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Autore: BabaYagaIsBack    13/01/2019    2 recensioni
In un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, cacciatori del sovrannaturale. E' da loro che Katarina impara i rudimenti per affrontare tutti i mostri che popolano la notte più scura, prefiggendosi come obbiettivo ultimo quello di uccidere Dracul, il Re di tutti i Vampiri.
Districandosi tra personaggi bizzarri e situazioni estreme, Miss Bahun cerca di mettere fine alla linea di sangue creata dai fratelli Corvinus, ergendosi al di sopra di tutti gli altri suoi compagni. Eppure qualcosa non torna, una nuova minaccia sembra voler sovvertire tutto ciò che lei conosce e, improvvisamente, gli amici diventano nemici. Di chi fidarsi,quindi, quando il genere umano è in pericolo?
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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IV

Katarina inarcò le sopracciglia, stupendosi non poco nello scoprire che Sylvia Goldchild, quella che aveva creduto essere una donna di mezz’età rovinata dagli anni di servizio all’istituto, fosse in realtà una bellissima ragazza poco più grande di lei, con al posto degli occhi due immensi zaffiri blu. Era raro che le sue supposizioni si rivelassero inesatte, soprattutto in casi come quelli – il potere ecclesiastico non era spesso ceduto a persone giovani, men che meno se si trattava di donne.
Prima ancora che Miss Bahun potesse aprir nuovamente bocca, gli uomini seduti al tavolo con la suora si alzarono, compiendo una riverenza in segno di saluto.
«Buondì Miss, la stavamo giusto aspettando per il thè» la voce di Sorella Sylvia risuonò leggera fino alle orecchie dell’esorcista, tanto delicata d’apparire simile al canto di una sirena: «Vi prego, accomodatevi» la invitò e Katarina, come Ulisse, si lasciò stregare da quel richiamo avvicinandosi svelta al tavolo.
«Vi ho forse fatto attendere?» la vânător estrasse nuovamente l’orologio dalla tasca, lanciandogli un’occhiata dubbiosa: possibile che avesse perso così tanto tempo d’aver accumulato ritardo?
Uno tra i due uomini le sorrise, mettendo ancor più in evidenza la piccolezza dei propri occhi, tipica della popolazione orientale: «Assolutamente, non preoccupatevi» e spinse la sedia in modo d’accompagnare la flessione delle gambe. Agli occhi della donna non sfuggì la presenza dei guanti scuri sulle mani e, men che meno, come la stoffa della giacca sembrasse rigida sulle braccia – entrambi segni di qualcosa che, al momento, era solo un vago sospetto.
A quella distanza però, Miss Bahun poté notare anche un’altra cosa: il simbolo per proprio ordine tatuato appena sotto al mento dell’uomo, nascosto in mera parte dalla barba incolta di un paio di giorni. Come le era stato accennato, altri esorcisti avrebbero collaborato con lei sia alle indagini sia alla caccia di Dracul. Esattamente come era accaduto a Roma, quando Padre Costantino l’aveva informata privatamente degli ultimi dettagli, si ritrovò a dover trattenere una smorfia di fastidio – tra le cose che più detestava del suo lavoro, il fatto di dover spesso e volentieri far parte di una squadra era in cima alla lista.
La Superiora ringraziò la gentilezza del suo ospite e, con quel suo sorriso fanciullesco, si rivolse nuovamente a Katarina che, sfortunatamente, fu colta in flagrante contemplazione del suo viso angelico.
«Vogliate concedermi l’occasione per presentarvi due tra i vânător rimasti in città, Mister Suzu Whiteman, maestro delle polveri da sparo» l’uomo che l’aveva fatta accomodare, quello dagli occhi leggermente a mandorla si portò una mano al cuore, ripetendo la riverenza, «e Lord Julius Terry, il miglior spadaccino che io abbia avuto l’onore d’incontrare» e anche il compare si concesse un gesto di saluto, ricambiato da un cenno del capo. A quel punto Sylvia riportò gli occhi difronte a sé: «Loro saranno i vostri colleghi per tutto il tempo che resterete qui, a Londinium. Abbiamo scelto il meglio per accompagnare la nostra ospite».
Katarina non riuscì ad impedirsi un sorriso. Senza troppi convenevoli prese la teiera sul tavolo e si versò una tazza di quello che dal profumo doveva essere Earl Grey.
«Il meglio, dite? Scusatemi se mi permetto, Madre, forse volevate dire “l’unica resistenza rimasta in città”»
«Come vi permet-» Lord Terry prontamente si aizzò in difesa del proprio onore, ma fu fermato dal compagno, forse meno incline di lui a scenate di quel tipo.
