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Autore: TeamFreeWill    14/01/2019    5 recensioni
Jensen è un cantante country texano.
Jared un barista canadese.
Le loro vite si intrecceranno, ma qualcuno nell'ombra farà di tutto per separarli. :)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era ancora in quella posizione quando la portafinestra si aprì e apparve Jared. Jensen era magnifico in quel momento mentre lo guardava in quel modo, gli occhi verdi brillanti.

Il minore, perso in quello sguardo, gli sorrise sedendosi accanto a lui, la mano sulla coscia.

“Ti ho chiamato prima...ma non mi hai risposto...pensavo che ti stessi facendo la doccia” disse.

“No...avevo bisogno di suonare. Non hai sentito?” la mano che s’intrecciava a quella del compagno.

“No, la porta finestra era chiusa e ho acceso la radio di là....Cosa hai suonato di bello?” la testa che si appoggiava alla spalla delicatamente, Jensen che avvolgeva un braccio intorno alle spalle del compagno.

“Una canzone texana molto bella” sospirò stringendolo a sé. “Una canzone che....” ma non finì la frase che Jared, colto da un’ illuminazione improvvisa, si alzò di colpo imprecando e correndo in casa lasciando il compagno basito.

“Jared... ma si può sapere che cavolo ti prende? Mi sfuggi sempre!” disse non appena si chiuse la porta finestra dietro di sè raggiungendolo in cucina, la chitarra appoggiata sul divano.

“Primo... non è vero!” rispose l’altro mentre armeggiava con la pentola, “Secondo... quel panorama e tu con la chitarra mi avete distratto!”

“Distratto? Io?” esclamò confuso il biondo osservando la tavola già imbandita di tutto compreso il vino.

“Si! Fortuna mi è tornato in mente che avevo la pentola sul fuoco.. ancora qualche secondo e la pasta era da buttare!” e si voltò, la pentola in mano mostrando una stupenda pastasciutta alla carbonara.

Jensen era senza parole e aveva l’acquolina in bocca, il profumo invitante che gli invadeva le narici mentre Jared gli riempiva il piatto e poi riempiva il suo.

“Forza siediti...e prendi anche gli antidolorifici” Jensen, quell’invito, non se lo fece ripetere due volte.

Li prese e poi iniziò a mangiare quel ben di Dio con gusto, la mano che sfiorava costantemente quella del compagno seduto accanto a lui. Gli occhi che si cercavano e sorridevano complici, i cuori impazziti nel petto per quella serenità riconquistata.

Se Jared gli sfuggiva c'era una ragione e Jensen, tra un boccone e l'altro si ripromise che avrebbe fatto di tutto per capire quella ragione. Con le buone o con le cattive. Fuori o dentro un letto! Specie in un letto. Perché Jared gli mancava. Gli mancava in tutti i sensi, anche in quello più intimo.

“Hey...Jared?” disse a un certo punto Jensen osservando estasiato Jared, le rughette intorno agli occhi accentuate, sulle labbra sorriso malizioso.

“Che c’è?” rispose l’altro curioso, posando la forchetta, il piatto vuoto come quello del compagno.

“Sai...” ma si era proteso in avanti, talmente vicino che Jared poteva quasi scorgersi nel verde dei suoi occhi ”...sei solo...” e si morse il labbro in maniera illegale, gli occhi intensi ”...un po’ sporco, proprio qui....” indicando con le dita un punto al centro del mento.

 Jared, il cui cuore stava letteralmente balzando via dal petto al brivido provato, perse completamente la ragione quando Jensen iniziò a baciarlo partendo da quel punto, con piccoli baci maliziosi, decisamente poco casti; una mano intrecciata su quella del minore, l’altra dietro alla nuca.

“Jensen...” gemette in estasi attirandolo a sé, prendendolo per il bavero della camicia. La mente era annebbiata, confusa, infuocata. Troppo il tempo passato lontani

“Jared, sul serio....mi fai impazzire...” la voce bassa.

Il biondo, così, si alzò dalla sedia per sedersi a cavalcioni sul compagno, ma fu in quel momento che, a causa del movimento un po’ brusco, provò dolore all'addome. Non forte, ma comunque fastidioso.

Gemette appena e dovette appoggiare la fronte a quella di Jared e riprendere fiato. Una mano che si teneva il punto dolente, mentre il moro lo guardava preoccupato e mentalmente si diede dell’idiota per aver ceduto all'irruenza appassionata di Jensen.

