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Autore: _Akimi    14/01/2019    7 recensioni
[7 parole - 7 coppie diverse]
I. Roger/Freddie - Gatto
II. Brian/Roger - Sigarette
III. John/Freddie - Specchio
IV. Roger/John - Automobile
V. Brian/Freddie - Luna
VI. John/Brian - Sguardo
VII. Freddie/Mary - Letto
"«Un giorno dovrai dirmi cosa trovi di interessante nel guardarmi dormire, lo sai?»
Domanda Mary, schiudendo le palpebre e posando il primo sguardo assonnato sul volto di Freddie; quest’ultimo si abbandona al pizzicore delle proprie labbra, concedendosi una risata che soffoca non appena lei ricambia il suo abbraccio.
«Interessante, non so,» le risponde canticchiando, troppo distratto dal lieve tremolio delle sue palpebre per formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. «Ma sei diversa quando dormi.»"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III.
Specchio


Occhi incontrano occhi in un tacito scambio di sguardi.
Vacue iridi scure, ciglia che battono per un breve secondo, ora divenuto già passato insieme a quei minuti trascorsi nella più totale ignavia.
È peccato - pensa disinteressato John -, dicono sia peccato abbandonarsi all’inerzia, alla non-voglia di vivere, ma il proseguire senza un obiettivo preciso è l’unica cosa che accetta al momento e, ironicamente, gli riesce piuttosto bene.
Rimane in silenzio, allora, mentre il riflesso di un uomo che non più riconosce lo osserva lì, in uno degli specchi di casa, non esprimendo disapprovazione né rigidi giudizi.
Solo una timida goccia solca la sua guancia nel tentativo di lavar via i rimpianti, le parole non dette e le confessioni rimaste segrete nel suo animo.
E sono tante, davvero tante, le frasi che John avrebbe voluto pronunciare in tempi più floridi, nei giorni in cui poteva sentire ancora il canterellare di Freddie sfiorargli le orecchie, il calore del suo riso e il fervore delle sue esibizioni.
Si chiede ironicamente come potessero trovare armonia due personalità diverse come le loro e lo sa, già conosce la risposta, ma continua a cercarla in vano nella propria figura imprigionata nello specchio.
Poteva confessare, poteva dimostrare -, ma ora non gli resta niente altro che il ricordo delle occasioni perse, sfuggite per uno sciocco senso di timore che permane ancora sul suo viso.
La chiamano vigliaccheria, viltà, un modo per evitare di affrontare i problemi e gli ostacoli che la vita riserva, soprattutto alle persone che pensano di non meritarselo.

E John Deacon ha paura della morte, non esattamente della propria, ma di quel fatale pensiero che assedia la sua mente, lasciandolo senza più respiro.
È invasivo e lo insegue insieme alla sua fedele compagna: un’angoscia che, dopo ore di ripensamenti, lo fa sentire così dannatamente solo.
Freddie è morto, svanito da questa realtà dai colori affievoliti.
Freddie è morto e non si tratta di una verità contestabile, uno scherzo nell’attesa di vederlo sbucare di nuovo alle sue spalle.
Eppure, per un fugace attimo, gli pare di percepirlo vicino a sé, un sospiro caldo che appanna il vetro e una mano a carezzargli il volto.
Deve essere lui - cerca di ripetersi John; riconosce la sensazione dei suoi polpastrelli sulla pelle, le dita a percorrere le guance umide, e quasi si vergogna, ora, per aver pianto come uno stupido.
Di conseguenza non può che riconoscere il suo Io bambino, le stesse lacrime versate in pubertà per il padre ritornano, più amare e persistenti, per poi fare spazio ad una malinconica razionalità.

No, sa che si tratta di un semplice illusione, che Freddie non potrà mai ritornare e che, a differenza di ciò che alcune superstizioni raccontano, non esistono realtà alternative oltre ad uno sciocco specchio.
Sarebbe più semplice, dopotutto, naufragare in una di quelle dolci menzogne, ricucire una vita che ora non è più.
Ma non sceglie di nuovo la codardia, adesso vuole provare ad essere una persona diversa - per sé, per Freddie, per entrambi.


Il riflesso sorride.
Ecco i sentimenti che neppure la temibile morte potrà mai sopprimere.




 
Angolo dell'autrice:
Diciamo che non mi soddisfa pienamente (un 80-90% di successo?), ma sono comunque felice di averla scritta, davvero.
Aggiungo le note solo per dire che l'idea del riflettere davanti ad uno specchio dopo un lutto mi è venuta pensando a due tradizioni (che forse qualcuno già conosce, a quanto ho capito lo si faceva anche in sud Italia): nell'epoca vittoriana si coprivano gli specchi dopo una morte per timore di rimanere intrappolati dentro/l'anima del morto non poteva passare ad altra vita; lo stesso vale per la religione ebraica, ma in questo caso si coprono per concentrarsi sul defunto, piuttosto che sul proprio ego/narcisismo.
In questo caso, ho pensato che fosse un modo per John di "sfidare" sé stesso, riconoscendo come la morte di Freddie l'abbia colpito.
Altra cosa: potete leggerla come preferite, che sia un one-side-love mai dichiarato, ma anche la semplice sensazione di non aver mai mostrato abbastanza amore quando ce n'era tempo.

La prossima sarà ancora con John, ma sarà più allegra haha
 
  
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