«Miss, credo che sia scortese da parte vostra supporre simili cose» Suzu sorrise, andando lentamente a sedersi accanto alla nuova, quanto irriverente, arrivata.
La vânător alzò la tazza difronte alle proprie labbra, senza smettere nemmeno per un istante di mostrare ilarità nello sguardo. Non era tipa da nascondere la propria sfrontataggine, soprattutto quando doveva aver a che fare con uomini e questioni di lavoro – in un ambiente come il suo, le donne erano le prime a venir rovinate dalla misoginia dei colleghi e violenza dei diavoli.
«Eppure questo è ciò che è giunto alle orecchie di Roma. Sbaglio nel dire che i servi del Male vi hanno decimato?» con un battito leggero di ciglia rivolse le proprie attenzioni verso Mister Whiteman, cercando di vedere un minimo cedimento nella sua compostezza; cosa che sfortunatamente per lei non accadde. L’uomo apparve completamente a proprio agio in quella conversazione, persino quando aprì bocca per confutare le insinuazioni di Katarina: «No, non sbagliate».
«Quindi,» Miss Bahun bevve: «O siete davvero bravi come dice Madre Goldchild, o la vostra fortuna rasenta il titolo di miracolo, che pare essere una conclusione più appropriata. Se ora vi chiedessi di alzare entrambe le maniche della vostra giacca, Mister, cosa vi troverei oltre alle vecchie cicatrici?» ci aveva messo un po’, ma alla fine era riuscita a capire per quale ragione il vestiario del suo interlocutore le risultasse così peculiare per la situazione. I guanti scuri, che all’interno di una serra dalla temperatura estremamente alta erano totalmente fuori luogo, dovevano servire a coprire le abrasioni provocate dalla polvere da sparo, ma anche a nascondere le macchie di sangue che avrebbero potuto far capolino sul cotone bianco. Le maniche, invece, restavano rigide per via dello spessore creato dai bendaggi che dovevano fasciare entrambi gli avanbracci – anch’essi feriti in battaglia.
Suzu sorrise.
«Siete un’osservatrice attenta, Katarina Bahun. Suppongo sia una dote di famiglia, la vostra»
Katarina sentì improvvisamente un sapore amaro sulla punta della lingua, come se il thè offertole si fosse tramutato in liquido di scarico. Nella sua lunghissima lista di cose spiacevoli che la riguardavano, c’era anche quella: suo padre – e con lui tutti i riferimenti che le toccava sentire da parte di esorcisti ed ecclesiastici. Emil Bahun era una leggenda. E lei la sua unica erede.
«Supponete quel che meglio credete, caro. Mio padre e io, comunque, siamo due persone nettamente diverse, nonché vânător di livello differente» no, non le piaceva per niente essere paragonata a lui, né nel bene, né nel male.
A quel punto, come risorta da un breve letargo verbale, Sylvia Goldchild prese parola, interrompendo lo scambio sempre più teso di battute tra gli esorcisti: «Non ne dubito, Miss» con occhi luminosi e un sorriso radioso allungò le proprie mani su quelle di Katarina, afferrandogliele dolcemente. La cacciatrice poté chiaramente avvertire un brivido correrle lungo la schiena e, senza volerlo, le guance scaldarsi. Possibile che persino nei casi meno opportuni una bella ragazza riuscisse ad agitarla tanto?
«Sono convinta che voi abbiate un talento tanto portentoso quanto divergente da quello di vostro padre. Me lo dice la Vergine» e strinse la presa, come a tentar d’infondere sicurezza nella propria interlocutrice.
E seppur si stesse nuovamente facendo riferimento a Emil, Miss Bahun non si scompose. Stavolta, tutto quello su cui la sua mente riuscì a concentrarsi fu un unico pensiero: non pensare ad atti impuri tra le mura della Chiesa. Nemmeno se si tratta di una suora come lei!
Sì, perché durante il suo percorso di crescita a Bistria, Katarina aveva dovuto fare i conti con la triste realtà del mondo in cui era finita: amare era peccato. Innamorarsi una sciagura. Restare incinta dell’uomo di cui si era invaghite, una condanna. Aveva visto fin troppo presto la triste fine che spettava alle vânător che si concedevano prima del dovuto ad un loro compagno, così come aveva scoperto che relazioni durature non potevano esistere – e quindi aveva trovato la sua personale soluzione, costringendosi a preferire le curve di un corpo femminile agli spigoli di quello maschile. Ci si era convinta con così tanta forza che, ad un certo punto, aveva finito con il crederci. Ed ora, Sylvia Goldchild stava seriamente mettendo a dura prova le sue fantasie.