Jensen, che lo conosceva bene, volle tranquillizzarlo. “Tranquillo amore...tranquillo...sto bene e starò meglio se mi permetterai di amarti di nuovo e non mi respingerai ancora!” e gli posò un bacio a stampo sulle labbra sottili.

“Jensen..” carezzandogli una guancia, mentre l’altro si sedeva di nuovo. “Non possiamo ....e il dolore che hai provato è la prova che non è ancora il momento di amarsi come vuoi e come vorrei anche io” sembrò volerlo comunque rassicurare di quello che c’era tra loro.

Jensen stava per replicare che lui si sentiva pronto e poteva farlo, ma si trattenne. Si limitò a guardarlo serio e forse triste, tanto che Jared sentì quello sguardo attraversarlo fin dentro l’anima.

“Jensen...” dandogli un piccolo bacio sulla guancia - gli faceva una tenerezza infinita- ”...ho un'idea: che ne dici se.....andiamo di là, in salone e ci godiamo questa serata con un po’ di coccole davanti al camino acceso? Ci stai?”

Il biondo sorrise a quell'idea romanticissima.

“Dico che mi hai convinto , piccolo” gli occhi verdi dolcissimi ora, la mano ad accarezzare la guancia del compagno con il pollice.

“Bene...Tu intanto vai...io sistemo qui e poi arrivo” disse mentre iniziava a sparecchiare.

“Va bene.” disse Jensen, mentre osservava il compagno già al lavabo. Non resistette. Un secondo dopo le sua braccia avvolsero Jared da dietro, entrambi pervasi da un brivido intenso, e sussurrò al suo amante “Non metterci tanto però...”

“Jensen...farò più in fretta possibile...” rispose in estasi l’altro, mentre Jensen raggiungeva il salone.

Prima di sedersi sul divano, Jensen, buttò nel camino altri ceppi di legna per alimentare ulteriormente il fuoco.

Si perse a guardarlo prendere di nuovo vita, scoppiettante, pericoloso e meraviglioso allo stesso tempo. Ne fu ipnotizzato totalmente. Sembrava di vedere in quello sciabordio di fiamme, quello che c'era tra lui e Jared, meraviglioso. E quello che avevano vissuto a causa di Ty, pericoloso. Eppure , come quelle fiamme, erano ancora lì, vivi.

Quel gioco di luce soffusa....quell'atmosfera che creava...e poi l’aspettativa di coccolarsi con il suo compagno....Dio! Il cuore accelerò i suoi battiti e nella mente, più forte che mai, le parole di quella canzone.


"Dicono che l’amore è dolce
quando cuori come i nostri si incontrano
Mi sono innamorato di te come un ragazzino…"




 


Parlava di loro. Del loro amore.

Istintivamente prese la chitarra e, preso da un'emozione fortissima proprio come prima di cenare, iniziò a cantarla e a suonarla, il piede che si muoveva tendendo il ritmo.

Aveva i brividi, il cuore che martellava nel petto. La voce carica di sentimento, gli occhi chiusi.

Jared, in quegli istanti, stava asciugando un piatto quando giunse alle sue orecchie quella canzone e immediatamente non capì più niente, gli occhi gli si riempirono di lacrime, il cuore perse diversi battiti.

Posò tutto sul bancone lì accanto e corse letteralmente in salotto.
“Jensen...” la voce incrinata, il petto ansante. Non riusciva a parlare.

Il biondo, immediatamente smise di suonare e corse dal compagno spaventato da quella reazione.
“Amore....ehi...calmati! Che hai? Che succede?” disse appoggiandogli le mani sulla spalla, ma il moro non lo ascoltava.

“Io...Io...” fissandolo in estasi. “L’hai sentita!”

“Jared , di cosa parli? Non capisco!”

“La canzone...” rispose semplicemente. “Gesù, Jensen, in ospedale..io...io te l’ho fatta ascoltare poco prima che...”
"....mi svegliassi dal coma!” sussurrò intuendo. “Oddio piccolo, questa canzone mi ha riportato da te!”

“Da noi. Ti ha riportato da noi! Jensen...” oramai non poteva più trattenersi, lo aveva fatto a lungo, era il momento perfetto ”...sei la mia vita. Ti amo, amore mio!”

Detto ciò portò le braccia dietro al collo di Jensen - ora era lui a non capire più niente! - e lo strinse a sé, come a volersi fondere con lui, i cuori che battevano all'unisono.

Jared, in quella posizione, continuava a ripetere “Ti amo” intervallato da dolci baci sulla testa del compagno.

Jensen, qualche secondo dopo, prese il viso di Jared tra le mani e lo baciò appassionatamente, con urgenza.

