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Autore: Gemini_no_Aki    13/01/2019    0 recensioni
Il piano era semplice, talmente semplice che anche un bambino sarebbe stato in grado di seguirlo, – seguirlo, non metterlo in atto, e spesso temeva che Jacopo lo vedesse ancora come un bambino. - uccidere entrambi i fratelli nel momento in cui il Cardinale avesse alzato l’ostia, era davvero semplice e rapido, nulla poteva andare storto, eppure il pensiero di quel piano lo tenne sveglio fino alle prime luci dell’alba quando decise che non sarebbe mai riuscito a prendere sonno e desistette dal provarci.
Il fix-it che la serie ovviamente non può darci, con un contorno di angst che ci sta sempre bene (E chi mi conosce sa che c'è sempre dell'angst in mezzo a quello che scrivo.)
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francesco Pazzi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What happened in between - Blind Fury

La Cattedrale parve piombare nel silenzio in pochi istanti, un silenzio surreale e pesante e non importava se quattro persone erano al suo interno, – cinque, si sforzò di pensare Giuliano, cinque persone. - il silenzio pesava su di loro come un macigno. Il giovane Medici non si mosse, non ci riusciva, e nemmeno riusciva a staccare gli occhi dalla scena che aveva davanti. Era sbagliata. Era tutto sbagliato.

Odiava Francesco, lo sapeva lui, lo sapeva chiunque, eppure. Eppure quella voce non sembrava voler lasciare la sua mente, lo tormentava, quel pensiero, quel ricordo di forse un paio di minuti prima – Pochi minuti? Erano davvero passati solo pochi minuti? - si era artigliato nella sua mente e continuava a viverlo.


Tutto si sarebbe aspettato, Giuliano, eccetto quello. Sospettava dei Pazzi, sospettava di Francesco più di chiunque altro, non lo aveva fatto impazzire l’idea di abbracciarlo, non aveva creduto ad una singola sillaba uscita dalla sua bocca, e non si sentiva al sicuro ad averlo alle spalle in quel momento. Perché tutto si poteva dire di lui, ma non che fosse stupido, o cieco. Quale altra ragione avrebbe dovuto avere per sedersi alle loro spalle se non stava tramando qualcosa?

Quindi sì, Giuliano si aspettava di tutto. Afferrò d’istinto il pugnale che portava alla cintura quando sentì il braccio di Francesco attorno al suo collo, quando lo tirò indietro – e Giuliano non vide un altro pugnale, sottile e rapido, passargli accanto, a pochi centimetri da dove era un attimo prima.

«Ho scelto voi, Medici. - Era solo un sussurro ma fu abbastanza per Giuliano. - Prega di essere un buon attore.» Il dolore che provò quando il pugnale di Francesco lo ferì al collo fu improvviso, per un attimo credette che quelle parole fossero l’ennesima menzogna, poi Francesco lo spinse indietro, tra due panche, Giuliano fece appena in tempo a passare la sua unica arma a Lorenzo prima di cadere sui banchi rovesciati, Francesco sopra di lui come a volergli dare il colpo di grazia che però non arrivò. «Non farmi pentire.» C’era qualcosa nel suo sguardo, un tormento, una sorta di paura, Giuliano non sapeva cosa avesse in mente, rimase disteso, la mano sul collo e il sangue che lentamente colava tra le dita e sulla camicia, non era mortale, e lo sapeva anche Francesco.

Qualunque cosa i Pazzi avessero architettato per quel giorno – ucciderli, quello era ovvio, ucciderli nella Cattedrale durante la messa. - Francesco aveva appena voltato le spalle alla sua famiglia.

Giuliano video l’uomo avvicinarsi alle spalle del giovane dopo che aveva usato il proprio pugnale per ucciderne uno davanti a lui, ebbe la tentazione di avvertirlo ma non lo fece. no. Doveva restare nascosto tra i detriti e le schegge di legno dei banchi, doveva far credere che era morto. Vide come Francesco riuscì a disarmare ed uccidere il suo assalitore e vide l’uomo che pensava di aver ucciso un attimo prima lanciare indietro il pugnale prima di morire.


Giuliano era certo di odiarlo eppure una singola, semplice, azione, poche parole sussurrate lo stavano confondendo. Non ero lo stesso odio che provava prima, in quel momento nemmeno riusciva ad odiarlo. Non dopo che gli aveva salvato la vita. Non dopo che era –

Il primo suono che sentì dopo quella che parve un’eternità fu Lorenzo. Un suono strano, a metà tra una parola che Giuliano non comprese – ma che a pensarci bene poteva essere solo il nome di Francesco in quel momento. - e un singhiozzo trattenuto.

Lorenzo sollevò le mani dalla ferita, tremava mentre incerto passava una mano tra i capelli scuri, sul volto, mentre cercava di pulire il sangue che gli era colato dalle labbra senza risultati. Come poteva toglierglielo quando le sue stesse mani ne erano coperte?

Qualcosa gli diceva che avrebbe potuto esserci Giuliano in quella situazione, steso a terra, coperto di sangue e immobile. Ma Giuliano era vivo davanti a lui, con una ferita che aveva già smesso di sanguinare, immobile certo, pietrificato in ginocchio accanto al corpo di Francesco.

Il dolore e la disperazione mutarono presto in rabbia, una furia cieca prese il controllo della sua mente. Avevano cercato di uccidere lui, avevano cercato di uccidere Giuliano. E Francesco era morto. Sotto i suoi occhi, mentre cercava di salvarlo, mentre gli prometteva che tutto si sarebbe sistemato, sarebbe stato bene e avrebbero potuto ricominciare da capo. Mentre gli prometteva che lo avrebbe salvato. Francesco era morto sorridendo e Lorenzo sapeva esattamente di chi era la colpa.

Ancora tremava, ma questa volta di rabbia, mentre si alzava e superava il fratello, lo sguardo duro fisso davanti a sé, ignorò le grida di Clarice, la ignorò anche quando pregò Sandro di andare con lui, di fermarlo, di proteggerlo se avesse potuto o fosse servito. Di portarlo a casa. Ignorò l’amico che correndo lo raggiunse per affiancarsi a lui. Sandro non disse nulla mentre attraversavano una città nel panico e nel caos, con fuochi ai lati delle strade e sui carri, con gente che ancora fuggiva per trovare rifugio, lo seguì solamente, preoccupato certo, ma leale fino alla fine.

«Dev’essere qui, da qualche parte. Dividiamoci. Cercate dappertutto.»

 Avrebbe trovato Jacopo Pazzi e gli avrebbe fatto pagare ogni crimine commesso contro la sua famiglia. Ogni attentato, ogni imboscata, ogni parola avvelenata che aveva quasi portato alla loro disfatta. Quella congiura perpetrata in quel giorno santo, su un suolo consacrato. E avrebbe pagato per Francesco.


Angolino dell'autrice: Ci sono scene che nella stesura iniziale avevo detto non avevano trovato posto, parti che avrebbero rotto il ritmo allungando troppo il brodo, ma che erano importanti lo stesso per entrare meglio nei personaggi, per capirli. questo è il primo dei 3 capitoli centrali, banalmente chiamato "what happened in between".  

Spero vi piaccia, spero che questo fix-it vi sia piaciuto e che i personaggi non stonino troppo con quelli reali, è stato il primo tentativo, se avete commenti, consigli, idee, sono sempre ben accetti. (gli altri 2 capitoli sono già chiusi, ma sono sempre disposta ad un seguito, o qualcosa del genere, dipende dall'ispirazione)

Aki

   
 
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