, per la sua piccolezza, il figlio identico del custode di Djose [cap.19], dotato pure di spada, un altro aveva la forma di cactus, piccolo, dotato di gambe e braccia tutte coperte di spine, dove si intravedevano pure gli occhi e la bocca, nerissimi, che Auron chiamava “Kyactus”, dicendo che dietro di essi si erano raccontate nel tempo mille ed una favole. Potevano essere graziosi, ma quelle spine lanciate come proiettili di una mitragliatrice facevano molto, molto male! E se si trovavano in difficoltà, o chiamavano gli altri a raccolta, dopo aver fatto una bella linguaccia ai loro nemici, oppure se la davano a gambe come dei perfetti codardi.

‘Ehm…scusate…quanti orribili mostri ci sono su Spira??!! *SCRANG* E per quanto dobbiamo ancora camminare?’ chiese Noemi, che aveva le gambe a pezzi, e il sonno che faceva alti e bassi a seconda dei tuoni schivati a pelo, oppure dei mostri che cercavano a volte di attaccarla.

‘Smettila di lamentarti!! Ci fermeremo quando sarà l’ora!!’ rispose la maga, sbuffando.

‘Capisco…mah…*CRACK*’—gira qua e là la testa—‘Ehm…scusate…ma…Rikku dove sta??!!’.

La pioggia era insistente. L’umidità era così densa che aveva ridotto leggermente la visibilità, e dal suolo duro si levava una piccola nebbiola simile ad una leggera nuvola semi-trasparente. Oltre di essa, dietro di loro, videro una figura accucciata, con le mani sui capelli, e il volto nascosto e rivolto contro il suolo sotto la pioggia incessante.

‘Tsk…dobbiamo andare!!!’ continuò il guardiano in giacca rossa, stufo di continue fermate a ripetizione.

‘Ma!! La lasciamo li??!! Yuna! Diglielo!!!’.

Ma alle parole di Noemi ella fece un timido accenno verticale con la testa. Sembrava…come dire…sovrappensiero.

‘RIKKU!! CHE STAI FACENDO??!! *CROCK*’ le urlò Wakka, agitando la mano destra, mentre con la sinistra teneva il suo pallone chiodato. Lei alzò timidamente la testa, e quando un fulmine arrivò a pochi metri di distanza da lei, ella si alzò a razzo e corse come una pazza gattoni, come i bambini, e a velocità pazzesca raggiunse la gamba destra di Auron, afferrandola e stringendola con grande forza. Tremava anche più di una foglia secca.

‘VipregoVipregoViprego…Io ho tanta *SCRANG* AHHHHH!!!!.. paura…!! Fermiamoci, per favore… *CRACK*…IIIIIIIIIIIIIIHHHH!!!’.

‘Levati subito di dosso!!!’ continuò lui, forse sentendosi anche in imbarazzo per avere metà arti bloccati dalla morsa della bionda. Già, tutti gli altri non poterono fare a meno che ridere di fronte alla situazione. Alla fine l’interessato si liberò della ragazza Albhed, per continuare il suo cammino indisturbato, o quasi.

‘Per favooooreeee!!! Non potete lasciarmi qui!! Ho paura dei fulmini!!! Vi prego!!!’ continuò a pregare lei, ancora in ginocchio sul suolo bagnato. Lo vide continuare il suo cammino, senza una minima piega.

‘Certo che avete tanta pietà voi verso una ragazza, eh??!! Mi sentite??!!’.

Non ci fu una minima risposta.

‘Volete farmi morire qui??!!!!!! E’ questo che volete??!! Non avete un minimo di cuore!!!!’.

Lui alla fine sbuffando alla grande si girò, mentre una scarica elettrica lo sfioro di solo un metro. Lui non si mosse nemmeno un poco.

Quella bionda è peggio dei mostri o dei fulmini…Decide l’invocatrice se dobbiamo o no!!! Tsk!!’.

Non ci credo!! Gli sta facendo cambiare idea!! Devo dire che Rikku è una tipa molto ostinata!!! Accidenti!!

Yuna aveva tenuto per quasi tutto il cammino la testa bassa. Era davvero strano, per una come lei.

‘O…ok…Credo...che…*CRACK* abbiamo bisogno di riposarci…’. Che strana…cosa c’è che non va? Quel dannato Maestro!! Se lo vedo davanti io…io…

 

Il locale di riposo era fortunatamente situato a poca distanza dal gruppo. Era molto piccolo, tanto che era composto dalla sala principale, dove una ragazza mora vendeva oggetti ed armi, e una sola camera da letto, preceduta da un breve e dritto corridoio dietro la sala stessa. Era piuttosto modesto, ben adatto ad una breve fermata. Accanto c’era anche una piccola stufa per contrastare il freddo acuito dall’umidità esterna. Era così fitta che sarebbe sicuramente stato difficile respirare per qualcuno che soffrisse d’asma.