Svelta sottrasse il dorso della propria mano dai palmi della suora, riportando tra di loro il vuoto di un tavolo in metallo.
«Sì… ne sono certa. Ad ogni modo vorrei delucidazioni in merito agli avvenimenti che hanno portato a tanto trambusto. Sono qui per portare a termine il lavoro nel minor tempo possibile, se non vi spiace».
Visibilmente delusa, forse dal gesto riluttante di Katarina o forse dalle sue parole, la Madre Superiora fece un cenno a Julius Terry che, finalmente calmo, si decise a parlare all’ospite: «Come abbiamo scritto nelle missive alla Santa Chiesa Oscura di Roma, è da alcuni mesi che una nuova minaccia sta portando caos e morte per le strade di Londinium. Non sappiamo esattamente di cosa si tratti, ma crediamo sia opera dei vampiri sotto la guida di Dracul e-»
«Dracul è qui?» ad occhi sgranati, Miss Bahun interruppe il collega, sporgendosi nella sua direzione. Non poteva essere vero. Era da ben tre anni che non si trovava così vicina a lui, che camminava sul suo stesso terreno. Se il re di tutti i succhia-sangue si trovava lì, era suo compito trovarlo e staccargli la testa.
Julius, indispettito dall’ennesima interruzione, sbottò: «Così pare, ma non sappiamo dove sia la sua tana. Ad ogni modo, Miss, se mi concede l’opportunità di proseguire gliene sarei grato!» I baffi gli si arricciarono sotto al naso, nascondendo la piega presa dalla bocca.
«Ma se Dracul è a Lond-»
«Lasciate perdere Dracul, sant’Iddio! Qui la questione è: posso finire o no?»
Katarina si strinse nelle spalle, sorpresa da quella reazione. Cosa c’era di più importante di Vlad Țepeș?
«Ebbene» Lord Terry le lanciò un’occhiata eloquente, così severa che la donna parve farsi piccola nella giacca verde: «Supponiamo che sia opera dei vampiri per via del fatto che il sangue delle vittime è poco, ma soprattutto nero. Sembra pece nelle vene. Eppure non vi sono fori sui loro colli, nemmeno una piccolissima traccia. Gli occhi si svuotano completamente, resta solo la pupilla… pare che stiano guardando la Morte stessa».
Miss Bahun corrugò le sopracciglia, provando ad elaborare quelle informazioni. Non aveva mai sentito parlare di sangue nero, men che meno di occhi vuoti. Possibile che i vampiri si stessero evolvendo? O che stessero tramando qualcosa di terrificante?
«Chi sono le vittime? Vergini? Infanti?» domandò, conscia del fatto che tutti i servi del Male avessero una tipologia ben precisa di prede. I seguaci di Dracul avevano una predilezione per le donne, soprattutto se vergini; i licantropi per gli uomini giovani e ben sviluppati; i fantasmi colpivano per lo più famiglie, le fate i bambini, mentre i kelpie e le sirene i marinai. Ognuno aveva il proprio piatto preferito, quindi sapere quali tipi di persone erano state attaccate avrebbe certamente ristretto il campo di ricerca.
Suzu scosse la testa: «Non vi è alcuna costanza. Attaccano chiunque. Il primo corpo trovato è stato quello di un vecchio senza dimora, l’ultimo una fanciulla prossima al matrimonio».
«Non vi è nulla che leghi una vittima all’altra?»
«Assolutamente» Julius estrasse una pipa dalla tasca interna della giacca: «E’ per questo che ci stanno decimando. Combattiamo contro una forza a cui non siamo preparati. I vampiri ci stanno sfuggendo di mano».



Yaga:
Tardi ma mai troppo, ecco il ritorno della nostra Katarina che, finalmente, fa la conoscenza sia di Sylvia Goldchild, sia di quelli che saranno i suoi colleghi da oggi in poi.
Che dire, spero vi siano piaciuti! Suzu è un mix Giappone-Inghilterra, mentre Julius dovete immaginarvelo un po' come un Ron Wisley invecchiato. 
So di avervi presentato un capitolo molto descrittivo, ma che ve ne pare? Le rivelazioni che ci sono state vi hanno sorpreso? Se sì, fatemelo sapere nei commenti qui sotto o sul profilo instagram dove vengono pubblicati tutti gli aggiornamenti (aniayagalochuaine)!
A presto!

 
   
 
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