Sapori e sospiri mischiati, un turbinio di emozioni. Le gambe di entrambi tramarono e dovettero sedersi sul divano, ma non si staccarono. Lo fecero solo quando ebbero bisogno di respirare, fronte contro fronte, occhi negli occhi.

“Jared...” il respiro affannoso, gli occhi verdissimi. “..finalmente me lo hai detto. Mi hai reso l’uomo più felice del mondo” riprendendo a baciarlo, le labbra mordicchiate, le lingue intrecciate.
“Si, amore mio...si!” rispose sorridendo il moro, incatenando gli occhi in quelli del compagno, che sorrideva dolcemente.

Il biondo stava per riappropriarsi delle labbra di Jared quando si fermò, serio, un respiro a dividerli, un pensiero improvviso e irrazionale.

“Jared...” se ne uscì, ”...non mi hai detto subito che ami perché non mi ricordavo...”, ma il moro lo interruppe con un bacio per farlo tranquillizzare.

“No, amore mio! Non pensarlo nemmeno” disse poi sorridendo.

“Allora perché non….” ed era davvero curioso.

“Volevo dirtelo in un momento speciale!! Ma tu con quella canzone ...” rispose semplicemente. “Sai?! Te l’avrei detto quando saresti stato dimesso dall'ospedale o l’avrei fatto stasera...Avevo pensato alla cena, alle coccole e poi te l'avrei detto... dolcemente..."disse baciandolo "...sussurrandotelo di fronte a questo camino acceso, avvolti in questa atmosfera magica!”

Jensen aveva gli occhi incatenati in quelli di Jared, le mani intrecciate con le sue.

Si sporse in avanti e lo baciò. Lo baciò con irruenza, con frenesia e passione. Non trovando nessuna resistenza, il maggiore costrinse dolcemente il moro a distendersi sul divano e qui, sopra di lui iniziò a coccolarlo, ad accarezzarlo anche sotto la maglietta, lungo i fianchi.

Quelle coccole, unite al gioco di luci proveniente dal camino e all'atmosfera che si era creata, stava facendo i suoi effetti sui due amanti, che erano sempre più presi e persi nelle sensazioni che stavano provando.

“Oddio.. Jensen….fermo.. fermati…” la mente annebbiata, ma ancora abbastanza lucida da notare che in Jensen, i movimenti peccaminosi e provocanti del bacino contro il suo, stavano provocando un po’ di dolore.

“No, Jared...voglio…voglio che…ci amiamo. Ti prego..non...non respingermi ancora.” e riprese a torturarlo, ignorando la piccola fitta all'addome.

“Oddio…” deglutì, costringendosi a riprendere il controllo. Così, delicatamente prese il viso di Jensen tra le mani e lo costrinse a guardarlo.

“Amore ti farai del male!”

“Jared…” sbuffò e appoggiò la fronte su quella del moro, ispirandone il profumo. Voleva amarlo con tutto se stesso, ma doveva ammettere che il suo uomo aveva ragione.
Così ebbe un'idea.

Sorrise maliziosamente e suggerì, all'orecchio del moro, che sentì un brivido lungo tutta la schiena, “Fammelo passare tu il dolore, dottore!”

“Gesù…” arrossì, ma nei suoi occhi multicolore, il compagno poté scorgere uno strano scintillio che non era dovuto al riflesso del fuoco!

“Ti alletta la cosa, vedo” provocò per farlo cedere, la mano sotto la maglietta che accarezzava il fianco in maniera languida.

“Giochi sporco!” mordendosi le labbra.

“In guerra e in amore…” baciandogli il collo e poi il lobo, “….tutto è lecito, piccolo!”

“Oddio…oddio..” i brividi sempre più intensi e incontrollati, la mente sempre più infuocata e senza pensieri. Fece resistenza ancora un po’, ma poi cedette.
Che poteva fare?

“Mi hai convinto, Jensen!” gemette mentre l’altro si fermava e lo guardava sorridendo malizioso, leccandosi le labbra.

“Mi prenderò cura del mio paziente preferito…” e fu lui ora a prendersi una rivincita quando vide il compagno deglutire d’aspettativa.“…per tutta la notte”, provocò ancora.

Detto questo iniziò a baciare Jensen languidamente fin quando solo il bisogno di respirare non li fece allontanare quel tanto da permettersi di alzarsi dal divano e andare, mano nella mano, verso le scale e poi su, riprendendo a baciarsi, i vestiti abbandonati ad ogni scalino, in quella che sarebbe stata la loro alcova d'amore.

  
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