Appena entrati, Rikku era tutta rattrappita in un angolo, quello più lontano dall’ingresso, ancora tremante e piena di paura. I suoi biondi capelli sembravano elettrizzarsi appena le finestre si illuminavano ogni tanto. Tutti notarono lo strano comportamento dell’invocatrice, che subito a gran fretta chiese il permesso per accedere alla camera per poi volatilizzarsi in un istante. Kimahri non provò neppure a fermarla o seguirla. Forse la conosceva meglio di tutti gli altri…

‘Ma...che è successo a Yuna? Mi sembra strana…’ chiese Noemi all’ex-capitano.

‘Non lo so…sinceramente non l’ho mai vista così… Dev’essere colpa di quel…quel…!!!’.

‘Calmo…secondo me c’è qualcosa di strano sotto sotto… io non mi fido per niente!!’.

‘Ciao!!! Sono felice di rivedervi qui… Come sta andando??’.

Tutti si girarono verso l’ingresso: era la sacerdotessa Shelinda. Sembrava pimpante e felicissima più che mai.

‘Ho saputo delle nozze tra Yuna e il Maestro Seymour!!!’.

La frase suonò come campanello d’allarme.

‘Ma… come fate a saperlo??!’ le chiese la ragazza, che era forse quella più confusa.

‘I Guado lo stanno dicendo a tutti…E’ assolutamente fantastico…!!’ rispose, prima di congiungere le mani come in preghiera e volgere gli occhi al soffitto del locale. Bleah!! Non mi sono mai piaciute le questioni amorose…figuriamoci i matrimoni. Se poi non c’è nemmeno amore ma solo potere o cos’ altro in mezzo, che razza di felicità deve dare una notizia riluttante come questa??!! E poi che pettegoli che sono i Guado!!

‘Già…davvero una bella notizia…’ continuò una voce maschile che proveniva dal corridoio che portava alla stanza occupata da Yuna. ‘Oh! Scusate…mi chiamo Rin… Sono il proprietario di queste case di riposo che vedete…’.

Era un uomo alto e robusto, dai capelli lisci, lunghi e biondi, che portava degli occhialini molto familiari sopra la fronte tra i capelli, e una camicia gialla piuttosto pesante con degli stivalini neri. La pelle era di color mulatto.

‘E’ un Albhed?’ chiese con voce secca il guardiano professionista senza muoversi dal suo muretto d’appoggio.

‘Sì…certo…Beylana!!’

‘E…eh??!! Cosa?’ chiese Noemi, mentre Wakka sbuffò girandosi verso le finestre a braccia conserte.

‘Oh…scusate…è lingua Albhed…significa…”Piacere”…’ rispose Rin, sorridente al massimo.

Oh…non capisco un’acca…!! Meglio che veda cosa sta facendo Yuna…sono un pochino preoccupata!

Lulu si avvicinò a Rikku dolcemente, cercando di farla sciogliere un pochino, anche perché altrimenti se arrivava l’ora di andare, lei non si sarebbe mossa nemmeno a colpi di cannone.

‘Ma…perché hai tanta paura dei fulmini??’. L’altra si girò tremando.

‘Un g…giorno… stavo nuotando c…con mio fratello B…Berrik quando fui attaccata da un m…mostro marino… Lui provò ad usare un incantesimo di tuono per la p…prima volta…e…e…colpì ME anziché il mostro!!! E’ stato terribile… bzzzzzzzz!!!!’—agita le mani—‘Da allora…ho avuto…s…sempre paura dei fulmini!!!’.

 

La ragazza di Metropolis si avvicinò a passi felpati verso la porta della camera di Yuna. Riusciva a sentire delle strane voci dall’interno, in particolare una maschile che sembrava quasi una lamentela. Lo dicevo che c’era qualcosa che non quadrava…con chi sta parlando? Chi sta parlando? Adesso piano…piano...piano…

Appena raggiunse la porta cercò di guardare meglio nella stanza tramite il buco della serratura, ben libero. Ella riuscì a intravedere una sfera schiacciata, che si era illuminata tanto da far apparire un ologramma sopra di essa, che rappresentava la figura di forse un precedente Maestro Guado. Non riusciva ad scorgere Yuna, se non le sue mani, poste sul tavolino che reggeva la sfera. Forse da quell’oggetto partivano le voci, un po’ rotte, un po’ disturbate, molto basse e lontane.

Questo…mio…testamento…Mannaggia…mi viene da starnutire…resisti Noemi, chi è quello raffigurato??

State…attenti…lui….è…Basta…non ce la faccio più!!!

Io… maestro Jyscal… vi svelo che…’. Cosa??!! Ma…non è il padre di quell’orgoglioso??!!

‘EEEETCIUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!! Sniff…’.

Yuna si girò di scatto verso la porta, portandosi la sfera verso la taschina, disattivandola a tempo record. Si portò verso l’uscita e aprì di colpo, tanto che la ragazza cadde all’indietro, spaventata a morte. Le due si scambiarono diverse occhiate strane.

‘E…ehm…ecco…io…stavo…passando…e…poi…si è aperta la porta…e…’ lei era rossissima sul volto, ma l’invocatrice forse nemmeno ascoltò le sue parole e tornò nel gruppo di corsa. Ella la guardò fino a quando poté seguirla con gli occhi, passando dallo sguardo imbarazzato a quello preoccupato.

Ma…cosa succede??!! Cosa ti è successo?? Cosa ci tieni nascosto….?

  
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